Baruc - Capitolo 1
INTRODUZIONE
Baruc e l'assemblea dei Giudei a Babilonia
[1]Queste sono le
parole del libro che Baruc figlio di Neria, figlio di Maasià, figlio di Sedecìa,
figlio di Asadia, figlio di Chelkìa, scrisse in Babilonia [2]nell'anno
quinto, il sette del mese, nella ricorrenza di quando i Caldei presero
Gerusalemme e la diedero alle fiamme. [3]Baruc lesse le parole di questo
libro alla presenza di Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda e di tutto il
popolo, accorso per ascoltare la lettura: [4]erano presenti i nobili, i
figli del re, gli anziani, tutto il popolo dal più piccolo al più grande, quanti
insomma abitavano in Babilonia presso il fiume Sud. [5]Ascoltata la
lettura, piansero, digiunarono, pregarono il Signore, [6]poi, raccolto un
pò di denaro, secondo quel che ognuno poteva dare, [7]lo mandarono a
Gerusalemme al sacerdote Ioakim figlio di Chelkìa, figlio di Salòm e agli altri
sacerdoti e al popolo che erano con lui in Gerusalemme. [8]Era il dieci
del mese di Sivan, quando Baruc ricevette, per portarli in Giuda, i vasi della
casa del Signore, che erano stati portati via dal tempio. Erano quei vasi
d'argento che Sedecìa figlio di Giosia, re di Giuda, aveva fatto rifare,
[9]dopo che Nabucodònosor re di Babilonia aveva deportato da Gerusalemme
in Babilonia Ieconia, i principi, gli schiavi, i nobili e il popolo del paese.
[10]Mandarono a dire loro: Ecco, vi mandiamo il denaro per comprare
olocausti, sacrifici espiatori e incenso e offrire oblazioni sull'altare del
Signore nostro Dio. [11]Pregate per la vita di Nabucodònosor re di
Babilonia e per la vita di suo figlio Baldassàr, perché i loro giorni sulla
terra siano lunghi come i giorni del cielo sulla terra. [12]Pregate
perché il Signore ci dia forza e illumini i nostri occhi e si possa vivere
all'ombra di Nabucodònosor, re di Babilonia, e all'ombra del figlio Baldassàr e
servirli per molti anni e trovar grazia ai loro occhi. [13]Pregate il
Signore nostro Dio anche per noi che lo abbiamo offeso e fino ad oggi il suo
sdegno e la sua ira non si sono allontanati da noi. [14]Leggete perciò
questo libro che vi abbiamo mandato per fare pubblica confessione nel tempio del
Signore, in giorno di festa e nei giorni opportuni. [15]Direte dunque:
I. PREGHIERA DEGLI ESILIATI
La confessione dei peccati
Al Signore nostro Dio la giustizia; a noi il
disonore sul volto, come oggi avviene per i Giudei e gli abitanti di
Gerusalemme, [16]per i nostri re e per i nostri principi, per i nostri
sacerdoti e i nostri profeti e per i nostri padri, [17]perché abbiamo
offeso il Signore, [18]gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la
voce del Signore nostro Dio per camminare secondo i decreti che il Signore ci
aveva messi dinanzi. [19]Da quando il Signore fece uscire i nostri padri
dall'Egitto fino ad oggi noi ci siamo ribellati al Signore nostro Dio e ci siamo
ostinati a non ascoltare la sua voce. [20]Così, come oggi costatiamo, ci
son venuti addosso tanti mali insieme con la maledizione che il Signore aveva
minacciata per mezzo di Mosè suo servo, quando fece uscire i nostri padri
dall'Egitto per concederci un paese in cui scorre latte e miele. [21]Non
abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio, secondo le parole dei profeti
che egli ci ha mandato: [22]ma ciascuno di noi ha seguito le perverse
inclinazioni del suo cuore, ha servito dei stranieri e ha fatto ciò che è male
agli occhi del Signore nostro Dio.
