La Chiesa in Preghiera

Riflessione sul canto

 

Si può dire, che il popolo di Dio abbia cantato fin dalle sue origini. Dai primi libri della Bibbia, durante l’esodo, la profetessa Miriam sorella d’Aronne preso, un tamburello condusse le donne a suonare e danzare per celebrare il trionfo del Signore sugli egiziani al passaggio del Mar Rosso intonando il canto:

"Cantate al Signore

perché ha mirabilmente trionfato:

ha gettato in mare

cavallo e cavaliere!". (Es 15- 20,21),

 

 Fino alla conclusione del libro dell’Apocalisse al cap. 22,20 che innalza il suo canto al Signore con l’invocazione:

 “MARANA THA!” “VIENI SIGNORE GESU”.

 

 La comunità fondata dagli Apostoli, si è costituita, tra l’altro praticando l’insegnamento: “…. Cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e canti spirituali” (Col 3,16). Il cammino di duemila anni di storia, dimostra che, la pratica popolare del canto e della musica trovano nel tempo le loro più belle espressioni rappresentando un inestimabile patrimonio di bellezza e di preghiera che è tuttora nelle mani della Chiesa.

 

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Il MINISTERO DEL CANTO

 

Il ministero del canto non è:

 

·        Un modo di radunare la gente prima della preghiera, cosi smettono di chiacchierare.

 

·        Uno stacco fra le diverse parti dell’incontro di preghiera.

 

·        Un modo per sgranchirsi le gambe, quando si canta in piedi,

 

·        Un modo per ascoltare una bella e preparata corale polifonica e strumentale come quella regionale o diocesana

 

·        Il canto dunque non si deve considerare un ornamento che aggiunge alla preghiera, quasi dall’esterno, ma, piuttosto, come qualcosa che scaturisce dal profondo dell’anima che prega e da lode a Dio e manifesta in modo pieno e perfetto il carattere comunitario del culto cristiano, e crea la disposizione per l’incontro con Dio, perché,

 

 

Il canto è:

·        Uno dei mezzi che lo Spirito Santo usa per muovere alla lode i cuori e la comunità. Esso rende il suo servizio per lodare Dio, in una lode armoniosa come Egli solo merita.

 

·        Un linguaggio che Dio ha scelto ed incoraggia, per comunicare con il cuore dell’uomo; vedi i Salmi (33:1, Esultate, giusti, nel Signore; ai retti si addice la lode).

 (Sal 92:1, E' bello dar lode al Signore e cantare al tuo nome, o Altissimo,)

 

 (Sal 147,1  Alleluia. Lodate il Signore: è bello cantare al nostro Dio, dolce è lodarlo come a lui conviene),

 E, soprattutto, il Salmo 22:3, dove dice che Dio dimora nelle lodi del Suo popolo. Per chi avesse dubbi che la parola "lode" non implichi la musica, si fa notare che la parola tehillal usata nel 33, 147 e 22, vuol dire "salmo, o canto di lode", e quella usata nel 92, zamar, e il verbo "dare lode, o cantare lodi."

 

·     Un linguaggio che parla a tutte e tre le sfere umane: corpo, anima e spirito. Guarda caso, anche la musica viene suddivisa spesso in ritmo, melodia ed armonia;

 

·     Un linguaggio di carattere profetico, perché ha la capacità, come la profezia (I Co.14: 3), di "edificare, esortare e consolare"; non a caso Asaf, Jeduthun ed Heman erano profeti, chiamati anche i "veggenti del re", ed erano i tre responsabili designati da Davide per tutto ciò che riguardava la lode nel tempio (1 Cr. 15, 16 e segg.);

 

Edificare:

·      Perché nella musica c’è un ruolo d’insegnamento, che vediamo nei testi dei Gospel, che erano, vere e proprie predicazioni cantate per un popolo che non sapeva leggere;

Esortare:

·     Quando nel testo c’è un chiaro riferimento ad andare avanti nelle battaglie spirituali e nelle prove;

Consolare,

·     Quando un canto sa curare le ferite del cuore usando la Parola di Dio (quindi non stiamo parlando solo di musica, ma di musica connessa strettamente ad un testo: la musica "usa la parola" come Dio "usa la Parola" per creare e per salvare); un buon gruppo di lode porta l’assemblea a lodare e cantare a "ciò che lo Spirito dice alla Chiesa" (Ap. 3: 6).

 

Il canto è:

Un linguaggio di carattere divino, perché la musica era già con Dio quando Lui creava l’universo “mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio?  Giobbe 38: 7”, nel tempo e fuori del tempo (vedi per esempio alla nascita di Gesù nel tempo,E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Luca 2: 13), e fuori del tempo quando l’Agnello siede sul trono, “E quando l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. ]Cantavano un canto nuovo:

«Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini d’ogni tribù, lingua, popolo e nazione” (Apoc. 5:8-9).

