Dichiarazione congiunta dei
segretari generali di Cgil, Cisl e Uil
Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e
Luigi Angeletti
Le scelte del governo sulla Finanziaria e sull'ulteriore riforma del sistema previdenziale ribadite dal Presidente del Consiglio nel messaggio televisivo di ieri sera sono da noi non condivise in quanto drammatizzano il problema della previdenza e non corrispondono alla verità. Non c'è nessuna emergenza previdenziale, il nostro sistema è in equilibrio ed è tra i più sostenibili in Europa.
Le scelte del governo, infatti, non trovano fondamento nei fattori di equilibrio della spesa previdenziale ma sono dettate unicamente dal bisogno di coprire con questa manovra la propria incapacità di rispettare una corretta politica di finanza pubblica. In questo modo si fanno pagare alle lavoratrici ed ai lavoratori errori e responsabilità che, invece, sono alla base della decisione di intervenire in maniera così pesante e immotivata sulla riforma Dini.
Le scelte del governo portano infatti ad un innalzamento obbligatorio dell'età di pensionamento, ignorando tutte le ragioni che rendono, invece, necessaria una forma più flessibile e volontaria di scelta da parte dei lavoratori, soprattutto se si pensa a quelle forme di lavoro più faticose, dure ed usuranti. Le scelte del governo intendono inoltre scardinare, anche a regime, l'età di pensionamento flessibile, prevista dalla riforma Dini.
Tutto ciò è aggravato dalle decisioni
che le aziende operano di liberarsi di lavoratori che già a 50 anni vengono
considerati vecchi e inutilizzabili per le attività produttive.
Il
percorso proposto dalle organizzazioni sindacali resta, invece, quello più
valido e più equo: garantire da subito la possibilità di costruire una
previdenza integrativa per tutti i lavoratori pubblici e privati; intervenire
per correggere le immotivate differenze delle aliquote contributive fra tutti i
lavoratori e per arrivare, su questa strada, alla verifica del sistema
previdenziale nel 2005, già prevista dalla riforma Dini.
I tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil chiedono a tutti i lavoratori, ai giovani, ai pensionati di mobilitarsi in difesa di un sistema che non va stravolto, pena l'acuirsi di tensioni nel mondo del lavoro, proprio mentre permangono inaccettabili privilegi e la totale assenza di un disegno organico di riforma degli ammortizzatori sociali. La stessa decontribuzione, prevista dalla delega, mette a rischio per il futuro il pagamento delle pensioni in essere.
Anche le imprese devono riflettere con attenzione, perché il sistema proposto dal governo delinea una rigidità che contrasta con una corretta flessibilità nell'uso della forza lavoro senza la quale è giocoforza che il conflitto si scarichi nel rapporto fra lavoratori e imprese. Per queste ragioni i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil intendono proporre alle segreterie unitarie che si riuniranno nella prossima mattinata di sabato mattina la proclamazione dello sciopero generale di 4 ore per la giornata di venerdì 24 ottobre.
Tale decisione, che sarà preceduta da
assemblee unitarie nei luoghi di lavoro, segna l'avvio di una mobilitazione che
durerà per tutto il tempo necessario per contrastare e modificare le scelte che
il governo ha deciso di assumere.
La manifestazione indetta dalla
Confederazione Europea dei Sindacati per il pomeriggio di sabato 4 ottobre sarà
la prima occasione per mobilitarsi contro le scelte del governo e ristabilire,
sui fatti, quella verità che si tende ad occultare con una informazione a senso
unico.
Anche per questo, a giudizio dei tre segretari generali, si rende necessaria la trasmissione in diretta della manifestazione di sabato a Roma.