Baruc - Capitolo 2
[1]Per questo il Signore ha adempiuto le sue parole pronunziate contro
di noi, contro i nostri giudici che governano Israele, contro i nostri re e
contro i nostri principi, contro ogni uomo d'Israele e di Giuda. [2]Non
era mai avvenuto sotto la volta del cielo quello che egli ha compiuto in
Gerusalemme, come sta scritto nella legge di Mosè, [3]fino al punto di
mangiarsi uno le carni del figlio e un altro quelle della figlia. [4]Il
Signore li mise in potere di tutti i regni vicini e li rese oggetto di vituperio
e di disprezzo per tutti quei popoli in mezzo ai quali li aveva dispersi.
[5]Così ci ha reso schiavi invece di padroni, perché abbiamo offeso il
Signore nostro Dio e non abbiamo ascoltato la sua voce. [6]Al Signore
nostro Dio la giustizia, a noi e ai padri nostri il disonore sul volto, come
avviene ancor oggi. [7]Tutte le calamità che il Signore ci aveva
minacciate, ci sono venute addosso. [8]Ma noi non abbiamo placato lo
sdegno del Signore, rinunziando ai perversi affetti del nostro cuore.
[9]Così il Signore, che è pronto al castigo, lo ha mandato sopra di noi,
poiché egli è giusto in tutte le opere che ci ha comandate, [10]mentre
noi non abbiamo dato ascolto alla sua voce, eseguendo i decreti che ci aveva
posti davanti.
La supplica
[11]Ora, Signore Dio d'Israele, che hai fatto uscire
il tuo popolo dall'Egitto con mano forte, con segni e prodigi, con grande
potenza e braccio possente e ti sei fatto un nome glorioso come oggi lo
possiedi, [12]noi abbiamo peccato, siamo stati empi, abbiamo trasgredito,
Signore Dio nostro, i tuoi comandamenti. [13]Allontana da noi lo sdegno,
poiché siamo rimasti molto pochi in mezzo alle genti fra le quali tu ci hai
dispersi. [14]Ascolta, Signore, la nostra preghiera, la nostra supplica,
liberaci per il tuo amore e facci trovar grazia davanti a coloro che ci hanno
deportati, [15]perché tutta la terra sappia che tu sei il Signore nostro
Dio e che il tuo nome è stato invocato su Israele e su tutta la sua stirpe.
[16]Guarda, Signore, dalla tua santa dimora e pensa a noi; inclina il tuo
orecchio, Signore, e ascolta; [17]apri, Signore, gli occhi e osserva: non
i morti che sono negli inferi, il cui spirito se n'è andato dalle loro viscere,
danno gloria e giustizia al Signore, [18]ma chi geme sotto il peso, chi
se ne va curvo e spossato, chi ha gli occhi languenti, chi è affamato, questi
sono coloro che ti rendono gloria e giustizia, Signore. [19]Non per i
meriti dei nostri padri e dei nostri re ti presentiamo le nostre suppliche,
Signore Dio nostro, [20]ma perché tu hai mandato sopra di noi la tua
collera e il tuo sdegno, come avevi dichiarato per mezzo dei tuoi servi i
profeti: [21]«Ecco, dice il Signore: Curvate le spalle, servite il re di
Babilonia e dimorerete nella terra da me data ai vostri padri. [22]Ma se
non darete ascolto alla voce del Signore che comanda di servire il re di
Babilonia, [23]farò cessare nelle città di Giuda e per le vie di
Gerusalemme il grido di gioia e di letizia, il canto dello sposo e della sposa e
tutto il territorio diventerà un deserto senza abitanti». [24]Noi non
abbiamo dato ascolto alla tua voce di servire il re di Babilonia, perciò tu hai
eseguito la minaccia, fatta per mezzo dei tuoi servi i profeti, che le ossa dei
nostri re e dei nostri padri sarebbero rimosse dalla loro tomba. [25]Ed
eccole abbandonate al calore del giorno e al gelo della notte. Essi son morti
fra atroci dolori, di fame, di spada e di peste; [26]il tempio che porta
il tuo nome tu lo hai ridotto nello stato in cui oggi si trova, per la malvagità
della casa d'Israele e di Giuda. [27]Tuttavia tu hai agito verso di noi,
Signore Dio nostro, secondo tutta la tua bontà e secondo tutta la tua grande
misericordia, [28]come avevi detto per mezzo del tuo servo Mosè, quando
gli ordinasti di scrivere la tua legge davanti agli Israeliti, dicendo:
[29]«Se voi non darete ascolto alla mia voce, questa moltitudine che ora
è così grande sarà ridotta a un piccolo resto in mezzo alle nazioni fra le quali
io la disperderò; [30]poiché io so che non mi ascolterà, perché è un
popolo di dura cervice. Però nella terra del loro esilio ritorneranno in sé
[31]e riconosceranno che io sono il Signore loro Dio. Darò loro un cuore
e orecchi che ascoltano; [32]nella terra del loro esilio mi loderanno e
si ricorderanno del mio nome [33]e ripensando alla sorte subìta dai loro
padri che peccarono contro di me, abbandoneranno la loro caparbietà e la loro
malizia. [34]Io li ricondurrò nella terra promessa con giuramento ai loro
padri, ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe; essi ne avranno di nuovo il dominio e io
li moltiplicherò e non diminuiranno più; [35]farò con loro un'alleanza
perenne: io sarò Dio per loro ed essi saranno popolo per me, né scaccerò mai più
il mio popolo Israele dal paese che gli ho dato».
