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Anticamente la piana tra Tagliamento e Livenza era una grandiosa selva, attraversata da una ramificazione di strade romane: tra queste, l'attuale viottolo chiamato strada Ungaresca che partiva da Oderzo e proseguiva attraversando Gaiarine, Roveredo, San Foca, Vivaro e Ragogna, strada che forse fungeva da collegamento tra le vie Postumia e Julia Augusta; e i Romani lungo il percorso e nei luoghi più strategici costruirono presidi e stazioni militari.
Da questi poi nacquero casolari e paesi dando quindi origine al formarsi dei primi agglomerati urbani, specialmente dopo la distruzione di Aquileja ad opera di Attila "flagellum Dei" nella primavera del 453: non solo, ma anche tra il 900 e il 950 per sottrarsi alle incursioni degli Ungheri, ferocissimi, gli abitanti della zona concordiese fuggirono cercando rifugio nelle isole o in luoghi popolati o in mezzo alle selve. E questo potrebbe essere per sommi capi la storia del nostro paese Roveredo, dal nome dei boschi di rovere in mezzo ai quali è sorto: traccia di ciò la troviamo nel 1219 nell'atto notarile rogato per la reconfinazione del territorio tra S. Quirino e Roveredo, dove appunto risulta scritto per la prima volta (il 10 novembre) "Rovoridum Sancti Advocati" cioè Roveredo di San Foca, perché sotto la giurisdizione dell'Abbazia di San Foca.
Molte le avversità che hanno colpito il paese: distruzioni, saccheggi, diverse epidemie (nel 1629, poi quella pestilenziale del 1632, quelle colerose del 1855 (morte oltre 55 persone) e nel 1873) e tra gli incendi ricordiamo quello del 1293, anno in cui Gherardo da Camino (ne parla l'Alighieri nel Purgatorio, c. 16°, vv. 124-138) incendiò la Villa di Roveredo, dove esisteva già una comunità cristiana fin dal 1100.