SHEMA  ISRAEL (Dt 6,4-6;  -  Mt 22,1-14; 34-39)

 

Deuteronomio - cap. 6

[4]Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo.

[5]Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.

[6]Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore;

Mt 22,34-39

[34]Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme

[35]e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova:

[36]<<Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?>>.

[37]Gli rispose: <<Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.

[38]Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.

[39]E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.

                                                                           

Andiamo subito al versetto quarto del deuteronomio, esordisce con ascolta Israele, che cos’è l’ascolto?

Per ascolto s’intende accoglienza, il farsi grembo per Dio, dico per Dio perché l’accoglienza della sua parola equivale ad accogliere Dio stesso, come ci insegna Giovanni nel primo capitolo del suo vangelo [1]In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Quando dico farsi grembo intendo proprio di essere come il grembo di Maria che accolse Cristo, lo custodì, lo fece crescere e alla fine lo offrì al mondo. Questo è quello che dobbiamo fare noi. Maria è l’emblema di ogni cristiano. Continuando, Dio dà la parola che deve essere accolta, fatta crescere e manifestata al mondo e questa parola è:  il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo.

La prima verità da accogliere è che il Signore deve essere il nostro Dio e deve essere l’unico Dio. Sappiamo che questo è il primo comandamento detto al plurale, ma perché ci dice questo? Perché è fondamentale per l’uomo sapere che esiste un unico Dio e che questo Dio deve essere il Signore dell’uomo. Senza questa verità ogni uomo si costruisce degli idoli senza vita e che non possono dare la vita. Purtroppo molti uomini adorano il dio denaro, il dio sesso, il dio potere, il proprio io con la sua vanità con il suo orgoglio, con il suo egoismo etc..  quindi non basta sapere che Dio è uno, ma è necessario che questo unico Dio diventi il nostro Dio

Il versetto quinto è una richiesta d’amore. Dio chiede all’uomo di essere amato, è una richiesta forte che non lascia spazio a nessun’altro dio, e fa appello a tutto l’essere dell’uomo. Egli chiede per ben tre volte di essere amato e questa richiesta mi fa ricordare quel meraviglioso episodio in cui Gesù perdona e riconferma Pietro sulla riva del lago; anche in quel caso Gesù chiede per tre volte a Pietro se lo ama, gli dà la possibilità di esprimere il suo amore per guarirlo dalla ferita del tradimento, cioè dai sensi di colpa, dal senso di indegnità, dal senso di fallimento e dall’abbattimento e scoraggiamento che ne derivano. Allora io penso che ogni uomo per il peccato ereditato da Adamo nel suo inconscio si senta così, e l’amore espresso a Dio diventa fonte di guarigione e di salvezza. Ma perché tre volte?

Forse perché nell’uomo l’essenza del suo essere comprende tre parti: l’anima, il cuore e il corpo e perciò vuole essere amato da tutto ciò che è l’uomo. O forse perché essendo Dio uno è trino ha voluto dirci amami tutto, non amare solo una parte di me amami tutto, non dimenticare il Padre e nemmeno lo Spirito Santo, e nemmeno Gesù,  amami tutto!

Continuiamo con il quinto versetto, Dio ci chiede di essere amato in che modo?

 con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.

Vediamo queste tre parti dell’uomo:

·        CUORE kard…aj = CARDIAS : Nel vocabolario greco dice: come sede del movimento del sangue e della vita; come sede delle sensazioni, dei desideri e delle passioni; come sede del pensiero e della determinazione. Nel vocabolario Palazzi dice le facoltà affettive, l’intimo dell’animo.

Possiamo dire che il cuore è la sede dei sentimenti, delle passioni, degli istinti, dei desideri, dell’inconscio, della spontaneità, del carattere, della personalità, il cuore è connesso con il corpo mediante gli istinti naturali (fare esempio: sessualità, aggressività); è la parte più profonda dell’uomo, e spesso l’uomo non conosce il contenuto del suo cuore, ma Dio si. Infatti il Maestro dice che Vangelo secondo Matteo - cap. 15

[19]Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie.

·        ANIMA che in greco e scritto YucÁj = PSICHES Nel vocabolario greco dice: principio vitale

Nel vocabolario Palazzi dice: spirito, in quanto opera con l’intelletto ; il principio della vita razionale.

