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A DENTI STRETTI

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Questo libro per certi versi sembra una risposta, "voluta" alla famosa biografia di Piero Pelù (Perfetto Difettoso). Il libro dice perfettamente il contrario di quello che dice Piero...A questo punto non si può dire di credere qualcuno, infatti basta un piccolo esempio per dare subito grosse distanze alle 2 pubblicazioni: Piero parla di ghigocentrismi, Ghigo & Federico Guglielmi di un'orbita Pelùcentrica!
Beh, mi pare un po esagerato!

Considerando la parte anni '80, devo dire che non mi piace, d'altronde questo è un parere del tutto soggettivo...Comunque la parte che viene meno trattata è quella che invece tutti vorrebbero sentire, ossia quella dell'epoca Terremoto 1993 o 1994. Quelli si che sono anni belli...
Comunque dopotutto è un libro molto carino, senza tralasciare l'immensa bravura di un giornalista come FEDERICO GUGLIELMI...

Piccola nota: Perchè la copertina mostra solo Ghigo e nelle foto non c'è mai Piero da solo?!?!?!
Gradirei che qualcuno rispondesse! >>>>>>>>

>>>>>>@La risposta di Federico Guglielmi@

Non facendo Piero più parte dei Litfiba, sarebbe stato scorretto utilizzare la sua immagine per la copertina, ed essendo Cabo l'ultimo arrivato mostrare anche lui sarebbe stato eccessivo. Ghigo è l'unico filo conduttore di oltre vent'anni di Litfiba, e quindi la scelta era quasi obbligata.
In realtà avremmo tutti preferito un'immagine "neutra" (un amplificatore, un pezzo di chitarra, una folla plaudente...) ma la Giunti ha preferito un Ghigo "a denti stretti" perchè era una foto d'effetto.

ADENTISTRETTI17.jpg (21580 byte) Questa credo sia l'immagine più rappresentativa dei Litfiba...Quando ancora le polemiche erano poche.

Nella Foto: Piero Pelù, Alberto Pirelli & Ghigo Renzulli

Biografia di Federico Guglielmi:

Federico Guglielmi è nato nel 1960, e lavora come giornalista musicale dal 1979.
Oltre che giornalista è stato conduttore radiofonico per la RAI e occasionalmente produttore discografico, ha collaborato con quasi tutte le riviste musicali italiane e pubblicato numerosi libri. Al momento lavora con il Mucchio Selvaggio (http://www.ilmucchio.it) ed è responsabile della sezione musicale del mensile Audio Review. Inoltre sta lavorando con la giunti per il progetto ENCICLOPEDIA ROCK, di cui già sono stati pubblicati alcuni volumi.

PREFAZIONE - Pur avendo la pretesa di raccontare nel dettaglio la lunga e spesso concitata saga dei Litfiba, questa non è la tipica biografia di un gruppo. Almeno, non di quelle confezionate in Italia. Non è infatti una storia costruita solo con dichiarazioni rilasciate a posteriori e organizzata sotto forma di intervista e non è un'antologia di materiale di seconda mano legato assieme da osservazioni più o meno pertinenti dell'autore; non è un libro di critica musicale sulla vasta produzione della band, così come non è nemmeno un'agiografia a uso e consumo di fans con paraocchi (anzi, paraorecchi); e neppure, per fortuna, un racconto autografo scritto sulla base di una conoscenza solo superficiale di protagonisti e avvenimenti.
Cos'è allora A denti stretti?. Molto semplicemente, è una sorta di patchwork di quanto appena detto. Un assemblaggio, che mi auguro risulti dotato del requisito della coerenza, di dati, retroscena, commenti, chiacchierate vecchie e nuove, aneddoti e ricordi. Ricordi anche personali, visto che dei Litfiba ho avuto il privilegio di vivere da vicino l'intera parabola: dall'interno, in virtù dei rapporti coltivati negli anni con gli artisti e il loro entourage, e dall'esterno, come giornalista libero di esprimere i propri pareri. Ed è anche per sottolineare tale piena indipendenza, cui non ho rinunciato neppure nella stesura di questo volume, che nel testo affiorano qua e la mie recensioni d'epoca- una per titolo - di tutti i dischi del gruppo. A non essere riportate, se non in modo incidentale, le vicende private, a mio parere irrilevanti ai fini di informazione critica che l'opera ha fissato come obiettivi. Non se ne abbiano a male i pettegoli, ma su queste pagine si parla solo di musica, seppur con tutto ciò che le fa da corollario.
Contravvenendo alla consolidata regola che suggerisce di stendere le introduzioni ai libri dopo tutto il resto, magari dopo aver corretto le bozze, quelle che state ora leggendo sono invece le primissime righe che ho scritto. Se stanno scorrendo sotto i vostri occhi significa che l'idea di partenza su come costruire A denti stretti ha trovato piena attuazione. Di ciò, naturalmente, sono più che lieto. Spero che anche voi, arrivati in fondo all'ultima pagina, possiate dire lo stesso.

