SCIOPERO contro la GUERRA

Astensione dal lavoro in tutti i settori, per almeno due ore (dalle 15 alle 17), non appena scoppierà la guerra. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di proclamare uno sciopero generale. La decisione è stata presa ieri da Epifani, Pezzotta e Angeletti, ma è stata comunicata oggi in una nota comune dei segretari organizzativi Ghezzi (Cgil), Betti (Cisl) e Barbagallo (Uil).  "La gestione dello sciopero - si legge nella nota - sarà effettuata con assoluta consequenzialità agli avvenimenti". "Se sciaguratamente nelle prossime nottate la guerra si scatenasse - scrivono i sindacalisti  -, impegniamo sin d'ora le strutture ad attivarsi nella mattinata successiva, all'inizio del conflitto, per preparare lo sciopero da tenersi dalle ore 15 alle ore 17 dello stesso giorno, caratterizzato da manifestazioni da effettuarsi nel pomeriggio in tutte le città d'Italia coinvolgendo il più largo schieramento di forze. Nel caso il conflitto si scateni nelle notti di venerdì o di sabato, tutte le strutture sono impegnate a promuovere con immediatezza presìdi e sit-in di protesta. Lo sciopero con le stesse modalità sopra indicate sarà proclamato per la giornata di lunedì. Cgil Cisl Uil intendono continuare ad essere protagoniste e parti attive nella promozione delle iniziative già programmate o da programmare per sostenere le ragioni della pace".

Un problema a parte è rappresentato dalle categorie dei servizi essenziali, in quanto disciplinate dalla legge 146/90. Per esse, precisa la nota dei segretari organizzativi, "le relative segreterie nazionali attiveranno la proclamazione dell'adesione allo sciopero generale, prevista dalle normative legislative o dagli accordi applicativi, precisando per i lavoratori a turno od operanti in orario non comprendente il periodo dalle ore 15.00 alle ore 17.00, la collocazione delle 2 ore nell'ambito dell'orario di lavoro della propria categoria".

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno anche chiesto un incontro urgente al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per illustrare le posizioni del sindacato confederale italiano sulla crisi internazionale e l'annunciato ultimatum statunitense all'Iraq. "L'ultimatum dell'amministrazione americana nei confronti dell'Iraq - si legge nella lettera inviata da Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti - fa precipitare una situazione internazionale drammatica. Cgil, Cisl e Uil ritengono che sia necessaria, nel rispetto della Costituzione italiana e della Carta dell'Onu, scommettere fino all'ultimo secondo sulla pace. Le chiediamo pertanto un incontro urgente per rappresentarle in maniera più compiuta le opinioni del sindacato confederale italiano". 

Le confederazioni sindacali hanno inoltre commentato l'intervento odierno di Berlusconi alla Camera. Per la Cgil è stato un discorso ambiguo e guerrafondaio: "Le parole del Presidente del Consiglio - rileva una nota del sindacato -, schierando il governo italiano con il governo americano, svelano le ambiguità di tutti questi giorni, testimoniano un atteggiamento irresponsabile e guerrafondaio, trascinano l'Italia in un'avventura drammatica per il nostro Paese e per la pace nel mondo. La Cgil ribadisce l'alto e forte no alla guerra e il proprio impegno, anche di mobilitazione, per la pace in queste ore, e in quelle terribili che si prospettano". 

''Sulla guerra noi continuiamo a pensarla in modo diverso dal governo'': cosi' il leader della Cisl,Pezzotta, sul discorso di Berlusconi alla Camera. ''Un intervento degli Stati Uniti senza che ci sia una nuova risoluzione votata dal consiglio di sicurezza - ha detto Pezzotta - non rientra negli elementi costitutivi delle Nazioni Unite. Anzi - ha aggiunto - un intervento cosi'  mette seriamente in discussione il ruolo stesso dell'Onu''.

Per Angeletti, invece, l'intervento di Berlusconi  è una "rappresentazione reale della crisi e la posizione del Governo italiano è "assolutamente in linea con i nostri impegni e con la Costituzione".