Oggi,
la Fiom di Torino, partecipa ai
due cortei dello sciopero
generale con due grandi
striscioni sui quali
sarà impressa la
seguente parola d’ordine:
“in lotta per il futuro no
alle zero ore”.
La
ripresa delle lotte contro il
patto per l’Italia, per il no
alla modifica dell’articolo 18
(la Fiom Cgil questa estate ha
raccolto solo a Torino oltre 25
mila firme per il referendum
estensivo dell’articolo 18) e
contro la finanziaria, trovano a
Torino in questi giorni anche il
significato di una lotta contro
lo smantellamento e la
“svendita” delle attività
industriali e della Fiat auto in
tutta Italia.
La
produzione dell’automobile ha
ancora un futuro ed è
strategica per Torino e per il
paese. Perché questo avvenga
serve che i lavoratori non
vengano sacrificati inutilmente,
anche per questo diciamo no alle
zero ore che, oggi, nella crisi
Fiat, si configurerebbero come
licenziamenti mascherati e
determinerebbero nuove rotture e
nuove solitudini nel tessuto
sociale di Torino.
Noi
pensiamo che si possono trovare
soluzioni finanziarie, soluzioni
industriali alle quali devono
corrispondere soluzioni sociali,
rotazione, contratti di
solidarietà, riduzione
d’orario, formazione e
sostegno al reddito, questi sono
gli strumenti che, insieme al
piano industriale, devono
significare una profonda
modifica del piano Fiat che è
per noi inaccettabile.
Torino,
18 ottobre 2002
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