POSTFAZIONE - C'è da qualche settimana in circolazione un altro libro che tratta l'argomanto Litfiba: un libro scritto non per celebrare la lunga e avvincente saga della band fiorentina e neppure per raccontarla in modo obiettivo, ma solo per esaltare oltre i (pur innegabili) meriti di uno dei suoi protagonisti. Insomma un libro di parte, dal quale emerge l'astio di Piero Pelù verso le due persone - Ghigo e Alberto Pirelli - grazie anche alle quali è divenuto uno dei personaggi più apprezzati e in vista della musica italiana. Se in questa sede, con il resto di A denti stretti già pronto per la stampa, accenno a questo libro, è solo perchè sono amareggiato da alcune delle accuse formulate nelle sue pagine: accuse pesanti, che non possono trovare giustificazione nel pur comprensibile disappunto di un Piero obbligato a verificare che i Litfiba vanno avanti, e bene, anche senza di lui. Non volendo alimentare ulteriori sterili polemiche, sottolineo che a motivare i commenti qui riportati è solo il desiderio di arginare il diffondersi di informazioni faziose e/o denigratorie e che il mio ruolo non è pertanto quello di "portavoce" di chicchessia: A denti stretti è nato liberamente da qualsivoglia ingerenza e libero rimarrà fino all'ultima riga.
Nessuno vuole negare il pieno diritto di Piero di sputare nel piatto dove fino a ieri ha mangiato, di affermare di essere stato più o meno l'unico demiurgo delle scelte del gruppo, di presentarsi in terza di copertina della sua raccolta di memorie come "la voce e l'anima di uno dei più noti gruppi del rock italiano" (come se la parola Litfiba fosse all'improvviso diventata una sorta di marchio di infamia), di porgere le sue scuse ad Alba Parietti per averle infilato in testa un televisore e di presentarmi pur affettuosamente come un giornalista-fan che ha abbandonato i Litfiba "a metà strada, una volta raggiunto un successo più ampio" (peccato che le mie vecchie recensioni, qui pubblicate, asseriscano il contrario). A mio parere avrebbe però dovuto evitare, interpretando la realtà in base a calcoli di convenienza perarltro tutti da verificare, di gettar fango su quelli che per quasi vent'anno sono stati i suoi compagni d'avventura. Agli addebiti, Ghigo ha replicato con una inequivocabile frase sul sito internet dei Litfiba ("Alle parole dell'odio c'è una sola risposta: il silenzio") e Alberto Pirelli con signorili precisazioni e con l'affidamento al suo legale dell'incarico di valutare la miglior strategia da adottare: lo stile, insomma, contrapposto alle ingiurie. Ingiurie sulle quali, come da professionista e come "persona informata dei fatti" che segue in pratica da sempre - e da vicino - le vicende dei Litfiba, non mi è possibile tacere.
Per quel che può valere il mio pensiero, reputo Ghigo tutt'altro che un despota frustrato e senza cuore: i "difetti" che gli si possono magari imputare sono una certa pignoleria e una naturale tendenza a cercare di portare avanti le sue idee, derivata dall'enorme impegno costantemente profuso nel tradurre in canzoni quanto scaturito in fase di scrittura e nello studiare efficaci soluzioni strumentali. Non essendo mai stato musicista, Piero poteva fornire input vaghi e comunque solo teorici, e quindi l'ipotesi del reiterato furto di arrangiamenti effettuato ai suoi danni da Ghigo appare abbastanza fantasioso. Riguardo al cinismo del chitarrista nell'affrontare la tragedia di Ringo, vorrei solo offrire una testimonianza personale: mentre nel gennaio 2000 lo intervistavo sulla questione, Ghigo mi ha più volte pregato di usare la massima cautela nel divulgare le notizie sui rapporti di Ringo con l'alcool e gli stupefacenti, per non offendere la memoria dell'amico e non rinnovare il dolore dei familiari. Ed era indiscutibilmente sincero.
Addirittura grottesche sono poi le esternazioni nei confronti di Alberto Pirelli, dipinto come un tipico manager prevaricatore, avido e disonesto. Va ricordato che, alla prima metà degli anni '80, Pirelli e sua moglie Marie, hanno lavorato a tempo pieno sul progetto Litfiba, investendo su di esso non solo la loro vita ma anche rilevanti quantità di denaro (nel 1987 l'incisione di Litfiba 3 costò ben novanta milioni, per l'epoca una cifra altissima). Non c'è nulla di scandaloso nel fatto che l'IRA, come etichetta discografica e agenzia di management che si accollava tutte le spese, percepisse il 50% dei guadagni, specie considerando che i primi veri introiti della band sono arrivati solo nel 1991 con EL Diablo. A Pirelli si possono rimproverare la testardaggine e i modi bruschi ma non la cupidigia e l'avarizia, così come è una autentica eresia sostenere che lo splendido studio di registrazione allestito dallo stesso imprenditore venisse largamente sottoutilizzato per mancanza di personale in grado di farlo funzionare: fin dall'inizio il tecnico del suono era Fabrizio Simoncioni, uno dei migliori professionisti del settore.
Aggiungere altro significherebbe pescare nel torbido: una pratica che non mi è congeniale e dalla quale volentieri mi astengo. Peccato solo che gli eventi mi abbiano costretto a non astenermi dallo stendere questa sofferta postfazionem ora come ora (indegno) epilogo di una storia gloriosa. Che però per fortuna continua.

