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Gavi, 16 luglio 2002
NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE ......
Nulla di nuovo sotto il sole del pianeta Terzo Valico o progetto Alta Capacità in quanto nella riunione tra gli amministrazione di Novi Ligure, la Regione Piemonte e i tecnici di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) pare essere riapparso il vecchio tracciato che passerebbe all'interno dell'abitato di Novi Ligure lasciando l'ubicazione della stazione sulla stessa area e quello che più fa pensare è che si è discusso di un tracciato con soli trenta chilometri in galleria: tutto questo ci riporta ad oltre due anni fa quando il tracciato dopo l'attraversamento degli Appennini per circa 30 Km con un'ampia "S" sbucava presso Arquata Scrivia in frazione Rigoroso. Eppure son certo di ricordare che in occasione dell'incontro con l'Assessore regionale W. Casoni e l'amministrazione del comune di Novi Ligure nella biblioteca civica in un raro consiglio comunale aperto - particolare che si è risaputo solo dopo - nel quale l'amministratore regionale si era reso disponibile a garantire l'approvazione di qualunque soluzione al tracciato anche se molto onerosa in cambio dell'approvazione del progetto. Come mai a distanza di poche settimane e ormai in tempo di vacanze si sta rispolverando il vecchio progetto decisamente meno costoso disattendendo le soluzioni volute dal Comune di Novi Ligure e Pozzolo Formigaro privilegiando una soluzione con un forte impatto ambientale legato all'utilizzo delle linee storiche che attraversano Novi Ligure ? Impatto ambientale difficilmente superabile in quanto non esiste la distanza non solo dalle abitazioni private ma soprattutto, ad esempio, dall'Ospedale San Giacomo il quale peraltro potrebbe non costituire un problema se fossero vere le voci che circolano sulla volontà di chiuderlo come struttura sanitaria visto anche la continua riduzione di posti letto e l'irrefrenabile emorragia di indiscussi professionisti. Questo ripensamento potrebbe essere collegato alle forti pressioni di organi di controllo della spesa pubblica sia Europei che nazionali che in queste ultime settimane hanno espresso forti perplessità nelle modalità di reperimento dei capitali necessari alla realizzazione di questo notevole numero di opere prioritarie. Va ricordato a questo proposito che il nostro governo è firmatario del trattato di Amsterdam nel quale si è impegnato a dimostrare in modo certo il reperimento dei capitali necessari al completamento delle opere, prima del loro avvio. Quindi ciò che viene affermato da chi ci governa e cioè che quest'opera assolutamente indispensabile per far rimanere il nostro bel paese tra i grandi di EUROPA, assolutamente necessaria al porto di Genova da programmare il suo realizzo nel "breve" lasso di tempo di 14 anni, assolutamente essenziale per risolvere il problema dell'inquinamento causato dal trasporto su gomma da regalarci centinaia di camion in transito sulle nostre vetuste ed inadeguate strade, ha indotto qualcuno a meditare su tutte le problematiche negative legato al progetto - ma non solo - a come verrà reperito il denaro - questo davvero assolutamente necessario - e forse sta nascendo la preoccupazione che i cittadini non siano disposti a pagare con un calo di redditività e servizi tutto ciò. Un ultimo appunto al termine di queste considerazioni: A chi abita e lavora molto distante da tutto questo sconquasso non verrà ovviamente abbattuta la casa, non verrà egli travolto dai camion dei cantieri, non vivrà per anni ed anni dentro i cantieri stessi, non si vedrà distrutto l'ambiente in cui è nato e vissuto. Gli viene solo richiesto di contribuire alle spese perché i soldi verranno reperiti probabilmente proprio dalle nostre Pensioni, dalla Sanità, dai Servizi, ecc.. E' un progetto attuato nel totale disprezzo per coloro che vivono e lavorano nelle zone coinvolte, continua ad apparire come un'opera non necessaria, parto della aberrante filosofia de "l'importante è che costi", nell'interesse dei soliti pochi a danno dei molti (di noi tutti) Fate lavorare la fantasia : pensate al peggio e sarete nel GIUSTO !!!!!!! Gavi, 16 luglio 2002
Prof. Roberto Stretti
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