DISCORSO DI PIETRO AL POPOLO
Testo biblico da leggere: Atti 3,11-26.
“Pentitevi
dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati”.
Atti 3,19
17 Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, così
come i vostri capi; 18 Dio però ha adempiuto così ciò che aveva
annunziato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo sarebbe
morto. 19 Pentitevi dunque e convertitevi, perché siano
cancellati i vostri peccati 20 e così possano giungere i tempi
della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi
aveva destinato come Messia, cioè Gesù. 21 Egli dev'esser accolto in
cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto
Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti. 22 Mosè
infatti disse: Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un profeta come me
in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto quello che egli
vi dirà. 23 E chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di
mezzo al popolo. 24 Tutti i profeti, a cominciare da Samuele e da quanti
parlarono in seguito, annunziarono questi giorni.
25 Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio
stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: Nella tua
discendenza saranno benedette tutte le famiglie della terra. 26 Dio,
dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi
per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue
iniquità».
Mentre il precedente discorso di
Pietro (2,14-40) tendeva a provare, partendo dalle
esperienze carismatiche degli apostoli, l’esaltazione gloriosa di Gesù,
questo discorso vuole mostrare, partendo dalla guarigione dello storpio,
la potenza di Gesù, per invitare alla conversione coloro che lo hanno
ucciso.
Volendo proporre sinteticamente lo
sviluppo dell’esposizione si potrebbe notare i seguenti punti:
1.
Il miracolo dello storpio è avvenuto per opera di Gesù: vv
12-13°;
3.
Che ora è risorto e nel cui nome si è compiuto il prodigio 15b
16;
4.
La morte di Gesù adempie le scritture: vv.17 –18;
6.
Perché si manifesti il regno messianico: vv. 20- 21;
Vediamo, cosa succede dopo il sorprendente miracolo della
guarigione dello storpio.
I presenti
rimasero con grande stupore, tanto che si stringevano attorno a Pietro e
Giovanni, poiché pensavano che quel miracolo fosse stato compiuto da
loro, mentre Pietro e Giovanni non erano altro che strumenti di Dio.
Quella sarebbe stata una bella e splendida opportunità per farsi una
buona reputazione, Pietro invece senza esitare nemmeno un secondo,
richiamò l’attenzione su Gesù, parlando della gloria, della Sua
santità e della potenza di Colui che essi avevano crocifisso. Una
prontezza benedetta di un’anima infuocata dallo Spirito del Signore.
Guardate con che
cuore sincero Pietro riporta l’attenzione da lui e Giovanni, al
Signore Gesù, dicendo: “Uomini d'Israele, perché vi
meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere
e nostra pietà avessimo fatto camminare quest'uomo”?
L’oggetto del vero cristiano sarebbe sempre quello di
togliere l’attenzione da lui per darla al suo argomento, così che non
sarebbe detto: come ha parlato bene! Che discorso interessante a
fatto! Ecc.
Gesù è il Servo di Jahvè del quale era già
stato profetizzato anticamente. Egli avrebbe sofferto per i peccatori
e compiuto l’opera redentrice: (Cf Is 52,13;
Is 53,11;
Is 61,1)
Caso mai ci fosse stato una
predicazione senza avere annunciato Gesù Cristo, quella predicazione è
stata senz’altro sterile senza fondamento; togli Cristo privi di
spiritualità il Vangelo, perché e come se tu offrissi la buccia
esterna mentre la polpa preziosa è rimossa.
Per Pietro quella era certamente
un’occasione d’oro per parlare così audacemente di Lui.
Anche se quelle persone avrebbero
potuto dire, “ non parlare di Gesù; proprio loro che hanno
condotto alla morte preferendolo ad un assassino, per l’affermazione
di un uomo che si definiva Dio.
Pietro invece avrebbe parlato
intorno a Gesù Cristo, e su nient’altro se non su Lui il redentore,
il salvatore. In ogni modo, Pietro sapeva che questo era il potere di
Dio per la salvezza e lui non si sarebbe tirato indietro; cosi anche a
loro, lui consegno l’annuncio del Vangelo del nostro Signore Gesù
Cristo, con una precisione tanto buona quando semplice:
Isaia parla di questa fiducia in Dio come qualcosa che genera
sicurezza e coraggio:
Mosè dimostrò un’eccezionale
audacia quando si recò dal Faraone per chiedergli di lasciare liberi
gli Israeliti (Es7,11).
Cosi come Elia in molti episodi si
schiera coraggiosamente dalla parte della giustizia e la sua permanenza
sul monte Carmelo è un esempio di
coraggio (1Re 18:42,46).
Altri uomini di Dio restarono fermi
nella fede sia nel Vecchio Testamento che nel Nuovo Testamento, fino ai
nostri tempi ci sono stati e ci sono eroici valorosi della fede come i
martiri che muoiono pur di non rinnegare Dio.
“PENTITEVI DUNQUE E CONVERTITEVI”
Il pentimento si riferisce in
questo caso alla colpa commessa nell’uccisione di Gesù. La
conversione implica un ritorno a Dio di tutto l’uomo, nel
riconoscimento della gloria del Cristo, che prima era stato respinto.
Il pentimento è una scoperta del
male del peccato, una colpa che noi abbiamo commesso e una decisione di
abbandonarlo. È, infatti, un cambiamento della mente di carattere molto
profondo e pratico che permette all’uomo d’amare quello che odiava e
di odiare quello che una volta lui amava. Conversione, se tradotto in
altre parole, significa fare una giravolta, girando dal peccato, verso
la santità, girando dalla spensieratezza ad un pensiero, dal mondo al
cielo, da se stessi a Gesù, facendo un giro completo.