DISCORSO DI PIETRO AL POPOLO

Testo biblico da leggere: Atti 3,11-26.

  Verità centrale:

 (Una grande testimonianza)

La potenza di Cristo risorto si manifesta nel mondo attraverso la vita dei credenti ripieni dello Spirito Santo.

 

Versetto chiave:

 (un invito al pentimento)

 “Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati”. Atti 3,19

  11 Mentr'egli si teneva accanto a Pietro e Giovanni, tutto il popolo fuor di sé per lo stupore accorse verso di loro al portico detto di Salomone. 12 Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: «Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo fatto camminare quest'uomo? 13 Il Dio d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; 14 voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino 15 e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni. 16 Proprio per la fede riposta in lui, il nome di Gesù ha dato vigore a quest'uomo che voi vedete e conoscete; la fede in lui ha dato a quest'uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi.

 17 Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, così come i vostri capi; 18 Dio però ha adempiuto così ciò che aveva annunziato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo sarebbe morto. 19 Pentitevi dunque e convertitevi, perché siano cancellati i vostri peccati 20 e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù. 21 Egli dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti. 22 Mosè infatti disse: Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà. 23 E chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo. 24 Tutti i profeti, a cominciare da Samuele e da quanti parlarono in seguito, annunziarono questi giorni.

 25 Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le famiglie della terra. 26 Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità».

 

Mentre il precedente discorso di Pietro (2,14-40) tendeva a provare, partendo dalle esperienze carismatiche degli apostoli, l’esaltazione gloriosa di Gesù, questo discorso vuole mostrare, partendo dalla guarigione dello storpio, la potenza di Gesù, per invitare alla conversione coloro che lo hanno ucciso.

Volendo proporre sinteticamente lo sviluppo dell’esposizione si potrebbe notare i seguenti punti:

 

1.    Il miracolo dello storpio è avvenuto per opera di Gesù: vv 12-13°;

  2.    Di quel Gesù respinto e ucciso dai Giudei: vv.13b – 15°;

     3.    Che ora è risorto e nel cui nome si è compiuto il prodigio 15b 16;

    4.    La morte di Gesù adempie le scritture: vv.17 –18;

     5.    E’ dunque necessario ravvedersi: vv.19;

    6.    Perché si manifesti il regno messianico: vv. 20- 21;

    7.    Breve sviluppo dell’argomento della profezia e rinnovato invito alla penitenza: vv. 22-26;

  Come si vede, i temi generali dei discorsi kerygmatici, ossia la proclamazione della risurrezione di Cristo, il richiamo alle scritture, e l’invito alla conversione, sono qui gli ingredienti principali del discorso.

Vediamo, cosa succede dopo il sorprendente miracolo della guarigione dello storpio.

 I presenti rimasero con grande stupore, tanto che si stringevano attorno a Pietro e Giovanni, poiché pensavano che quel miracolo fosse stato compiuto da loro, mentre Pietro e Giovanni non erano altro che strumenti di Dio. Quella sarebbe stata una bella e splendida opportunità per farsi una buona reputazione, Pietro invece senza esitare nemmeno un secondo, richiamò l’attenzione su Gesù, parlando della gloria, della Sua santità e della potenza di Colui che essi avevano crocifisso. Una prontezza benedetta di un’anima infuocata dallo Spirito del Signore.

 

 Guardate con che cuore sincero Pietro riporta l’attenzione da lui e Giovanni, al Signore Gesù, dicendo: Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo fatto camminare quest'uomo”?

  Non guardate a noi come se potessimo fare qualsiasi cosa: tutto il potere per benedirvi viene da Gesù Cristo e nel Vangelo della sua salvezza”.

  I sacerdoti  di Baal che, con i loro vestiti ricchi, principeschi e le loro pretese di possedere un potere misterioso, avrebbero fatto in modo da far guardare loro stessi come canali di grazia, come, se dalla loro capacità sacerdotale e non dalla loro santità, potessero compiere miracoli;

  ma loro discepoli del Cristo risorto erano i veri messaggeri di Dio.

  È degno d’ammirazione il fatto che, Pietro nell’indirizzare questa folla, venne subito al nocciolo del discorso, della comunicazione, della verità. Lui non scoccò la sua freccia nel vuoto ma colpì il vero bersaglio, il centro dell’obiettivo. 

L’oggetto del vero cristiano sarebbe sempre quello di togliere l’attenzione da lui per darla al suo argomento, così che non sarebbe detto: come ha parlato bene! Che discorso interessante a fatto! Ecc.

  Gesù è il Servo di Jahvè del quale era già stato profetizzato anticamente. Egli avrebbe sofferto per i peccatori e compiuto l’opera redentrice: (Cf Is 52,13; Is 53,11; Is 61,1)

  Cristo, il Principe, l’origine, il sovrano della vita, Colui che essi non avevano riconosciuto e che avevano crocifisso preferendo Barabba, il Cr isto risorto aveva operato sullo zoppo; la semplice fede in Gesù Cristo aveva reso la guarigione una realtà.

