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Gavi e dintorni - Appunti e note di Roberto Stretti

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Parliamo di politica
Gavi, 29 maggio 2002
Oggetto: Osservazioni allo studio di impatto ambientale proposto da Novelectra S.p.A. per la costruzione di una centrale termoelettrica nel Comune di NOVI LIGURE

In merito al progetto presentato da Novelectra S.p.A. per la costruzione di una centrale termoelettrica nel comune di Novi Ligure ed al relativo studio di impatto ambientale, il sottoscritto Stretti Roberto, candidato sindaco nella lista civica "Amministriamo Insieme Gavi" 3' lista partecipante alle consultazioni elettorali amministrative 2001 nel comune di Gavi (AL), trasmette le osservazioni riportate nel seguito quale proprio contributo di valutazione sul piano scientifico e tecnico inerente l'installazione della centrale in oggetto nel sito proposto e le sue conseguenze sul piano ambientale dalla Legge 8 luglio 1986, n. 349.


1 - La " Liberalizzazione del mercato elettrico " non implica che la collettività debba accettare qualsiasi progetto.

Se i "programmi e i controlli opportuni perchè l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali" di cui si parla art. 41 della Costituzione non esistono, come risulta essere, per scongiurare un inutile impatto sulla salute e sull'ambiente, l'iniziativa economica dovrebbe cautelativamente essere sospesa fino alla emanazione dei programmi stessi, al fine di rispettare i principi espressi nell'art. 32 della Costituzione.


2 - Le modifiche recentemente apportate alla Costituzione attribuiscono alle Regioni potestà legislativa in campo energetico che rendono obsolete le norme di legge precedentemente vigenti in questo settore, e rendono incostituzionale la Legge 9 aprile 2002, n . 55 ( sbloccacentrali ).

Il nuovo testo della Costituzione della Repubblica, in vigore dal mese di novembre del 2001, derivante dalle modifiche apportate dal Parlamento e confermate dal recente referendum , sancisce, art 117, che "sono materie di legislazione concorrente quelle relative a .....produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia", specificando che "nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato".
Le procedure autorizzative in base alle quali la centrale in oggetto viene valutata e le relative leggi, compresa la recente Legge 9 aprile 2002, n. 55 (sbloccacentrali), risulterebbero in contrasto con la Costituzione, da cui la necessità di sospendere l'iter autorizzativo.


3 - La funzione del Piano Energetico Regionale già annunciato sarebbe vanificata dalla preventiva autorizzazione di un progetto di grande taglia come quello in oggetto.

Nel settore energetico, la volontà delle Regioni italiane di intervenire a tutelare la salute dei Cittadini (art. 32 Costituzione) e a determinare i programmi al fine di indirizzare e coordinare l'attività e economica pubblica e privata ( art. 41 Costituzione ) è stata chiaramente e solennemente affermata dal "Protocollo di Torino", sottoscritto il 5 giugno 2001 dai presidenti di TUTTE le Regioni Italiane.
In tale protocollo si afferma che:
"Le Regioni e le Province autonome .... si impegnano a garantire:

- l'orientamento delle diverse politiche alla riduzione, quanto più possibile, dei gas serra

- il coordinamento degli interventi e dei finanziamenti sia statali sia locali per il prioritario della sostenibilità;

- l'individuazione, nell'ambito dei Piani di Tutela e Risanamento della Qualità dell'aria, delle strategie ottimali per la riduzione dei gas serra;

- l'elaborazione entro l'anno 2002 di un Piano Energetico Ambientale"
.

Stante quindi il fatto che i consumi di energia elettrica del Piemonte ammontano annualmente a circa 25.000 GWh, come pubblicato dal Gestore della Rete di Trasporto Nazionale dell'Energia elettrica (GRTN) per l'anno 1999 e, che la centrale in oggetto produrrebbe una quantità annua di energia elettrica di circa 3000 GWh, ci si trova di fronte ad una centrale in grado di produrre circa l'ottava parte dell'intero consumo regionale.
La scelta di quali possano essere le tecnologie e le collocazioni più appropriate per una capacità produttiva così imponente determina indubbie ricadute per la tutela della salute e dell'ambiente e per i riflessi economici che induce.
Sottrarre alla Regione Piemonte la possibilità di governare questo processo in modo appropriato nell'ambito della propria pianificazione energetica risulta essere, oltre che in contrasto con i nuovi dettati della Costituzione, anche contrario al pubblico interesse

