COME UN RITORNO DALL'ESILIO

Con dolcezza, il Signore guarisce le ferite; a volte ciò non avviene in modo clamoroso, ma attraverso la cura e le preghiere dei fratelli.

P
ur cercando di vivere un cammino di fede e un servizio costante nel Rinnovamento, ormai da anni, c'erano alcuni aspetti di me stessa ed alcune aree dei mio cuore che sfuggivano completamente alla mia comprensione e soprattutto al mio controllo. Ne
ignoravo la causa, ma non gli effetti devastanti per me e per coloro che mi stavano vicino. Ricordo con dolore tutte le difficoltà di rapportarmi agli altri, le ire incontrollabili, le rabbie improvvise di fronte agli ostacoli di un cammino comunitario, i sensi di colpa, la paura di non essere amata, la non accettazione di me stessa. Tutto questo mi tormentava e mi chiudeva e isolava sempre di più. Quante volte mi sono trovata di fronte a Gesù, piangendo e supplicandolo di liberarmi: ma lui taceva. "Sei profondamente ferita", mi dissero, "chiedi allo Spirito di fartene prendere coscienza". Ma non volevo sentirne parlare, i risultati di precedenti preghiere di guarigione mi avevano tolto la speranza.

Andavo avanti tra un fallimento e l'altro, sempre più sofferente e umiliata. Ma la Grazia del Signore mi teneva ben stretta. Infine fui costretta a lasciare un ministero a cui ero particolarmente legata. Passai notti insonni; fu una prova durissima che mi segnò profondamente nello spirito e nel corpo. Ma, anche in questo momento, il Signore, attraverso il mio padre spirituale mi esortava a tenere duro e a rimanere nell'obbedienza, ad accettare la potatura perché questa è inevitabile per una crescita spirituale. Non condividevo con nessuno dei miei fratelli questo dolore, convinta che nessuno poteva comprendermi e sfuggivo ad ogni domanda sull'argomento.

Infine, dopo un ultimo scontro (perché ormai tutti gli incontri con i fratelli del mio gruppo erano diventati scontri e motivo di amarezze), la responsabile mi disse che dovevo assolutamente iniziare un cammino di guarigione interiore. Decisi di dire di sì, anche se tutto dentro di me si rivoltava al solo pensiero. Incominciai questo cammino articolato in due fasi: preghiera e adorazione personale per chiedere al Signore luce e discernimento ; la mia responsabile, con pazienza e amore, pregava per me e su di me. Che mistero grande è la preghiera dei fratelli! Che stu
pore immenso ho provato! Le intuizione e le luci che il Signore mi donava personalmente, i ricordi dolorosi che avevano segnato tutta la mia vita e che per grazia riaffioravano lentamente, tutto veniva confermato da chi in
quel momento si faceva strumento del Signore e pregava per me. Con grande meraviglia mi accorgevo che, tra una preghiera e l'altra, l'azione guaritrice del Signore era molto efficace perché constatavo cambiamenti che non potevano venire solo dal uno sforzo. visto che per tanti anni nulla era successo.
Gesù stava operando profondamente in quelle aree della mia esistenza che erano state ferite e tutto avveniva senza scosse o traumi, ma ero immersa nel suo Amore rigenerante che si faceva tangibile nell'amore fraterno.
Ora, gli inconvenienti. gli ostacoli non avevano più quel brutto effetto su di me. Anche il mio volto diventava più sereno, più accogliente: ero capace di valutare tutto con un po' più di distacco, da persona un pò meno carnale e un po' più spirituale. Non provavo
più quell'avvilimento di chi ha paura di sbagliare perché confida troppo nelle proprie capacità umane, ma ero consapevole che tutto è nelle mani di Dio e tutto appartiene a lui.
Il dono più bello che il Padre mi ha fatto durante questo cammino di guarigione interiore, consiste nella gioia di avermi riconciliato con Maria Santissima. nostra dolcissima Madre, che a causa dei miei blocchi non riuscivo ad accogliere nella mia vita.
Sì, quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, noi restammo trasognati, la nostra bocca si riempì di riso; dissero allora fra le genti: "Grandi cose fece per essi il Signore".

Maria

Tratta dalla rivista "Rinnovamento nello Spirito Santo "gennaio 1997"

   

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