UN ANNO SENZA RIMINI

Nonostante la malattia lo Spírito rende possibile la comunione quando il dolore diventa offerta.

Un tumore al seno mi ha tenuta inchiodata ad un letto d'ospedale per le terapie d'obbligo. Lontana dalla Convocazione di Rimini, ma il mio cuore era là. Con gli occhi chiusi vedevo le migliaia di autobus, provenienti da ogni regione d'Italia, pieni di fedeli festosi in viaggio verso la meta. Seguivo con la mente il percorso dell'autobus che da Pescara portava i miei fratelli del gruppo "Sacra Famiglia" a congiungersi con  gli altri nella città testimone dell'unione e dell'amore che ci accomunano nello Spirito.

Ho pensato al mio gruppo, e mi sono unita a loro dicendo l’Ave Maria.Di ritorno a casa dopo l'ospedale, mi aspettavo i fastidiosi disturbi che seguono alla terapia, ma non ho avuto niente. Meravigliata, me ne andavo per casa svolgendo le faccende come se nulla fosse. Ho seguito alla radio la prima catechesi. Ho chiuso gli occhi e mi sono ritrovata nell'immensa area della fiera. Stavo benissimo.

La sera una sorella del gruppo mi telefona: "Maddalena, come stai? Abbiamo pregato per te nei pressi di Loreto!". Uno squarcio di luce: "Ora capisco perché mi sentivo così bene!La mattina del sabato, in attesa della catechesi, ho pregato: "Mi stai passando al crogiuolo, Signore! Ma mai sono stata presente come ora. Grazie Gesù! La sofferenza è miglior mezzo per sentirsi vicino a te! lo ho fede. so che mi guarirai. Arrivederci Rimini, all'anno prossimo!".

                                            Maddalena

 

 

 

 

 

 

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Tratta dalla rivista "Rinnovamento nello Spirito Santo "ottobre 98"

 

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