La mia storia era ambientata agli inizi del 1700 nella bella e verde Irlanda.
"Madamigella Annabelle, vostra madre desidererebbe vedervi!" comunicò la cameriera entrando nel
salone dove stavo tenendo le quotidiane lezioni di pianoforte. "Grazie Maggie" risposi alzando gli
occhi dallo spartito, e osservando la piccola ragazza che lavorava nella mia casa. Quando ebbe
richiuso la porta dietro di sé, iniziai ad esaminare la stanza. I mobili erano tutti di legno e lavorati
dettagliatamente. Il tappeto ricopriva una buona parte del pavimento. La luce delle candele emanate
dall'enorme lampadario, faceva risplendere tutto quello che ogni raggio incontrava sulla sua via:
sugli specchi appesi sulla parete, si vedevano le sottile linee d'oro che seguivano le curve della
cornice. Purtroppo l'immagine che vedevo riflessa, non era quella che mi sarei aspettata. Mancava
di gioia, di splendore… non ero felice, nei miei occhi non c'era nessuna luce, solo tanta tristezza per
una vita che pur appartenendomi, non avrei mai potuto gestire. Senza neanche rendermene conto,
mi ero ritrovata davanti alla porta del nostro sontuoso salotto e la mia mano stava per bussare.
Quando sentii la voce di mio padre che mi incitava ad entrare, respirai a fondo, sapendo bene che da
quella sera la mia vita sarebbe cambiata completamente. "Madre… padre… mi hanno comunicato
che volevate vedermi…" "Sì cara… siediti per favore!". Mi accomodai ed i miei occhi si spostarono
dai miei genitori alle tre persone che erano sedute davanti a me. Nessuno diceva una parola, e la
tensione che si respirava nell'aria era altissima. Tutti noi eravamo al limite della sopportazione
nervosa. Il biondo ragazzo dai grandi occhi azzurri che era seduto irrequietamente, non si decideva
ad alzare lo sguardo su di me. Dovevo fare qualcosa per interrompere quella situazione
insopportabile. "Kian…" sussurrai "Buonasera madamigella Annabelle…" bisbigliò lui in risposta.
Non capivo cosa stava succedendo io e Kian eravamo diventati amici dalla prima volta che ci
eravamo incontrati e ci eravamo sempre trattati come due fratelli. Lui non mi aveva mai chiamato
madamigella, ed io non avevo usato mai Sir oppure il titolo di conte che gli apparteneva. Mio padre
si alzò in piedi ed iniziò a parlarmi seriamente "Annabelle… domani compirai diciassette anni e sai
bene anche tu che ormai non sei più una bambina… sei cresciuta, sei pronta per il matrimonio ed
anche per avere dei figli…" "Padre… cosa volete dire…?" domandai stupefatta "E' giunto per te il
momento che un uomo si prenda cura di te… che non sia più io ad occuparmi della tua vita…".
Guardai quell'uomo dai capelli bianchi e dallo sguardo profondo. Un uomo tanto buono ma anche
determinato ad ottenere sempre quello che voleva. Non mi aveva mai negato nulla, anzi tante volte
aveva accontentato tutte le mie richieste, andando così contro il volere di mia madre, che da sempre
voleva vedermi sistemata con qualche nobiluomo. Mio padre continuò "Io e tua madre non vivremo
all'infinito… Abbiamo parlato di questo fatto con il conte e la contessa Egan, e Kian era presente
alla nostra conversazione…". Il suo tono di voce non era sicuro come sempre, sembrava avesse
paura di una mia eccessiva reazione, ma prima di saltare ad ogni conclusione, decisi di rimanere
calma ed ascoltare fino in fondo quello che avevano da dirmi. Una mia scenata in quel momento
sarebbe bastata solo a scatenare l'ira di mio padre "…e il ragazzo ci ha chiesto la tua mano…". '…la
tua mano…' era la frase che continuava a riecheggiare nella mia mente. Restai immobile per
qualche momento, shockata dal fatto di non potere decidere della mia vita. Alla fine ripresi il
controllo di me stessa e riacquistai il comportamento da nobildonna che tutti mi insegnavano dal
momento in cui ero nata. "Ma io non lo amo…" risposi sull'orlo delle lacrime. La contessa Egan
intervenne visibilmente scocciata dal fatto che stavo rifiutando il suo adorato figlio. "Madamigella
Annabelle… siamo tutti a conoscenza del fatto che voi siete contraria a questi matrimoni
convenzionali, ma con Kian avrete un futuro assicurato!" "Non mi interessa!" urlai alzandomi in
piedi. "Annabelle!!! Porta rispetto!" "Oh padre… come posso passare il resto della mia vita con un
uomo che non amo?". In quell'attimo, Kian si avvicinò e prese timidamente la mia mano
"Annabelle… io non ti farò mai mancare nulla… neanche l'amore che desideravi tanto…" "Kian…
tu sai che io amo Nicholas… sai che…" "Parlate di Sir Nicholas Byrne?" domandò la madre del
ragazzo "Sì…" risposi domandandomi perché mai voleva saperlo. Un attimo dopo, il perché mi fu
tutto chiaro. "Mi duole comunicarvi che domandi il duca Byrne, darà un ballo per annunciare il
fidanzamento del figlio con la contessina Aherne…". Sentii tutto iniziare a girare intorno a me.
Kian mi prese nelle sue braccia prima che potessi svenire "Forza piccola Annie… ci sarò io al tuo
fianco…" sussurrò. Incontrai il suo dolce sguardo e mi sembrò di perdermi nei suoi occhi. Gli stessi
occhi che avevo incontrato tante volte, ma che adesso apparivano completamente diversi. Poi tutto
fu nero.
Ripresi conoscenza quando era già notte fonda. Mi guardai attorno e notai che nessuno era rimasto
con me. Lentamente mi alzai e avvicinandomi alla finestra, iniziai a scrutare la buia campagna.
Come avrei desiderato fuggire lontano da tutti… poter prendermi cura di me stessa… invece…
adesso era entrato Kian nella mia vita, ed aveva infranto i miei sogni in un attimo…
Kian… ricordo ancora il giorno in cui lo incontrai…
"Annabelle? Devo chiederti un favore…" iniziò mio padre quando mi vide entrare nel suo studio.
"Ditemi padre!" risposi sorridendo "Se hai finito i tuoi studi e le lezioni di pianoforte, mi piacerebbe
che andassi alla tenuta dei conti Egan per poter consegnare loro il cavallo…" "Quale cavallo?"
chiesi curiosa "White Flash! Il cavallo che il barone Filan ci ha affidato… hanno deciso di regalarlo
al conte Kian, come pensiero di benvenuto…". Ascoltai la spiegazione per arrivare dai conti, e mi
avviai verso le stalle, per poter prendere il cavallo. Iniziai a camminare attraverso i boschi e mi
persi completamente nei miei pensieri. Avevo sentito circolare delle voci sul conto del giovane
conte Kian; dicevano che passava tutte le notti con una donna diversa, e non gli interessava nulla
dei sentimenti altrui… mentre tentavo di dare un volto a quel 'mostro' arrivai all'immensa villa dove
abitava. Entrai osservando il giardino e mi diressi verso l'entrata secondaria della casa, dove avrei
trovato qualcuno a cui affidare il magnifico cavallo. "Posso esservi utile… madamigella?" domandò
un signore di mezza età venendomi incontro. "Certo… sono venuta per portare questo al conte…".
