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Inserisco
in quest'ultimo capitolo alcuni pensieri ed aforismi che sono nati in piena
libertà mentre scrivevo i "contrappunti" alla tortura
delle mosche.
Essi hanno spesso una qualche attinenza con gli altri, toccano o mettono in
evidenza altre sfaccettature di quei pensieri ma soprattutto documentano il
mio stato d'animo nel periodo in cui ho scritto i 'contrappunti', sono anche
una specie di 'diario' della mia vacanza - lavoro, per questo ho deciso di
inserirli qui. 1.
Era un grande filosofo! Il suo ultimo aforisma
fu un respiro. 2.
Mi stai chiedendo troppe cose disparate tutte insieme. Metti un po'
d'ordine nei tuoi pensieri. 3.
Metafisica
al mercato. Vedere nella grande quantità di merci esposte solo un cumulo
di desideri, vane passioni. Considerare
ogni spesa fatta e 'pagata' un debito estinto ed uno contratto: ogni acquisto
una doppia perdita. 4.
Nota tutto, giudica e teme tutti; appena la incontri sulle scale, il
suo primo sguardo è sempre rivolto alle tue mani, per vedere cosa possiedi,
poi ti 'perquisisce' con un solo sguardo, dalla testa ai piedi senza guardarti
neppure negli occhi; altro non vede. Non è capace del più piccolo
ragionamento, entra subito nel pallone; in lei prevale sempre lo scopo,
l'intenzione: come si vede che il suo cervello è sopraffatto dalla sua volontà. 5.
In Italia si trovano un sacco di 'perdigiorno',
sempre molto indaffarati. 4.
E' uno scrittore di fama, un pensatore originale molto fertile e
profondo; dai suoi scritti si ricevono stimoli e preziosi insegnamenti.
Purtroppo a volte ha una 'caduta di tono' , quando si mette ad ammiccare e a
dispensare intorno ampio bracciate di appiccicoso
ottimismo. 5.
Archeosofia. La
vita, come si sa, è un percorso assai breve: da due metri sopra la terra a
due metri sotto. 6.
Pensare
per aforismi, come andare alla ricerca di funghi nella propria mente. 7.
Vanagloria
e letteratura. Leggere brandelli delle proprie opere agli astanti,
sperando di vedere riflesso nei loro occhi un bagliore di giudizio che spesso
non viene. 8.
Certi appuntamenti
troppo importanti non ti lasciano pensare a quello che sarà il dopo. 9.
Socrate
al mercato: "Quante cose vendono di cui non ho bisogno!". 10.
Epicuro,
filosofo passato alla storia per il suo edonismo, diceva: "Vuoi
veramente rendere felice tuo figlio? Non aumentargli allora le ricchezze,
diminuiscigli i desideri." (Lettera
a Meneceo) 11.
La scrittura è una prova nella quale chi scrive è nello stesso tempo
esaminato ed esaminatore: chi scrive , se non ha lettori, è il solo
giudice di sé stesso . 12.
Ogni ciarlatano di rispetto ha la sua ricetta per
raggiungere la felicità. 13.
Il sapere gli dava le vertigini. 14.
A volte solo la vastità e la bellezza
del creato possono indurre timore fra gli uomini. 15.
Mi commuovono certi vecchi che fanno la faccia burbera e sotto sotto
ridono. 16.
Antropomorfismo. E' così forte e inconscia la tendenza che abbiamo a
riferire tutto alla nostra figura che spesso se ne incontrano esempi di vero
cattivo gusto come la mania in certi paesi di fare le fontane nelle quali
l'acqua potabile fuoriesce da cannelle messe in 'bocca' ad un mascherone
da fontana (come scriveva Collodi) o peggio sul sesso di un putto, così
che, quando si va a bere, si viene colpiti immancabilmente da una sensazione
sgradevole. 19.
Se vogliamo capire l'uomo, osserviamo il giovane perché ne esalta
vizi e virtù. 21.
La volontà di vivere è così forte nella prima età e così
esuberante che induce spesso giovani intelligenti ad assumere comportamenti
scimmieschi. 22.