Baruc - Capitolo 3
[1]Signore onnipotente, Dio d'Israele, un'anima angosciata, uno
spirito tormentato grida verso di te. [2]Ascolta, Signore, abbi pietà,
perché abbiamo peccato contro di te. [3]Tu domini sempre, noi
continuamente periamo. [4]Signore onnipotente, Dio d'Israele, ascolta
dunque la supplica dei morti d'Israele, dei figli di coloro che hanno peccato
contro di te: essi non hanno ascoltato la voce del Signore loro Dio e a noi si
sono attaccati questi mali. [5]Non ricordare l'iniquità dei nostri padri,
ma ricordati ora della tua potenza e del tuo nome, [6]poiché tu sei il
Signore nostro Dio e noi ti loderemo, Signore. [7]Per questo tu hai
riempito i nostri cuori del tuo timore perché invocassimo il tuo nome. Noi ti
lodiamo ora nell'esilio, poiché abbiamo allontanato dal cuore tutta l'iniquità
dei nostri padri, i quali hanno peccato contro di te. [8]Ecco, siamo
ancor oggi esiliati e dispersi, oggetto di obbrobrio, di maledizione e di
condanna per tutte le iniquità dei nostri padri, che si sono ribellati al
Signore nostro Dio.
II. LA SAGGEZZA, PREROGATIVA DI ISRAELE
[9]Ascolta, Israele, i
comandamenti della vita,
porgi l'orecchio per intender la prudenza.
[10]Perché, Israele, perché ti trovi in terra nemica
e invecchi
in terra straniera?
[11]Perché ti contamini con i cadaveri
e sei
annoverato fra coloro che scendono negli inferi?
[12]Tu hai
abbandonato la fonte della sapienza!
[13]Se tu avessi camminato nei
sentieri di Dio,
saresti vissuto sempre in pace.
[14]Impara dov'è
la prudenza,
dov'è la forza, dov'è l'intelligenza,
per comprendere anche
dov'è la longevità e la vita,
dov'è la luce degli occhi e la pace.
[15]Ma chi ha scoperto la sua dimora,
chi è penetrato nei suoi
forzieri?
[16]Dove sono i capi delle nazioni,
quelli che dominano
le belve che sono sulla terra?
[17]Coloro che si divertono con gli
uccelli del cielo,
quelli che ammassano argento e oro,
in cui confidano
gli uomini,
e non pongono fine ai loro possessi?
[18]Coloro che
lavorano l'argento e lo cesellano
senza rivelare il segreto dei loro lavori?
[19]Sono scomparsi, sono scesi negli inferi
e altri hanno preso
il loro posto.
[20]Nuove generazioni hanno visto la luce
e sono
venute ad abitare il paese,
ma non hanno conosciuto la via della sapienza,
[21]non hanno appreso i suoi sentieri;
neppure i loro figli
l'hanno raggiunta,
anzi, si sono allontanati dalla sua via.
[22]Non se n'è sentito parlare in Canaan,
non si è vista in
Teman.
[23]I figli di Agar, che cercano sapienza terrena,
i
mercanti di Merra e di Teman,
i narratori di favole, i ricercatori
dell'intelligenza
non hanno conosciuto la via della sapienza,
non si son
ricordati dei suoi sentieri.