Quello che doveva essere il maggiordomo, osservò il cavallo e dopo un attimo si voltò verso di me
"Madamigella… al momento il conte non c'è… ma vado subito a chiamare il padroncino per voi…"
disse inchinandosi ed entrando in casa. 'Padroncino? Non vorrà farmi incontrare quel rubacuori!!!'
mi chiesi stupefatta. Ad un tratto, i miei occhi furono catturati dall'immenso albero che sovrastava
tutta la tenuta Egan. La tentazione fu più forte di me. Mi avvicinai a quella maestosa creatura, ed
iniziai ad arrampicarmi, per potermi sentire la regina del mondo (Mmmh… ho già sentito questa
frase…). Nel frattempo non notai il ragazzo che era venuto a cercarmi per il cavallo. Il giovane
iniziò a guardarsi intorno, cercando di capire dove potevo essere andata, e ad un tratto, vide cadere
dall'albero una scarpa. Lentamente si avvicinò ed alzò curiosamente la testa, aspettandosi di tutto
tranne che una giovane fanciulla. 'Oh Dio… guarda… speriamo che non cada, rischierebbe di farsi
molto male…' pensò spaventato. In quello stesso momento, mi accorsi che sotto la pianta c'era una
persona. Non era una persona qualunque. Era giovane, aveva degli splendidi capelli biondi e degli
occhi blu e profondi, come quell'oceano che prima o poi mi avrebbe portato via da quella terra
piena di costrizioni. Non indossava vestiti costosi, sembrava essere un servo del conte e della sua
famiglia. Cercando di scendere il più in fretta possibile, un piede scivolò via dal ramo e l'ultima
cosa che ricordo, era il ragazzo che mi prendeva tra le sue braccia cercando di attutire il colpo.
Rimasi paralizzata per qualche tempo, fino a quando non sentii una meravigliosa voce "State
bene?". Alzai gli occhi ed incontrai quelli del mio salvatore. Sentivo il suo respiro vicino alle mie
labbra, e le forti braccia strette intorno a me, come per proteggermi. "Sì grazie… dovete
perdonarmi… ma non ho resistito alla situazione… adoro gli alberi maestosi, sono simbolo di forza
e libertà…" spiegai arrossendo. Lui rimase a guardarmi in silenzio per qualche minuto, chiedendosi
se fosse possibile far la conoscenza di un angelo. Quando notò che gli stavo parlando, le sue guance
si colorarono, e distolse immediatamente lo sguardo. Non sapeva cosa fare, cosa dire… tutto era
cambiato nel giro di pochi istanti. Si rese conto che il suo braccio era dolorante. Evidentemente si
era fatto male quando aveva preso la ragazza tra le sue braccia… "Madamigella… potreste
scendere? Non siete tanto leggera…" sussurrò, rendendosi immediatamente conto di quello che
aveva detto. "Ma come vi permettete? Siete un maleducato!" gli urlai tirandogli uno schiaffo e
allontanandomi offesa. Nessuno mi aveva mai parlato così, tantomeno un servo… Dal canto suo,
restò ad osservarmi mentre me ne andavo. Lentamente alzò una mano e la portò vicino alla guancia
dolorante… non aveva mai incontrato nessuno così ribelle. Si vedevano chiaramente le nobili
origini della ragazza, ma il suo carattere aveva qualcosa di misterioso… affascinante. E poi…
nessuna fanciulla era mai arrossita per lui. Tornai a casa cercando di dimenticare l'accaduto, ma
c'era un problema: cosa avrei detto a mio padre quando mi avrebbe chiesto cosa avevano detto del
cavallo? Inventai il più velocemente possibile un cortese e cordiale ringraziamento, ed entrai in casa
sperando di non doverlo usare… invece… "Annabelle?" "Sì madre?" domandai invertendo la mia
rotta. "Hai consegnato il regalo?" "Sì…" poi ci fu un attimo di silenzio, in cui sapevo bene che mia
madre voleva sapere qualcosa in più… "Annabelle? Hai consegnato il cavallo… vero?" "Certo
mamma… solo che?" "Che?" "C'è stato un contrattempo e non l'ho consegnato di persona…". Mia
mamma mi guardò sbalordita "Capisco… adesso vai in camera e preparati per stasera!" "Sì
madre…" e prima di congedarmi da lei, non riuscii a trattenere la mia curiosità "Madre… dove
andiamo stasera?" "A cena dei conti Egan…" furono le sue ultime parole. 'Dai conti Egan? Oh
perdindirindina mi tocca rivedere quello screanzato!!!' pensai demoralizzandomi e cercando tra il
mio guardaroba un vestito adatto. Margaret mi aiutò a lavarmi e raccolse in miei capelli, lasciando
che qualche boccolo ricadesse sulle spalle. Strinse fortissimo il bustino, in modo che avessi un
vitino sottile e sistemò il seno in modo che si vedessero le mie forme. Scesi le scale pronta per
ricevere la sgridata da mio padre, ma non arrivò nulla… evidentemente la mamma si era tenuta tutto
per lei. Arrivammo alla tenuta dei conti e dei maggiordomi ci accolsero all'entrata. Mi guardai
attorno, ma non riuscii a trovare il giovane che avevo già incontrato il pomeriggio. Nel frattempo ci
avevano portato in un'enorme sala da pranzo, dove ci arrivò incontro una sorridente coppia.
Salutarono i miei genitori e poi si rivolsero a me. Quando la contessa mi guardò sorrise dolcemente
ed io mi inchinai per gratificarla. "Siete meravigliosa madamigella Annabelle…" disse la donna. Ci
accomodammo intorno all'immenso tavolo. "Nostro figlio arriverà immediatamente… è appena
rientrato da una cavalcata con quello magnifico stallone…". E terminata la frase, la porta della
stanza di aprì nuovamente, lasciando libera entrata ad un giovane… non appena incontrai i suoi
occhi, mi sentii fermare il cuore. Il giovane conte Kian, non era altri che il ragazzo che avevo
schiaffeggiato poco prima. "Vi prego di perdonare il mio ritardo…". Lo guardai ed era
completamente diverso da oggi pomeriggio. I capelli erano accuratamente pettinati, ed i vestiti
totalmente diversi. Se precedentemente mi era sembrato attraente, adesso era magnifico. Ma la cosa
che notai immediatamente era la fasciatura intorno al suo braccio. "Caro… accomodati di fronte a
madamigella Annabelle…" intimò sua madre, mentre il maggiordomo aiutava Kian a sistemarsi.
"Kian… come hai fatto a ferirti il braccio?" domandò il conte "Sono scivolato padre…" rispose il
ragazzo guardandomi. Ricambiai il suo sguardo, attualmente mi aveva difeso evitando così di farmi
fare una figuraccia con la sua famiglia. Per tutta la cena non fui a mio agio, ogni volta che alzavo gli
occhi, incontravo i suoi che mi osservavano tentando di capire quello che veramente era dentro di
me. Poco prima che servissero il dolce, Patricia Egan diede un suggerimento al figlio "Tesoro…
potresti far vedere a madamigella il giardino…". Kian mi sorrise ed io arrossi "Con vero piacere…"
concluse avvicinandosi e porgendomi il braccio, mi aiutò ad alzare. In silenzio poi ci avviammo
verso il giardino. Nessuno dei due riusciva a dire una parola; sembravamo imbarazzati ed in
soggezione per via della presenza dell'altro. Poco prima di arrivare a destinazione decisi di rompere
il ghiaccio "Grazie…" "Per cosa?" domandò Kian "Perché mi avete coperto… per non aver detto
davanti a tutti che sono stata io a farvi male al braccio cadendo dall'albero…" "Non preoccupatevi
madamigella…" rispose abbassando lo sguardo. "Certo che mi preoccupo… è stata colpa mia… voi
avreste potuto farmi cadere, invece avete deciso di soccorrermi… e come se non bastasse vi ho
anche schiaffeggiato…". Kian mi guardò negli occhi e sorridendo sussurrò "Non preoccuparti
Annabelle…". Il suo sorriso riempì il mio cuore, nessun ragazzo mi aveva mai sorriso così…
"Come vuoi tu Kian…" bisbigliai baciandogli la guancia che avevo già colpito con lo schiaffo. Da
quel momento il muro esistente tra me e Kian svanì, lasciando il posto ad una profonda e sincera
amicizia… un'amicizia che credevo sarebbe durata per sempre, ma proprio lui l'aveva appena
distrutta con un'unica richiesta: la mia mano… "Oh Kian… io credevo fossi mio amico… perché mi
hai fatto una cosa così?" pensai sentendo dentro di me solitudine e tristezza distruggere tutti i
sentimenti di amore che provavo…
E come se non bastasse c'era anche Nicholas, tutte le promesse che mi aveva fatto, gli incontri
segreti per potere stare insieme e passare lunghe notti a fare l'amore. Se il ricordo dell'incontro con
Kian era ancora vivo dentro di me, quello con Nicky non lo avrei mai potuto dimenticare, il modo
in cui i nostri occhi si incontrarono, e la maniera in cui lui iniziò a ridere quando mi vide rossa per
l'imbarazzo dalla testa ai piedi.