PROIBITO

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Questa è la prima biografia in assoluto dedicata al genio del rock italiano, i Litfiba appunto.

Ancora non ho avuto l'occasione di leggerle, anche perchè ormai è praticamente introvabile dalle mie parti!

La copertina è molto spiritosa, infatti raffigura una sedere non fantastico come lo era nella copertina dell'album El Diablo. Non manca ovviamente il "tatuaggio" rappresentante Piero & Ghigo più un serpentone al centro...

Questa biografia porta la data del 1991, credo che da allora si sia chiusa un'epoca, quella dei Litfiba contro Rivera, o meglio contro quelli che accusano il ROCK essere satanico...Mi spiego, nel periodo Terremoto, i Litfiba seppur bravissimi, non avevano affatto le stesse idee di El Diablo...Questo è anche naturale...

Anche qui gradirei ricevere qualche commento, visto che io non posso dirvi più che le poche parole che ho già detto!!!!

POSTFAZIONE - Il rock italiano era poco più che un fantasma, nel 1980, quando i Litfiba cominciarono a Firenze la loro straordinaria avventura. Ma tirava un vento di entusiasmo e cose nuove, e c'era la voglia di volare in alto reinventando moduli e stili. Oggi, dieci anni dopo, la missione può dirsi compiuta; il rock italiano degli anni '90 è una realtà e i Litfiba ne sono i massimi esponenti, anche se un decennio di storie turbinose li ha graffiati lasciando segni profondi.
Questo libro è l'attendibile ricostruzione della straordinaria vicenda, dagli esordi in una cantina a Firenze, alle intense giornate in studio che hanno prodotto EL DIABLO, il disco della definitiva consacrazione Litfiba. Stefano Ronzani, giornalista del Mucchio Selvaggio e attento cronista del rock italiano, lo ha realizzato intervistando a lungo Piero Pelù e Ghigo Renzulli, i due leader di oggi, ma anche Alberto Pirelli e Anne Marie Parrocel, i discografici-manager dell'IRA, che hanno lanciato e scoperto la formazione, oltre ai Litfiba di ieri, che col tempo si sono staccati dal completto ma restano parte integrante della sua leggenda.
Accanto alla storia raccontata a parole e a una esauriente discografia, corre una affascinante pista di foto e poster dagli archivi più segrati, compresi rari scatti dei primissimi giorni. Tutto quello che il culto dei fans esigeva per quella che oggi è, semplicemente e senza discussioni, "la più grande band italiana del rock".

ZEQUIL