[24]Israele, quanto è grande la casa di
Dio,
quanto è vasto il luogo del suo dominio!
[25]E' grande e non
ha fine,
è alto e non ha misura!
[26]Là nacquero i famosi giganti
dei tempi antichi,
alti di statura, esperti nella guerra;
[27]ma
Dio non scelse costoro
e non diede loro la via della sapienza:
[28]perirono perché non ebbero saggezza,
perirono per la loro
insipienza.
[29]Chi è salito al cielo per prenderla
e farla
scendere dalle nubi?
[30]Chi ha attraversato il mare e l'ha trovata
e l'ha comprata a prezzo d'oro puro?
[31]Nessuno conosce la sua
via,
nessuno pensa al suo sentiero.
[32]Ma colui che sa tutto, la
conosce
e l'ha scrutata con l'intelligenza.
E' lui che nel volger dei
tempi ha stabilito la terra
e l'ha riempita d'animali;
[33]lui
che invia la luce ed essa va,
che la richiama ed essa obbedisce con tremore.
[34]Le stelle brillano dalle loro vedette
e gioiscono;
[35]egli le chiama e rispondono: «Eccoci!»
e brillano di gioia
per colui che le ha create.
[36]Egli è il nostro Dio
e nessun
altro può essergli paragonato.
[37]Egli ha scrutato tutta la via
della sapienza
e ne ha fatto dono a Giacobbe suo servo,
a Israele suo
diletto.
[38]Per questo è apparsa sulla terra
e ha vissuto fra
gli uomini.
Baruc - Capitolo 4
[1]Essa è il libro dei decreti di Dio,
è la legge che sussiste nei
secoli;
quanti si attengono ad essa avranno la vita,
quanti
l'abbandonano moriranno.
[2]Ritorna, Giacobbe, e accoglila,
cammina allo splendore della sua luce.
[3]Non dare ad altri la
tua gloria,
né i tuoi privilegi a gente straniera.
[4]Beati noi,
o Israele,
perché ciò che piace a Dio ci è stato rivelato.
III. LAMENTI E SPERANZE DI GERUSALEMME
[5]Coraggio, popolo mio,
tu, resto d'Israele!
[6]Siete stati venduti alle genti
non per
essere annientati,
ma perché avete provocato lo sdegno di Dio
siete
stati consegnati ai nemici.
[7]Avete irritato il vostro creatore,
sacrificando ai dèmoni e non a Dio.
[8]Avete dimenticato chi vi
ha allevati, il Dio eterno,
avete afflitto colei che vi ha nutriti,
Gerusalemme.
[9]Essa ha visto piombare su di voi l'ira divina
e
ha esclamato: Ascoltate, città vicine di Sion,
Dio mi ha mandato un grande
dolore.
[10]Ho visto, infatti, la schiavitù in cui l'Eterno
ha
condotto i miei figli e le mie figlie.
[11]Io li avevo nutriti con
gioia
e li ho dovuti lasciare con lacrime e gemiti.
[12]Nessuno
goda di me nel vedermi vedova e desolata;
sono abbandonata per i peccati dei
miei figli
che deviarono dalla legge di Dio,
[13]non si curarono
dei suoi decreti,
non seguirono i suoi comandamenti,
non procedettero
per i sentieri della dottrina,
secondo la sua giustizia.
[14]Venite, o città vicine di Sion,
considerate la schiavitù in
cui l'Eterno
ha condotto i miei figli e le mie figlie.
[15]Ha
mandato contro di loro un popolo lontano,
una gente perversa di lingua
straniera,
che non ha avuto rispetto dei vecchi, né pietà dei bambini,
[16]che ha strappato i cari figli alla vedova
e l'ha lasciata
sola senza figlie.
[17]E io come posso aiutarvi?
[18]Chi
vi ha afflitto con tanti mali
saprà liberarvi dal potere dei vostri nemici.
[19]Andate, figli miei, andate, io resto sola.
[20]Ho
deposto l'abito di pace,
ho indossato il cilicio della supplica,
griderò
all'Eterno per tutti i miei giorni.
[21]Coraggio, figli miei, gridate
a Dio
ed egli vi libererà dall'oppressione
e dal potere dei vostri
nemici.
[22]Io, infatti, spero dall'Eterno la vostra salvezza.