Tutto iniziò quando andai a trovare Mark, alla tenuta dei duchi Byrne. Mark lavorava da loro come
cameriere, ma questo non mi aveva impedito di diventare sua amica. Quando entrai dalla porta della
cucina, lo trovai intento a preparare del pane "Scusa se te lo chiedo, ma che cosa stai facendo?". Il
ragazzo mi guardò ed iniziò a spiegare "Oh Annie… ho fatto una scommessa con Nicky… devo
preparare del pane e sarà talmente buono che lui lo mangerà tutto… fino all'ultima briciola…". Alzò
lo sguardo e cercò qualcosa nella cucina. "Senti… potresti prendermi quella farina?" disse
indicando un sacchetto nello stanzino vicino alla porta. Feci come mi aveva domandato, presi il
sacco e mi girai per tornare da lui, ma inciampai nella gonna del vestito e la farina mi volò fuori
dalle mani e finì in testa ad una persona che era appena arrivata e stava parlando con Mark. Il mio
amico iniziò a ridere come se non ci fosse domani, mentre io mi avvicinai allo sconosciuto per poter
riparare il guaio appena combinato. "Scusatemi… vi prego perdonatemi… io…" non riuscii a finire
la frase, perché l'uomo davanti a me si tolse il sacchetto dalla testa. I miei occhi incontrarono i suoi
e i nostri sguardi si intrecciarono. Per un momento il mondo intorno a noi scomparve, ed io speravo
di poter restare in quello stato per tutto il resto della mia vita, ma Mark si intromise "Madamigella
Annabelle… questo è il duca Nicholas Byrne…" e poi iniziò a ridere. Mi resi conto che Mark aveva
detto 'duca', così mi inchinai immediatamente per rendere omaggio al giovane. Quando vide cosa
stavo facendo, alzò una mano per fermarmi "No… vi prego, non è il caso…". "Come volete…"
risposi arrossendo. Nel frattempo il nostro amico aveva smesso di divertirsi e si era scusato dicendo
che doveva fare altri lavori. Così, io ed il duca eravamo rimasti soli… "Perdonatemi duca… non
volevo sporcarvi…" "Non preoccupatevi madamigella… è tutto in ordine… dopo tutto è solo un po'
di farina… basterà fare un bagno e sarò di nuovo pulito…" concluse sorridendo. "Madamigella
Annabelle, il barone Shane mi ha detto che sapete suonare divinamente il pianoforte…". "Sì… è da
quando sono una bambina che prendo lezioni…". Nicholas non perse l'occasione "Mi piacerebbe
sentirvi… adoro la musica…". La sua richiesta mi sorprese, ma la sua espressione mi convinse
"Con molto piacere duca…". Il ragazzo mi porse il braccio, ed insieme andammo verso la sala del
thè dove in un angolo era situato un enorme pianoforte nero a coda. Mi avvicinai e restai incantata a
guardare lo strumento. Con le dita sfiorai i tasti e si udì un meraviglioso suono puro e chiaro.
Evidentemente nessuno aveva mai avuto l'occasione di sedersi davanti a quel tesoro, ed io, come
ipnotizzata, iniziai a suonarlo distaccandomi dalla dimensione terrena. Quando finii l'esibizione del
melodico brano, Nicholas iniziò ad applaudire "Madamigella… siete stata divina… sembrava che
un angelo fosse entrato in questa stanza…". Abbassando la testa per poter nascondere l'imbarazzo,
lo ringraziai e siccome iniziava a farsi buio, dovevo iniziare a tornare a casa "Duca…" "Vi prego…
chiamatemi Nicholas…" "Come volete Nicholas…" il giovane mi guardò ed iniziò a ridere "No…
datemi del tu…" "Allora dammi del tu anche tu…" "Va bene Annie…" rispose sorridendo. Allora
rincominciai a parlare "Nicholas, io devo andare… sta iniziando a farsi buio e siccome devo…"
"Non preoccuparti… non tornerai a casa da sola, adesso chiedo al cocchiere di preparare la
carrozza…" "Non è il caso…" ma mi interruppe nuovamente "Annabelle… per favore…" chiese
sorridendo. A quel punto non riuscii più a rifiutare, e prima di congedarsi disse "Adesso chiederò a
Mark di andare nelle stalle, ed io mi ripulirò un po'…" "Se vuoi posso andare io da Mark…" ma
Nicholas rispose "No piccola Annie… sei mia ospite…" e richiuse la porta dietro di sé. 'Nicholas…'
pensai iniziando a sorridere ed incominciando a volteggiare nella stanza. Durante quel poco tempo
che avevo passato con lui, avevo sentito una sensazione completamente diversa… mai provata
prima… Da quel giorno quel sentimento crebbe sempre di più. Io ed il giovane conte ci
incontravamo ogni giorno, e passavamo sempre insieme lunghi pomeriggi a parlare, disegnare e
cavalcare per le infinite pianure. La sera del mio quindicesimo compleanno, Nicholas si presentò da
me con in mano una rosa chiedendomi di fare con lui una passeggiata nel giardino di casa mia.
Camminando sotto la fioca luce della luna, potevo vedere i dolci lineamenti di Nicky e capii che mi
ero innamorata di lui, tutte quelle emozioni provate dal mio cuore avevano un nome: amore. Ci
sedemmo sulla panchina posizionata sotto il salice piangente, e restammo a guardare la
meravigliosa notte stellata che quella sera ci faceva compagnia. "Dolce Annie…" inizio il giovane
girandosi verso di me. "Io… io credo di essermi innamorato di te…" sussurrò incontrando i miei
occhi. "Oh Nicky… anche io… mi sono innamorata di te…" bisbigliai abbassando lo sguardo per
evitare che lui vedesse il rossore delle mie guance. Per un momento nessuno dei due disse nulla, poi
lentamente mi avvicinai a Nicholas e deposi un leggero bacio sulla sua guancia. Il ragazzo si voltò
sorridente ed io iniziando a parlare guardai le nostre mani, le nostre dita intrecciate. "Io non so
come si bacia un fidanzato…". Nicky sorrise e non disse nulla , lentamente lasciò la stretta e le sue
braccia furono intorno a me. Lentamente alzò il mio viso in modo che potessi incontrare il suo
sguardo e lentamente si abbassò verso di me. Le sue labbra furono sulle mie e sentii la sua lingua
cercare la mia. Dopo un attimo di esitazione, la incontrò e restammo a baciarci con tanta passione
per un lungo tempo…
Questo esattamente un anno fa. Adesso il mio Nicky era promesso sposo di un'altra… un'altra con
cui non avrei mai potuto competere. Georgina, al contrario di me, aveva un titolo nobiliare, mentre
io ero una persona qualunque. "Basta! Io devo affrontare la mia vita!" dissi uscendo
silenziosamente per dirigermi verso le stalle. Presi il mio fidato cavallo, e cavalcai all'impazzata
fino al castello del duca Byrne. Una volta giunta ai piedi dell'albero che era davanti alla camera di
Nicholas, iniziai ad arrampicarmi e con un po' di fatica arrivai davanti alla sua finestra solo per
potermi specchiare nei suoi meravigliosi occhi azzurri. Il ragazzo aprì le porte a vetri
"Annabelle…" sussurrò sentendo le lacrime riempirgli gli occhi. Mi aiutò ad entrare e chiuse la sua
porta a chiave per paura che qualcuno entrasse e mi scoprisse con lui. "Nicky… perché…" iniziai,
ma mi paralizzai quando lui mi racchiuse in un abbraccio "Perdonami… io non ho nulla a che fare
con questa faccenda… non è stata colpa mia…" bisbigliò iniziando a singhiozzare. Lo lasciai
sfogare, e quando finalmente si fu calmato, iniziò a spiegarmi la storia "Io…stavo andando da mio
padre per comunicargli la mia decisione di volere la tua mano… ma quando sono entrato… non mi
ha lasciato il tempo di fare nulla… e…" si fermò guardandomi negli occhi "…e mi ha fatto sapere
del fidanzamento con Georgina…". Le parole mi colpirono nel profondo del cuore, ed anche se
sapevo già che lui non era più mio, non potei fare a meno di nascondere il mio viso tra le sue
braccia lasciando libero sfogo alle lacrime. "Annie… lo sai che io sono innamorato di te… sai che ti
amo più della mia vita…" quella piccola frase, contribuì solo ad aumentare il mio pianto, anche se
diede un nuovo calore nel mio cuore "Anche io ti amo… ma oggi è stato deciso anche il mio
fidanzamento…". Alzai gli occhi per incontrare i suoi e li trovai ancora più tristi e confusi di prima.