  Pietro non prese a predicare solo il Vangelo della buona notizia, ma Cristo, la persona di Cristo, Cristo crocifisso e crocifisso per loro, Cristo risorto, Cristo glorificato da suo Padre.

Caso mai ci fosse stato una predicazione senza avere annunciato Gesù Cristo, quella predicazione è stata senz’altro sterile senza fondamento; togli Cristo privi di spiritualità il Vangelo, perché e come se tu offrissi la buccia esterna mentre la polpa preziosa è rimossa.

Per Pietro quella era certamente un’occasione d’oro per parlare così audacemente di Lui.

Anche se quelle persone avrebbero potuto dire, “ non parlare di Gesù; proprio loro che hanno condotto alla morte preferendolo ad un assassino, per l’affermazione di un uomo che si definiva Dio.

  La loro vita era messa a repentaglio,

Pietro invece avrebbe parlato intorno a Gesù Cristo, e su nient’altro se non su Lui il redentore, il salvatore. In ogni modo, Pietro sapeva che questo era il potere di Dio per la salvezza e lui non si sarebbe tirato indietro; cosi anche a loro, lui consegno l’annuncio del Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo, con una precisione tanto buona quando semplice:

  “ Voi lo avete ucciso; voi lo avete crocifisso; voi avete preferito un assassino.

  Lui non ha paura d’essere personale, un proverbio dice che il coraggio è la caratteristica di chi ha fede in Dio. “L'empio fugge anche se nessuno lo insegue, mentre il giusto è sicuro come un giovane leone.” (Prov. 28,1).

  Quando l’uomo teme Dio più d’ogni altro (At 4,19; 5,29) e si preoccupa più di obbedire il Signore che agli uomini, non ha nulla da temere.

  Isaia parla di questa fiducia in Dio come qualcosa che genera sicurezza e coraggio:

  Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso”(Is 50,7).

Mosè dimostrò un’eccezionale audacia quando si recò dal Faraone per chiedergli di lasciare liberi gli Israeliti (Es7,11).

  Davide fu degno d’ammirazione quando tutto solo affrontò Golia (1Sam 17,45).

Cosi come Elia in molti episodi si schiera coraggiosamente dalla parte della giustizia e la sua permanenza sul monte Carmelo è un esempio di  coraggio (1Re 18:42,46).

Altri uomini di Dio restarono fermi nella fede sia nel Vecchio Testamento che nel Nuovo Testamento, fino ai nostri tempi ci sono stati e ci sono eroici valorosi della fede come i martiri che muoiono pur di non rinnegare Dio.

  Era chiaro che Pietro e Giovanni non erano stati educati in nessuna delle scuole rabbiniche del tempo, poiché si esprimevano in un linguaggio semplice, tuttavia il loro parlare era chiaro e diretto, anche se non usavano frasi altisonanti. E i membri del Sinedrio dovettero certamente ricordarsi dei difficili scontri con Gesù, quando avevano cercato invano di prenderLo in trappola o di coglierLo in fallo nelle sue parole (Mt 22:15,23). Mentre gli apostoli continuavano a parlare, molti nel Sinedrio notarono qualcosa in Pietro e in Giovanni: si riconosceva che erano stati con Gesù poiché vedevano manifestarsi in loro la stessa potenza e la stessa sapienza che avevano visto in Cristo.

  Pietro continua il suo discorso facendo un’offerta agli uomini, chiamandoli fratelli: “fratelli io so che lo avete fatto per ignoranza,…..”   

  “PENTITEVI DUNQUE E CONVERTITEVI”

Il pentimento si riferisce in questo caso alla colpa commessa nell’uccisione di Gesù. La conversione implica un ritorno a Dio di tutto l’uomo, nel riconoscimento della gloria del Cristo, che prima era stato respinto.

Il pentimento è una scoperta del male del peccato, una colpa che noi abbiamo commesso e una decisione di abbandonarlo. È, infatti, un cambiamento della mente di carattere molto profondo e pratico che permette all’uomo d’amare quello che odiava e di odiare quello che una volta lui amava. Conversione, se tradotto in altre parole, significa fare una giravolta, girando dal peccato, verso la santità, girando dalla spensieratezza ad un pensiero, dal mondo al cielo, da se stessi a Gesù, facendo un giro completo.

  Quando all’indemoniato nella regione dei Garasèni, Gesù caccio i diavoli, posso paragonare quello come pentimento e conversione; infatti, quando lui aveva deposto i suoi indumenti, era nudo e sporco, ma accettò di vestirsi; passo dalla schiavitù del demonio alla grazia di Dio. Quando il figlio prodigo stava dando da mangiare ai porci, all’improvviso cominciò a riflettere sulla sua situazione e di tornare indietro: quello era pentimento. Quando lui uscì fuori e girò verso il lontano paese e andò alla casa del padre, quella era conversione. Possiamo dire che il pentimento e la porta della conversione.