Una grande gioia mi viene dal Santo,
per la misericordia che presto vi
giungerà
dall'Eterno vostro salvatore.
[23]Vi ho visti partire
fra gemiti e pianti,
ma Dio vi ricondurrà a me
con letizia e gioia, per
sempre.
[24]Come ora le città vicine di Sion
hanno visto la
vostra schiavitù,
così vedranno ben presto la vostra salvezza
da parte
del vostro Dio;
essa verrà a voi
con grande gloria e splendore
dell'Eterno.
[25]Figli, sopportate con pazienza la collera
che da
Dio è venuta su di voi.
Il nemico vi ha perseguitati,
ma vedrete ben
presto la sua rovina
e calcherete il piede sul suo collo.
[26]I
miei figli tanto delicati
hanno dovuto battere aspri sentieri,
incalzati
come gregge rapito dal nemico.
[27]Coraggio, figli, gridate a Dio,
poiché si ricorderà di voi colui che vi ha provati.
[28]Però,
come pensaste di allontanarvi da Dio,
così ritornando decuplicate lo zelo
per ricercarlo,
[29]poiché chi vi ha afflitti con tante calamità
vi darà anche, con la salvezza, una gioia perenne.
[30]Coraggio,
Gerusalemme!
Colui che ti ha dato un nome ti consolerà.
[31]Maledetti i tuoi oppressori,
che hanno goduto della tua
caduta;
[32]maledette le città in cui sono stati schiavi i tuoi
figli,
maledetta colei che li ha trattenuti.
[33]Come ha gioito
per la tua caduta
e si è allietata per la tua rovina,
così patirà per la
sua desolazione.
[34]Le toglierò la gioia di essere così popolata,
il suo tripudio sarà cambiato in lutto.
[35]Un fuoco cadrà su di
lei per lunghi giorni
per volere dell'Eterno
e per molto tempo sarà
abitata da demoni.
[36]Guarda ad oriente, Gerusalemme,
osserva la
gioia che ti viene da Dio.
[37]Ecco, ritornano i figli che hai visti
partire,
ritornano insieme riuniti dall'oriente all'occidente,
alla
parola del Santo, esultanti per la gloria di Dio.
Baruc - Capitolo 5
[1]Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione,
rivèstiti dello splendore della gloria
che ti viene da Dio per sempre.
[2]Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul capo il
diadema di gloria dell'Eterno,
[3]perché Dio mostrerà il tuo
splendore
ad ogni creatura sotto il cielo.
[4]Sarai chiamata da
Dio per sempre:
Pace della giustizia e gloria della pietà.
[5]Sorgi, o Gerusalemme, e stà in piedi sull'altura
e guarda
verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti
da occidente ad oriente,
alla
parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
[6]Si sono
allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce
in trionfo come sopra un trono regale.
[7]Poiché Dio ha stabilito
di spianare
ogni alta montagna e le rupi secolari,
di colmare le valli e
spianare la terra
perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
[8]Anche le selve e ogni albero odoroso
faranno ombra ad Israele
per comando di Dio.
[9]Perché Dio ricondurrà Israele con gioia
alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia
che
vengono da lui.
Baruc - Capitolo 6
IV. LETTERA DI GEREMIA
[1]Per i peccati da voi commessi di fronte
a Dio sarete condotti prigionieri in Babilonia da Nabucodònosor re dei
Babilonesi. [2]Giunti dunque in Babilonia, vi resterete molti anni e per
lungo tempo fino a sette generazioni; dopo vi ricondurrò di là in pace.
[3]Ora, vedrete in Babilonia idoli d'argento, d'oro e di legno, portati a
spalla, i quali infondono timore ai pagani. [4]State attenti dunque a non
imitare gli stranieri; il timore dei loro dei non si impadronisca di voi.
[5]Alla vista di una moltitudine che prostrandosi davanti e dietro a loro
li adora, pensate: «Te dobbiamo adorare, Signore». [6]Poiché il mio
angelo è con voi, egli si prenderà cura di voi.
[7]Essi hanno una lingua limata da un artefice, sono indorati e
inargentati, ma sono simulacri falsi e non possono parlare. [8]Come si fa
con una ragazza vanitosa, prendono oro e acconciano corone sulla testa dei loro
dei. [9]Talvolta anche i sacerdoti, togliendo ai loro dei oro e argento,
lo spendono per sé, dandone anche alle prostitute nei postriboli.