"E… e con chi?" domandò sottovoce, la sua voce era appena un sussurro. "Con il conte Egan…".
Seguì un attimo di silenzio. "Con… Kian? Ma… ma lui sapeva che noi… siamo innamorati…"
"Ormai è tutto inutile… " e mi avvicinai alle sue labbra, cercandole, incontrandole e non volendole
più lasciarle andare. Nicholas rispose ai miei baci con tanta dolcezza e passione da far fermare il
mio cuore per qualche attimo. Lentamente mi prese tra le sue braccia e mi depose sul morbido letto.
Delicatamente alzò la gonna del mio vestito, iniziando ad accarezzare la mia pelle, causando in me
un meraviglioso brivido di piacere. Le mie mani passarono dai suoi splendidi capelli alla camicia
che indossava tutte le notti per andare a dormire. Iniziai ad ammorbidire i suoi lacci e lui si occupò
del mio bustino. Il suo tocco leggero solleticava la mia pelle, e mi ipnotizzava dicendomi di essere
sua per tutta la vita. "Dolce Annabelle…" "Oh Nicky… questo è sbagliato… noi…" ma le parole
morirono sulle mie labbra, perché le carezze di Nicky si facevano sempre più intime e causavano in
me incredibili sensazioni. "Non è vero… se noi due ci amiamo, questa è la cosa che serve per
completarci…" disse prima di appoggiare nuovamente la sua bocca contro la mia. Non era la prima
volta che facevamo l'amore, ma era sempre una nuova emozione, una stupenda sensazione che si
sprigionava dentro di noi, come se non fosse mai stata provata da nessun altra persona. Finì di
spogliarmi e restammo stretti l'uno all'altra a baciarci e ad assaporare la gioia di quel momento.
Quando decise che era giunto il momento di entrare dentro di me, aprì con delicatezza le mie gambe
e mi guardò un'ultima volta prima di iniziare a muoversi con quella passione e paura di farmi male,
che sempre riuscivano a farmi dimenticare tutto quello che ci circondava. I nostri corpi, rimasero
uniti in uno solo per tanto tempo, ed entrambi speravamo di passare così il resto delle nostre vite,
pur sapendo che quello sarebbe stata il nostro ultimo incontro, l'ultima volta di due giovani amanti.
La mattina seguente mi svegliai al suono della voce di Nicky "Dolce Annabelle… è ormai giorno, e
la casa si sta svegliando… devi andare… prima che qualcuno di accorga della tua presenza…"
sussurrò baciandomi ed aiutandomi ad alzare "Non ci vedremo più… ho ragione Nicholas?". Prese
prontamente le mie mani nelle sue "Annie… questo pensiero mi uccide… anche se… la nostra
unica colpa è quella di esserci innamorati…" combattendo contro le lacrime, ci rivestimmo e poco
dopo Nicky mi accompagnò vicino alla finestra e mi sostenne quando scavalcai il davanzale. Prima
di iniziare a scendere, gli accarezzai una guancia "Vi amo… Duca Byrne…" "Vi amo anche io…
madamigella Annabelle…" si avvicinò alle mie labbra e le baciò teneramente ancora una volta.
Mentre mi allontanavo da lui, non mi voltai nemmeno una volta; dirgli addio era già stato
abbastanza doloroso, non volevo spezzare il mio cuore vedendolo uscire completamente dalla mia
vita. "Mia dolce Annabelle… io ti ho amata sempre… e ti amerò per tutto il resto della mia vita…"
fu il pensiero che attraversò Nicky mentre guardava la mia immagine ormai offuscata da amare
lacrime di disperazione. Ma lui non era ancora deciso ad arrendersi alla decisione del padre.
Avrebbe lottato con tutte le sue forze pur di avere al suo fianco l'unica persona che amava con tutto
il cuore.
up
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Kian lentamente si alzò dalla vasca da bagno. L'acqua schizzò sul pavimento, ma a lui questo non
importava. Si avvicinò allo specchio e guardò la sua nuda immagine. I suoi occhi seguirono ogni
particolare del suo corpo 'Perché… che cos'ha Nicky che io non ho… io potrei renderla più felice di
lui… lei potrebbe essere mia…" pensò iniziando ad asciugare il suo perfetto fisico. Il ragazzo era
rimasto sveglio tutta la notte a pensare al suo destino, alla nuova vita che per lui stava per
incominciare… "Adesso mi odierà…" disse cercando di sorridere, ma fallendo miserabilmente.
Proprio in quel momento sentì delle voci provenire dal corridoio, così si coprì ed uscì dal bagno per
vedere cosa stava succedendo.
"Madamigella… il conte Kian in questo momento…" "Tutto a posto Bryan… puoi andare…"
interruppe Kian non appena mi vide. "Vieni…" disse facendomi strada verso la sua camera. Entrai
con lui ed aspettai che richiudesse la porta dietro di me. Guardai attentamente la sua stanza. Era
familiare, ma allo stesso tempo fredda ed inaccogliente. Fra pochi mesi io e lui avremmo condiviso
quel letto… avremmo fatto l'amore in quel letto… il mio cuore aumentò i battiti al solo pensiero di
poter passare con lui interminabili notti di piacere… Io sarei stata sempre con lui. Non sarebbe
entrato in nessun'altra; a parte noi due, in quel letto non sarebbe stato più toccato da nessun'altra
donna. Al mio contrario, lui aveva avuto amanti, aveva sperimentato molti tipi di amore… il
pensiero che altre donne fossero con lui, fecero crescere dentro di me una rabbia mai provata prima.
Mi voltai verso Kian per poterlo affrontare. "Sei un verme…" dissi a voce bassa prima di alzare la
mano e dargli uno schiaffo. Il suono della mia mano contro la sua pelle riecheggiò per la stanza.