 Sappiamo che l’anima è la parte immortale dell’uomo e che non è disgiunta dal corpo.  Il catechismo della chiesa cattolica dice che anche se alla morte se ne separa nel giorno della resurrezione tornerà a congiungersi con esso.

Possiamo dire che l’anima è il nostro io quella parte di noi che ci fa essere consapevoli del nostro esistere, la parte che ragiona, che pensa che riflette e corrisponde alla nostra mente, parte che decide poiché è dotata di volontà. Nell’anima hanno sede la memoria, l’affettività,  l’immaginazione e la creatività, queste sfere possono essere attaccate ed invase da satana con diversa intensità come la tentazione, l’oppressione, la possessione.

FORZE dun£meèj = DINAMEOS: Nel vocabolario greco capacità di effettuare qualche cosa, e nel nuovo testamento significa anche potenza di Dio. Nel vocabolario Palazzi dice: la potenza di ciò che è forte. Le scritture dicono poco su questo argomento, io penso che siano le capacità e le energie di tutto l’essere compreso il corpo, sono le risorse che ogni uomo ha in dono quando riceve la vita e nel corso della sua vita.

A questo punto possiamo fare una riflessione e possiamo dire con certezza che Dio ci chiede di essere amato con tutto il nostro essere; tutto ciò che siamo deve amarlo, e tutto deve essere asservito all’amore e all’ubbidienza della legge dell’amore crocifiggendo tutte quelle parti di noi che sono in rivolta contro Dio. Come dice Paolo nella Lettera ai Romani - cap. 8

[13]poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.

Il versetto sesto è una raccomandazione : [6]Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore;

cosa ci raccomanda il Signore?

Ci sta dicendo non dimenticare quello che ho detto, non dimenticare la mia parola, non dimenticarti di me, questa raccomandazione Dio la fa spesso, infatti dice in  Dt 8, [11]Guardati bene dal dimenticare il Signore tuo Dio così da non osservare i suoi comandi, le sue norme e le sue leggi che oggi ti dò.

[12]Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, quando avrai costruito belle case e vi avrai abitato,

[13]quando avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento e il tuo oro e abbondare ogni tua cosa,

[14]il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione servile;

[15]che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz'acqua; che ha fatto sgorgare per te l'acqua dalla roccia durissima;

[16]che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri, per umiliarti e per provarti, per farti felice nel tuo avvenire.

[17]Guardati dunque dal pensare: La mia forza e la potenza della mia mano mi hanno acquistato queste ricchezze.

[18]Ricordati invece del Signore tuo Dio perché Egli ti dá  la forza per acquistare ricchezze, al fine di mantenere, come fa oggi, l'alleanza che ha giurata ai tuoi padri.

[19]Ma se tu dimenticherai il Signore tuo Dio e seguirai altri dei e li servirai e ti prostrerai davanti a loro, io attesto oggi contro di voi che certo perirete!

Ecco un altro rischio! Quante volte abbiamo visto un fratello che dopo aver accetato Gesù e dopo aver ottenuto una guarigione, un posto di lavoro o un’altra grazia, alla fine questi se ne è andato e si è dimenticato del Signore, o quante volte dopo aver passato un periodo difficile ci illudiamo di averecela fatta da soli, il benessere spesso è un pericolo perché ci rende pigri, indolenti e ingrati. C’è un versetto meraviglioso nel cantico dei cantici che dice: Cantico dei Cantici - cap. 8

[6]Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore!

Il sigillo era un oggetto che veniva tenuto al collo per non perderlo, perché la sua perdita sarebbe stata gravissima visto che era usato dalle persone importanti come una firma, allora lo si portava sempre al collo e perciò questo oggetto riposava sulla parte dove si trova il cuore. Qui è la sposa, cioè la chiesa che chiede a Dio di non essere dimenticata, ma prima che la sposa è stato Dio a fare questa richiesta all’uomo, è stato Lui che ha detto non dimenticarmi, mettimi come sigillo sul tuo cuore sul tuo braccio (nelle tue azioni) sullo stipite della tua porta, cioè portami nella tua casa, nella tua famiglia, nella tua vita!

