Sigfrido Eusebio Zappaterreni (Padre Eusebio)
Nacque a Montecelio (Roma) il 3 luglio 1913, entrò in seminario a Orte all’età di 12 anni. Fu novizio a Bellegra, a
Subiaco, a Valentano e a Roma presso l’Antonianum. Dopo essere stato ordinato sacerdote entrò nell’ordine dei Frati
Minori e fu assegnato al convento di Santa Maria dell’Ara Coeli a Roma.
Allo scoppio della guerra, nel 1940, aveva 27 anni e venne immesso nei ranghi dei cappellani militari. Fu nei Balcani
aggregato al 13° Reggimento Artiglieria “Granatieri di Sardegna”. Durante il 1942 tenne, da “Radio Lubiana” una serie
di trasmissioni molto seguite con le quali illustrava, con la sua inconfondibile irruenta eloquenza, la pagine del Vangelo.
Successivamente fu in Russia all’8° Reggimento Alpini della “Julia” e partecipò alla drammatica ritirata del gennaio
1943.
L’8 settembre 1943 si trovava ad Antibes, presso il comando della 4^ Armata. Catturato dai tedeschi, aderì subito
alla R.S.I., contattò, a Bordeaux il Capitano di Vascello Enzo Grossi, comandante della base atlantica e qui presenziò al giuramento dei “Volontari
di Francia” poi confluiti nella Decima di Borghese.
Rientrato in Italia ebbe contatti col Roberto Farinacci e concordò un fitto programma di discorsi propagandistici da tenere in ogni parte dell’Italia
non occupata. Parlò a piazze gremitissime – e la sua fama cresceva a ogni discorso – a Milano, Brescia, Padova, Torino, Venezia, Como, Treviso,
San Remo, Udine, Alasio, Savona, Genova, Trieste, Sondrio, Bormio, Tirano, Varese, Lecco… La sua oratoria travolgente, 5ricca di immagini forti
e suggestive, affascinava ed entusiasmava. A Cremona disse, fra l’altro: “”….Il conflitto odierno è soltanto un capitolo della lotta millenaria fra Dio
e Satana, fra le forze della luce e quelle delle tenebre….””. Era l’immagine della guerra del “sangue contro l’oro” che si arricchiva di nuove
connotazioni.
Nel maggio 1944 Padre Eusebio fu ricevuto da Mussolini a Gargnano. Dal Provicario Generale della Curia Castrense per il Nord Italia, Monsignor
Giuseppe Casonato pare sia stati nominato cappellano di collegamento fra le varie formazioni militari della R.S.I. ed egli si autonominò “cappellano
capo delle Brigate Nere”. Malgrado la sua posizione ufficiale, si adoperò per mettere in salvo diversi sacerdoti perseguitati dai tedeschi e alcuni
giovani renitenti. Il 24 aprile 1945 tenne il suo ultimo coraggioso discorso nella centralissima Galleria di Milano. Tentò anche, mediante un
abboccamento con agenti americani e del C.L.N. di evitare spargimenti di sangue e vendette, ma il 26 aprile verrà arrestato in Prefettura insieme con
il Dott. Cantagalli, esponente del P.F.R. Processato a Milano dalla Corte di Assise Straordinaria, fu condannato a 20 anni di reclusione.
Scarcerato per amnistia nel 1946, fu inviato in Argentina dai suoi superiori ed egli qui visse fino alla morte prestando la sua opera presso il grande
Sanatorio Municipale di Buenos Ayres. E’ morto l’8 novembre 1985.