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AD UNO SCIENZIATO MILANESE LA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO “REALE” Approda alla prima edizione un’iniziativa dei rotariani agrigentini intesa a riconoscere un professionista in grado di esaltare il suo percorso di lavoro facendo indirettamente rifulgere il progresso scientifico nell’ambito del territorio agrigentino ed isolano. Si tratta del premio “ Vincenzo Reale” la memoria del quale è sempre presente nella comunità nostrana. Vincenzo Reale fu un medico pediatra ma soprattutto una persona che dedicò la sua esistenza verso i soggetti più deboli cui rivolse ogni umana attenzione. Palermitano di nascita giunge ad Agrigento negli anni Sessanta per allestire e dirigere il reparto pediatrico del vecchio “ San Giovanni di Dio” di via Minerva avendo come primi medici collaboratori , fra gli altri, Vincenzo Terrana, Vincenzo Bonanno, Domenico Li Petri. Nel 1973 fonda unitamente a mons. Angelo Ginex e all’insegnante Vittoria Grenci “ Casa della speranza”, un centro per riabilitazione per disabili psichici riunendo poi le famiglie dei ragazzi diversi nella sezione agrigentina dell’A.N.F.F.A.S. In quanto rotariano fu presidente del club di Agrigento nel biennio 1975-1977 divenendo poi Governatore del Distretto Sicilia - Malta nell’anno 1981 - 82. Certamente un’ascesa di prestigio per il sodalizio della città dei Templi. Al più antico dei club service del mondo si ispirò profondamente per contribuire alla realizzazione di grandi opere umanitarie al punto da rinunziare anche al “primariato” ospedaliero pur di perseguire i suoi ideali e le sue battaglie per l’integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società civile della persona colpita da handicap. Il rimpianto per la sua scomparsa avvenuta negli anni Novanta è sempre vivo nella collettività nostrana e siciliana. Un anno fa il Rotary di Agrigento ha collocato una significativa targa all’ingresso della divisione pediatrica del nuovo nosocomio di contrada Consolida e proprio l’anno scorso è stato deciso di intitolargli un “premio” inteso a riconoscere una personalità che, più di ogni altra, nello espletamento della propria attività nel campo delle professioni liberali, produttive e sociali, si sia imposta all’attenzione della comunità. |
Ebbene, la prima edizione del “ Vincenzo Reale” ha visto l’assegnazione del riconoscimento al prof. Camillo Ricordi, medico milanese che, dopo aver fatto pratica come chirurgo, si è dedicato con grandi risultati alla ricerca nelle università americane di Washington e Pittsburg nel campo della immunogene- itica e immunobiologica dei trapianti di isole di Langherans. Probabilmente però egli è assai noto per la sua “Ricordi chamber” che separa le isole di Langherans dalle altre cellule del pancreas e che è usata in tutto il mondo. Dal dicembre 2003 è il nuovo presidente dell’Istituto Mediterraneo dei Trapianti di Palermo dove oggi ricopre l’alto ruolo di garante. In quanto presidente dell’ISMETT il prof. Ricordi, che vive e studia larga parte dell’anno in Florida, avrà il delicato compito di tutelare gli interessi e il funzionamento dell’Istituto ma soprattutto quello dei pazienti. Per queste ragioni non è stato facile raggiungere un’intesa per una sua fortunata presenza ad Agrigento. La cerimonia di consegna, come dichiara il presidente in carica del Rotary Club Corrado Catania, avrà luogo ad Agrigento nella serata di lunedì 31 gennaio alla presenza di autorità e di alcuni familiari del compianto prof. Reale. Sarà pure presente il direttore medico- scientifico dell’ISMETT prof. Bruno Gridelli. Nel corso di un’intervista il prof. Ricordi ha dichiarato di essere fortemente impegnato a guarire il soggetto umano dal diabete senza utilizzare immunosoppressori per tutta la vita. Assieme ai suoi colleghi sta cercando di risolvere la gravissima malattia mirando a sviluppare cellule staminali embrionali progenitrici di cellule produttrici di insulina e farle diventare cellule produttrici insulina adulte. Un altro percorso scientifico riguarda l’utilizzazione di tessuti produttori d’insulina alternativi come isole di maiali. Ricordi spiega che "se potremo trapiantare cellule produttrici d’insulina suine non ci saranno problemi di rigetto. Tra altro nessun animalista avrà da recriminare visto che già utilizziamo circa 50 milioni di maiali l’anno per farne bistecche. Pertanto, se ne usere mo il pancreas, nessuno avrà da obiettare”. |
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