Accusano la FIOM di dire bugie........ma noi vi diciamo:

ATTENTI AL GATTO E ALLA VOLPE

Viene diffuso nelle fabbriche un volantino nel quale si accusa la Fiom di dire bugie come Pinocchio. Viene da dire: attenzione al gatto e alla volpe, perché come si sa, nella storia chi cerca di far credere che gli zecchini d’oro spuntino per magia nel campo dei miracoli sono proprio loro.

La Fim e la Uilm hanno firmato un accordo separato che dà pochi soldi e rischia di compromettere molti diritti. Se qualcuno ha dei dubbi a riguardo chieda alla Fim e alla Uilm di poter avere il testo integrale dell’accordo sottoscritto, e non si accontenti delle loro spiegazioni e versioni.

Nel testo integrale dell’accordo, che in ogni caso la Fiom mette a disposizione di tutti coloro che vogliono conoscerlo, è scritto che:

l’aumento per il biennio 2003-2004 è di 69 euro lordi scaglionati al V livello e di 58 euro lordi scaglionati al III livello. 21 euro lordi al V livello (18 al III), che verranno dati a dicembre 2004, sono un anticipo del contratto 2005, che viene dato solo un mese prima della scadenza naturale e che verrà scontato, cioè tolto, dagli aumenti del contratto 2005-2006.

Il contratto impegna i suoi firmatari ad adeguare le normative contrattuali alla Legge 30, quella che precarizza ulteriormente il lavoro, con i contratti a chiamata, lo staff leasing, e tanti altri disastri. Lo stesso si dovrebbe fare con il disegno legislativo 368, che toglie ogni vincolo e regola ai contratti a termine inferiori a 7 mesi (rinnovabili). I firmatari si impegnano ad adeguarsi alla legge n. 66 del 2003, che introduce gli orari plurisettimanali,  eliminando il diritto dei lavoratori ad avere l’orario massimo settimanale di 40 ore.

Il contratto affida la riforma dell’inquadramento a una commissione nazionale che dovrà lavorare fino al 2007. Quella commissione potrà decidere a livello nazionale inquadramenti professionali che le aziende, autonomamente, potranno decidere di adottare “chiavi in mano”. Si affidano a una trattativa di vertice, senza alcun controllo dei lavoratori e delle Rsu e senza vincoli per le controparti, le qualifiche professionali di tutti.

Su tutto il resto l’accordo separato dice poco o nulla, qualche piccola concessione, come il 2 giugno, dovuta al successo delle cause che la Fiom ha intentato contro le aziende per il rispetto dei diritti dei lavoratori, o la smonetizzazione delle 4 ore di permesso per i turnisti, richiesta solo dalla Fiom. Poi ci sono i peggioramenti, come su alcune parti del diritto allo studio, sulla 626, sulla reperibilità, le trasferte e le condizioni dei lavoratori discontinui. Infine c’è l’Ente bilaterale, finanziato dalle aziende, dove il sindacato si dovrebbe occupare oggi di formazione professionale, domani di assunzioni.

Questo è un contratto in perdita, dove i lavoratori rischiano di dover restituire di più del poco che ricevono.

La Fiom ha chiesto un aumento di 135 euro al III livello uguale per tutti, quindi anche per i livelli più bassi, che con quest’accordo prendono meno del poco. E’ la luna nel pozzo? Vediamo gli aumenti degli ultimi accordi fatti: impiegati statali 108 euro al mese, ferrovieri 115 euro, netturbini 129 euro, insegnanti 147 euro, dirigenti d’azienda 260 euro. I metalmeccanici valgono meno di tutti?

Sui diritti, sugli orari, sulle condizioni di lavoro, sull’inquadramento e soprattutto sulla lotta alla precarietà la Fiom ha chiesto più sicurezza per i giovani e qualche miglioramento per tutti. Non è molto rispetto al tanto che ogni giorno le lavoratrici e i lavoratori danno alle aziende perché stiano in piedi nel mercato, ma dovrebbe essere il minimo. La Federmeccanica invece ha deciso di non concedere nulla e di imporre le proprie scelte “a chi ci sta”. La Fiom non c’è stata, la Fim e la Uilm sì.

Questi sono i fatti. Poi dovrebbero essere tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici a decidere con il loro voto. Invece questo oggi non avviene perché la Fim e la Uilm rifiutano il referendum. Queste organizzazioni concedono il diritto ad esprimersi solo ai loro iscritti, che rappresentano meno di un quarto di tutti i metalmeccanici. Tutti gli altri dovrebbero autoschedarsi presso le aziende, per dire che non sono d’accordo. Anche il gatto e la volpe farebbero fatica a spiegare metodi di questo genere.

Se la Fim e la Uilm sono così convinte di aver fatto un buon accordo, perché hanno paura di farlo votare tra tutti i lavoratori? Forse perché sanno che in tutte le fabbriche, in questi giorni, i lavoratori metalmeccanici stanno dicendo no all’accordo e molti di essi stanno anche scioperando?

Il Contratto nazionale non è di questa o quella organizzazione sindacale, è delle lavoratrici e dei lavoratori, essi hanno il diritto di decidere e per questo la Fiom continuerà a lottare per un contratto vero e per la democrazia sindacale.

FIOM Nazionale

21 maggio 2003