Sicilia terra di miti e leggende: Trinacria
Tre ninfe dopo fatto un viaggio e aver portato con sè, da ogni angolo del mondo i doni che la terra offriva, nel tornare a casa scoprono uno specchio di mare di indicibile bellezza.
La magia e la bellezza del luogo le incantò talmente che esse si disposero sull'acqua nelle tre direzioni e lasciano cadere, nel lembo di mare così circoscritto, manciate di terra che avevano serbate nel cavo della mano. e cosparsero la terra di fiori, frutti e bacche raccolte in ogni dove.
Le tre ninfe, nel racchiudere l'isola nella forma geometrica del triangolo, consegnano alla Sicilia l'appellativo di
Triquetra, di Trinacria, con cui si identifica il più antico simbolo dell'isola: le tre gambe disposte a raggera.
La
"Trikeles" è divenire perenne, l'alternarsi del tempo e delle stagioni: primavera, estate, inverno.
Tanta generosità elargita in un solo pezzo di terra, andava custodita, tutelata, difesa, protetta.
Per questo fu posto, al centro del simbolo, la testa della medusa che, nel racconto epico, riflessa sul clipeo di Athena, consente a Perseo di combattere il mostro e di recidergli il capo.
Se il feroce ghigno delle sue fattezze suggerisce di porla all'ingresso del regno degli Inferi, per dissuadere i nemici, per scoraggiare gli invasori, non diversamente la Sicilia, assumendola come simbolo, intende esorcizzare il pericolo, ammonire con ugual terrore coloro che intendono portarle guerre, saccheggiarla, dominarla.
p