Sono giovani, devi capirli, la natura con loro gioca a fare i suoi
esperimenti. 23.
Sono superficiali: la zattera dell'ottimismo
li mantiene a galla ma non consente loro di andare nel mondo in mare aperto, né
di scendere in profondità. 24.
Nella vita, come a teatro, tutti spingono per occupare i primi posti. 25.
Distrazione. Ho perso quattro chili in poco tempo e non so come ho
fatto; senz'altro li ho persi per distrazione. 26.
Comunione in classe. Bisognerebbe mettere almeno un extracomunitario o un
portatore di handicap in ogni classe; certe classi dovrebbero assumerlo
come un'eucaristia. 27.
Quando hai molto in alto l'onore e la reputazione, qualcosa non è
tornato: poniti il problema! 28.
Ora che ho il telefonino devo imparare bene a 'non' utilizzarlo. 29.
Uscire da certi luoghi è facile, ma come rientrarvi? (l'esempio del
dentifricio che esce dal tubetto); altre volte le entrate sono gratuite.
Diffidate! Il più delle volte le uscite si pagano a caro prezzo. 30.
Basta poco a volte per sentirsi
prigionieri, alla catena:
basta una protesi malmessa e ci si sente un morso in bocca, a ferro di
cavallo; fortunatamente basta anche poco per sentirsi liberi: a me basta una
parola messa bene in bocca ad una frase. 31.
Io non osservo ciò che fanno gli altri; osservo ciò che il mio
pensiero fa, stimolato dalla presenza degli altri. 4.
Sulla spiaggia, di fronte al mare, i pensieri escono meglio come se
anche loro sentissero il richiamo del mare aperto. 5.
Seguire la bambina di un anno e mezzo che cammina sulla spiaggia
liberamente, perdersi dolcemente. 6.
C'è qualcosa di vero nel senso comune che vede all'origine della scrittura
una 'fissazione', una malattia. La scrittura nasce da uno 'scarto'
dell'anima. 4.
Per la vacanza preferisce la montagna perché gli permette di fare
lunghe escursioni, sui sentieri della propria anima. 5.
Quel professore serve bene a tavola: ha il retaggio di antiche
servitù. 6.
Al mare, osservando attentamente intorno negli 'interstizi'
del mondo , si possono fare ancora tante piccole scoperte. 7.
A volte basta la piega di un sorriso per riscattare la
grettezza di certi uomini. 8.
E' una persona molto creativa; solo che la sua creatività l'ha sempre
messa nelle cose sbagliate. 9.
Fece un figlio per desiderio
di immortalità. 10.
Non so quanti hanno fatto quest'esperienza: andare in ospedale per far
visita ad una partoriente, prendere l'ascensore, sbagliare piano e… trovarsi
all'obitorio. Che brutta sensazione: l'ospedale diventa d'un colpo una
perfetta parodia della vita, dalla culla alla tomba. 11.
Offerta di merci dal vu cumprà. "Vuoi
comprà niente? Dai, prendi qualcosa! Costa tutto poco." "Quanto
costa un sorriso?" "Quello
niente, è gratis" "Il
sorriso è la cosa più bella che hai, prendo quello allora!" "Ciao,
amico" "Ciao,
grazie!" 12.
Ogni volta che acquistiamo qualcosa contraiamo una piccola schiavitù,
da riscattare. I bambini hanno un vantaggio su di noi: essi contraggono il
vincolo di schiavitù prima, appena vedono l'oggetto desiderato, con
l'acquisto lo riscattano e tornano liberi e felici. Dopo di che facilmente
dimenticano ciò che hanno acquistato. 13.
Solo l'artista riesce a riscattarsi pienamente dalla servitù nei
confronti del mezzo che usa, degli oggetti; solo il poeta e il filosofo
riescono a liberarsi dalla servitù nei confronti delle parole che li
nominano. 42.
Il filosofo fu contento di essere stato truffato: "Sono
i soldi meglio spesi questi che mi hanno rubato!", pensò:
"Porta pazienza!" "Li
hai investiti in esperienza!" 45.
