“ LI CONDURRO’ SUL MIO SANTO MONTE E LI COLMERO’

DI GIOIA NELLA MIA CASA DI PREGHIERA … (Is 56,7)

 

Avete sentito cosa dice il Signore: li condurrò sul mio santo monte e li colmerò di gioia. Attraverso queste parole del profeta Isaia qui ci viene svelato il costante agire di Dio:

<< Egli promette in anticipo ciò che vuole realizzare

<< Realizza poi fedelmente ciò che ha promesso.

E il Signore promette che nella sua casa di preghiera tutti i popoli nessuno escluso, saranno colmati di gioia; perché nella sua casa non esiste il privilegio di razza, ne di casato, e non c’è alcun limite numerico: “tutti i popoli possono entrarvi. Mi pare fratelli e sorelle che oggi ci sono anche le condizioni:

<< siamo sul monte (Cammarata).

 

Siamo sul suo Tempio

 

ci servono solo gli olocausti e i sacrifici che saranno graditi sul suo altare. A questo a pensato il Signore stesso, poiché quando il Signore Dio nostro ispirò queste parole al profeta, Egli pensava al grande cuore del suo unico Figlio Gesù, il quale attraverso il suo sacrificio avrebbe  accolto è redento tutti gli uomini e i popoli della terra. Il monte sul quale avverrà questo sacrifico e il monte Calvario è l’altare sul quale l’olocausto e il sacrificio sarà gradito è la croce.:

“Quando sarò innalzato attirerò tutti a me” dice il Signore Gesù ( cioè quando sarò in croce attirerò tutti  a me).

Gesù allora è il nuovo incontro con Dio, chiunque vuole salire il monte è incontrarsi con Dio deve farlo attraverso di Lui. E’ Gesù Cristo il nuovo santuario, il nuovo Tempio attraverso cui offrire sacrifici graditi a Dio. Non più un Tempio di pietra, ma di carne, non più sacrifici di tori e agnelli, ma l’unico ed eterno sacrificio di Gesù agnello di Dio.

Fatta questa premessa questa sera insieme a voi vorrei meditare su due aspetti che la Parola di Dio mi ha suscitato:

·        La preghiera ( la mia casa e casa di preghiera)

·        La gioia cristiana che da essa ne scaturisce (li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera)

 

La Preghiera

 

Il Signore Gesù stesso ci ha consigliato di pregare in molti modi per far fronte alle lotte della vita: pregate incessantemente senza stancarvi,  - pregate per non cadere in tentazione, -  pregate per i vostri nemici. Il Signore Gesù sa che siamo deboli e che certi problemi sono pesanti e difficili per noi, per questo ci ha consigliato di pregare (certi demoni si scacciano con il digiuno e la preghiera).

“Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto;  perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.  Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe?  Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!

 

Quando preghiamo Dio ci da non solo cose buone come dice Matteo ma ci da di più, ci da se stesso come dice Luca nel suo Vangelo: “Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!". (lc 11, 13).

 

Dio si è impegnato a dare lo Spirito Santo a coloro che pregano, così l’ottenne Gesù, così l’ottenne la prima volta la Chiesa mentre gli apostoli erano in preghiera nel cenacolo con Maria scese lo Spirito Santo. Cosi l’ottennero i nostri fratelli nel ritiro di Diuquense  (nacque così il RnS nella Chiesa Cattolica). Nessuno può fare a meno della preghiera, pregare e toccare il cuore di Dio, Egli non sa resistere alla preghiera Gesù cari fratelli passava molto tempo in preghiera con il Padre, molti notti in orazione; Egli dice la Scrittura si ritirava a pregare; pressato dalla folla che cercava di catturarlo per farlo re (dopo la moltiplicazione dei pani). Gesù si sottraeva per sino alla carità per pregare, per stare con il Padre, non voleva mai rinunciare il suo dialogo con il Padre, come dice il Vangelo di Marco “ si ritirò in un luogo  deserto e la pregava (Mc 1,35).

<< Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò tutta la notte in orazione.

 

 Per Gesù la preghiera era così importante che sceglieva con cura il luogo, il tempo più adatto, e si staccava da qualsiasi impegno. Con la sua preghiera continua, Lui  che era Figlio  ha insegnato che una vita cristiana senza preghiera non è possibile; niente e nessuno può e deve staccarci dalla preghiera. Ogni attività compresa la carità non è possibile senza il supporto della preghiera: (Senza di me non potete far nulla).

