Catechesi

La catechesi è il metodo di istruzione del messaggio evangelico e della dottrina cristiana, inteso come informazione ed educazione alla fede e operante come enunciazione propositiva che coinvolge sempre la vita non solo a livello esistenziale o culturale, ma anche ecclesiale. Nell'ambiente del primo cristianesimo il termine catechesi designa la viva parola dell'insegnamento apostolico prima ancora che ci fossero documenti scritti ( Luca 1, 1-4); soggetto (e insieme oggetto) della catechesi, che faceva tutt'uno con l'evangelizzazione, era essenzialmente la comunità dei credenti.

Se si tengono presenti le situazioni e i luoghi in cui prese avvio il movimento cristiano, si comprende come ben presto la catechesi abbia abbozzato i primi tentativi di sistemazione della dottrina e della morale, com'è testimoniato da alcuni documenti: la cosiddetta Didachè (o  Dottrina dei dodici apostoli), un testo giudeo-cristiano (50-70 ca.) d'origine siro-palestinese; la Dimostrazione della predicazione apostolica di sant'Ireneo (II sec.). Dopo i primi tre secoli, in seguito alla “svolta” costantiniana (rescritto di Milano, 313) e al fenomeno imponente delle conversioni di massa, l'esperienza cristiana subì dei processi di condizionamento. Intere popolazioni si aggregarono alla Chiesa per realizzare la propria salvezza personale, ma tale approccio individualistico all'insegnamento cristiano finì per sottrarre il mordente storico alla stessa presenza della Chiesa.

 Venutosi così a scindere lo stretto rapporto tra annuncio e prassi, la stessa catechesi rischiò di diventare semplice “istruzione religiosa”. L'istituto del catecumenato, vigente fin dalle origini cristiane come propedeutica all'iniziazione battesimale ed eucaristica, andò sempre più affermandosi con la varietà delle sue classi progressive (catecumeni propriamente detti, competentes o candidati ai misteri, neofiti o neoiniziati ecc.) e con l'organizzazione di vere scuole di insegnamento religioso, alcune delle quali ebbero nell'antichità vasta risonanza: Alessandria, Antiochia, Edessa, Cesarea ecc. Fra i padri della Chiesa, autori di catechesi, eccelse Cirillo di Gerusalemme (IV sec.) con le sue 24 catechesi, anche se la prima opera metodologica sulla formazione religiosa (Pedagogo) è opera di Clemente Alessandrino (II-III sec.); sant'Agostino (IV-V sec.) scrisse il primo lavoro di didattica religiosa per il popolo che fece testo per tutto il Medioevo (Modo di catechizzare gli ignoranti, 400 ca.).

Col generalizzarsi del battesimo agli infanti, la catechesi prebattesimale continuò solo dove vivevano ancora pagani o eretici da convertire. Nel Medioevo la catechesi diventò parte della prima istruzione, impartita ai fanciulli dai genitori o nelle scuole, normalmente rette da ecclesiastici. Alla decadenza della catechesi reagirono i movimenti pauperistici e gli ordini mendicanti (francescani, domenicani) nell'impegno di un'assidua e fervida predicazione itinerante. La crisi della catechesi si acuì alla fine del Medioevo e col diffondersi dell'Umanesimo. Si dovettero attendere la Riforma luterana e la posteriore Riforma cattolica voluta dal concilio di Trento (1545-63) perché la catechesi divenisse una delle principali preoccupazioni della nuova cristianità europea: i protestanti si dedicarono alla lettura della Bibbia, considerata come unico criterio-guida dei fedeli, e ne diedero le prime traduzioni in lingua nazionale, suscitando una feconda tradizione di studi esegetici; i cattolici rinnovarono la catechesi soprattutto grazie agli originali apporti delle “compagnie della dottrina cristiana” e dei nuovi ordini religiosi, sorti prima e dopo il concilio di Trento (teatini, cappuccini, barnabiti, somaschi, orsoline, gesuiti, congregazione dell'Oratorio ecc.).

La scoperta dell'America (1492) e le successive conquiste coloniali del Nuovo Mondo portarono il cristianesimo nella confessione professata dai colonizzatori: riformata e romano-cattolica nel Nordamerica, romano-cattolica dell'America latina ecc. Si presentò allora il problema di una catechesi di tipo prebattesimale che in Occidente si era esaurita col periodo tardo-antico e alto-medievale. Nell'Europa del Settecento, di fronte alla critica del pensiero illuminista, le Chiese cristiane riorganizzarono la catechesi imprimendole un carattere atto a sostenere gli attacchi delle dottrine religiose e filosofiche del tempo contrassegnate da un marcato  razionalismo. La catechesi dell'Ottocento risente della valorizzazione della pietà popolare e liturgica e prende parte solo di riflesso ai dibattiti teologici. Con l'estendersi dell'istruzione, si prospettò per i cristiani il problema dell'istruzione religiosa nelle scuole pubbliche, del suo momento enunciativo e ancor più del suo momento propositivo.

 Seguendo le direttive dell'enciclica Acerbo nimis (1905) di papa Pio X sull'insegnamento catechistico e le disposizioni del Codice di diritto canonico (1917), la catechesi affronta le prove della vita ecclesiale del Novecento. La crisi modernista e i vari movimenti (liturgico, patristico, ecumenico ecc.) che accompagnarono la crescita e la maturazione del cristianesimo cattolico e riformato degli anni della prima guerra mondiale, agirono sulla catechesi come forze d'urto capaci di riportarla alla riscoperta della perduta dimensione comunitaria e misterica delle origini che avrà dal concilio Vaticano II (1962-65) e dall'aggiornamento postconciliare la sua piena approvazione e la sua coerente attuazione nel contesto storico-culturale contemporaneo.