4 - Le necessità energetiche del Piemonte NON giustificano un impianto di questa POTENZA

La Regione Piemonte nella DGR 42-5514 del 11 marzo 2002, a proposito della centrale termoelettrica di Piossasco (To) afferma:

"... va innanzitutto considerato che le potenze elettriche relative a procedure autorizzative già concluse o a quelle in via di conclusione riguardanti nuove centrali termoelettriche o ripotenziamento di centrali esistenti, risultano essere nel medio periodo - coincidenti con la costruzione e l'entrata in servizio- sufficienti a soddisfare le necessità energetiche regionali anche alla luce della prevista tendenza di crescita dei consumi"

Localizzare in Piemonte ed in particolare nell'area di Novi Ligure una capacità produttiva di molto superiore a quanto necessario significherebbe condizionare indebitamente lo stato dell'ambiente di tale area ed il suo sviluppo futuro.

5 - L'impatto ambientale della centrale sarà inutilmente più elevato a causa della impossibilità di utilizzare in quantità apprezzabile il calore a bassa temperatura per effettuare il teleriscaldamento.

L'adozione della tecnologia del ciclo combinato è da ritenersi positiva per i noti effetti di maggiore efficienza energetica e per la possibilità di utilizzo del calore a bassa temperatura per il teleriscaldamento con notevoli vantaggi ambientali.
Tali vantaggi sono però ovviamente dipendenti dal fatto che vi sia una concreta prospettiva di poter davvero utilizzare localmente la massima quantità possibile di questo calore a bassa temperatura prodotto.
Il Proponente presenta la possibilità di cedere vapore per usi dello stabilimento ILVA, ma dagli scarni dati rilevati nella documentazione non è possibile dedurre quale sarà il reale utilizzo di energia termica su base annuale ed esso appare essere verosimilmente molto basso rispetto alla disponibilità della nuova centrale.
Si ritengono in proposito necessari sia un approfondimento tecnico, sia la verifica dell'impegno dell'ILA per utilizzo di determinate quantità annue di vapore.
In mancanza di questi approfondimenti si può verosimilmente ritenere che la quantità di calore co-generato dalla centrale in progetto sia enormemente superiore a quella che verrà realmente utilizzata a livello locale con lo spreco di una notevolissima quantità di calore in bassa temperatura.
In tale verosimile ipotesi l'impatto ambientale della centrale in progetto sarebbe in definitiva molto più elevato di quanto ottenibile attraverso una diversa distribuzione della stessa capacità produttiva sul territorio, la quale potrebbe rendere realmente utilizzabile il calore co-generato e pertanto compensare almeno in parte l'inquinamento ambientale provocato di altre caldaie industriali o degli impianti di riscaldamento presso gli edifici che potrebbero essere teleriscaldati.

6 - Il gas naturale non è una "fonte energetica" rinnovabile e neppure pulita pertanto una massiccia ed incondizionata crescita del suo utilizzo non è appropriata a causa delle conseguenze sulla salute, sull'ambiente e sul clima.

Alla "fonte energetica" costituita dal gas naturale non è applicabile nè formalmente nè sostanzialmente la qualifica di "energia rinnovabile" e neppure quella di " energia pulita.
La nota esauribilità di tale fonte si unisce alla caratteristica di emettere durante la combustione in aria notevoli quantità di OSSIDI DI AZOTO (NOx) di cui sono noti gli effetti negativi sulla salute sull'ambiente e sul clima.
La combustione genera inoltre inevitabilmente ingenti quantità di anidride carbonica (co2) con accertati effetti climalteranti.
Il fatto che tali emissioni sono per qualità e quantità inferiori a quelle che caratterizzano altri combustibili quali il petrolio o il carbone rende il gas naturale appropriato per la riconversione di impianti esistenti che utilizzano tali tipi di combustibili.
Le nuove installazioni invece in armonia con tutte le raccomandazioni internazionali, comunitarie, e nazionali, dovrebbero privilegiare l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e pulite.
La centrale in oggetto consiste a tutti gli effetti in una nuova installazione e pertanto l'utilizzo .del gas naturale non è appropriato.

7 - Il progetto Novelectra non si basa su una predefinita strategia nazionale nel settore energetico e pertanto, non garantisce che la produzione energetica avvenga riducendo al minimo l'impatto sull'ambiente e sulla salute.