 

C’è un episodio nell’ A. T. che vorrei portare alla vostra attenzione circa l’importanza della preghiera personale; e l’episodio di Israele che combatteva contro gli Amaleciti la Bibbia ci racconta che quando Mosè e Aronne che erano saliti sul monte a pregare, stavano con le mani alzate, Israele vinceva e aveva la meglio sugli Amaleciti; quando Mosè e Aronne abbassavano  le mani (preghiera) gli Amaleciti avevano la meglio su Israele e lo sottomettevano. Alcuni padri della Chiesa, mi hanno dato questa lettura spirituale:

 

 Amalech sono le forze del male: il peccato, i nemici  che si oppongono al regno di Dio e fanno guerra alla Chiesa e  ai figli di Dio. Quando il credente prega (sta sul monte) egli e più forte del male e dei suoi nemici (dolore, fatiche, dubbi, prove ecc..); quando non prega i nemici sono più forti di lui e lo sottomettono; Amalech  spirito del male prevale: (l’orgoglio prevale, la superbia prevale, la rabbia prevale, la paura prevale, l’ira prevale, la rivalità prevale).

 

Ora  quando nella vita personale non c’è preghiera o la si trascura, perché distratti e presi da tante cose ( anche le attività di Dio) noi stiamo esponendo la nostra vita spirituale e quella dei nostri gruppi agli attacchi di Amalech spiriti del male; noi stiamo lasciando incustodita la casa.

 

Di questo ci avvertiva il nostro amatissimo Giovanni Paolo II quando diceva: Il cristiano che non prega e un cristiano a rischio.  Se noi vogliamo che la nostra vita e quella dei nostri gruppi non sia a rischio, dobbiamo pregare Dio che per la potenza dello Spirito Santo tenga lontano il leone ruggente che va in giro per divorare e distruggere (cfr 1pt 5,8) .

 

Ancora il nostro caro Papa  Giovanni Paolo II nella sua Enciclica: Novo Millennio Ineunte ai N° 32/34 scriveva che nel cammino di fede c’è bisogno di cristiani che si distinguono nell’arte della preghiera. La preghiera e tutto nella vita cristiana, è l’attività primaria del credente, essa non è un optional; cioè se c’è o non c’è è la stessa cosa tutti sappiamo cos’è un opitional  sono cose che abbelliscono, come quelli della macchina; ma non spiono questi che la fanno camminare, essa cammina perché ha il motore.

 

Ora se riportiamo alla nostra vita di fede e quindi ai nostri gruppi vediamo che essi stanno in piedi e camminano  nelle vie del Signore, non perché facciamo bei canti, organizziamo ritiri, organizziamo convegni, battiamo le mani; ma perché stanno in piedi  se io prego, se il Coordinatore diocesano prega se ciascuno di voi prega, se ci sono uomini e donne di preghiere, se ci sono intercessori e adoratori presso Dio, se ci sono profeti che amano la Parola di Dio e la vivono, se ci sono ginocchia piegati davanti a Gesù, ad invocare lo Spirito Santo.

 

Voglio dirvi questo fratelli: quando nelle nostre comunità si spegne la lode, manca la gioia, non si evangelizza, la causa è la mancanza di preghiera, manca la benzina che fa girare il motore. Voglio raccontarvi un fatto nell’Antico Testamento che mi ha molto stupito e soppeso e che si adatta bene per capire ciò di cui sto parlando. Si trova nel libro di Giuditta al cap. 5,20;  succede questo: un comandante dell’esercito di Assur che conosceva bene il Dio di Israele durante un consiglio di guerra contro gli Israeliti disse al suo re:  “Ora, mio sovrano e signore, se vi è qualche aberrazione in questo popolo perché ha peccato contro il suo Dio, se cioè ci accorgiamo che c`è in mezzo a loro questo inciampo, avanziamo e diamo loro battaglia. 21 Se invece non c`è alcuna trasgressione nella loro gente, il mio signore passi oltre, perché il Signore, che è il loro Dio, non si faccia loro scudo e noi diveniamo oggetto di scherno davanti a tutta la terra".

 

Avete capito! Se sono in comunione con il loro Dio, cioè se camminano alla sua presenza lungi da noi il pensiero di attaccarli, disse il comandante.

 

Gesù quando entrò nel Tempio e vide i venditori di colombe e i cambia valute commerciare nella casa del Padre suo, prese una sferza e rovesciando i tavoli li schiacciò fuori dal Tempio dicendo: “la mia casa si chiamerà casa di preghiera”.

Tutti noi abbiamo una casa e desideriamo che sia decorosa e in ordine, anche Dio chiede questo: che nella sua casa ci sia decoro e preghiera; essendo Lui il padrone ne ha tutto il diritto; e oggi dice a noi: Rinnovamento ritorna alla preghiera, Rinnovamento intensifica la preghiera, Rinnovamento diventa preghiera; Diocesi di Agrigento ritorna alla preghiera.

Quando noi preghiamo, i problemi si aggiustano, le cose si fanno più velocemente, la carne si sottomette alla Spirito, l’umano cede al divino, la gloria di Dio ci avvolge, il fuoco si riaccende, i carismi funzionano, il nostro cuore trabocca d’amore, il Paradiso scende sulla terra, l’incontro di preghiera è una festa, Gesù è il Signore, il maligno fugge via; siamo profetici, capaci di discernimento, prendiamo sante decisioni, diventiamo costruttori di comunione, stiamo proclamando il potere dello Spirito Santo sulla nostra vita e su quella dei gruppi, siamo sale e luce della terra.

