La rocca di Canne

Una ricerca dell'Ing. Giuseppe De Marco

Le fonti letterarie

STRABONE

GEOGRAFIA - L'Italia

BIBLIOGRAFIA

GEOGRAFIA, L'ITALIA, LIBRI V-VI

RIZZOLI LIBRI S.p.A. - MILANO - 1988

 

Estratti libro V-4

2. Proprio sul mare c'è invece Aternum, che confina col Piceno, omonima al fiume che fa da confine col territorio dei Vestini e dei Marrucini… Dopo Aternum c'è Ortona, porto dei Frentani e Buca, anche questa dei Frentani, che è vicina a Teanum Apulum… Il tragitto per mare dal Piceno al territorio degli Apuli chiamati dai Greci Dauni, è circa 490 stadi

11. …Quanto ai Sanniti, essi dapprima fecero spedizioni fino a quella parte del territorio latino che è nei pressi di Ardea; in seguito, dopo aver saccheggiato la Campania, avevano acquistato molta potenza… E infatti ora le città sono diventate villaggi: alcune sono del tutto scomparse, come Bovianum, Aesernia, Panna, Telesia vicina a Venafrum, e altre siffatte delle quali nessuna merita di essere chiamata città… Beneventum e Venusia tuttavia hanno mantenuto la loro importanza.

 

Estratti libro VI-3

9. Da Bari al fiume Aufìdus, su cui si trova il porto dei Canusiti, ci sono 400 stadi; per raggiungere il porto si risale il fiume per 90 stadi. Vicino c'è anche Salapia, porto della città di Argyrippa: non molto lontano dal mare, nella pianura, sorgono infatti due città, che furono un tempo le più grandi fra le Italiotidi, come mostra il loro muro di cinta: Canusium ed Argyrippa, che però ora è più piccola. Essa era chiamata in origine Argos Hippium, poi Argyrippa, poi con il nome odierno di Arpi. Si dice che tutte e due siano state fondate da Diomede dei cui dominio su questi luoghi vengono indicati come segni la pianura che porta il suo nome e molti altri. Nel tempio di Atena a Luceria ci sono per esempio antichi doni votivi (anche Luceria fu un'antica città dei Dauni, ora caduta in rovina) e nel mare vicino ci sono due isole chiamate "Isole di Diomede", delle quali una è abitata, mentre dicono che l'altra sia deserta. In quest'ultima, secondo quanto favoleggiando raccontano alcuni, avvenne la sparizione di Diomede e la metamorfosi dei compagni in uccelli. Anche ora infatti essi continuerebbero a stare qui addomesticati e vivrebbero quasi come esseri umani, mostrando dimestichezza verso gli uomini giusti e tenendosi invece lontani dai criminali e dagli empi. Si è già parlato a suo tempo anche delle tradizioni relative a Diomede diffuse fra i Veneti e degli onori che vengono resi nei confronti di questo eroe. È ritenuta fondazione di Diomede anche la città di Sipuntum che dista da Salapia circa 140 stadi ed era chiamata, con nome greco, "Sepius" a motivo delle seppie sbalzate qui dalle onde. Fra Salapia e Sipuntum c'è un fiume navigabile e una grande laguna attraverso i quali vengono trasportate le merci provenienti da Sipuntum e soprattutto il grano.

Presso una collina della Daunia, il cui nome è Drion, si possono vedere due santuari di eroi: quello di Calcante, situato proprio sulla sommità (coloro che consultano l'oracolo sacrificano all'eroe un ariete nero e dormono avvolti nella sua pelle) e quello di Podalirio, situato in basso, ai piedi della collina, a circa 100 stadi dal mare: da esso scorre un piccolo fiume che guarisce tutte le malattie del bestiame.