La moglie al marito, scrittore dilettante: "Avresti impiegato
meglio il tuo tempo se invece di scrivere tu ti fossi messo a fare la
pizza!". Il
marito: "Complimento più bello per la pizza non potevi farmelo: non
sapevo che la mia cucina aspirasse all'immortalità!". 46.
Se qualcuno cominciasse a scrivere le proprie confessioni su di un
libro (non come S. Agostino ma in modo più personale e dettagliato); se
queste confessioni facessero nascere per spirito di emulazione altre
confessioni pubbliche a milioni (ne basterebbe anche una sola per ogni
lettore) verrebbe scritto allora il libro universale delle confessioni, il
grande libro dolente di questa umanità perduta. 47.
Camminare lungo la spiaggia e non riuscire a pensare, se non in
verticale: in termine di altitudini e di profondità. 46.
Sono giunto al mare. Il mio corpo si gode la brezza marina sotto
l'ombrellone, ma la mia anima preferisce l'asprezza della montagna: è là che
l'ho lasciata. 47.
Il mare è agitato oggi; sembra arrabbiato contro di noi. I suoi enormi
cavalloni spingono brutalmente i numerosi bagnanti verso la riva, come ospiti
ingrati. Cristo caccia dal tempio i mercanti! 48.
La vita tradisce i suoi amanti, facendo l'amore con la morte. (varianti) Coloro
che s'innamorano della vita finisce sempre che vengono da essa traditi, con la
morte. Le
relazioni che hanno gli uomini con la vita e con la morte sono una storia
lunga fatta di amori e tradimenti. 49.
Il fiore è un dolce inganno che nasconde una riproduzione. 50.
Ad un attimo
di godimento segue un figlio... e una
vita di dolori. 51.
La letteratura come medicina omeopatica per curare il male di vivere. 52.
Com'è antipatico quel pingue paesano! Mostra nella sua pancia tutta la
boria che ha. 53.
Tattoo ad
uso dei giovani. Chi si fa il primo tatuaggio comincia a prendere la vita sul
serio, ma dal lato sbagliato. I
corpi da scrivere . Portano sul corpo incisi i segni delle guerre
combattute per divertimento. I
tatuati forse sono metamorfosi di crisalidi che aspirano a diventare farfalle;
forse sono gli amanti della mantide religiosa pronti a sacrificarsi per amore
o più semplicemente amano così follemente tanto da scriverlo a lettere di
fuoco sul proprio corpo. Tatuaggi
e piercing. Il primo modo di consumare l'arte passivamente è quello di
farsela incidere, in modo indelebile, nel proprio corpo. Non
voler sentire un pensiero per timore che rimanga impresso in modo indelebile
nell'anima. L'arte
si produce o si consuma: non vi sono alternative. I
modi per consumare l'arte sono innumerevoli, come quelli per produrla. L'arte
è la vita stessa vissuta soggettivamente e rappresentata oggettivamente in un
linguaggio universale. 54.
Camminava tanto curva che sembrava portasse al collo una bisaccia con
tutti i suoi anni dentro. 55.
Esseri umani come cornacchie, merli, pappagalli, gru, struzzi, aquile,
polli...; senza animali sarebbe più povera la nostra conoscenza
dei tipi umani. 56.
La zoologia deve essere stata creata da persone che avevano una
naturale curiosità per i caratteri
umani.Chi fugge la compagnia degli uomini può trovare sempre una valida
compensazione nell'amicizia
degli animali; chi conosce gli uni e gli altri sa bene che gli animali
sono capaci di un'amicizia veramente genuina: gli uomini no! 57.
Reminiscenza. Era a cavallo fra due secoli e sognava di entrambe queste
età. 58.
Scrivere non per guadagnarsi la giornata ma per scontarla: ogni giorno
scala una parte del debito che ha con la vita. 59.
Giunto all'età di cinquant'anni sentiva di aver contratto un debito
con la vita; questo debito cercava di ripagarlo, scrivendo. 60.
La
morte si sconta vivendo: vale per tutti; la morte si sconta scrivendo:
vale solo per me. 61.
