SULLA MIA VIA DI DAMASCO

Il mistero della sofferenza mette in crisi filosofie e religiosità rivelando il volto di Colui che è l'unico Signore.

Mi chiamo Daniela, ho 30 anni e sono nel Rinnovamento da quattro anni. Prima di incontrare il RnS non conoscevo il Signore. All'età di 15 anni mi ero avvicinata alle religioni orientali stupita da una religiosità che non vedevo nella nostra. Le ho provate tutte: induismo. buddismo, sette come ,gli Hare Krisna e gli Arancioni. Facevo meditazione trascendentale e yoga ogni giorno; in questo clima arrivai a dedicarmi alla cartomanzia e ad altre tecniche occulte. Leggevo i tarocchi a più persone che potevo e tra me e loro si era creato un circolo vizioso, di dipendenza. In questa catena io non ero una persona tranquilla, nonostante cercassi la pace e l'equilibrio attraverso quelle pratiche. Seppellivo ogni problema senza risolverlo, seguendo le discipline orientali che insegnano ad eludere le difficoltà, diventando così sempre più fragile e insicura. Intanto cresceva dentro me la rabbia nei confronti della Chiesa e del papa, deridevo la Madonna in ogni modo possibile e Gesù era per me un 'illuminato" al pari di tanti, come forse lo sarei diventata anch'io. Pensavo solo a me stessa. ero ambiziosa e cercavo gli amici esclusivamente per il divertimento. Finché un giorno ebbi un incidente, per cui dovevo essere operata ad un ginocchio. Mi ricoverarono in ospedale e, siccome non c'era Posto nel reparto donne, venni ricoverata nel reparto dei bambini malati di tumore alle ossa. Furono tre settimane terribili. Non uscivo mai dalla mia stanza e non volevo parlare con nessuno. lo che avevo studiato tutte le tecniche di meditazione per ignorare il dolore o per controllarlo, ora potevo rendermi conto, non sulla mia pelle ma su quella dei bambini che avevo intorno, che non era possibile.

Il giorn del mio intervento operarono anche la mia vicina di letto, malata di tumore ad un piedino. La notte non dormivamo entrambe e io la consolavo. La sua mamma credeva in Gesù. Questo fatto mi turbò. Pensavo: com'è possibile che creda in un Dio così cattivo da farle ammalare la bambina? Anche quando tomai a casa continuai a farmi questa domanda. Poi, a poco a poco ripresi la mia vita, ma ora mi rendevo conto di non possedere nulla. Presi ad andare a Messa, pur senza confessarmi, né comunicarmi. Andai veramente in crisi, al punto di gettare i tre mazzi di tarocchi che avevo. Quando ebbi gettato anche l'ultimo, e non fu facile. provai un grande senso di libertà. Un intervento al ginocchio non era riuscito e dovetti nuovamente andare in ospedale, e nuovamente fui ricoverata nella "clinica bimbi", dove nulla era cambiato: né l'angoscia, né le scene disperanti. Ero cambiata io: non ero più sicura di me. Conobbi una ragazzina di nome Monica, malata di tumore al femore. Sua mamma voleva andare a Lourdes, convinta che la Madonna avrebbe guarito la sua bambina. Quando tornai a casa, mi confessai e ripresi ad andare tutte le domeniche alla Messa, ma in maniera ancora distaccata, mi era confuso il significato dell'eucaristia; intanto pregavo. cercavo Dio. Pregavo tutti i giorni per Monica e per i  bambni ricoverati in reparto, fine al giorno in cui compresi che volevo andare a Lourdes a chiedere la grazia per loro.

Varcando il cancello del santuario, sentii le mura dei mio cuore crollare. Quando vidi la grotta mi sciolsi in lacrime e riconobbi la Madonna vera Madre di Dio. Iniziò la mia riconciliazione con il papa e con la Chiesa.

Quindici giorni dopo il mio ritorno da Lourdes conobbi mio marito. Lui era credente e mi aiutò molto. Chiamai la famiglia di Monica e mi dissero che l'operazione era andata benissimo e la bambina era guarita. Finalmente vedevo i doni di Dio. Con mio marito, in aprile, andammo alla Convocazione Nazionale del RnS, ma ne cogliemmo solo l'aspetto più superficiale e vistoso. Qualche mese dopo decidemmo di andare ad un incontro di preghiera in un gruppo della nostra città. Davvero la Madonna si era fatta strada per portarmi al cuore Gesù. E quella sera lo Spirito Santo me lo fece conoscere. Appena iniziò l'incontro fui presa da un grande timore e il mio cuore fu circondato e riempito d'amore. Un amore immenso, mai provato prima, mi sovrastava e conobbi Gesù. In seguito frequentai il seminario di preparazione all'effusione e fu per me un tempo di conversione, di guarigione interiore. L'effusione mi rafforzò nella mia identità cristiana, sottomessa alla signoria di Gesù. Il mio più grande desiderio è di servirlo, come serva inutile e vorrei che tutto il mondo potesse conoscerlo e innamorarsene, come è stato per me.

Daniela

Tratta dalla rivista "Rinnovamento nello Spirito Santo "gennaio 1997"

   

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