La Spezia custodisce un interessantissimo patrimonio museale, arricchito e particolarmente valorizzato negli ultimi anni.

Per lungo tempo unica sede museale pubblica dell’intera Lunigiana, la città ha necessariamente raccolto i reperti che da questa regione provengono, divenendo di fatto sosta irrinunciabile per conoscere le vicende di una terra densa di storia e di cultura.

Alle collezioni storiche, sia di carattere archeologico e artistico che etnografico e naturalistico, si sono aggiunti nel tempo, con grande concentrazione in questi ultimi anni, nuclei museali derivanti da donazioni private, autonomi pertanto dalla storia del territorio, ma prodotti dall’entusiasmo dei singoli collezionisti.

Museo «Amedeo Lia»
CAMeC
Museo del Sigillo
Palazzina delle Arti
Museo Diocesano
Museo Etnografico
Museo del Castello
L'Arsenale Militare
Museo Tecnico Navale
Museo dei Trasporti



CAMeC



Situato in piazza Cesare Battisti, il Centro per l’Arte Moderna e Contemporanea ospita sia opere derivanti dalle raccolte civiche storiche, sia le collezioni d’arte donate al Comune della Spezia da Giorgio Cozzani e Ferruccio Battolini.
Le Civiche Collezioni appaiono formate da circa settecento dipinti, dei quali i nuclei fondamentali sono costituiti dai documenti pittorici ottocenteschi principalmente a firma di Fossati, Valle e Pontremoli, qui non esposti, raffinati vedutisti della seconda metà del secolo attenti al divenire storico della città e del territorio, e dalle opere derivanti dal Premio del Golfo, istituzione voluta da Marinetti nel 1933 e ripresa quindi con fortuna negli anni compresi fra il 1949 e il 1965, e ancora, nuovamente, dal 2000.
Al Premio parteciparono i principali protagonisti della vicenda artistica italiana, ad iniziare dall’acceso dibattito fra astrattisti e figurativi che tanto peso assunse nell’immediato dopoguerra.
La collezione Cozzani raccoglie invece circa novecento opere, sia dipinti che disegni che grafica, con particolare attenzione all’espressionismo e alle avanguardie storiche, fino a giungere alle nuove tendenze.
Fondamentale pertanto il dialogo che necessariamente si instaura fra i due nuclei collezionistici, integranti reciprocamente il percorso visivo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento per giungere alla poesia visiva ed all’arte concettuale in genere.
In aggiunta alle già prestigiose raccolte, il critico d’arte Ferruccio Battolini ha donato la propria collezione d’autori contemporanei formata da circa cinquecento opere. E’ questo un altro ricco capitolo che si aggiunge ai nuclei civici e Cozzani, accompagnato da un’importante sezione archivistica e libraria, vero spaccato della critica d’arte del Novecento.
Ma, oltre ai nuclei permanenti che sono esposti a rotazione, il Museo è sede di importanti mostre e di incontri, “porto insonne” che diviene un grande laboratorio per la contemporaneità, aperto alle esposizioni temporanee, alla didattica, al restauro in loco, ai convegni e approfondimenti.

CAMeC
Piazza Cesare Battisti, 1
Tel 0187 734 593


Museo del Sigillo



Attigua al Museo “Lia”, la Palazzina delle Arti è stata progettata da Franco Oliva intorno agli anni Venti, originariamente come Ufficio di Igiene.
Di gusto neomedievale, si notino le aperture ad arco acuto ed i catini ceramici inseriti al di sopra delle finestre; si ricollega idealmente, anche se non storicamente, al contiguo Convento di San Francesco da Paola.
Al seguito dell’apertura del Museo “Lia” si è provveduto al recupero anche di questo edificio, destinato a sede della Biblioteca speciale d’arte e archeologia con annessi laboratori didattici, dell’esposizione permanente della collezione dei sigilli, a spazi destinati a mostre temporanee e a convegni.
La “collezione dei sigilli” deriva dalla donazione compiuta dai coniugi Capellini al Comune della Spezia e si qualifica, con ogni probabilità, la più vasta raccolta che esista al mondo.
I sigilli testimoniano la necessità di confermare la proprietà di un determinato documento e di attestarne in genere la qualità giuridica e sono pertanto oggetti che da sempre hanno accompagnato la vicenda umana. Per questo motivo il Museo spezzino raccoglie ed ordina sigilli di epoca e provenienza diversissime, da quelli dell’antico Egitto a matrici prodotte in Cina, Tibet e Nepal, da quelli prodotti in Occidente nel corso del Medioevo fino alle linee sinuose e sensuali dei sigilli liberty.