L’amore richiesto per Dio non è altro che la tòrah, in realtà è il primo comandamento: Esodo - cap. 20

[2]<<Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù:

[3]non avrai altri dei di fronte a me.

[4]Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.

[5]Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano,

[6]ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.

[7]Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.

[8]Ricordati del giorno di sabato per santificarlo:

 

Un modo per amare Dio è conoscerlo: 

1Gv 4., [7]Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio.

Gv, [10]Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

Come possiamo conoscere Dio?

Leggendo le Scritture, più lo conoscerai e più lo amerai, non si può conoscere Dio senza amarlo e allo stesso tempo non si può amare Dio senza conoscerlo. Perciò se vogliamo leggere le scritture dobbiamo fermarci, mollare tutto e sederci con la bibbia davanti, ciò significherà offrire il proprio tempo a Dio!

Allora riepilogando: nel  luogo tempo mediante le scritture otterremo la conoscenza di Dio, da questa nascerà l’amore, e dall’amore la comunione con Dio.

Il binomio tempo-amore: se ami, il tuo tempo lo doni all’amato, se doni il tuo tempo a qualcuno, lo stai amando, donare condividendo il tuo tempo con l’altro. La condivisione del tempo con qualcuno implica l’ascolto. Lo “stare insieme con” è inscindibile dall’ascolto dell’altro, ascolto inteso non solo come prestazione del proprio udito all’altro ma come empatia, accoglienza, dialogo, farsi grembo per l’altro, se finora abbiamo pensato che solo Dio si fa grembo per noi, adesso dobbiamo cominciare a pensare che anche noi dobbiamo essere grembo per Cristo, certo il nostro grembo somigliera tanto a quella mangiatoia nella stalla della natività di Gesù, ma Egli non disdegnerà di venire se noi lo accogliamo, anzi ce lo chiede, infatti in apocalisse 3, [20]Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Ritornando al fattore tempo dobbiamo chiederci quali sono le piccole astuzie che giorno dopo giorno ci impediscono di dare il nostro tempo e che ci fanno spegnere l’amore e la fede per l’amato? Quante volte diciamo: sono in un periodo di aridità! Oppure accusiamo i fratelli o il pastorale perché la preghiera ci sembra fredda, non ci dice più niente, tutto sembra scontato fatto a memoria, le profezie non toccano più il nostro cuore, Dio non ci stupisce più, cominciamo a disertare la preghiera e a mormorare, sappiamo che c’è qualcosa che non va ma non sappiamo cosa. Questo è il momento in cui tu devi farti una domanda: ho pregato tutti i giorni? E ho letto e meditato la Parola tutti i giorni? Oppure non ho avuto tempo?

Alcune delle astuzie che ci impediscono nell’assiduità sono:

a) Il rimandare al dopo, oggi non ho tempo. Santa Teresina: "Non abbiamo che questi brevi attimi di vita per amare Gesù. Il diavolo lo sa molto bene e per questo cerca tutte le vie per farceli perdere in un vano logorio."

 Eccl. 3,1.4 "Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo...Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare."  - 

b) Gli impegni importanti. Lc. 8,5a.7 «Il seminatore uscì a seminare la sua semente.... Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono.»

c)     Oggi non sto bene

d)    Il lavoro

e)     La famiglia

f)      Le opere buone

g)   La pigrizia e L’ACCIDIA *

h)     L’illusione che non succederà niente se oggi non prego e non leggo la parola.

i)       La rabbia contro Dio che ha permesso accadessero cose spiacevoli nella nostra vita. Eb. 12,6 "...perché il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio."

A questo punto abbiamo bisogno di stabilire la priorità delle cose a cui dare il nostro tempo. Per aiutarvi vi racconterò un episodio che qualcuno mi ha inviato tramite email in cui i simboli ci renderanno facile la memorizzazione

Quello che segue dentro questa casella l’ho preso da internet e l’ho modificato in piccola parte non so chi è il fratello che l’ha scritto.

In questo tempo autunnale certamente continuiamo

a fare le cose di sempre, pur avendo nel nostro cuore

un anelito dopo le vacanze estive che vorrebbe portarci a compiere un pochino

quello che la Chiesa ci invita a fare.

