LA DISTRIBUZIONE DEI SERVIZI (AT 6, 1-8)

At 6, [1] In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana.

[2] Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: <<Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense.

[3] Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico [4]Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola>>.

[5] Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. [6] Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.

[7] Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran numero di sacerdoti aderiva alla fede.

[8] Stefano intanto, pieno di grazia e di fortezza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo.

Il 1°  versetto ci parla di un problema di tipo organizzativo insorto tra gli ellenisti, chi erano gli ellenisti? Erano ebrei provenienti dalla Grecia, stabilitisi lì dopo la diaspora alessandrina parlavano prevalentemente il greco che si erano convertiti a Cristo, e risentivano dei costumi greci, perciò spesso si scontravano con i Giudei del luogo perché quest’ultimi erano troppo rigidi nell’applicazione della legge perciò avevano una visione diversa della religione rispetto ai gerosolimitani, tanto è vero che ogni tanto c’erano degli scontri tra loro nell’interpretazione delle scritture, infatti ai versetti 9-14 si verificherà un contrasto durissimo tra ebrei di provenienza greca e Stefano, fino al punto di portare al martirio quest’ultimo.

Dopo questa premessa andiamo al problema che si presenta nella neo-comunità cristiana, c’era un servizio che a quanto pare non veniva svolto bene, e guarda caso riguardava i credenti ellenisti, il servizio di cui si parla è quello della distribuzione del cibo alle vedove. Sappiamo che le vedove di allora non percepivano nessun sostentamento economico da parte dello stato per cui erano dei veri e propri poveri, nessuno le sostentava e la chiesa si prende cura di loro con la distribuzione quotidiana del cibo, come dice il versetto Atti degli Apostoli - cap. 4

[34] Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto

[35] e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

Il servizio alle mense (tambuy) consisteva nel distribuire ogni giorno una scodella di cibo a tutti i poveri, da parte di un gruppo che si incaricava della colletta nelle case. Era presente anche una cassa dei poveri (quppah) che ogni venerdì forniva il denaro per quattordici pasti, ma soltanto per i poveri della citàà, il gruppo che si occupava dei poveri doveva essere costituito da almeno tre persone. Bibbia Piemme pag. 2598.

Il nostro Dio è un dio di ordine, ed ha sempre insegnato al suo popolo ad organizzarsi bene, distribuendo gli incarichi ed alleggerendo il lavoro di chi è stato messo a capo di tutti; in Esodo - cap. 18

[14] Allora Ietro, visto quanto faceva per il popolo, gli disse: <<Che cos'è questo che fai per il popolo? Perché siedi tu solo, mentre il popolo sta presso di te dalla mattina alla sera?>>. [15]Mosè rispose al suocero: <<Perché il popolo viene da me per consultare Dio.

[16] Quando hanno qualche questione, vengono da me e io giudico le vertenze tra l'uno e l'altro e faccio conoscere i decreti di Dio e le sue leggi>>. [17]Il suocero di Mosè gli disse: <<Non va bene quello che fai!

[18] Finirai per soccombere, tu e il popolo che è con te, perché il compito è troppo pesante per te; tu non puoi attendervi da solo.  [19]Ora ascoltami: ti voglio dare un consiglio e Dio sia con te! Tu stá  davanti a Dio in nome del popolo e presenta le questioni a Dio.

 [20] A loro spiegherai i decreti e le leggi; indicherai loro la via per la quale devono camminare e le opere che devono compiere. [21]Invece sceglierai tra tutto il popolo uomini integri che temono Dio, uomini retti che odiano la venalità e li costituirai sopra di loro come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. [22]Essi dovranno giudicare il popolo in ogni circostanza; quando vi sarà una questione importante, la sottoporranno a te, mentre essi giudicheranno ogni affare minore. Così ti alleggerirai il peso ed essi lo porteranno con te. [23]Se tu fai questa cosa e se Dio te la comanda, potrai resistere e anche questo popolo arriverà in pace alla sua mèta>>.

[24] Mosè ascoltò la voce del suocero e fece quanto gli aveva suggerito.

[25] Mosè dunque scelse uomini capaci in tutto Israele e li costituì alla testa del popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine.   