Dopo pochi attimi toccò la sua guancia e mi guardò dolcemente con lacrime negli occhi "Io volevo
solo la tua felicità…" sussurrò "Vedere il tuo cuore infrangersi sarebbe stato troppo doloroso per
me… con me potrai fare qualsiasi cosa. Basta che tu sorrida sempre… e se per caso ti capitasse di
essere infelice… tu devi solo dirmelo…". Era sincero. Si capiva dal suo tono di voce, dallo sguardo
che aveva; uno sguardo della quale non mi ero mai accorta. "Ma tu…" mi fermai quando sentii Kian
prendere il mio viso nelle sue mani "Non ti chiedo di ricambiare i miei sentimenti… devi solo
essere felice, e devi potermi dare il permesso di amarti…". Le lacrime che prima avevano riempito i
suoi occhi, adesso scendevano liberamente sul suo volto "Oh piccola Annabelle… tu non sai quanto
è meraviglioso amarti, ma non poterlo fare davanti a tutti e tenerselo tutto nel cuore… è una
sensazione che mi uccide…" mi strinse dolcemente a lui "Tu sei la luce dei miei giorni, l'aria che
respiro e il sole che mi riscalda… ti prego… dammi il permesso di amarti…" ripeté dolcemente
un'ultima volta prima di piangere come un bambino. Lo abbracciai con tutte le mie forze, appoggiai
la mia fronte vicino al suo collo e piansi disperatamente a mia volta. Non avrei mai pensato che lui
potesse soffrire così tanto solo per causa mia… Restammo a piangere l'una nelle braccia dell'altro
per tanto tempo, ed alla fine la stanchezza si impadronì di me. "Riposati Annabelle…" disse Kian
accompagnandomi verso il letto, ma il ricordo delle sue amanti, si rifece vivo in me. Mi aggrappai a
lui "No… non voglio entrare in questo letto… Kian… io devo essere l'unica…". Il ragazzo prese la
mia mano "Non è entrata nessun altra in questo letto…" ammise arrossendo "Tu sei e sarai
l'unica…" e poi baciò delicatamente la mia fronte. Mi sdraiai e Kian mi coprì. Si sedette vicino a
me ed iniziò ad accarezzarmi una guancia. Lo guardai, e poi imbarazzata gli chiesi "Puoi aiutarmi a
togliere il bustino?". Sorrise teneramente "Certo…". Mi svestì lentamente e mi sembrò di essere
toccata da un angelo. Presi una delle sue mani nelle mie e sussurrai "Stanotte ho fatto l'amore con
Nicky…". Mi fece appoggiare al suo cuscino "Non importa piccola…" bisbigliò baciandomi
lentamente. Risposi al suo bacio e dopo un attimo di esitazione sentii la sua lingua sulle mie labbra,
come a chiedere il permesso di incontrare la mia. Aprii lievemente la bocca e lasciai che la sua
lingua giocasse con la mia. I nostri cuori battevano all'impazzata. Nessuno aveva mai risvegliato in
noi emozioni così forti solo con un semplice bacio. Ci allontanammo l'uno dall'altra senza fiato e
mentre Kian mi stringeva a sé, sentii il suo battito irregolare, e tutta la sua eccitazione. Lasciai che
si accoccolasse sotto le coperte, e quando fu vicino a me, appoggiai la testa sul suo forte petto, e mi
addormentai profondamente.
Un dolce profumo di rose ed un caldo corpo mi svegliarono la mattina seguente. Con la mano
accarezzai la pelle a contatto con la mia. Il battito del cuore della persona accanto a me, bastò a
farmi ricordare che quello successo poche ore prime non era stato solo un sogno… un bellissimo
sogno… "Buongiorno Kian…" sussurrai. Le sue labbra si posarono delicatamente sulla mia fronte.
"Buongiorno piccola Annie…" senza aprire gli occhi continuai ad abbracciare Kian ed a tenerlo
stretto a me. "Apri gli occhi…" bisbigliò. Controvoglia feci come mi disse, e quando i miei occhi si
furono abituati alla luce, dovetti cercare a fatica il fiato. Tutta la camera era piena di petali di rose.
Petali di tutti i colori. Uscii dal letto lentamente per paura di infrangere quella meraviglia. "Ti
piace?" bisbigliò Kian seguendomi. "Ma… ma come hai fatto?" domandai stupefatta. "Mentre
dormivi sono uscito in giardino e Bryan mi ha aiutato a raccogliere le rose… poi abbiamo sistemato
i petali e sono ritornato vicino a te…". Mi avvicinai a lui e lo abbracciai "Grazie…" sussurrai nel
suo orecchio. Adesso era il mio turno di farlo felice, così lentamente gli misi le braccia intorno al
collo. Mi avvicinai alle sue labbra e le incontrai senza esitazione. Kian mi strinse ancora di più a lui
e quando stavamo per approfondire il nostro bacio, Bryan bussò alla porta della camera. "Conte… il
vestito…" ma si fermò non appena ci vide. Arrossendo iniziò a scusarsi e iniziò a lasciare la stanza.
"Bryan… no fermati per favore…" chiesi correndogli incontro e abbracciandolo forte. "Scusami se
prima ti ho urlato dietro…" gli dissi. "Non… non c'è problema… ma… madamigella… voi…" e
continuò a farfugliare per qualche attimo. Alzai lo sguardo verso di lui e lo vidi ancora più rosso di
prima. "Che succede?" domandai "Voi… voi…". Kian intanto iniziò a ridere "Annabelle… Bryan
sta cercando di dirti che hai indosso solo la mia camicia…". Guardai i miei vestiti e mi accorsi che
era vero. Immediatamente lasciai Bryan e corsi da Kian, nascondendomi dietro di lui. "Bryan… ti
prego esci…". Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, e sparì immediatamente. Kian si schiarì
la voce "Vuoi che esca anche io?". Lo guardai imbarazzata e poi scossi la testa "Non ce n'è
bisogno… dopotutto noi siamo fidanzati… e prima o poi… noi… insomma… noi…" e non riuscivo
a continuare la frase. Kian prese la mia mano e arrossendo a sua volta concluse "Noi due faremo
l'amore…". Restammo in un silenzio confortante per qualche minuto e poi alla fine continuò
"Annie… stasera ci sarà il ricevimento di fidanzamento di Nicholas… ed il duca Byrne ci ha
invitato…". Il cuore mi si strinse ed iniziò a farmi male. "Qualunque sarà la tua decisione io devo
accettarla… sono la tua fidanzata, e come tale devo obbedire a…" "Basta… lo sai che io non potrei
mai prendere questa decisione per te… tu sei innamorata di Nicky e se non vuoi andare hai tutto il
diritto di non farlo…" disse delicatamente ma fermamente allo stesso tempo. Lo guardai e lo
abbracciai nuovamente. Non so come spiegarlo, ma stare tra le sue braccia mi dava tanta sicurezza.
"Andiamo Kian… io ho bisogno di affrontare la realtà se voglio innamorarmi di te…". Percepii il
suo cuore aumentare in modo inimmaginabile i battiti, e dopo un attimo sussurrò "Tu… vuoi
veramente ricambiare i miei sentimenti…" "Sì Kian… voglio amarti… voglio dipendere dai tuoi
occhi… dalle tue braccia… dai tuoi baci…". Il ragazzo mi guardò sorridendo "Io dipendo già dai
tuoi baci…". Lo guardai stupefatta, non pensavo potesse essere così sfacciato, ma non potei fare a
meno di ridere… e così mi accorsi che io dipendevo già da lui…
Guardavo la casa dei duchi avvicinarsi sempre di più, il mio cuore iniziava già ad andare
all'impazzata. La mano di Kian cercò la mia e la strinse teneramente nella sua. Entrambi i nostri
genitori erano assorti nei loro pensieri per potersi accorgere che le cose tra me e lui stavano
cambiando… Arrivati davanti all'entrata, Kian scese dalla carrozza e poi mi aiutò cortesemente.