Vu
cumprà. Passano lungo la spiaggia a decine, a centinaia; sono sempre
pazienti, rispondono sempre sorridenti ai molti "no!" dei bagnanti;
qualche accidente nella loro lingua glielo manderanno. 62.
Pensiero di mia figlia Nora. Il cuore
dell'oceano: una perla blu. 63.
Greta, la mia figlia di un anno e mezzo, è andata di corsa con un
bicchierino in mano a prendere l'acqua del mare, sembrava intenzionata a
svuotarlo; dopo tre volte che perdeva acqua per la via ha perso interesse
all'impresa. 64.
Kennedy
J. Sembra ci sia una specie di dannazione nella ricchezza: le persone
ricche riescono a godersi solo il proprio denaro e male anche quello. Avete
mai sentito che un ricco è passato alla storia se non per le sue disgrazie o
per la perdita del suo capitale? 65.
In questo ultimo scorcio di secolo , tutti sono diventati religiosi ed
hanno innalzato agli onori degli altari una nuova divinità: il proprio corpo. 66.
Futurologia.
Ci
sarà chi vorrà vivere migliaia di anni, alternando brevi periodi di vita a
lunghi periodi di ibernazione. Gli
ibernati saranno i naviganti del futuro: vivranno girando come turisti, da
un millennio all'altro. I
viaggi nello spazio diventeranno terribilmente monotoni, rispetto ai
fantastici viaggi
nel tempo. Clonati.
Spargeranno copie di se stessi in tutte le epoche in cui avranno l'occasione
di capitare. 67.
Si ostina
a telefonare con il cellulare da un aereo alla fidanzata per dirle "I
love" nonostante il divieto del personale di bordo e le proteste degli
altri passeggeri: prende un anno di galera. Idiota della comunicazione. 68.
Trilli di telefonini sulla spiaggia come canti di cicale, come
campanelle messe alla canna che indicano che qualche 'pesce' ha abboccato. In
questo oceano della comunicazione ognuno abbocca a qualche amo o cade in
qualche 'rete' che hanno in mano le multinazionali. 69.
"Che
c'è?" , "Niente!... (ho semplicemente la
morte nel cuore). 70.
Cuore
spezzato: Non riuscire a conciliare due parti sentimentali importanti della
propria vita. 71.
Cominciare a scrivere a cinquant'anni, senza avere alcuna fretta. 72.
I nomi designano semplicemente oggetti del desiderio. 73.
Era un pensionato. Passava il proprio tempo a curare un giardino dove
metteva i modelli di legno, ricostruiti con cura in miniatura, degli alberghi
di montagna dove era andato in vacanza da giovane: Hotel Mignon, Edelweiss
ecc. Li usava come 'gabbie' per mettere dentro una grande varietà di uccelli. 74.
Vi sono degli
autori che amiamo ma non riusciamo ad entrare con essi in completa intimità
intellettuale fino a quando non abbiamo fatto un certo percorso spirituale:
uno di questi è B.
Pascal. 75.
Mi piacciono le storie di vita raccontate brevemente. Se fosse per me
le biografie e le autobiografie dovrebbero essere condensate in 10 - 15 righe.
L'autobiografia la imporrei a tutti, quando sono giunti ad una certa età. 76.
Fascino del XVI secolo: Cervantes,
Shakespeare,
Gracian,
La
Rochefoucauld, De
la Bruyere, Moliere,
Pascal...mai
più un secolo ha messo insieme tanti geniali conoscitori dell'animo umano;
mai la mente dell'uomo era andata tanto in profondità nella conoscenza della
sua anima. "Tutto è ormai giunto a piena maturità - scriveva Gracian -
ed occorre abilità somma per poter essere veramente uomini". 77.
Poco di ciò che si dice è pensiero ; pochi sono i pensieri che
vengono dalla mente; molte sono parole che manda il cuore: per questo bisogna
domandarsi da dove provengono. 78.
Il mezzo che esalta di più la vita con tutte le sue illusioni? La
televisione; il mezzo che dà più immagini della morte e che fa più retorica
su di essa? Sempre la televisione. 79.