Ma gli affanni, le ansie, le corse frenetiche, il lavoro,

le preoccupazioni, soffocano questo germe che c'é in noi

e gli impediscono di crescere. Eppure, se ci accadesse una malattia

o un fatto grave nella nostra famiglia, saremmo "costretti a fermarci"

e a riflettere, no? Ma perché dobbiamo "obbligare" il Signore

a ricorrere alle maniere forti con noi, per farci aprire gli occhi affinchè

noi possiamo dare la giusta importanza alle cose?

Ci viene spontanea allora una domanda: "Dove troveremo il tempo

per le cose importanti come la preghiera, la meditazione,

il digiuno, l'elemosina?" Non possiamo non sentire

la nostra debolezza e la nostra impotenza. Forse però

é meglio pensare veramente a dare delle priorità nella nostra vita,

per dire a noi stessi in che cosa crediamo e chi seguiamo: veramente

seguiamo il Dio di Gesù Cristo, o è l'ennesimo effimero

desiderio che a poco a poco fagocita la nostra vita

lasciandoci sempre nell'insoddisfazione?

 

LA PRIORITA' DELLE COSE

Un giorno un anziano professore fu contattato per tenere una lezione sulla gestione efficace del tempo ad un gruppo di manager di alcune società degli Usa nell'ambito di uno stage di aggiornamento. Aveva a disposizione solo un'ora per svolgere il suo argomento. Quando entrò nell'aula si fece immediatamente silenzio e dopo un cenno di saluto ai presenti l'anziano docente si avvicinò lentamente alla cattedra e guardò ad uno ad uno i partecipanti pronti a non perdere una parola di quello che si sarebbe detto. Disse poi loro: "Faremo un esperimento." Prese da sotto il tavolo un grosso vaso di vetro con un'ampia imboccatura, forse di 25 litri di capacità e una quindicina di sassi delle dimensioni di una palla da tennis. Ad uno ad uno infilò i sassi dentro il vaso e quando questi raggiunsero l'imboccatura chiese: "E' pieno il vaso?" Tutti risposero di "si"!

Aspettò qualche secondo e disse: "Davvero?!"

Chinandosi prese una grossa ciotola piena di ghiaia e lentamente la versò nel vaso in modo che tutti gli spazi tra i sassi furono riempiti fino all'imboccatura. Chiese nuovamente:

"E adesso il vaso e' pieno?" Ci fu qualche commento e borbottio e qualcuno intuendo qualcosa disse che probabilmente non lo era.

"Bene!", disse l'anziano docente. Si chinò ancora e prese un secchio contenente sabbia molto fine e ne riempì il vaso nuovamente fino all'imboccatura di modo che non vi era alcun spazio ormai visibile tra i sassi e la ghiaia. Di nuovo domandò: " E ora e' pieno il vaso?" "No!", fu la risposta comune. Infatti il professore prese una brocca e lentamente versò acqua che riempì tutti gli spazi rimasti tra i granelli di sabbia, fino all'orlo.

"Quale grande verità ci mostra questo esperimento?" Uno dei più audaci disse:

"Se guardiamo bene la nostra agenda possiamo sempre trovare spazi di tempo da riempire con impegni che altrimenti dovremmo rimandare!"

"No!", fu la secca risposta del professore che disse: "Se non mettete nel vaso prima i sassi grossi dopo non potrete più metterli se avrete riempito il vaso con cose meno importanti come la ghiaia e la sabbia. Così quali sono le cose veramente importanti nella vostra vita? Se non le metterete al primo posto, il senso della vita, la bellezza del creato, il tempo che vivete ora, le persone che vi sono care o quello a cui tenete veramente, non avrete dopo più la possibilità di occuparvene, se avrete riempito la vostra vita di cose trascurabili....." Nel silenzio generale il docente uscì lentamente dall'aula.

 

Abbiamo detto che una cosa fondamentale per amare il Signore è la comunione con Dio mediante la preghiera, questa comunione può essere interrotta da una vita non coerente, cioè vissuta trascurando i precetti del Signore; allora può capitare che ci siano delle persone che pregano tanto ma sono degli infedeli, cioè tradiscono l’alleanza fatta con Dio. Se andiamo al vangelo di Mt 15, [7]Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:

[8]Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me.

[9]Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini>>.

[10]Poi riunita la folla disse: <<Ascoltate e intendete!

[11]Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!>>.