Vedevo la porta che nascondeva il ricevimento avvicinarsi sempre più e poco prima che i camerieri
la aprissero, guardai il mio fidanzato "Se durante questa serata io ti rendessi triste… ti prego
perdonami… è difficile cancellare i propri sentimenti…". Kian baciò la mia mano "Non
preoccuparti…" e l'attimo seguente eravamo circondata da un'immensa folla di persone. Davanti a
me c'era Nicholas… ed al suo fianco Georgina che sorridente gratificava gli ospiti. Gli occhi di
Nicky incontrarono i miei e sembrò sollevato di vedermi in un momento così difficile… così come
mi notò Nicky, non passai inosservata neanche a Georgina, che immediatamente prese il suo
fidanzato sottobraccio e sorrise trionfalmente. "Strega…" sussurrò Kian. Lo guardai meravigliata
"Prego?". Il ragazzo si girò verso di me "Sapeva bene cosa c'era tra voi due… e nonostante tutto ha
voluto umiliarti lo stesso…" mi avvicinai ancora di più a lui "Lei fa così perché sa che non lo potrò
mai riavere… ci sono i nostri titoli nobiliari a confronto: il suo di contessa ed il mio inesistente…".
Kian strinse di più la mia mano "Non dire così… tra poco tu sarai contessa…". Gli sorrisi e tentai di
concentrarmi sulla musica che aveva iniziato a suonare.
Tentai con tutto il cuore di divertirmi, ma in ogni attimo Nicky e Georgina erano davanti ai miei
occhi; e lei non mi rendeva le cose facili, poiché gli stava appiccicata sempre. Anche Nicky era a
disagio, ed ogni tanto si allontanava da lei dicendole che doveva mantenere un certo decoro. Ma a
lei non interessava sentire una cosa simile, tutto quello che voleva era lui, e finalmente l'aveva
ottenuto. Quando la situazione per me divenne insopportabile, dovetti lasciare il salone,
ritrovandomi così a vagare per i giardini di quella casa. Kian che si era allontanato da me per pochi
secondi mi aveva visto lasciare il ballo, e così aveva deciso di seguirmi, per potermi dare il sostegno
di cui avevo bisogno. Così come Kian, anche Nicky notò la mia mancanza e quando fece per
inseguirmi, si bloccò lasciando via libera al suo rivale che sembrava così follemente innamorato di
lei. Mi sedetti su una panchina davanti ad una fontana, ed iniziai a piangere disperatamente. Piansi
per quell'amore che avevo perso, per la cattiveria di Georgina, e per la freddezza delle persone. Per
tutto il giardino si potevano sentire i miei singhiozzi. Poi sentii dei passi e qualcuno di fermò
davanti a me. Alzai lo sguardo e la prima cosa che incontrai fu una rosa bianca. Poi il dolce e
sorridente viso di Kian. Senza dire nulla mi porse la sua mano e pochi attimo dopo stavamo
tornando insieme verso la casa. Quel semplice gesto aveva dato un nuovo calore al mio cuore. Quel
sorriso aveva avuto un significato speciale, un significato che nessuna parola poteva avere. Mi diede
sicurezza e fiducia. Mi diede amore. Non appena tornammo nel salone, Kian mi sussurrò
nell'orecchio "Torniamo a casa…" e stando vicino a lui iniziammo a cercare i nostri genitori per
poter tornare a casa. Una volta trovati, Kian disse loro che siccome non stavo tanto bene era meglio
fare ritorno. Convinti dalla spiegazione, iniziammo ad avviarci verso la porta, ma il padre di Kian ci
fermò "Dobbiamo andare a fare i nostri auguri alla coppia…". Kian mi guardò, e notò il colore
andar via dalle mie guance. Sorreggendomi a lui, ci avviammo verso Nicholas e Georgina. Quando
ci trovammo davanti a loro, non ebbi la forza di guardarli negli occhi. "Congratulazioni…" disse
Kian baciando la mano di Georgina e stringendo la mano di Nicholas. "Conte Egan… anche noi
dobbiamo congratularci per il vostro fidanzamento… anche se personalmente credo che potevate
trovare di meglio…". "GEORGINA!" intervenne Nicky visibilmente irritato "Se volete far parte
della mia famiglia dovrete imparare a mantenere un certo comportamento…" "Ma caro…" "Non
dovete offendere i miei ospiti… è un ordine!" concluse freddamente. "Come volete voi…" rispose
Georgina inchinandosi a Nicky. "Scusatemi conte… la mia fidanzata non voleva mancar di rispetto
a madamigella Annabelle…" disse abbassando lo sguardo. Io e Kian gratificammo ancora la coppia
e ci avviammo verso la carrozza. Molti degli invitati stavano già lasciando il ricevimento, ed il
giardino era affollato. Nicky però riusciva a vedere il suo angelo anche in mezzo a tutte quelle
persone, i suoi occhi non l'avevano abbandonata neanche un secondo, avevano seguito ogni
mossa… ed adesso lui non poteva fare nulla per fermarla ''Io posso fare qualsiasi cosa…'' bisbigliò
lasciando la mano di Georgina ed iniziando a muoversi nella folla. "NICHOLAS!!!" urlò Georgina
disperata. Sapeva quello che stava per fare, e la ragazza capì che in quel momento lo stava perdendo
per sempre… non aveva perso il suo corpo, ma sapeva che il suo cuore sarebbe sempre appartenuto
ad un'altra persona. Nicholas correva, doveva fare qualcosa per non perdere per sempre il suo
amore, doveva dirle addio… ancora una volta, l'ultima volta… e poi avrebbe dovuto accettare il
destino, lasciare andare i suoi sogni ed imparare a vivere la sua nuova vita. Non sapeva come
avrebbe fatto, ma avrebbe dovuto riuscirci… Io non mi rendevo conto di quello che stava
succedendo intorno a me, fino a quando qualcuno non mi prese per un braccio e mi girò per potermi
guardare negli occhi. "Perdonami…" disse Nicholas tenendo la mia mano nella sua. "Oh Nicky…"
sussurrai iniziando a piangere e lasciando che lui mi stringesse tra le sue braccia. Ed ero lì, tra le
braccia del ragazzo che amavo, disperata dal fatto che non lo avrei mai più rivisto… toccato…
amato… Tutti i nobili ci guardavano stupefatti, shockati dal fatto che Nicholas aveva appena
abbandonato la sua promessa sposa per correre da me. Tanti furono i mormorii che si sentirono, ma
a noi due non interessava nulla… i nostri cuori erano uniti per l'ultima volta… La contessa Egan si
avvicinò infuriata a Kian "Fai qualcosa… ti stai facendo umiliare davanti a tutti… non puoi
permetterle di andare dritta nelle braccia di un altro…" "Non importa madre…" disse Kian
sorridendo lievemente. "Come sarebbe a dire che non ti importa? Vuoi sapere cosa stanno pensando
tutti in questo momento? Che la tua fidanzata è una puttanta!". Nel sentire pronunciare quelle
parole, l'ira del ragazzo si scatenò "Tacete madre!!! Lei è felice…" "Come ti permetti di parlarmi
così per difendere una sciacquetta del genere…". Per fortuna il padre di Kian intervenne "Adesso
basta cara…" disse portandola verso la carrozza "Ma…" "Niente ma… Kian ama quella ragazza
con tutta la sua anima… a lui basta vederla felice…" le spiegò con calma. Kevin Egan conosceva
bene i sentimenti del figlio, avevano passato insieme lunghe serate a parlare dell'amore di Kian.
Sapeva che Kian avrebbe fatto ed accettato qualunque cosa pur di veder felice la ragazza del suo
cuore… avrebbe anche sofferto pur di vedere un suo sorriso. Kevin guardò fuori dal finestrino e
guardò l'amore di suo figlio piangere disperatamente tra le braccia di Nicholas. "Guarda cara…
Annabelle sta dicendo addio al suo primo amore… sta preparando il suo cuore per amare Kian…".
