STRUTTURA  DEL  PENSIERO  LOGICO-SIMBOLICO

 

Io credo che gli aspetti neurobiologici di quello che per molti studiosi è la struttura della coscienza (dialettica talamo-corticale)1 non chiariscano del tutto i meccanismi che regolano quest’ultima, anche se è assodato che la dialettica talamo-corticale ne costituisce la base neurobiologica.

Sono molto all’avanguardia gli studiosi americani in questi aspetti ma sono del tutto ignari degli aspetti psicologici e storico dialettici della questione, che poi è la questione base del problema che riguarda la struttura del pensiero. A mio avviso la realtà dialettica sarà sempre negata ad una civiltà che fonda le sue origini nel “pragmatismo” e che ritiene che un pensiero sia valido se “è anche utile”.A tale civiltà manca una categoria essenziale del pensiero, che ha caratterizzato la storia occidentale e si identifica con la Dialettica. Solo mettendo a fuoco le unità delle culture si riesce a costruire  il meccanismo neurobiologico da un lato e psicologico storico dialettico dall’altro come base del pensiero logico-simbolico. Quando parlo dell’aspetto psicologico mi riferisco particolarmente alla “psiche” in senso freudiano “super ego-ego-es”. Ritengo questa scoperta dell’inconscio come una scoperta rivoluzionaria che mette in crisi i falsi illuministi poi affluiti nel positivismo che ancora attualmente rifiutano e la psicoanalisi come scienza, considerandola ancora vaga, ma soprattutto rifiutano “l’inconscio” come categoria partecipe della stessa struttura del pensiero logico-simbolico. Il problema fondamentale per introdurci nella struttura del pensiero è capire che l’inconscio è essenziale nonostante ci sia un’ANOMALIA STORICA che a mio avviso si pone alla base del funzionamento della logica che conosciamo. (vedi schema)

Per dar vita ad un pensiero creativo logico simbolico, l’umanità ha dovuto casualmente nella propria evoluzione creare un ordine di governo anomalo in cui poche persone potevano pensare e creare prodotti culturali a scapito di molti ai quali era impedito di soddisfare le loro pulsioni primarie. Tutto ha origine dalla


[1] dagli studi di R. Llinas

 

RIMOZIONE ORIGINARIA che io colloco al tempo delle grandi civiltà mesopotamiche e micenee, cioè nel momento in cui alcuni uomini potevano pensare e per farlo hanno dovuto rimuovere qualcosa di storicamente “imperdonabile”. E, per dirla con Ernest Jones2:” solo ciò che viene rimosso ha bisogno della rappresentazione simbolica”.

La rappresentazione simbolica è, a mio avviso, il cuore della struttura del pensiero fino a giungere alla sua produzione culturale tramite un linguaggio logico-simbolico. In questa millenaria anomalia penso alla irrazionalità dell’inconscio semplicemente come al momento dialettizzante che dà al razionale la sua valenza concreta all’interno del pensiero matematico. Quest’ultimo, oltre che essere simbolico, acquista anche, come spiegherò, la valenza logica mediante l’equilibrio delle pulsioni primarie attraverso il meccanismo freudiano della “sublimazione”. Con il momento della rimozione, tali pulsioni mediante FISSAZIONE hanno il loro RAPPRESENTANTE PSICHICO. La fissazione di una pulsione all’oggetto è inquadrata in una concezione genetica.“… di una fissazione della pulsione a una fase o a un oggetto, e l’idea di trascrizione della pulsione nell’inconscio… trascrizione che subirebbe una rappresentazione nel passare da un sistema a un altro…. Si può vedere in questo paragone tra il rapporto della pulsione col suo rappresentante e la trascrizione di un segno (di un “significante”, per usare un termine linguistico) un mezzo per chiarire la natura della rappresentanza ideativa3 Nella pulsione rimangono tracce dell’evoluzione ontofilogenetica. Questo segno in immagini di memoria sottolinea un momento che Changeux4 definisce STABILIZZAZIONE dell’accoppiamento tra neuroni dell’assemblea


[2] Ernest Jones, “Internazionale Zeitschrift fur arztliche Psychoanalyse“

[3] : Laplanche Pontalis, „Enciclopedia della psicanalisi“, Laterza 1968:

titolo originale: “Vocabulaire de la psychanalyse”.

[4] Changeux, "L'uomo neuronale",Feltrinelli, Milano. 4° edizione 1993, pag. 164 – 2 L'homme neuronal" 1983, Librairie Arthème Fayard