|
|
|
|
|
|
|
|
Peccato e Perdono |
|
|
|
|
|
|
|
Il prossimo 28 febbraio
entreremo nel tempo liturgico della Quaresima con
la celebrazione delle Ceneri.
Noi ora ci accostiamo leggendo insieme una delle
pagine più celebri della Bibbia, così ripetuta
nei secoli da essere persino imparata da molti a
memoria. Intendiamo riferirci al Salmo 51 (50),
chiamato il Miserere dalla prima parola della
versione latina del testo, eseguita da san
Girolamo, parola che significa "Abbi
pietà!".
Charles de Foucauld, il fondatore dei Piccoli
Fratelli di Gesù, esclamava: «Grazie, mio Dio,
per averci dato questa divina preghiera del
Miserere, la nostra preghiera quotidiana! Diciamo
spesso questo Salmo, facciamone spesso la nostra
preghiera! Esso racchiude il compendio di ogni
nostra preghiera: adorazione, amore, offerta,
ringraziamento, pentimento, domanda».
La cellula poetica e spirituale da cui sboccia
questa supplica salmica - che è stata persino
"dipinta" in ben 58 incisiom' eseguite
tra il 1917 e il 1927 da G. Rouault e messa in
musica da Bach, LuHi, Donizetti, Honegger e altri
ancora - è nell'appassionato versetto 6:
«Contro te, contro te solo ho peccato!». La
tradizione giudaica, proprio sulla base di questa
confessione, ha attribuito il Salmo a Davide
adultero con Betsabea e assassino del marito
della donna, Uria (si legga 2 Samuele 1 1 -1 2).
Questo canto del peccatore pentito che è stato
l'ossatura ideale delle Confessioni di
sant'Agostino (II, 7), che è stato adottato come
preghiera personale da santa Giovanna d'Arco e
che è stato commentato in pagine altissime da
Lutero - traccia innanzitutto i confini della
regione oscura del peccato (versetti 3-1 1). Se
l'uomo confessa la sua colpa, la giustizia
salvifica di Dio riesce a purificare anche la
creatura umana che è radicalmente peccatrice
(versetto 7: «Nella colpa sono stato generato,
peccatore mi concepì mia madre»).
Si apre, allora, la regione luminosa della grazia
(versetti 12-2 1).
Dio non opera solo negativamente
"guarendo" l'uomo peccatore, ma lo
"ricrea" attraverso il suo spirito
vivificante dandogli un "cuore" nuovo,
cioè una nuova coscienza, schiudendogli gli
orizzonti di un culto interiore e di una fede
pura. Come commentava l'Imitazione di Cristo,
«l'umile contrizione dei peccati è per te, o
Signore, il sacrificio gradito, un profumo molto
più soave del fumo dell'incenso» (III, 52,4).
Il Salmo 51 è la testimonianza limpidissima di
quel senso vivo del peccato che pervade tutta la
Bibbia. Una percezione che, però, non approda
mai alla disperazione e all'impotenza, ma è
sempre aperta alla fiducia, alla speranza, alla
grazia divina che solleva il colpevole dal gorgo
oscuro del male. Girolamo Savonarola in un'omelia
dedicata al Miserere esprimeva bene questo
duplice aspetto del peccato e del perdono: «Ora
la paura dei peccati che scopro in me stesso mi
dispera, ora la speranza della sua misericordia
mi sostiene. Ma perché la tua misericordia è
più grande della mia miseria, io non cesserò
mai di sperare».
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Tratto da Famiglia Cristiana |
|
|
|