[10]Adornano poi con vesti, come si fa con gli uomini, questi idoli
d'argento, d'oro e di legno; ma essi non sono in grado di salvarsi dalla ruggine
e dai tarli. [11]Sono avvolti in una veste purpurea, ma bisogna pulire il
loro volto per la polvere del tempio che si posa abbondante su di essi.
[12]Come un governatore di una regione, il dio ha lo scettro, ma non
stermina colui che lo offende. [13]Ha il pugnale e la scure nella destra,
ma non si libera dalla guerra e dai ladri. [14]Per questo è evidente che
non sono dei; non temeteli, dunque!
[15]Come un vaso di terra una volta rotto diventa inutile, così sono i
loro dei, posti nei templi. [16]I loro occhi sono pieni della polvere
sollevata dai piedi di coloro che entrano. [17]Come ad uno che abbia
offeso un re si tiene bene sbarrato il luogo dove è detenuto perché deve essere
condotto a morte, così i sacerdoti assicurano i templi con portoni, con
serrature e con spranghe, perché non vengano saccheggiati dai ladri.
[18]Accendono loro lumi, persino più numerosi che per se stessi, ma gli
dei non ne vedono alcuno. [19]Sono come una delle travi del tempio; il
loro interno, come si dice, viene divorato e anch'essi senza accorgersene sono
divorati dagli insetti che strisciano dalla terra, insieme con le loro vesti.
[20]Il loro volto si annerisce per il fumo del tempio. [21]Sul
loro corpo e sulla testa si posano pipistrelli, rondini e altri uccelli e anche
i gatti. [22]Di qui potete conoscere che non sono dei; non temeteli,
dunque!
[23]L'oro di cui sono adorni per bellezza non risplende se qualcuno
non ne toglie la patina; perfino quando venivano fusi, essi non se ne
accorgevano. [24]Furono comprati a qualsiasi prezzo, essi che non hanno
alito vitale. [25]Senza piedi, vengono portati a spalla, mostrando agli
uomini la loro condizione vergognosa; arrossiscono anche i loro fedeli perché,
se cadono a terra, non si rialzano più. [26]Neanche se uno li colloca
diritti si muoveranno da sé, né se si sono inclinati si raddrizzeranno; si
pongono offerte innanzi a loro come ai morti. [27]Iloro sacerdoti vendono
le loro vittime e ne traggono profitto; anche le mogli di costoro ne pongono
sotto sale una parte e non ne danno né ai poveri né ai bisognosi; anche una
donna in stato di impurità e la puerpera toccano le loro vittime.
[28]Conoscendo dunque da questo che non sono dei, non temeteli!
[29]Come infatti si potrebbero chiamare dei? Perfino le donne
presentano offerte a questi idoli d'argento, d'oro e di legno. [30]Nei
templi i sacerdoti siedono con le vesti stracciate, la testa e le guance rasate,
a capo scoperto. [31]Urlano alzando grida davanti ai loro dei, come fanno
alcuni durante un banchetto funebre. [32]I sacerdoti si portan via le
vesti degli dei e ne rivestono le loro mogli e i loro bambini. [33]Gli
idoli non possono contraccambiare né il male né il bene ricevuto da qualcuno;
non possono né costituire né spodestare un re; [34]nemmeno possono dare
ricchezze né soldi. Se qualcuno, fatto un voto, non lo mantiene, non se ne
curano. [35]Non liberano un uomo dalla morte né sottraggono il debole da
un forte. [36]Non rendono la vista a un cieco né liberano un uomo dalle
angosce. [37]Non hanno pietà della vedova né beneficano l'orfano.
[38]Sono simili alle pietre estratte dalla montagna quegli idoli di
legno, indorati e argentati. Iloro fedeli saranno confusi. [39]Come
dunque si può ritenere e dichiarare che costoro sono dei?