[12]Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: <<Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?>>.

[13]Ed egli rispose: <<Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata.

[14]Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!>>.

Come potete notare in questi versetti il Signore sta parlando di un culto che non serve a niente perché non mettevano in pratica la parola di Dio ma quello che gli uomini avevano stabilito; allora il Signore Gesù ci dice: state attenti non basta il culto esteriore, non basta la preghiera se nel vostro cuore non c’è la volontà di cambiare, se nel vostro cuore rimane l’odio, il rancore, la malizia la maldicenza, la calunnia la gelosia, la fornicazione o l’attaccamento al denaro, metti ordine nel tuo cuore ripulisci il vaso sia all’esterno che all’interno.

Il pericolo più grande per un credente è che passando il tempo del primo amore come dice Osea ci sia la caduta lenta ma inesorabile nell’ipocrisia, allora è necessario il ricorso alla sapienza chiedere la sapienza a Dio è prioritario, poiché questa è la luce che ti fa vedere la strada; Dio disse a Giosuè non deviare né a destra né a sinistra. Nel libro di Giosue - cap. 1

[7]Solo sii forte e molto coraggioso, cercando di agire secondo tutta la legge che ti ha prescritta Mosè, mio servo. Non deviare da essa né a destra né a sinistra, perché tu abbia successo in qualunque tua impresa.

la legge è la strada e la sapienza te la mostra. Per non deviare bisogna vedere la strada,  per noi che siamo sotto la grazia la legge è stata scritta nei nostri cuori mediante il dono dello Spirito, anzi noi stessi siamo una lettera scritta da Cristo come dice Paolo in Seconda lettera ai Corinzi - cap. 3

[3]E noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori.

Cosa ha fatto Dio per poter scrivere la sua legge nei nostri cuori? Egli ci ha dato il cuore della legge, cioè l’Amore! Infatti Paolo dice nella  Lettera ai Romani - cap. 5

[5]La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Riepilogando quanto abbiamo detto sinora i mezzi per amare Dio sono la comunione  mediante la preghiera, la conoscenza di Dio mediante la meditazione della Parola, la sapienza e la grazia mediante il dono dello Spirito.

Il dono dello Spirito di cui in questa catechesi non abbiamo ancora parlato viene dato per grazia a tutti coloro che credono in Gesù, ma rimane con costoro solo se questi si sottomettono alla sua guida come dice Pietro negli  Atti degli Apostoli - cap. 5

[32]E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui>>.

Quindi per conservare lo spirito Santo è necessario sottomettersi allo Spirito stesso altrimenti spegneremo lo Spirito Santo e la nostra vita cristiana si spegnerà, il nostro amore verso Dio si spegnerà e diventeremo vuoti.

Tutto questo serve per amare colui che ci è stato donato dal Padre, il nostro Signore Gesù Cristo, ma allo stesso tempo sarà questo amore a farci piegare allo studio della parola e alla preghiera, chi ama Cristo ama la sua parola poiché Egli è LA PAROLA

Come dice Giovanni nel Vangelo secondo Giovanni - cap. 1

[1]In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

[2]Egli era in principio presso Dio:

[3]tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.

 

Concludendo possiamo dire con Sant’Agostno nella sua opera De moribus ecclesiae catholicae: Vivere bene non è altro che amare Dio con tutto il proprio cuore, con tutta la propria anima, e con tutto il proprio agire. Gli si dà (con la temperanza) un amore totale che nessuna sventura può fare vacillare ( e questo mette in evidenza la fortezza), un amore che obbedisce a lui solo ( e questa è la giustizia), che vigila al fine di discernere ogni cosa, nel timore di lasciarsi sorprendere dall’astuzia e dalla menzogna (e questa è la prudenza).

Ecco le quattro virtù cardinali che ci occorrono per conservare questo amore e poter vivere bene. Il concetto di vivere bene di Agostino è molto diverso da quello che il mondo ci propone e che il nostro stesso cuore desidera.

lunedì 20 ottobre 2003

                                              Francesco Sciarrabone e lo Spirito Santo

* tratto dal libro: “ Lavati nel Giordano sette volte e sarai guarito”, autore: P. Matteo la Grua, edizione: numero speciale di AMEN AGOSTO –NOVEMBRE 2000, pagg. 28 e 29

28

                 "I VIZI CAPITALI"

                Relazione di Orietta Doria

                      (Seconda parte)

   Vi sono vizi che interessano la parte corporea, altri che riguardano lo spirito. Una netta distinzione, però, tra spirito e corpo non possiamo farla perché l'uomo è un'unica persona.