Museo del Sigillo/Palazzina delle Arti
Via Prione, 236
Tel : 0187778544


Palazzina delle Arti



L’edificio è composto da tre piani: al pt. ha sede la biblioteca speciale di storia dell’arte e archeologia.
Le sale destinate alle esposizioni temporanee della Palazzina delle Arti si articolano sui due piani superiori.
Al primo livello, adiacente al Museo del Sigillo, si trovano due stanze espositive di medie dimensioni ed una molto ampia utilizzata anche per presentazioni e conferenze.
Il secondo livello è dotato di un altro spazio polifunzionale con galleria vetrata.
In questi spazi vengono generalmente allestite mostre d'arte moderna e contemporanea (fotografia, scultura e pittura) con particolare riguardo alla storia regionale e del territorio provinciale.
Sulla copertura dell'edificio è stato inserito un volume piramidale in vetro e acciaio, un "occhio" verso l'alto che riprende, in forma moderna, il motivo tradizionale dell'abbaino.
All'altezza del tetto si estende l'ariosa terrazza recuperata e riprogettata per uno spazio espositivo all'aperto molto suggestivo perché permette la visione dall'alto di tutta la struttura museale e della città.

Museo del Sigillo/Palazzina delle Arti
Via Prione, 236
Tel : 0187778544


Museo Diocesano



Lungo la via Prione, la facciata ottocentesca di gusto tardoneoclassico nasconde lo sconsacrato oratorio di San Bernardino, noto dai documenti a partire dallo scorcio del XV secolo. Posto presso la Porta omonima di accesso alla città murata per chi proveniva da Genova, l’oratorio ingloba un tratto delle mura bassomedievali che dal castello scendevano a chiudere la città in direzione dell’attuale piazza Beverini. Dopo essere stato per lungo tempo sede della Pubblica Assistenza, l’edificio è stato recuperato a fini espositivi nell’ambito del programma di apertura al pubblico dei Musei Diocesani della Spezia, Sarzana e Brugnato. La necessità di una triplice sede è scaturita dalla complessa vicenda della diocesi nata a Luni, trasferita nel 1204 a Sarzana, privata di una porzione territoriale con la creazione nel 1133 della diocesi di Brugnato da parte della neonata arcidiocesi di Genova, e del trasferimento della sede episcopale alla Spezia avvenuta nel 1929.
Le collezioni permanenti di manufatti artistici della vita della diocesi si accompagna necessariamente all’esposizione temporanea e tematica di manufatti liturgici e chiesastici in genere, al fine di restituire un quadro completo della vicenda religiosa del territorio senza depauperare in maniera stabile il patrimonio di pertinenza delle parrocchie e degli enti.
Nei due piani destinati al percorso espositivo si segnalano in special modo la grande tela raffigurante “La triplice incoronazione di San Nicola da Tolentino”, già destinata alla perduta chiesa degli Agostiniani nel campo omonimo, eseguita nel 1539 dallo spezzino Antonio da Carpena, le sculture gotiche rappresentanti la Vergine con il Bambino provenienti dalla pieve di Santo Stefano di Marinasco e da Sant’Andrea di Fabiano, le quattrocentesche ardesie scolpite e incise, i numerosi oggetti liturgici.