L'idea di poter eludere
la morte per mezzo delle 'metamorfosi' (idea guida del libro di Canetti)
non è un'idea originale: è sempre stata messa in pratica dalla natura, con
le tante specie viventi; essa ha però un inconveniente: all'idea della specie
viene sacrificato l'individuo, tutti gli individui. 80.
Vacanze di lavoro. In un mese e mezzo di questa vacanza estiva 1999 ho
scritto dieci capitoli della tortura
delle mosche con
circa ottocento fra aforismi e pensieri. Posso dirlo: quest'anno il mio
pensiero non è andato in vacanza! Purtroppo nel frattempo mi è venuta
un'ernia inguinale. Mi
viene un sospetto: non è che l'ernia sia dovuta al 'troppo peso' dei pensieri
che ho dovuto scaricare? Forse le cose sono due: o il mio pensiero troppo
viscerale mi ha fatto venire l'ernia inguinale oppure questa è stata la causa
e il pensiero viscerale l'effetto. 85.
Mio figlio si allontana da me, fa quasi sempre l'opposto di quello che
mi aspetto da lui; bisogna capirlo! E' ancora giovane (ha nove anni) , prima o
poi tornerà: un figlio maschio torna sempre dal padre. 85.
La
grandezza dei Kennedy
non è nell'aver mandato un loro componente nella poltrona della presidenza
degli Stati Uniti e altri in quelle del senato d'America: è nelle loro
tragedie. 86.
Torno in montagna. Ritrovo un mio vecchio amico che avevo perso di
vista: il dott. P.; ci scambiamo saluti calorosi e qualche abbraccio, poi,
dopo qualche convenevole, gli chiedo se lavora ancora in ospedale, mi
risponde: "Faccio lo stesso lavoro che facevi tu vent'anni fa" La
sua risposta mi ha un po' commosso, mi sono sentito anche un po' lusingato, e
l'ho sentito d'un tratto più vicino. 87.
Certe industrie dei giocattoli che corrompono le generazioni! 88.
E' strano come certe nostre scelte intellettuali che si rivelano
particolarmente impegnative e significative per la nostra formazione
spirituale, avvengano in modo del tutto casuale. L'esempio viene dai miei
"contrappunti", lavoro di quest'estate che è nato per puro caso. Al
termine dell'anno scolastico, a giugno, sono andato a S. Gimignano a trovare
mia sorella e mio cognato, con il quale ho una particolare affinità
culturale. Abbiamo parlato di molte cose belle e interessanti : le mie
letture, il suo lavoro (ha uno studio di pittura in S. Agostino), le sue
poesie. Mi ha raccontato che stava vivendo una fase particolarmente creativa e
felice della sua vita; gli tornavano alla mente i luoghi del suo paese
d'origine (lui è egiziano), il deserto, il corano e tutto questo era per lui
uno stimolo a scrivere per cui, oltre al suo lavoro di pittura, trovava il
tempo per scrivere qualcosa. Prima di lasciarci, il discorso è caduto
casualmente su Canetti e mi ha chiesto se avevo letto "La
tortura delle mosche".
(Canetti era per entrambi una vecchia conoscenza dal momento che io leggevo
alcune sue opere e le avevo fatte conoscere anche a lui, alcuni anni prima che
ricevesse il premio nobel per la letteratura). Gli ho risposto che il libro
non l'avevo letto e me lo ha lasciato perché potessi farlo durante le
vacanze. Non avevo più letto niente di questo autore da un decennio ed ho
preso il libro volentieri. Quando l'ho aperto mi sono reso conto che era ormai
passato del tempo da quando leggevo Canetti con ammirazione, ero cambiato
troppo da allora. Ci ho pensato su due o tre notti , poi mi è venuta la
decisione di provare a scrivere qualche 'contrappunto' ai suoi aforismi. La
cosa mi è piaciuta abbastanza ed ho deciso di andare fino in fondo, punto per
punto. Se mio cognato non mi avesse fatto quella domanda poco prima di
lasciarci, sarei andato via senza il libro e i contrappunti non li avrei
scritti. 89.
