13.12.2001 Comunicato

 FIM   FIOM   UILM

 

giudicano il piano della FIAT inefficace e

respingono nuovi tagli all’occupazione.

 

Le decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione del gruppo FIAT rendono evidente la difficile situazione di crisi, confermando le preoccupazioni espresse dal Sindacato in ordine agli effetti che si scaricherebbero sui lavoratori e sugli insediamenti produttivi delle pesanti difficoltà finanziarie dell’auto.

 

Il taglio di migliaia di posti di lavoro e di numerosi impianti produttivi, accompagnati ad un piano di dismissioni e di vendite che, secondo la Fiat, dovrebbero portare nelle casse del gruppo 4.000 miliardi di lire, rispondono ad una logica industriale tradizionale e inefficace che punta a guadagnare competitività e a realizzare nuove efficienze riducendo il costo del lavoro e tagliando l’occupazione.

 

La scarsa redditività, contrariamente a quanto sostiene la FIAT, ha le sue ragioni principali non certo nel costo del lavoro, che rimane uno dei più bassi d’Europa, e neppure nella produttività che, in Italia, è tra le più alte, ma in ritardi strategici che riguardano le politiche industriali di FIAT Auto.

 

Il permanere di una forte difficoltà dell’azienda a competere sull’intera gamma del prodotto automobile, gli scarsi investimenti sulla qualità e sull’innovazione del prodotto, l’insufficiente attenzione alla formazione del personale, gli insuccessi registrati sui segmenti medio-alti e quindi sulle vetture che garantiscono più alti margini di redditività, hanno fortemente indebolito la capacità competitiva dell’azienda, che finora è rimasta confinata, tra i grandi produttori mondiali, nel mercato delle vetture di bassa gamma a scarsa redditività. L’uscita della Stilo e della Thesis vanno sostenuti con opportune scelte di investimento che non vanifichino gli sforzi prodotti per migliorare la penetrazione sulle gamme medio-alte.

 

E’ indispensabile riaprire un serio confronto con la FIAT e le istituzioni locali e nazionali sulle politiche e sui piani industriali dell’auto, che si trascina ormai da più di 2 anni, con una pericolosa gestione a vista della produzione e dell’occupazione, che ha ormai creato un clima di incertezza e di provvisorietà in tutto il settore per migliaia di lavoratori.

 

L’assenza di un serio piano industriale, le misure annunciate dal Consiglio di Amministrazione, insieme alla insistente richiesta, degli industriali al Governo, di ripristinare la Mobilità lunga e di ridurre le tutele contro i licenziamenti senza giusta causa, alimentano preoccupazioni tra le OO.SS. e i lavoratori.

 

Torino sarà al centro del processo di ristrutturazione e di riorganizzazione annunciato dalla FIAT, con il trasferimento di organici e produzioni da Rivalta a Mirafiori: tuttavia, l’assenza di un confronto e di garanzie sulle prospettive industriali e sull’allocazione dei nuovi prodotti, pur a fronte degli impegni assunti dalla FIAT sull’assenza di ricadute occupazionali, rischia di compromettere la tenuta del tessuto industriale di produzione automobilistica, allargando i suoi effetti anche sull’indotto.

 

E’ per queste ragioni che FIM-FIOM-UILM territoriali intendono richiedere un incontro alla FIAT, di concerto con Cgil-Cisl-Uil e le segreterie nazionali, per affrontare questi temi e per acquisire tutte le garanzie necessarie a tutelare il lavoro e gli assetti produttivi dell’area torinese per i prossimi anni.

 

FIM-FIOM-UILM, dichiarano sin d’ora che non accetteranno ulteriori interventi di riduzione dell’occupazione e di smantellamento del tessuto industriale ed invitano le istituzioni e tutte le forze politiche ad attivarsi secondo il proprio ruolo, per l’apertura di un confronto che impegni anche la FIAT a garantire un futuro ed una prospettiva agli insediamenti industriali torinesi.

 

FIM-FIOM-UILM attendono risposte esaurienti ai problemi ed alle questioni sollevate: in mancanza di riscontro definiranno tutte le iniziative utili a sostenere queste posizioni.

 

Torino, 13 dicembre 2001                         FIM-FIOM-UILM  FIAT Auto - Torino