Colpo
di scena per una delle più importanti gare concluse quest'anno dalla Pubblica
Amministrazione italiana: l'aggiudicazione dei servizi informatici del ministero
dell'Istruzione, vinta in febbraio da un raggruppamento di imprese guidato da
IBM, non è valida. E' quanto ha
sancito il TAR del Lazio con una sentenza, pubblicata lo scorso 6 ottobre, che
accoglie il ricorso presentato da EDS, seconda classificata nella gara e precedente titolare del
contratto di servizio. Tra i ricorrenti figura anche Auselda, società che ha
partecipato alla gara in un raggruppamento guidato da Accenture e concorrente a
quello di EDS e IBM. Per dare un'idea delle cifre in gioco, la gara d'appalto,
indetta nel marzo dello scorso anno, aveva un importo di riferimento pari a
circa 340 milioni di euro.
La sentenza
giunge pochi giorni dopo l'avvicendamento al timone dei servizi stessi, che EDS
ha gestito fino a fine settembre. Il raggruppamento guidato da IBM include
Finsiel, Engineering, Metropolis e Pirelli Real Estate. La filiale italiana di
Big Blue renderà note solo nei prossimi giorni le proprie strategie di risposta,
l'ipotesi più ovvia è il ricorso al Consiglio di Stato. Il TAR per ora ha reso
nota solo la sentenza di accoglimento del ricorso, mentre le motivazioni
usciranno in un secondo tempo. La legge non fissa una scadenza precisa per il
loro deposito, cosa che contribuisce a rallentare l'elaborazione della
controstrategia di IBM. Quel che è certo è che le attività informatiche previste
dall'appalto sono già passate di mano e i nuovi gestori continueranno a
svolgerle fino al completamento dell'iter del ricorso, sia esso la sentenza del
Consiglio di Stato o un'altra via d'uscita.
Per la filiale italiana di EDS la riapertura dei giochi per il ministero
dell'Istruzione ha grande importanza. All'inizio di ottobre, cioè proprio nei
giorni del passaggio di consegne a IBM, il personale romano di EDS aveva
protestato contro il piano di riduzione del personale avviato dalla società,
presidiando il CED del ministero. EDS Italia ha confermato l'esistenza di un
piano di esodo incentivato per 550 dipendenti, sugli oltre 4.000 totali in
Italia, ma smentisce che tale riduzione di organico dipenda dall'esito della
gara.