Il curioso ruolo di Lucifero

Quando Dio crea Lucifero (questa l’interpretazione data da molti studiosi che si basano sui testi di Isaia 14: 9-15 ed Ezechiele 28: 11-19), mette al suo servizio "flauti e tamburi"; ripeto, al suo servizio, quindi Dio dà a Lucifero il ruolo di "responsabile della lode e dell’adorazione". Che cosa succede allora quando Lucifero cade, trascinandosi dietro un terzo degli angeli? Che il posto del responsabile della lode rimane vacante: possiamo immaginare che in cielo, per un tempo, vi sia stato silenzio... e qui si inserisce la Chiesa, cioè noi.

 La Chiesa prende il posto di Lucifero, ed in questo diviene un pubblico spettacolo di fronte a principati e podestà, ed agli angeli perplessi, che "vorrebbero guardare dentro a questa situazione" che non riescono a capire (1 Pi. 1: 12). Dalla polvere, Dio si trae un popolo che Lo loda, Egli che "chiama le cose che non sono" e le fa essere! (Salmo 102:18-22 e Isaia 43:21). E questa creazione fatta dal fango della terra fa "mangiare la polvere" a Satana (Ge. 3:14, Is. 65:25). Capite ora il ruolo della musica? Dio vuole che ci sia musica nel Suo popolo. E’ un linguaggio che Dio ha scelto, e che Lui vuole che noi usiamo.

La consapevolezza del nostro ruolo

Una delle più grandi macchinazioni di Satana è stata il cercare di togliere la gioia dal popolo di Dio. Lo fa con Davide, quando danzò davanti all’arca del patto, lo fa nelle persecuzioni e nelle deportazioni, dove la tristezza prende il posto della gioia (Salmo 137). Lo fa ancora adesso, quando cerca di convincerci a rimanere ancorati a "vecchi modelli" per tanti motivi:

Paura di scandalizzare:

molte volte qualcuno ha detto: "non c’è bisogno di fare tutto questo strepito... il Signore non è mica sordo!" (dimenticandoci che la parola hallal , da cui viene "alleluia", vuol dire "fare rumore festoso", e che in I°Cronache 15:16 Davide ordina ai Leviti musicisti di "suonare in modo vigoroso"; Acclamate al Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza vedi anche Salmo 95:1, 100 e 118:15)

Ma allora, qual è l’atteggiamento giusto per cantare a Dio?

COME DEI CONDANNATI A MORTE...

...RESI LIBERI PER GRAZIA...

...E PROCLAMATI SACERDOTI E RE!

Facciamo nostra questa realtà, e come canteremo ora al Signore? con la faccia triste? Se eravamo condannati a morte e siamo stati liberati, già questo sarebbe sufficiente per cantare con gioia e saltellare, ... siamo stati fatti sacerdoti e re! Chi  può fermarci ora? Come canteremo da oggi in poi? Ecco la consapevolezza del nostro ruolo nella musica; quando acquistiamo questa, tutto il nostro atteggiamento verso il canto cambia, ed anche i risultati della nostra adorazione: quando impariamo a lodare ed adorare, noi vediamo "il volto di Dio"!!! (Salmo 89: 15 "Beato il popolo che conosce il grido di giubilo; esso cammina, o Signore, alla luce del Tuo volto; festeggia del continuo nel Tuo nome, ed è esaltato dalla Tua giustizia...").

Diverse espressioni di canto

…e uno dei mezzi con i quali ci dobbiamo lasciare condizionare dalla Parola di Dio è attraverso il canto della verità rivelata, i canti che onorano Dio, le cui parole sono le espressioni ispirate della Bibbia, canzoni che cantiamo come espressione di lode e di riconoscenza verso di Lui. Infatti, non sarà mai una melodia agli orecchi di Dio ciò che non è cantato di tutto cuore e sospinto dalla grazia di Dio in noi. Quante volte si sente cantare in Chiesa in modo strascicato, non solo senza sentimento, ma senza neanche comprendere ciò che stiamo cantando! Non è questione di essere stonati o non saper cantare. Una stonatura fatta di tutto cuore è meglio di un "Pavarotti" che canta in modo ipocrita!

Ancora parlando del canto San Paolo potrà dire:

“Pregherò con lo Spirito, ma pregherò con l’intelligenza, canterò con lo Spirito, ma canterò anche con l’intelligenza (1Cor 14,15).

Ecco, allora, che accanto al “pregare” mediante lo Spirito, c’è anche “cantare” nello Spirito, quello che generalmente è chiamato come canto in lingue.

Padre Raniero sul canto in lingue dice questo:

“ Cantare con lo Spirito è una sorta di parlare in lingue trasportate sul piano musicale. Indica un cantare per ispirazione, senza parole o note prestabilite, ma modulando sul momento, sull’onda dell’impulso interiore dello Spirito, una sequenza di suoni.