 

Questo è il Rinnovamento che vuole lo Spirito, il Rinnovamento che si auspicava Giovanni Paolo II,  Che vuole S. Martinez; uomini  e donne che pregano, pastorali che pregano, ministeri che pregano;  Così esorta San Paolo il suo discepolo Timoteo:

“Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, 2 per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. 3 Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (Tm 2,1-4).

 

I monaci del deserto agli inizi del cristianesimo affermavano questo: quando i monaci pregano è sufficiente che ci sia un superiore ogni cento monaci; quando i monaci non pregano c’è ne vuole uno ogni cinque. Se questo lo riportiamo a noi e alle nostre comunità sta a significare  che se i gruppi pregano, basterebbero pochi fratelli alla guida pastorale.

 

La gioia cristiana che scaturisce dalla preghiera

 

Ove allora c’è preghiera, inevitabilmente ci saranno cristiani gioiosi, gruppi gioiosi, gruppi carismatici; perché chi prega si sente felice, realizzato, impegnato; e un cristiano che ha iniziato a camminare seriamente e la sua vita e iniziata a cambiare. Per questo i nostri fratelli santi che erano uomini di preghiera erano le persone più felici e realizzate su questa terra. Pregare è toccare il cuore di Dio – dicevamo – è la preghiera migliore che il Padre può sentire da noi è invocare il nome santo di Gesù. I monaci presero l’abitudine di invocare il nome di Gesù  come giaculatoria: Gesù Figlio di Dio abbi pietà di me! Gesù salvami! Gesù misericordioso! D’altra parte non esiste altra preghiera possibile per il cristiano all’infuori di quella che lo fa riconoscere peccatore davanti a Dio e quindi bisognoso del suo perdono, del suo amore, e della sua grazia.

 

Quando invochiamo il nome di Gesù, con questo esprimiamo il nostro pentimento, il nostro amore, il risanamento delle nostre relazioni, la guarigione del nostro cuore, la nostra gioia. Quello che sempre colpito coloro che guardano la realtà del Rinnovamento dall’esterno, e l’entusiasmo e la gioia che caratterizza la vita personale e quella dei gruppi.

 

 Una gioia contagiosa per la capacità di comunicare agli altri, l’incontro con il Risorto che ha cambiato la loro vita. Questa gioia ci fa gridare insieme al salmista: la gioia del Signore è la nostra forza. Se seguiremo Lui il  Vivente il nostro cuore sarà sempre nella gioia, e nessuno c’è la potrà rapire come Gesù a promesso ai suoi al cap 16: 22,23 del Vangelo di Giovanni: Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e  nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno non mi domanderete più nulla.

 

Nell’Antico Testamento la gioia per Israele era la presenza di Dio ammezzo al suo popolo, era l’effetto di una sua manifestazione di fedeltà; per questo ogni avvenimento pubblico era per Israele una occasione di festa e di gioia: la raccolta di frutti, una vittoria militare, i sacrifici offerti al Tempio; tutti questi avvenimenti diventavano motivo di gioia e di danza gioia. Questa gioia faceva esprimere così il salmista m’indicherai il sentiero della vita gioia piena nella tua presenza , dolcezza senza fine alla tua destra.

Il salmista mostra che la gioia del credente non finirà neanche nella tomba, perché essa è poggiata sulla fedeltà del Signore nostro sommo bene. Perché questa gioia sarà senza fine?

Perché servi fedeli entreranno nella gioia del loro Signore. (Vieni servo buono e fedele – dice il Signore prendi possesso alla gioia del tuo Signore). Gioia  che raggiungerà il massimo grado quando i redenti del Signore parteciperanno alle nozze dell’Agnello con la sua Sposa (Chiesa), in una bellissima Liturgia corale di canti, danze e acclamazioni al Signori dei Signori e al Re dei re.

Udii allora una voce potente che usciva dal trono: "Ecco la dimora di Dio con gli uomini!

Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro".  E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate". 5 E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose"; (Ap 21,3-4).

 

Il cristianesimo fratelli è stato un’esplosione di gioia, e ancora oggi gioia, e lo sarà ancora di più nell’Eternità. C’è tanta gente fuori che non conosce questa gioia, ho che ha perso la fede che ci sfida, e come diceva ai figli d’Israele al tempo di Isaia, dice a noi: fateci vedere la vostra gioia (Isaia 66,5). Facciamo vedere al mondo fratelli, la gioia del Signore quella che è frutto dello Spirito Santo è  proclamazione della Buona Novella; per questo oggi il Signore ci ha condotti qui nella sua casa di preghiera: per riempirci della sua gioia.

Amen!Alleluia!!

Salvino Buono