In questo golfo c'è un promontorio sul mare, il Gargano, che si protende verso levante per 300 stadi. Doppiando il capo del promontorio si incontra la piccola città di Urium, mentre le Isole di Diomede, sorgono proprio davanti alla punta. Tutta questa terra è fertile e produce ogni genere di prodotti; inoltre è la migliore per l'allevamento dei cavalli e delle pecore. La lana che si produce è più morbida di quella di Taranto, ma meno lucida. La terra è ben riparata, perché le pianure sono avvallate. Alcuni sostengono anche che Diomede si accinse a tagliare un canale fino al mare, ma che dovette lasciare incompiuta quest'opera, così come altre, perché era stato richiamato in patria, dove fu sorpreso dalla morte. Questo è uno dei racconti sull'eroe; ce n'è poi un altro secondo cui egli sarebbe rimasto qui fino alla morte e un terzo, mitico, che ho già raccontato parlando della sua sparizione nell'isola. Qualcuno può poi considerare, come quarta versione, quella narrata dai Veneti: costoro raccontano infatti una leggenda secondo cui la morte dell'eroe, che essi chiamano "apoteosi", sarebbe in qualche modo avvenuta presso di loro.

10. Le distanze citate fin qui sono quelle date da Artemidoro. Il Corografo dice invece che da Brentesion fino al Gargano ci sono 165 miglia (secondo Artemidoro sarebbero di più); di qui ad Ancona 254 miglia, mentre Artemidoro considera 1.250 stadi fino al corso dell'Aesis, fiume vicino ad Ancona, il che è molto meno. A sua volta Polibio dice che la distanza dalla lapigia è stata calcolata in miglia e che è pari a 562 miglia fino alla città di Sena; di qui ad Aquileia ci sarebbero poi 178 miglia. Essi non sono inoltre d'accordo con la misura comunemente accettata relativa alla costa illirica, dai monti Cerauni alla parte più interna del golfo Adriatico, dal momento che la indicano come superiore a 6.000 stadi, considerandola così più lunga della costa italiana, sebbene sia molto più breve. Tuttavia, come ho spesso affermato, ogni scrittore è in disaccordo e con tutti gli altri, particolarmente per quel che riguarda le distanze. Quanto a me, dove è possibile dare un giudizio, esprimo quella che è la mia opinione, ma laddove invece non è possibile, penso di dover far conoscere le opinioni degli altri. Se poi non ho opinioni da riportare, non è da meravigliarsi che anch'io abbia tralasciato qualcosa, specialmente quando si consideri il carattere della mia opera: infatti non passerei sotto silenzio qualcosa di importante, ma per quel che riguarda piccole cose, la loro conoscenza è di poco giovamento e la loro omissione risulta priva di rilievo e non toglie niente, o non molto, alla completezza dell'opera.

11. Lo spazio che viene subito dopo il Gargano è occupato da un goffo profondo: sulle sue rive abitano gli Apuli propriamente detti, che parlano la stessa lingua dei Dauni e dei Peucezi e non si distinguono da loro, almeno oggi, per nessun aspetto, sebbene sia ragionevole supporre che precedentemente ci fossero delle differenze e che per questo anche i nomi diversi abbiano prevalso in opposizione fra loro.

In tempi precedenti, dunque, l'intero paese era prospero ma fu poi devastato da Annibale e dalle guerre successive. Qui avvenne anche la battaglia di Canne, in cui i Romani ed i loro alleati subirono una grande perdita di vite umane.

Nel golfo c'è un lago e oltre il lago, nell'entroterra, c'è Teanum Apulum, omonimo di Teanum Sidicinum; a questo punto la larghezza dell'Italia sembra ridursi considerevolmente e da qui alla regione di Dicearchia, da un mare all'altro, non resta che un istmo di larghezza inferiore a 1.000 stadi.

Dopo la palude, procedendo lungo la costa, si arriva al territorio dei Frentani e a Buca. A partire dalla palude dall'una e dall'altra parte ci sono 200 stadi per giungere fino a Buca e al Gargano.

La zona successiva a quella intorno a Buca è stata già descritta in precedenza.