7 settembre 2001 Comunicato Gruppo FIAT

La FIAT blocca i salari, taglia i posti di lavoro, aumenta i profitti, ora vuole anche la libertà di licenziamento: è il momento di dire basta

 

La FIAT continua nel suo processo di ristrutturazione che la porta a tagliare i posti di lavoro e a peggiorare le condizioni di lavoro.  Il 1° agosto ha aperto una nuova procedura di mobilità denunciando altre 315 esuberi in COMAU  a Mirafiori e Rivalta. Questo mentre continua lo scandaloso rifiuto dell’azienda di rinnovare il premio aziendale fermo già da 20 mesi.

Ora Gianni ed Umberto Agnelli chiedono l’abolizione dell’art. 18 per avere la libertà di licenziare ingiustamente senza la reintegra nel posto di lavoro.

E’ chiaro che tutte queste posizioni della FIAT derivano dalla scelta di non voler in nessun modo discutere con i sindacati e con i lavoratori dei contenuti reali dell’accordo con General Motors e dalla volontà di recuperare guadagni e profitti esclusivamente con il peggioramento delle condizioni di lavoro, con il taglio dei salari, con la chiusura degli stabilimenti (come nel caso di Rivalta).

Da troppo tempo la FIAT va avanti per la sua strada senza trovare quella risposta di tutti i lavoratori del gruppo che è necessaria.

Di fronte al permanere della chiusura e dell’arroganza dell’azienda, alla pratica dei fatti compiuti, alle nuove minacce ai diritti fondamentali dei lavoratori è necessaria una risposta di tutto il gruppo.

 

LA FIOM RITIENE NECESSARIO CHE RIPARTA LA VERTENZA DI GRUPPO CON UNO SCIOPERO CHE COINVOLGA TUTTI I LAVORATORI. BISOGNA DIRE BASTA ALLA POLITICA DEL CARCIOFO, CON LA QUALE LA FIAT VOLTA PER VOLTA FA I SUOI TAGLI DI PERSONALE. BISOGNA AUMENTARE IL PREMIO AZIENDALE SCANDALOSAMENTE BLOCCATO. BISOGNA FERMARE LA VOLONTA’ DELL’AZIENDA DI PROCEDERE AI LICENZIAMENTI.

Prepariamoci allo sciopero del Gruppo, per il lavoro, i nostri diritti e per la nostra vertenza