Museo Diocesano

Via Prione, 156
tel: 0187258570


Museo Etnografico



Nello stesso edificio in cui è attivo il Museo Diocesano si trova anche il Museo Etnografico, intitolato a Giovanni Podenzana, l’appassionato raccoglitore che sullo scorcio del XIX secolo recuperò elementi della tradizione popolare e della vita associata del contado che stava svanendo sull’onda dell’industrializzazione.
I materiali conservati ed esposti, databili dal XVIII secolo alla prima metà del Novecento, si articolano in sei sezioni: la devozione e i culti popolari, la superstizione e le pratiche terapeutiche, i gioielli e le oreficerie, gli arredi domestici, il lavoro e gli oggetti di corredo e infine il capitolo dedicato alla filatura e alla tessitura e all’abbigliamento.
Ne emerge un mondo di alta civiltà, capace di trasformare oggetti minuti e di nessun fascino intrinseco apparente in piccoli capolavori artistici, una quotidianità nobilitata da un artigianato sapiente.
Notevole la sezione dei tessuti e dei costumi delle singole comunità della Lunigiana storica con i gioielli d’oro in filigrana da indossare nei giorni della festa e da mettere in mostra con il debito e necessario orgoglio, così come i singolari cappellini femminili, di minutissime dimensioni, che tanto avevano meravigliato i viaggiatori stranieri del secolo passato in visita nel Golfo.
Ma ancora gli strumenti domestici e gli utensili connessi con le attività agricole o della pastorizia, gli arredi e le suppellettili della casa, i segni della devozione e della religiosità popolari sono elementi tutti che costituiscono un repertorio di raro fascino e di sottile seduzione.

Museo Etnografico
Via Prione, 156
Tel 0187 258570


Museo del Castello



Il Museo Civico Formentini è stato istituito nel 1873, vale a dire in quel periodo, conseguente l’Unità d’Italia, in cui molte città andavano confermando la propria immagine storica e culturale affidandola alla sacralità del museo, luogo della memoria per antonomasia.
Alla Spezia questo risulta essere un periodo di particolare mutamento, in quanto la città storica viene ad essere ingrandita e modificata in seguito ai lavori compiuti per l’edificazione del grande Arsenale Militare. Proprio tali interventi contribuiscono a mettere in luce un mondo sommerso che fornisce testimonianze tanto naturalistiche quanto archeologiche, materiale che conferma la lunga frequentazione del golfo spezzino e del suo retroterra: il Museo conserva materiale proveniente dalla Lunigiana storica, ampia regione di precisa identità culturale sia pur non riconosciuta negli odierni confini giuridici ed amministrativi.
Il trasferimento delle Civiche Collezioni Archeologiche è operazione recentissima, nata dall’esigenza di dare degna sede all’ampia sezione già ordinata al piano inferiore dell’attuale Museo “Podenzana”. I reperti così ordinati nel restaurato Castello costituiscono un indispensabile percorso per conoscere la frequentazione e l’uso del territorio lunigianese a partire dalla preistoria per giungere all’Età medievale, percorso integrato e dialogante con il contenitore storico in cui il Museo risulta allestito, vale a dire il Castello, appunto.
In apertura sono raccolte testimonianze comprovanti la frequentazione umana della costa e dell’entroterra già dall’Età del Rame, ossia dal IV millenio a. C., quando il rito della inumazione collettiva in grotticelle naturali è provato dai semplici corredi funebri. Allo stesso periodo risale la prima produzione delle straordinarie statue stele, sculture antropomorfe poste un tempo a tutelare il territorio, femminili, maschili ed asessuate, ornate di armi e gioielli e caratterizzate sorprendentemente nei loro ruoli sociali. Fra tutte la testa frammentaria rinvenuta a Verrucola, dallo sguardo acuto e penetrante, diviene quasi cifra araldica e distintiva di questa società lontana.
Dopo una sosta produttiva, le statue stele vengono nuovamente prodotte a partire dalla media Età del Ferro: a contatto con la civiltà etrusca e a ridosso della romanizzazione del territorio le antiche pietre sono raschiate e riscritte, palinsesti ora di offesa e non solo più di difesa, impugnanti le armi che un tempo erano solo sintomo di decoro e potere sociale.
La vita materiale agricola e pastorale è testimoniata dal materiale proveniente dai castellari, insediamenti abitativi di altura fondati nella media Età del Bronzo ma recuperati in funzione stanziale ogni qualvolta  si presentasse necessità di arroccamento difensivo, e dalle tombe a cassetta, sei lastre in principio litiche e quindi, a contatto con la cultura romana, fittili, contenenti le ceneri del defunto ed il corredo di pertinenza.
Nella porzione superiore del forte è ordinata gran parte della collezione Fabbricotti, vale a dire la vasta raccolta di materiale romano lunense già appartenente alla famiglia Fabbricotti e pervenuta al Comune della Spezia nel 1939.
Luni, la splendente sorella del sole, la città bianchissima che nel V sec. d. C. veniva ancora paragonata alla neve incontaminata che oramai si sfaceva nel verde della campagna, ha fornito una messe entusiasmante di reperti che illustrano con precisione tanto la vita pubblica e ufficiale quanto gli aspetti più quotidiani della comunità che l’abitava. La sezione architettonica, la sala dedicata ai culti con particolare attenzione a quelli funerari, gli instrumenta domestica, la statuaria e la ritrattistica, i mosaici e la collezione epigrafica, fino agli straordinari frammenti marmorei di età bizantina e carolingia derivanti dalla perduta cattedrale lunense garantiscono un percorso di grande suggestione nella cultura e nell’arte romane fino al diluirsi delle stesse negli apporti derivanti da altre culture al seguito della caduta dell’Impero.
Dalle terrazze del Castello, infine, lo sguardo giunge a comprendere tutto il Golfo, le sue colline ed il lucore perenne delle Alpi Apuane.