Procedendo per "iniziative puntuali" affidate esclusivamente alle scelte imprenditoriali, come avviene per il caso in oggetto, non sarà possibile garantire che non vi siano conseguenze sull'ambiente e sulla salute dei Cittadini che avrebbero potuto essere evitate utilizzando alternative diverse da quella proposta.

8 - L'impatto della nuova centrale sulla qualità dell'aria appare insostenibile.

La parte dello Studio di Impatto Ambientale riguardante l'impatto della nuova centrale sulla qualità dell'aria, se correttamente effettuata, porterebbe alla conclusione che nel sito proposto la realizzazione di un impianto con le caratteristiche di quello in oggetto è AMBIENTALMENTE INCOMPATIBILE.
Lo studio del Proponente Novelectra afferma (S.I.A.2. 2. 26.) che la direttiva 1999/30/CE "non è ancora recepita".
Invece tale direttiva che fissa nuovi e più restrittivi valori limite per l'inquinante NOx è stata recepita con Decreto del Ministero dell'Ambiente del 2 aprile 2002 n. 60 e pubblicata sul supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale del 13 aprile c. a.
Tenuto conto di come si presenta la situazione attuale nella zona circostante rispetto alla qualità dell'aria ed in particolare rispetto alla presenza di NOx che vede il superamento persino dei "vecchi" limiti si ritiene che l'ulteriore consistente contributo di tali inquinanti originato dalla nuova centrale termoelettrica porti a maggiore ragione a superare i valori massimi stabiliti dalla recente normativa sopra citata.

9 - Le ricadute sull'ambiente locale non appaiono valutate correttamente.

Nello Studio di Impatto Ambientale per la centrale in oggetto non appaiono sufficientemente approfondite nè le cause di degrado ambientale locale già previste o già in essere, nè le previsioni sugli effetti che l'esercizio dell'impianto sommandosi alle altre cause avrà a livello locale sia sulla salute degli abitanti sia per le coltivazioni agricole e gli ecosistemi naturali.
Tali effetti non appaiono trascurabili per le seguenti ragioni.
- elevato tempo di funzionamento dell'impianto (8000 ore/anno)

- elevatissima potenza termica dispersa nell'ambiente atmosferico dell'ordine dei 300 MWt

- notevole emissione di ossidi di azoto (NOx) monossido di carbonio (CO) e di anidride carbonica (CO2)

10 - Sovrapposizione di altri progetti.

Nello Studio di Impatto Ambientale per la centrale in oggetto non si tiene conto del potenziale sovrapporsi di inquinanti dovuti alla realizzazione di progetti presentati o in via di presentazione riguardanti quest'area che aggraverebbero notevolmente la situazione ambientale .

11 - L'impatto della nuova centrale riguarda anche aree particolari.

L'area interessata dai fumi comprende biotipi protetti, parchi montani e parchi fluviali
Il danno ambientale sarebbe insostenibile.

12 - L'impatto particolarmente pesante sulla VALLEMME

Lo Studio non tiene assolutamente conto che una zona interessata dai fumi sarebbe la Vallemme , area molto ampia, collinare a vocazione quasi esclusivamente vitivinicola, la cui produzione è di pregio mondiale con prodotti tipici DOCG., a cui va aggiunto l'inquinamento elettromagnetico dell'elettrodotto Novi Ligure - Vignole Borbera che andrà ad interessare oltre a GAVI , diversi comuni limitrofi

Si richiede pertanto uno specifico approfondimento in tal senso dello studio di impatto ambientale.

CONCLUSIONI
Si richiede innanzitutto la verifica del rispetto delle normative citate
Alla luce delle osservazioni sopra riportate si richiede alla Conferenza dei Servizi istituita dalla Regione Piemonte ed al Ministero dell'Ambiente di pronunciarsi negativamente sullo Studio di Impatto Ambientale, di richiederne una totale rielaborazione di base a quanto segnalato e richiesto e, comunque di sospendere l'esame del progetto fino alla definizione del Piano Energetico Regionale per il Piemonte.
Si chiede che vista la rilevanza ambientale e sociale del progetto in oggetto si disponga l'effettuazione di una audizione pubblica ambito della quale i Cittadini della zona possano essere ascoltati riservandosi di produrre in tale occasione eventuale documentazione integrativa


Novi Ligure , 29 maggio 2002

Prof. Stretti Roberto
Loc Vallegge 31
15066 GAVI (AL)
Tel. 0143/ 64.33.82


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