San Paolo accenna spesso a questo cantare ispirato e carismatico: “ Siate ricolmi di Spirito Santo, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore” (Ef 5,18-19).

Dall’esperienza che se ne fa oggi, nelle assemblee pentecostali e carismatiche, questo appare un dono semplice e bellissimo. Non solo permette di trascendere lo schematismo delle parole e delle melodie, ma fonte un’intera assemblea, facendone davvero un cuor solo e un’anima sola. Serve ad esprimere adorazione, lode, giubilo, ringraziamento. Posso innalzare un giubilo come lo chiama Sant’Agostino, sull’ultima nota di un canto conosciuto, o anche in mezzo al più totale silenzio posso contemplare il Signore, "guardandolo" solamente, sapendo che lui guarda me con amore, misericordia e comprensione. Non ho bisogno di concetti, parole o pensieri: potrei pronunciare lentamente il Nome di Gesù, nel mio cuore, oppure ripetere ogni tanto una frase come: "Ti amo, Gesù", è si innalza a poco a poco come un fruscio di voci che si eleva e si fonte, si fa forte e fragoroso, o lieve e adorante, come per una regia nascosta e, alla fine, si spegne spontaneamente, come a un cenno invisibile” (ibd. 241-242).

Perché pregare in lingue?

Qui non vogliamo trattare del carisma della profezia in lingue, ma del dono delle lingue quale viene usato nel gruppo di preghiera o nella preghiera personale. Nessuno manifesta tutti i carismi e nessun carisma è comune a tutti.

Se vogliamo dire che c'è un'eccezione, questa è proprio per il dono delle lingue, che, per pregare è offerto a tutti, così come esiste il dono della fede, accessibile a ognuno. Invece, proprio come il carisma della fede (cfr. 1 Cor 12,9) - una fede particolarmente forte che può far spostare le montagne - che è dato soltanto ad alcuni, così anche il carisma di profetizzare in lingue è dato relativamente a poche persone.

La lettera agli Efesini dice fra l'altro: siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore" (5,18-19). Sappiamo che cosa sono i salmi e gli inni. I cantici spirituali che cosa sono? Cantare nello Spirito, cantare in lingue insieme.

Perché dovrei pregare in lingue quando Posso pregare nella mia lingua-madre? Perché pregare in lingue "oltrepassa" il pregare in una qualunque lingua; è un tipo di preghiera "superiore": è preghiera contemplativa; perché il dono delle lingue guarisce chi ne fa uso, perché è un modo facile di Pregare e perché fa piacere al Signore.
Non si può acquisire il dono delle lingue: esso è dato dal Signore a chi glielo chiede: è un dono dello Spirito e per riceverlo bisogna arrendersi, consegnarsi allo Spirito Santo.

 Come?

 Semplicemente andando in un luogo dove si può star soli, forse inginocchiarsi, sollevare le mani e chiedere al Signore quel dono; poi, "consegnarsi" allo Spirito e iniziare dicendo o cantando, per sbloccarsi, alcune sillabe senza senso, come un bimbo che balbetti alla propria madre; infine, lasciar fluire le "parole" come lo Spirito guida.

E' facile, se si guarda a Dio con gli occhi della fede. Se si desidera cantare, sarà utile cominciare su una nota: penserà poi lo Spirito a dame altre.

C'è un altro modo per ottenere dal Signore il dono delle lingue: chiedere a qualcuno che già manifesta questo carisma, che preghi con te affinché ti venga concesso; oppure che preghi in lingue su di te. A volte può essere di grande aiuto, all'inizio, cercar di imitare la preghiera in lingue della persona con cui si prega; una volta preso l'avvio, si pregherà o si canterà da soli.

Dono di umiltà

Ma come si fa a sapere che si tratta proprio del dono delle lingue? Puoi averne la prova in questo modo: hai capito quel che dicevi? No. Stavi pregando Gesù? Sì. Nient'altro è necessario.

Non aspettarti di comprendere più di quello che Può essere utile. Lascia che il Signore operi: stai dicendo qualcosa che non capisci e lo stai dicendo a Dio. E' lo Spirito, in te, che ti dà il potere di farlo, ma è anche un atto umano che devi compiere tu. Perciò è necessaria la tua cooperazione.

Infine, questo dono è molto usato nel ministero personale, non solo in quello della preghiera d'intercessione, ma anche quando si prega con qualcuno per un qualunque tipo di guarigione, per le sue intenzioni o per la liberazione.

I genitori possono pregare in lingue sui propri figli, le madri in attesa possono poggiare le mani sul loro grembo e pregare sulla creatura che portano, Questi sono solo alcuni dei molti modi in cui si può usare il dono di pregare in lingue - un altro dono di amore che il Signore ci offre per attirarci più vicini a sé.