Museo del Castello "Ubaldo Formentini"
Via XXVII Marzo
Tel 0187 751 142


L'Arsenale Militare



L’Arsenale Militare Marittimo della Spezia è, in qualche modo, una città nella città.
Tenacemente voluto dal Ministro Cavour e progettato da Domenico Chiodo, l’Arsenale viene impiantato nella parte occidentale della città, in corrispondenza dell’attacco della sponda del golfo.
L’idea di un grande arsenale era già stata di Napoleone, che aveva compreso le potenzialità militari del Golfo della Spezia, in realtà sottoutilizzato a tale scopo dalla Repubblica di Genova.
Dei grandiosi progetti napoleonici fu però concluso ben poco, e solo alla metà dell’Ottocento venne ripresa l’idea dell’arsenale.
Nel 1857 la Marina Militare fu trasferita da Genova alla Spezia ed i lavori dell’attuale arsenale iniziarono a ridosso dell’avvenuta Unità d’Italia, nel 1861, fino al 28 agosto 1869, quando, facendo entrare l’acqua nei grandi bacini, si inaugurò ufficialmente l’enorme stabilimento.
In realtà i lavori proseguirono fino alla fine del secolo, e anche oltre, completando poi le opere di difesa della città e della piazzaforte militare con le ampie mura di cinta e le numerose fortificazioni sulle alture dell’intero golfo.




Museo Tecnico Navale



 

Ogni Museo è una storia e il Museo Tecnico Navale della Spezia ne racconta una in particolare che guarda all’uomo e alla sua capacità di confrontarsi con il mare elemento da sempre amato e temuto.
Il suo ingresso ne fa subito assaporare lo spirito: a terra un mosaico che ricorda antichi navigatori; a destra una collezione di anfore romane sormontate da una serie di rappresentazioni di carte geografiche che fanno immaginare piccoli “gusci di noce” nelle distese degli oceani; a sinistra il modello della Fregata della Marina sabauda San Michele, e poi una vetrina, con particolari d’uniformi d’epoca, ci fa immergere nel mondo della storia; mentre lo stemma ligneo dell’Incrociatore Liguria, preso a logo del Museo, ci porta ove nasce la tradizione della nostra Marina.
La visita al Museo ci conduce attraverso: una preziosa raccolta di polene tra cui quella proveniente dalla fregata napoletana “La Minerva”, a bordo della quale, per ordine di Nelson, fu impiccato l’ammiraglio Francesco Caracciolo, modelli di navi e velieri di ogni epoca tra cui la splendida fregata “San Michele” e la poderosa corazzata “Roma”, mezzi navali leggendari tra cui il “maiale” ( siluro a lenta corsa ), il barchino d’assalto tipo S.M.A. ed il barchino esplosivo tipo M.T.M., preziose reliquie come le parti maggiori del relitto del sommergibile Scirè e la radio usata nella mitica tenda rossa dei superstiti della spedizione polare del dirigibile Italia comandata dal generale Nobile.
Vagando per le sue sale il visitatore può osservare la stazione ricevente-trasmittente usata nel 1897, a La Spezia, da Guglielmo Marconi nei suoi primi esperimenti di telecomunicazioni, centinaia di rare armi bianche, le teche dei nodi e delle attrezzature, parti di navi, uniformi, una vasta collezione di medaglie raffiguranti quasi tutte le unità della nostra marina dall’unità ad oggi ecc.
Ci troviamo quindi di fronte ad un luogo unico, orgoglio della nostra Marina Militare, in cui si mantiene vivo il culto e la tradizione della marineria.