Le mie elusioni. Non volevo scrivere. Ho cercato e messo in atto tutti
gli espedienti per eludere questa incombenza. Ho letto. La lettura è la prima
scappatoia all'impulso di scrivere: chi legge non pensa, mette da parte il
proprio pensiero e si affida all'autore del libro che ha già pensato per suo
conto. Ho letto appassionatamente, spesso frettolosamente, lasciando che la
lettura successiva cancellasse nella memoria le tracce di quella precedente:
ho letto per dimenticare, per rinnovarmi, ma non volevo scrivere. Ogni traccia
del mio pensiero che avessi lasciata sulla carta mi sarebbe apparsa dopo
qualche anno, forse appena dopo qualche mese, già vecchia e obsoleta. Mi sono
perso per anni nei linguaggi informatici: il Logo , il Prolog. Qui potevo dare
sfogo alle esigenze della mia mente, senza la preoccupazione di dover
'pensare': i pensieri qui non hanno neanche più questo nome, si chiamano
programmi. Ho scritto centinaia e centinaia di programmi per esercitare la mia
mente, per farla giocare. Non avevo le incertezze che avrei senz'altro avuto
se mi fossi messo a scrivere; qui non c'erano le esitazioni, i dubbi, i timori
che prendono un giovane quando si mette a scrivere la prima volta: un pensiero
informatico non deve aspettare il 'giudizio' di un altro per sapere se 'è
vero', basta funzioni. Se un programma funziona, allora è vero. Questo gioco,
che è durato a lungo, mi ha così gratificato e convinto che per lungo tempo
l'ho proposto come 'pratica' per l'apprendimento, per lo sviluppo della mente:
esso serviva ad imparare dai propri errori, serenamente, giocando e
correggendosi; era un 'metodo' per imparare a pensare: il mio gioco delle
perle di vetro. Poi ho sentito il bisogno di conoscere meglio la realtà, la
contemporaneità e mi sono appassionato al cinema d'autore, ma anche quella
era un'evasione dalle mie responsabilità. Infine è arrivato il momento in
cui non potevo più sfuggire a me stesso, dovevo guardarmi dentro! A quel
punto è diventata indispensabile la scrittura. 90.
Stancarsi a scrivere fino ad esaurire le proprie forze. E qualcuno osa
chiamarlo ancora 'ozio' letterario! 91.
La
geometria e l'infinito. Rovistando fra i libri , ho trovato in un'edizione
dei 'frammenti' di Pascal
con qualche mio appunto sugli infiniti che risale a qualche anno fa. Lo
trascrivo per registrare un'evoluzione. Uno spostamento di prospettiva
rispetto ai miei interessi di ora. Distinguere
vari tipi di infinito :
geometrico (retta, piano, geometria
spaziale),
Numerico (numeri naturali, reali
irrazionali ecc.)
Poetico ( sempre caro mi fu quest'ermo
colle...) Geometria
spaziale infinitesimale. 1°
assioma: il punto è l'entità geometrica di valore infinitesimale de - finito
diverso da 0; 2°
assioma: Il valore infinitesimale del punto dà il controvalore della sua densità
(più basso è il valore infinitesimale del punto, più alto è il
controvalore di densità) 3°
assioma: La geometria infinitesimale presuppone il calcolo infinitesimale; 4°
assioma: La retta è l'entità geometrica definita come insieme contiguo
infinito di punti - segno; 5°
assioma: Il piano è l'entità geometrica definita come insieme contiguo
infinito di rette; 6°
assioma: Lo spazio è un insieme contiguo infinito di piani, ovvero
insieme contiguo infinito di punti in tutte le direzioni; 7°
assioma: La contiguità è la distanza infinitesimale fra due punti:
essa permette il controvalore di densità (minore è la distanza, più alta è
la densità): Distanza
0 = densità infinita (i punti coincidono) Obiezioni
a Pascal
sul concetto di infinito. 1°
L'infinito è una 'possibilità' del numero, non è la sua realtà; 2°
Il numero infinito è pari? E' dispari? La domanda è mal posta. Non esiste il
numero infinito. Il concetto di n. infinito esiste come limite e possibilità
del calcolo. Forse è meglio parlare di serie infinita di numeri: es.
