Esuberi Fiat / La Fiom non firma

Accordo separato

La sorte dei 2.887 lavoratori dichiarati in esubero dal Gruppo Fiat è nelle mani di un accordo separato, quello firmato oggi pomeriggio al ministero del Welfare dall'azienda torinese con Fim Cisl, Uilm e Fismic ma senza la Fiom. I metalmeccanici della Cgil considerano infatti 'non credibile'' il piano industriale della Fiat e hanno chiesto fino all'ultimo, senza ottenerlo, che l'azienda interrompesse le procedure di mobilità. Come ha spiegato il segretario generale della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini, 'Non condividiamo il piano e non firmeremo l' intesa. A settembre proclameremo nuovi scioperi''.

"Come abbiamo sempre detto - prosegue Rinaldini - l'accordo per noi doveva essere complessivo. Il piano industriale non è credibile, è quello presentato mesi fa. Non c'é la possibilità di uscire dalla crisi ma è fondato solo sulla riduzione degli organici. E' solo un primo passo in direzione della riduzione del personale. A ottobre è già prevista una verifica su Arese. In quel periodo si esaurisce la possibilità di utilizzare la cassa integrazione". Rinaldini ha sottolineato come nel piano sia prevista la saturazione degli impianti dal 70 al 90 per cento, una situazione che comporterà, probabilmente, un aumento dei turni. "A fronte di un accordo separato - ha detto ancora - faremo le nostre iniziative per sostenere la nostra posizione. Prevediamo iniziative di lotta e sciopero le cui modalità saranno definite all' inizio di settembre. E' un accordo separato pesante".

Dal ministero del Welfare fanno sapere che il governo si impegna a garantire tavoli di verifica dell'intesa raggiunta oggi a partire dal mese di ottobre. Lo si apprende da una nota diffusa dallo stesso ministero. ''Il ministero del Lavoro - si legge nella nota - nel prendere atto del piano industriale presentato dall' azienda e delle intese intervenute tra le parti in ordine ai processi di mobilità, assume l' impegno di garantire una sede di periodica verifica della progressiva attuazione del piano stesso e delle sue conseguenze. Questo tavolo, precisa la nota, vedrà la partecipazione dei rappresentanti delle parti sociali e dei ministeri competenti per le Politiche industriali, dell'Ambiente, della Ricerca e dell' Innovazione, nonché del Lavoro e della protezione sociale, anche in considerazione degli strumenti normativi adottati e in corso di adozione. Il ministero del Lavoro, comunque, si impegna a garantire per le persone che andranno in mobilità il mantenimento dell'attuale contesto normativo per quanto riguarda i requisiti per il pensionamento. Per tutti i lavoratori quindi che usciranno dall'azienda e' previsto un percorso di accompagnamento alla pensione.

Il commento di Guidalberto Guidi (Confindustria): "Mi dispiace che la Fiom-Cgil abbia deciso di non condividere la responsabilità con le altre organizzazioni sindacali in questo processo per il rilancio della più grande azienda italiana".


(24 luglio 2002)