Storia e caratteristiche del museo
Giunto nella sede attuale nel 1958, dopo essere stato alloggiato dal 1923 all’interno dell’Arsenale in prossimità dell’Officina Congegnatori, il Museo Navale della Marina Militare ha una storia centenaria, iniziata con i cimeli della Marina sabauda raccolti ed ordinati nel corso del Settecento a Villafranca. Trasferito alla Spezia da Genova nel 1870, costituisce a tutt’oggi una tappa irrinunciabile per la storia della Marina e per lo studio dell’evoluzione tecnica legata al mare e alla navigazione. Il Museo espone difatti un’interessantissima e ricchissima scelta di materiale, ordinato, pur nella vastità ed eterogeneità, secondo criteri tanto tipologici che cronologici, ad iniziare dai modellini di imbarcazioni dell’antichità. Una sezione museale appare dedicata agli importanti mezzi d’assalto, fra i quali spicca il gruppo relativo al MAS già utilizzato da Luigi Rizzo nell’impresa di Premuda, mentre con significativi frammenti dello scafo del sommergibile Scirè adibito al trasporto di “maiali” (tecnicamente “Siluri a Lenta Corsa”), recuperati nelle acque di Haifa dove il mezzo è affondato nel tentativo di forzamento di quella base, è composto un monumento in memoria delle gesta compiute. Una delle sezioni di maggior fascino e di particolare pregio è certamente quella costituita dalle polene, e fra queste risultano notevoli quelle che derivano dalla corvetta San Giovanni, dal Regio Trasporto Cambria del 1846 e la polena già posta sulla Regia Fregata Italia, ex Farnese della Reale Marina Napoletana. Fra tutte, anche per una forma di seducente fascinazione che da sempre l’accompagna, è notissima la polena detta Atalanta, recuperata dalla cannoniera La Veloce nelle acque dell’oceano Atlantico. Tra le armi si segnala una mitragliatrice prelevata dai marinai italiani nel 1901 ai Boxers cinesi, nel corso della spedizione che si concluse con la liberazione delle legazioni europee assediate a Pechino, e tra i numerosissimi cimeli spiccano quelli provenienti dalla Stella Polare e ancora i resti dell’apparecchio radio di fortuna del marconista Biagi nel corso dell’impresa di Umberto Nobile. Altri cimeli ricordano vivamente gli esperimenti realizzati da Guglielmo Marconi che proprio nel golfo spezzino, nel 1897, stabilì il contatto radio con il Rimorchiatore n. 8 e con la nave San Martino. Molti sono ancora i reperti ed i cimeli che il Museo raccoglie, importanti testimonianze della storia della Marina, ed i lavori di ampliamento e di riallestimento in corso restituiranno un quadro ancora più completo del patrimonio qui conservato.

Museo Tecnico Navale
Viale Amendola, 1
Custodi: 0187784693
Segreteria: 0187784836
Biblioteca: 0187784832
Sito Web: http://www.marina.difesa.it/laspezia/museo.asp




Museo dei Trasporti



Istituita nel 1986 l’Associazione Museo Nazionale dei Trasporti nasce con lo scopo di salvaguardare i mezzi filoviari, allora sempre più rapidamente sostituiti da veicoli elettronici o a combustione.
Alla sezione pertanto del trasporto su gomma, che a questa data risulta straordinariamente ben rappresentata non solo da filobus, ma anche da autobus, si sono aggiunti in seguito anche i mezzi ferroviari, sia locomotive che materiale rimorchiato.
I mezzi su strada sono provvisoriamente ospitati nel capannone storico dell’A.T.C., struttura progettata sullo scorcio del XIX secolo, mentre il nucleo dei veicoli ferroviari sono esposti in uno spazio idoneo prossimo alla stazione ferroviaria della Spezia.
Con le Ferrovie dello Stato è inoltre attiva una convenzione che garantisce l’utilizzo di treni storici in periodi determinati e per specifiche manifestazioni, sia in Lunigiana che in Garfagnana.
Il Museo è anche dotato di una biblioteca specializzata, di documenti ed oggetti legati alla storia del trasporto, di un’amplissima fototeca, materiale tutto in attesa di un adeguato ordinamento espositivo.

Museo Nazionale dei Trasporti
Via Fossitermi
Tel: 0187718912
Sito Web: Museo Nazionale dei Trasporti