[40]Inoltre, perfino gli stessi Caldei li disonorano; questi infatti
quando trovano un muto incapace di parlare lo presentano a Bel pregandolo di
farlo parlare, quasi che costui potesse sentire. [41]Costoro, pur
rendendosene conto, non sono capaci di abbandonare gli idoli, perché non hanno
senno. [42]Le donne siedono per la strada cinte di cordicelle e bruciano
della crusca. [43]Quando qualcuna di esse, tratta in disparte da qualche
passante, si è data a costui, schernisce la sua vicina perché non fu stimata
come lei e perché la sua cordicella non fu spezzata. [44]Quanto avviene
attorno agli idoli è menzogna; dunque, come si può credere e dichiarare che
costoro sono dei?
[45]Gli idoli sono lavoro di artigiani e di orefici; essi non
diventano niente altro che ciò che gli artigiani vogliono che siano.
[46]Coloro che li fabbricano non hanno vita lunga; come potrebbero le
cose da essi fabbricate essere dei? [47]Essi lasciano ai loro posteri
menzogna e ignominia. [48]Difatti, quando sopraggiungono la guerra e le
calamità, i sacerdoti si consigliano fra di loro sul come potranno nascondersi
insieme con i loro dei. [49]Come dunque è possibile non comprendere che
non sono dei coloro che non possono salvare se stessi né dalla guerra né dai
mali? [50]Dopo tali fatti si riconoscerà che gli idoli di legno, indorati
e argentati, sono una menzogna; a tutte le genti e ai re sarà evidente che essi
non sono dei, ma lavoro delle mani d'uomo e che sono privi di ogni qualità
divina. [51]A chi dunque non sarà evidente che non sono dei?
[52]Essi infatti non possono costituire un re sul panè concedere la
pioggia agli uomini; [53]non risolvono le contese, né liberano
l'oppresso, poiché non hanno alcun potere; sono come cornacchie fra il cielo e
la terra. [54]Infatti, se il fuoco si attacca al tempio di questi dei di
legno o indorati o argentati, mentre i loro sacerdoti fuggiranno e si metteranno
in salvo, essi invece come travi bruceranno là in mezzo. [55]A un re e ai
nemici non possono resistere. [56]Come dunque si può ammettere e pensare
che essi siano dei?
[57]Né dai ladri né dai briganti si salveranno questi idoli di legno,
argentati e indorati, ai quali i ladri con la violenza tolgono l'oro, l'argento
e la veste che li avvolge e poi fuggono tenendo la roba; essi non sono in grado
di aiutare neppure se stessi. [58]Per questo vale meglio di questi dei
bugiardi un re che mostri coraggio oppure un arnese utile in casa, di cui si
serve chi l'ha acquistato; anche meglio di questi dei bugiardi è una porta, che
tenga al sicuro quanto è dentro la casa o perfino una colonna di legno in un
palazzo. [59]Il sole, la luna, le stelle, essendo lucenti e destinati a
servire a uno scopo obbediscono volentieri. [60]Così anche il lampo,
quando appare, è ben visibile; anche il vento spira su tutta la regione.
[61]Quando alle nubi è ordinato da Dio di percorrere tutta la terra,
eseguiscono l'ordine; il fuoco, inviato dall'alto per consumare monti e boschi,
eseguisce il comando. [62]Gli idoli invece non assomigliano né per
l'aspetto né per la potenza a queste cose. [63]Perciò non si deve
ritenere né dichiarare che siano dei, poiché non possono né rendere giustizia né
beneficare gli uomini. [64]Conoscendo dunque che non sono dei, non
temeteli!
[65]Essi non maledicono né benedicono i re; [66]non mostrano
alle genti segni nel cielo, né risplendono come il sole, né illuminano come la
luna. [67]Le belve sono migliori di loro, perché possono fuggire in un
riparo e provvedere a se stesse. [68]Dunque, in nessuna maniera è chiaro
per noi che essi sono dei; per questo non temeteli!
[69]Come infatti uno spauracchio che in un cocomeraio nulla protegge,
tali sono i loro idoli di legno indorati e argentati; [70]ancora, i loro
idoli di legno indorati e argentati si possono paragonare a un ramo nell'orto,
su cui si posa ogni sorta di uccelli, o anche a un cadavere gettato nelle
tenebre. [71]Dalla porpora e dal bisso che si logorano su di loro saprete
che non sono dei; infine saranno divorati e nel paese saranno una vergogna.
[72]E' migliore un uomo giusto che non abbia idoli, poiché sarà lontano
dal disonore.
La
Bibbia