Diciamo che questo è anche uno dei motivi per cui in un gruppo di rns esistono i vari ministeri, in questo modo si alleggerisce il lavoro del pastorale. Infatti in 2Cr troviamo un’organizzazione che ha il compito di alleggerire il lavoro nel santuario per il culto a Dio: Secondo libro delle Cronache - cap. 31

[2] Ezechia ricostituì le classi dei sacerdoti e dei leviti secondo le loro funzioni, assegnando a ognuno, ai sacerdoti e ai leviti, il proprio servizio riguardo all'olocausto e ai sacrifici di comunione per celebrare e lodare con inni e per servire alle porte degli accampamenti del Signore.

Si parla anche di distribuzione delle offerte: Secondo libro delle Cronache - cap. 31

[14] Kore figlio di Imna, levita custode della porta d'oriente, si occupava delle offerte spontanee fatte a Dio; egli distribuiva quanto si prelevava per l'offerta al Signore e le cose santissime. [15]Da lui dipendevano Eden, Miniàmin, Giosuè, Semaia, Amaria e Secania nelle città sacerdotali come distributori fedeli tra i loro fratelli, grandi e piccoli, secondo le loro classi,

ma qual è la funzione dell’organizzazione?

È quella di evitare il disordine ed il conflitto, infatti Paolo dice che l’ordine porta la pace in Prima lettera ai Corinzi - cap. 14

[33] perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace.

E riferendosi  alle modalità della preghiera dice: 1Cor 14,[40] Ma tutto avvenga decorosamente e con ordine.

Credo che questa regola debba essere applicata veramente a tutto e non solo alla preghiera.

C’è una assonanza tra quello che dice Ietro a Mosè e quello che dice Pietro a coloro che si lamentavano: Es 18,[21] Invece sceglierai tra tutto il popolo uomini integri che temono Dio, uomini retti che odiano la venalità

At 6, [3] Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico.

Vedete cari fratelli come Lo Spirito a distanza di circa duemila anni dice le stesse cose, perché un incarico venga svolto bene è necessario che siano uomini retti integri che temano Dio e perciò abbiano la sapienza senza la sapienza non è possibile servire Dio nemmeno nella semplice distribuzione delle vivande. Perciò non dobbiamo pensare che chiedere la sapienza sia necessario solo a chi deve governare un popolo come Salomone, tutti la dobbiamo chiedere se vogliamo servire il Signore bene.

Un altro aspetto interessante è il conflitto tra il servire Dio in maniera diciamo “manuale”  con le attività pratiche o con le attività più “nobili” e spirituali come la preghiera l’ascolto, la contemplazione, l’evangelizzazione etc. questo conflitto di importanza lo riscontriamo in Marta e Maria la quale pur stando ai piedi di Gesù si era presa la parte migliore mentre la povera Marta che stava pensando a cucinare e quindi a sfamare e servire il figlio di Dio in persona si è sentita dire con grande sorpresa che quasi quasi si stava affaticando invano e che quella sfaticata e sognatrice di sua sorella le aveva fregato il posto migliore, sembra quasi che non ci sia giustizia in questo mondo visto che chi suda di più guadagna di meno, a quanto pare il Messia aveva la passione di sovvertire i nostri più radicati principi, vedi l’operaio dell’ultima ora, vedi il vade retro satana diretto a Pietro che voleva “salvarlo” dalla sua ora, vedi le preghiere lunghe e con vocaboli ricercati, vedi il porgi l’altra guancia e cosi via. Credo che quello che ci vuole insegnare il nostro caro Maestro è che sia più importante stare con Dio che lavorare per Dio, così come è più importante parlare con Dio che parlare di Dio. Questo conflitto è presente anche nel brano che stiamo esaminando, infatti uno dei prescelti era Stefano che guarda caso dove lo troviamo?

Ad annunciare il vangelo!

Questo ci deve far riflettere: primo perché alla fine è lo Spirito che decide cosa devi fare, secondo perché qualsiasi servizio non ci esime dall’annuncio, tutti dobbiamo evangelizzare tutti dobbiamo annunciare che Cristo Gesù è il figlio di Dio fatto uomo! Anche chi si occupa di servire a tavola i fratelli ha ricevuto una bocca per proclamare le opere di Dio. Certo se Stefano fosse rimasto a servire alle mense forse avremmo un martire in meno, ma lo Spirito lo ha condotto la dove lo voleva il Signore, e la sua sapienza che era stata richiesta per quel servizio ora è messo a disposizione del vangelo per annunciare il lieto evento e per ammutolire i sapienti di questo mondo!

Anche Stefano si era presa la parte migliore!!!

Alleluia

09/06/03

                                                                                 Francesco Sciarrabone