   In terra di Canaan abitavano sette popoli. Gli Israeliti non riuscivano a sottometterli, anzi, come si narra nei libri dei Giudici e di Giosuè, molti divennero idolatri come loro.

   Anche noi siamo stati chiamati a vincere gli idoli, ma come gli Israeliti non abbiamo sconfitto le intenzioni cattive che dal di dentro ci contaminano (Mc 7. 2 1-23).

   TRISTEZZA o ACCIDIA: Aspetti ditale vizio sono: malvagità, rancore, pusillanimità, disperazione, indolenza, divagazione della mente in argomenti proibiti.

   Si manifesta come inquietudine dell'animo che nasce dalla solitudine e progressivamente si trasforma in ansia, disgusto, noia, depressione. Questo vizio è tra i più pericolosi. Esso fa la sua prima apparizione tra i religiosi d'Egitto e Palestina che, tra il III ed il V secolo, scelsero il deserto per vivere la loro esperienza di radicale separazione dal mondo. E' proprio all'interno del monachesimo eremitico orientale che l'accidia, da generico atteggiamento di incuria o di apatia, diventa vizio, "debolezza dell'animo che non consente al monaco

di fronteggiare le tentazioni e gli impedisce di compiere con perseveranza i suoi doveri verso Dio". Cassiano individua un legame molto stretto fra accidia e tristezza, che colpiscono chi è preda delle

passioni, rendendo impossibile l'esercizio della contemplazione.

ACCIDIA e TRISTEZZA nascono dall'interiorità, colpiscono l'anima e le impediscono di rivolgersi al bene: l'una genera l'altra.

Figlie dell'accidia sono: oziosità, sonnolenza, scontrosità, inquietudine, vagabondaggio (si diventa nomadi spirituali), instabilità della mente e del corpo, verbosità, curiosità.

La chiusura in se stessi; si ha la contemplazione

                                                     29

non di Dio ma del proprio io afflitto. Concentrati in questa autocontemplazione si perde la speranza e la certezza della presenza di Dio.

La tristezza è una delle spine che frequentemente feriscono gli aderenti al RnS Terreno di coltura di tale vizio, cause che lo generano e lo alimentano sono:

attese deluse, progetti mancati, situazioni ingiuste subite, bisogni frustrati..Essi si accumulano nell'animo umano e tendono a soffocarlo. Noi non siamo stati creati per la tristezza ma per la gioia. La gioia è un dono fondato sulla fedeltà a Dio.

    Sono tanti i testi biblici che ce ne parlano. Eccone alcuni:

 * Lc 2, 10-11: "L'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio  una grande gioia, che sarà di tuffo il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore".

 * Gv 15, 11: "Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la  vostra gioia sia piena".

 * Sal 119, 16: "Nella tua volontà è la mia gioia".

 * Sal 51, 14: "Rendimi la gioia di essere salvato".

 * Qo 9, 7-lO: "Va', mangia con gioia il tuo pane, bevi il tuo vino con cuore lieto..."

 * Mt 5, 3-12: Le Beatitudini.

 * Sir 13,26: "Indice di un cuore buono è una faccia gioiosa".

 

    Spesso veniamo bagnati dalla tristezza la quale è opera del maligno; dobbiamo allora lavarci nella gioia di Dio. Essa non va confusa con l'euforia, l'allegria e la felicità.

Quest'ultima è momentanea, mentre la gioia è costante, non è casuale, è voluta e costruita. E' impegno non opzionale di vita, da rinnovare giorno dopo giorno, è virtù e forza. Può convivere con la sofferenza; infatti, come il mare può in superficie essere agitato, ma nelle  profondità mantiene la sua calma, così avviene nell'animo umano: la

 sua gioia profonda non viene sconvolta dalle vicende esterne.

    Voci del coro della gioia sono: umiltà, stima di sé e degli altri,

 sapienza...

    Nel Nuovo Testamento la gioia piena si ha in Gesù.