E gli stessi occhi incontrarono anche suo figlio "E Kian… lui non sta soffrendo… conosce
Annabelle meglio di chiunque altra persona… e sapeva anche che lei era innamorata di Nicholas
quando ha chiesto la sua mano…". Mise un braccio intorno alle spalle della moglie e la strinse
dolcemente "Oggi Annabelle ha passato tutta la giornata con Kian e poco prima che il ricevimento
incominciasse, non hai notato gli sguardi che si scambiavano? Sguardi complici e segreti… come
quelli che ci scambiavamo noi… quindi ti prego… se adesso non vuoi distruggere la felicità di
Kian, impara ad accettare la sua fidanzata… è una ragazza straordinaria, e lo renderà felice…" ed
avvicinandosi le sussurrò all'orecchio "Sono sicuro che non occorrerà molto tempo prima che lei
rimanga incinta del nostro nipotino…". Patricia Egan iniziò a ridere e poi restò in silenzio a
guardare la scena che si svolgeva davanti ai suoi occhi…
"Doveva essere molto stanca…" "Sì… è stata una giornata faticosa per lei…" sussurrò Kian
baciandomi la fronte. Mio padre lo guardò seriamente. Per la prima volta si rese conto che l'amore
mio e quello di Nicky era un amore vero. Non si aspettava un sentimento così forte da una bambina.
Iniziò a pensare se aver acconsentito al matrimonio con il conte fosse stata la cosa giusta. Si fidava
di Kian, ma si era reso conto che io ero innamorata di Nicky. Ma vedermi addormentata addosso al
ragazzo lo aveva immediatamente rassicurato. "Kian… io ti ho affidato mia figlia, perché so che tu
la renderai felice… Ma ti prego… è ancora così giovane… trattala come merita…" "Non
preoccupatevi…" rispose il ragazzo guardandomi. E finalmente la carrozza si fermò davanti a casa
mia. "Annie… piccola mia… siamo arrivati…". Lentamente aprii gli occhi e la prima cosa che
incontrai furono quelli di Kian. Stare vicino a lui mi rendeva felice. Mi faceva dimenticare la
tristezza che provavo nel mio cuore. Scendemmo dalla carrozza, e l'aria gelida di Novembre si
abbatté su di noi. Kian mi accompagnò fino alla soglia di casa e prima che se ne andasse lo
abbracciai forte. Immediatamente rispose alla mia stretta e timidamente sussurrò nel mio orecchio
"Ti amo…". In un primo momento non riuscii a trovare le parole per rispondere, e dopo un attimo
di titubanza, gli baciai la guancia "Grazie Kian…". Il ragazzo mi guardò sorridendo e titubante mi
diede un dolce bacio della buonanotte. Con le guance rosse, guardai Kian tornare verso la carrozza.
Mentre seguivo la sua immagine, notai gli occhi di Patricia su di me… ma questa volta erano
diversi, non sembravano più pieni d'odio… anzi erano dolci e rispettosi…
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"La vuoi smettere Kian?" domandai guardando il ragazzo davanti a me. "Nooo… ti prego…"
continuava a piagnucolare. Era una calda giornata di primavera, ed io e Kian eravamo seduti sul
mio letto. Tutte le finestre erano spalancate, e le tende ondeggiavano con il leggero vento che
entrava nella stanza. Si poteva sentire il profumo dei fiori e dei prati. Avrei preferito fare qualsiasi
altra cosa con un pomeriggio così, ma purtroppo ero costretta a fare i compiti che mi aveva
assegnato il tutore. Non ci avrei impiegato neanche tanto tempo, ma dovevo fare i conti con il mio
ragazzo che faceva il diavoletto tentatore e mi diceva di smettere di fare i compiti per potermi
dedicare ad una sessione di coccole con lui. "Se io non finisco di fare i compiti… mio padre non mi
permetterà di uscire…" "Ma io non ti dico di dimenticarti completamente di loro… solo di
occuparti anche un po' di me…". Esasperata alzai gli occhi dal libro "Che ti prende? Non sei mai
stato così ossessionante…". Kian arrossì ed abbassò lo sguardo "Io sono un ragazzo… e in
primavera mi si risvegliano… gli… gli ormoni…". Arrossendo a mia volta replicai "Tenta di
controllare… i tuoi cosi…". E mi riconcentrai sulla matematica. Sentendomi osservata, guardai
ancora Kian e lo vidi intento ad osservarmi con gli occhi imploranti. In silenzio spostai i quaderni
dal mio vestito e sorridendo al 'bambino' davanti a me, gli offri un abbraccio. Kian praticamente mi
saltò addosso e mi strinse forte tra le sue braccia. Poi mi diede un lungo bacio che bastò a farmi
dimenticare tutto quello che avrei dovuto fare. Adoravo i suoi baci: dolci, caldi e pieni di passione.
Affondai le mie mani nei suoi capelli e gemetti di piacere non appena Kian iniziò a baciarmi il
collo. Dopo qualche attimo bisbigliò nel mio orecchio "Aspettami qui…" e sogghignando alzò la
mia gonna e poi se la lasciò ricadere sulla testa. Lentamente baciò e leccò la mia gamba,
risvegliando in me una forte eccitazione. Che però finì non appena lui tentò di abbassarmi la
biancheria intima. "NO KIAN!" urlai tirandogli un calcio e ritrovandomi seduta. Kian si tolse il
vestito dalla testa "Annie… perdonami… non volevo…" cercò di scusarsi. "Non volevi? Come
sarebbe a dire non volevi? Eri pronto a farmi chissà cosa senza chiedermi nulla… senza sapere se io
volevo una cosa del genere…". Kian si sedette vicino a me "Volevo farti provare un po' di
piacere…". Nel suo tono di vece si sentiva chiaramente il pentimento di quello che aveva fatto, e
così lo abbracciai "Amore mio… scusami… ho avuto una reazione eccessiva… non dovevo tirarti
quel calcio…". Mi allontanò da lui e mi guardò meravigliato "Come hai detto?" sussurrò incredulo.
"Ho detto che non dovevo avere una reazione eccessiva e non dovevo tirarti quel calcio…" i nostri
occhi si incollarono ed insieme concludemmo la frase "…amore mio…". Kian si avvicinò e mi
baciò teneramente "Oh Annie… dimmi che non ho sognato…" "No Kian…" risposi appoggiando la
testa sulla sua spalla "Non hai sognato…". Gli baciai la punta del naso e mi alzai dal letto
avviandomi verso la porta. "Ti amo Kian…" ed iniziai a correre verso il giardino.
Corsi e corsi senza fermarmi, ignorando le grida dei miei genitori e della governante. Non sapevo
come affrontare Kian. Dichiarargli il mio amore non era stato facile. Avevo affrontato tanti dubbi.
Avevo pensato e ripensato a Nicky, ma alla fine avevo fatto chiarezza dentro di me, ed avevo capito
che finalmente avevo aperto il cuore ad un nuovo amore. Certo non era stato facile, e combattere
contro i miei sentimenti era stato faticoso e sofferente, ma Kian si era dimostrato dolce e
premuroso. Mi aveva sempre fatto sentire il suo amore ed il suo sostegno, non abbandonandomi
mai. Averlo vicino mi aveva aiutato e quando mi accorsi di essere innamorata di lui non sapevo più
come comportarmi. Quando veniva a trovarmi e si fermava a parlare con me, rimanevo incantata a
guardarlo per ore ed ore senza stancarmi mai… ed adesso finalmente glielo avevo fatto sapere. Era
come se mi fossi tolta un enorme peso dalle spalle. Mi fermai quando qualcuno prese il mio braccio
"Da quanto tempo lo sai Annie…" sussurrò Kian stringendomi a lui. "Non lo so Kian… ma mi sono
accorta che senza di te non riesco a vivere… tu sei sempre stato vicino a me quando ne avevo
bisogno e poco alla volta il mio cuore è diventato tuo…" bisbigliai sentendo le sue lacrime bagnare
la mia guancia. Alzai il suo viso e delicatamente tolsi quelle gocce di rugiada. "Ti amo…" ripetei
nuovamente "Ti amo anche io… piccola mia…" rispose prima di sigillare il nostro amore con un
bacio. Il bacio divenne sempre più intenso e passionale. La sua lingua incontrava la mia dolcemente
e con movimenti lenti. Questa volta non mi opposi quando Kian iniziò a slacciare il mio vestito.