1,2,3,4 ; 2,4,8,16... 3°
L'infinito è l'orizzonte del numero. Più ci avviciniamo all'orizzonte più
esso si sposta alla nostra vista; 4°
Lo spazio è infinito? No! Le teorie più moderne confermano che è
indefinito e in espansione ( quest'ultimo concetto implica anche
una direzione dell'infinito); 5°
L'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande in natura trovano un proprio
limite nella materia: (non può essere suddivisa/ estesa oltre un certo
limite) per questo alla natura si applica bene la matematica del 'discreto'
(vedi anche il limite di calcolo nei computer) 6°
Dio infinito, senza parti, un punto che si muove con una velocità infinita è
un paradosso. Il punto, la velocità presuppongono lo spazio e il tempo,
quindi misure di velocità 'finite' (velocità della luce) E=MC2 Premesso
questo non si può non subire il fascino di questa argomentazione di Pascal,
quando dice: " Se vi è un Dio è infinitamente incomprensibile, poiché
non avendo né parti né limiti, non ha nessun rapporto con noi. Siamo dunque
incapaci di conoscere sia ciò che egli è, sia se egli è. Ciò stante, chi
oserà tentare di risolvere questa questione? Non noi che non abbiamo nessun
rapporto con lui". (Op. cit. p. 415) 92.
Vi sono certi luoghi così belli che ci fanno dire: "Questo è il
posto adatto per pensare!" Ma è proprio così? Non so dove l'ho letto:
c'era uno scrittore che prima di mettersi a scrivere si chiudeva in casa, nel
luogo più appartato, e si premuniva di tappare bene tutte le finestre: non
voleva essere disturbato non solo dai rumori fastidiosi, ma neanche dalla
vista di paesaggi ameni. 93.
Individuo due periodi ben distinti nella produzione di Canetti: un
periodo che arriva fino alla seconda guerra mondiale o poco oltre, in cui
nelle sue opere rivela tutta la drammaticità della sua riflessione sull'uomo
e una certa sfiducia sulle prospettive. La sua intelligenza e tutta la sua
cultura viene derisa nel romanzo "auto
da fé" ; nel saggio "masse
e potere" , l'animale politico uomo è osservato crudamente, senza
illusioni. In questa opera Canetti analizza il potere in tutti i suoi aspetti
più negativi: il comando, la gloria, la paranoia, il rapporto con le masse;
la società è vista come il luogo in cui gli uomini assumono il comportamento
della 'muta', del branco dei lupi. "Uso l'espressione 'muta' - scriveva -
per uomini anziché per animali, poiché designa nel modo migliore la
collettività del movimento frettoloso e la meta concreta dinanzi agli occhi
di tutti coloro che vi sono coinvolti". Questo Canetti, compreso quello
che si legge nella prima parte de "La
provincia dell'uomo", è il Canetti migliore, quello che io ho amato,
quello che toglie ogni illusione. Vi è poi un altro Canetti, quello di questi
ultimi trent'anni,, quello che racconta la sua lunga
autobiografia o che scrive "La
tortura delle mosche",
che in alcune parti mi convince di meno: laddove è tornato ad essere troppo
'realista' e troppo 'ottimista' , nel senso che è tornato alla religione
ebraica che era nelle sue origine, assumendone i difetti più vistosi. Qui i
suoi aforismi perdono mordente, accettano il compromesso con la vita e anche
con gli uomini; qualche volta appare un eccessivo 'buonismo'. Non escluderei
che ad influenzare questo secondo Canetti, vi sia stato il premio nobel che ha
preso nel frattempo. Molti uomini si lasciano 'ammorbidire' dal successo, non
escluderei che anche per lui sia avvenuto questo. E-Book
Stampato in proprio Rosia,
ottobre 2000 |
Copyright © 2001
prof. Francesco Rossi
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