Prima di spingersi oltre mi prese in braccio e mi portò nei pressi della foresta dove mi posò
delicatamente ai piedi di un albero. I cespugli in fiore ci nascondevano; Madre Natura rendeva il
nostro atto d'amore segreto. Appoggiandomi sulla morbida erba, iniziò a svestirmi. Tolse il lungo
abito… la sottoveste ed il bustino. Quando fui nuda ed in suo completo possesso, sorridendo Kian
accarezzò tutto il mio corpo, amando il modo in cui tremai di piacere sotto le sue mani. Poi guidò la
mia mano sul suo corpo, e mi assistette quando iniziai a svestirlo. I suoi occhi non si staccarono
neanche un minuto da me ed anche quando arrossii dopo aver visto l'eccitazione del suo corpo,
l'unica cosa che fece fu quella di stringermi fra le sue forti braccia. "Non devi guardarmi se non
vuoi…" sussurrò sorridendo. Ma la verità era che volevo vedere il suo corpo… i suoi muscoli, i
pettorali alla quale mi sarei stretta tutte le notti. Ed anche guardare la sua virilità non mi mise più in
imbarazzo, ma mi donò solo fiducia… lui non mi avrebbe fatto male… Kian si sdraiò sopra di me
baciandomi la fronte… il collo… i seni… morsicando il mio ombelico ed infine ritornando alle mie
labbra. Baciandomi dolcemente entrò dentro di me lentamente e delicatamente facendomi provare
straordinarie sensazioni di piacere. Per tutto il bosco si poteva sentire solamente i gemiti d'amore
provocati da due persone che dipendevano interamente l'uno dall'altra. Dopo un lungo tempo io e
Kian raggiungemmo contemporaneamente il culmine del piacere, e sentii il suo simbolo di vita
entrare nel mio corpo e perdersi dentro di me. Esausti lasciammo i nostri corpi liberi e Kian si mise
vicino a me, stringendomi a lui. Baciai il suo petto e risalii fino all'orecchio "Abbiamo appena
creato qualcosa di nuovo…" sussurrai. Lui sorrise solamente e si rimise sopra di me "Meglio
esserne sicuri…" bisbigliò entrando nuovamente nella mia femminilità…
Qualche ora più tardi mi risvegliai nel mio letto e Kian era vicino a me che accarezzando i miei
capelli sorrideva felicemente. "Buongiorno…" "Ciao tesoro…" rispose baciandomi la testa.
"Grazie… hai resto questa giornata indimenticabile…". Gli spostai una ciocca di capelli dagli occhi
e gli baciai la fronte. Kian fremeva ancora sotto il mio tocco. "Prima ho sentito che dentro di me
stava nascendo qualcosa…" "Prima quando?" chiese prendendomi in giro. Gli diedi una leggera
spinta e mi voltai dandogli le spalle. "Oh… tesoro mio… scusa… scherzavo!" disse baciandomi il
collo e girandomi verso di lui. "Quando eravamo nel bosco…" sussurrai stringendolo forte. Dopo
un attimo di silenzio gli domandai "Con quante donne sei stato prima di me?". Kian mi strinse a lui
e rispose "Non lo so… sono state parecchie… ma non mi è mai importato di nessuna di loro…".
Alzai gli occhi ed incontrai i suoi "Quando ero con loro, il mio unico pensiero eri tu… " "E se loro
non valevano nulla per te, perché sei andato a letto con loro?" "Nessuna di loro aveva pudore si
offrivano a me senza esitazione… con quelle donne non ho mai fatto l'amore… la prima sei stata
tu… prima nella foresta ed adesso qui nel tuo letto, ho percepito fantastiche sensazioni…". Gli
sorrisi e dissi "Sai cosa ci vorrebbe adesso?". Dubbioso iniziò a pensare, e siccome non riusciva ad
arrivare alla risposta, lo anticipai. "Una bella sessione di baci e coccole!" e lo tirai sopra di me. Mi
guardò quasi dispiaciuto "Solo?" "Come solo? E' tutto il pomeriggio che facciamo l'amore… io
sono stanca…". Ridendo iniziò a baciarmi "E va bene… accettata la tua proposta di baci e
coccole!". Qualche minuto dopo qualcuno bussò alla porta. Kian mi guardò spaventato "Oh santa
pace!". Pensai molto velocemente ed alla fine l'unica soluzione era quello di nasconderlo. Ma dove?
Presi le coperte e gliele tirai sopra la testa. "Avanti!!!!". Mio padre lentamente aprì la porta ed entrò
in camera seguito prontamente da mia madre. "Ciao cara…" dissero sedendosi vicino a me "Hai
finito di fare i compiti?" "Sì madre…" mentii iniziando ad andare nel panico. Nel frattempo potevo
sentire il cuore di Kian battere all'impazzata. "Notiamo che tu e Kian passate molto tempo
insieme…" "Sì…" "Sei contenta della scelta che abbiamo fatto per te? Voglio dire… abbiamo fatto
bene a scegliere lui come tuo promesso sposo?". Sorrisi a mio padre "Certo… è l'unica persona con
cui potrei essere felice…". Mia madre prese la mia mano "Ci riempie il cuore di gioia sapere che
voi due siete così innamorati…". Diventai tutta rossa, come potevano sapere i miei genitori quali
erano i miei sentimenti per lui se io me ne ero accorta pochi giorni prima? "Perché tu sei innamorata
di Kian… ho ragione?" "Sì… perfettamente ragione! Sono innamorata di lui come non lo sono mai
stata di nessun altro… Neanche con Nicholas… certo ero innamorata anche di lui, ma quello che ho
con Kian è una cosa che nasce dal profondo del mio cuore. Qualunque altra persona mi avrebbe
abbandonato in un momento di bisogno… ma lui mi ha aiutato…". "Kian… non avete intenzione di
ribattere a quello che sta dicendo la vostra fidanzata?" domandò mio padre andando verso la
finestra. Entrambi io e Kian sobbalzammo dallo stupore. "Cosa volete dire padre?" "Lo sappiamo
che Kian è qui con te… quando siamo entrati pensavamo che lui fosse andato via… ma… là ci sono
i suoi abiti e tu sei notevolmente ingrassata…". A quel punto Kian riemerse dalle lenzuola, e guardò
con aria colpevole i miei genitori "Io…" e si voltò verso di me "Tu… veramente mi ami più di
chiunque altro?". Gli sorrisi e gli diedi un dolce bacio "Sì…". Il ragazzo divenne ancora più felice e
mi abbracciò fortissimo. "Ehm… conte Egan… sono perfettamente d'accordo con i vostri
sentimenti, ma per favore potete scendere dalla mia bambina?" domandò mio padre. Kian si
allontanò immediatamente da me imbarazzato. "Scusatemi signore…". "E la prossima volta se non
volete che vi scopra con mia figlia… le consiglio di stare più calmo… controllate i vostri gemiti di
piacere… si sentivano per tutta la casa…" poi si rivolse a me "Annie la stessa cosa vale per te…". E
detto così si alzarono ed uscirono dalla stanza per poterci dare il tempo di vestirci. In silenzio ci
preparammo ma Kian si avvicinò a me imbarazzato "Tesoro mio… mi sposeresti?" domandò
guardandomi amorevolmente. "Qu… quando?" "Il più presto possibile… il mese prossimo…"
ribatté prontamente "Voglio solo far sapere a tutti il nostro amore… voglio dare al nostro bambino
il mio nome…" continuò arrossendo. Mi alzai in punta di piedi e gli sussurrai all'orecchio "Va
bene… ti sposo…". E fu abbastanza chiaro che nessuno dei due riuscì a rivestirsi…
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