SAI BABA
Alessandro Olivieri Pennesi
Origine
L'organizzazione prende il nome dal suo fondatore: Sathya Sai Baba, nato nel Sud dell'India, a Puttaparthi il 23 novembre del 1926. La sua famiglia era di tradizione induista. Si racconta di Sathya Narayan Raju, questo è il suo nome originale, che nel momento della sua nascita nell'abitazione sono accaduti fatti inspiegabili, come strumenti musicali che suonavano da soli, un serpente cobra che improvvisamente è apparso accanto al fanciullo senza nuocere ad alcuno. All'età di 14 anni Sai proclamò di essere la reincarnazione di Sai Baba del villaggio di Shirdi e da allora ne assunse il nome. Il primo Sai Baba era un uomo venerabile, operatore di prodigi, che aveva posto le fondamenta per una sorta di unione dell'Islam con l'Induismo. Prima della sua morte, avvenuta nel 1918, avrebbe annunciato che sarebbe rinato otto anni più tardi, il secondo Sai Baba nacque esattamente otto anni dopo, pertanto egli si sentì chiamato a proseguire la missione della sua vita precedente! Sathia Sai Baba autoproclamandosi la reincarnazione di Shridi Sai Baba pretendeva il culto: "Adoratemi ogni Giovedì"; affermando "Io sono la Verità… ad un certo momento la Mia Divinità vi sarà rivelata". Sai Baba continua a presentarsi come l'Avatar (manifestazione di Dio) definitiva, invitando in maniera accorata alla conversione a se stesso, all'adorarlo, al pregarlo, all'amarlo.
Struttura
L'Organizzazione comprende più di 30.000 centri sparsi in 137 nazioni( in Italia sono presenti 53 centri) e si esprime attraverso quattro Ali: quella Spirituale, quella Educativa, quella di Servizio e quella Giovanile. L'Ala Spirituale copre gli aspetti devozionali ed etico comportamentali.
L'Ala Educativa copre l'insegnamento dei 5 Valori Umani: Verità, Rettitudine, Pace, Amore, Non-violenza. L'Ala Servizio, coordina un servizio di volontariato ai bisognosi, come elemento altamente realizzante della spiritualità dell'uomo. L'Ala Giovanile, composta da giovani tra i 16 e 30 anni, collabora dinamicamente con le altre tre Ali, svolgendo attività e progetti di varia natura.
In Italia, l'Ala Servizio dell'Organizzazione Sathya Sai, "si propone di risvegliare nell'uomo la consapevolezza che ogni azione intrapresa ispirandosi ai principi fondamentali di: Verità - Rettitudine - Pace - Amore - Non-violenza si concretizza in attività disinteressate e gratuite a favore del prossimo"
Dottrina
Il messaggio dottrinale di Sai Baba è incentrato sulla sua persona, pertanto egli non si pone come un fondatore di una religione ma si definisce come dio stesso, verità assoluta: "Io sono la Verità e vi guido verso la Verità. Io l'Avatar ( il Cristo), sono Verità e Amore". Prendiamo in esame tre concetti chiave della dottrina di Sai: Dio, Creazione e Avatar. Innanzitutto non si concepisce un Dio Personale, bensì un principio divino che pervade l'Universo e che si ipostatizza in una divinità
triadica: Brahma (Pensiero e Volontà), Vishnu (Sapienza, Legge, Amore ), Shiva (Principio Intelligente creatore). La Creazione non è altro che una manifestazione della divinità, pertanto ci collochiamo in un panteismo materialistico tipico della religiosità indiana e orientale in genere. L'Avatar consiste in una sorta di "discesa" della divinità nel cosmo materiale in particolari momenti di crisi spirituale dell'umanità. Sai Baba si autodefinisce quale Avatar piena e definitiva, ultima e completa manifestazione della divinità. La capacità di Sai Baba di rivolgersi a devoti di diverse religioni riflette la tendenza tipicamente indù a raccogliere gli elementi delle altre tradizioni ma trasformandoli e plasmandoli alla luce della sua dottrina personale. L'emblema di Sai Baba evidenzia bene questo atteggiamento, sono infatti presenti: l'aum degli indù, la ruota del dharma del buddhismo, la fiamma dello zoroastrismo, il magen David dell'ebraismo, la mezzaluna islamica, la croce cristiana, e al centro il lingam (fallo) vishnuita. Sai, facendo continuamente riferimento ad altre fedi, nei suoi templi vengono infatti venerati Cristo accanto a Maometto, Zoroastro e Buddha, ha in qualche modo occidentalizzato il suo messaggio. In Italia tuttavia, i seguaci del santone indiano hanno abbandonato di fatto le tradizioni proprie per abbracciarne con zelo altre: digiuno, vegetarianesimo, pellegrinaggi in India ecc. Il messaggio del guru è semplice: Sai Baba è il salvatore, l'incarnazione della divinità ed è egli stesso Dio, segui i suoi insegnamenti, abbandonati a lui e sarai felice.
Aspetti controversi
Vengono anche attribuiti a Sai Baba presunti atti miracolosi, dalla materializzazione della vibhuti, cenere sacra, alla guarigione di malati, alla produzione di oggetti preziosi ecc. S.Tommaso offre i criteri per identificare un miracolo: 1) è ciò che solo Dio, assolutamente può fare 2) è ciò che anche la natura fa ma non a quel soggetto 3) è ciò che anche la natura può fare a quel soggetto, ma non in quel modo. I fatti attribuiti al santone indiano non sottostanno a questi criteri, inoltre appare contraddittorio, dal un punto di vista della fede, che colui che compie miracoli per conto di Dio, sia poi annunciatore di un messaggio in palese contrasto con la Sua Rivelazione, come ravvisiamo in Sai Baba.
Pensiero della Chiesa
In relazione alla figura di Sai Baba, purtroppo dobbiamo registrare un fatto doloroso che ci interpella come cristiani: un sacerdote cattolico ha abbandonato la fede cattolica per diventare seguace di questo guru indiano, la Chiesa in questo caso è intervenuta con un provvedimento disciplinare che è un monito per tutti noi a vigilare per non essere fuorviati da dottrine incompatibili con il depositum fidei .Nel 1992 il Cardinale Vicario Generale di Sua Santità Giovanni Paolo II per la Diocesi di Roma, invitò il sacerdote in questione a recedere dalle posizioni dottrinali eretiche e a ritrattare esplicitamente gli errori contenuti nel libro "Un sacerdote incontra Sai Baba". Infatti " una attenta lettura fa rilevare che l'autore ha perso la fede cattolica nella SS.Trinità ed in Cristo unico Salvatore . (…) Che sono affermazioni gravi contro la fede quelle che riconoscono a Sai Baba la sua pretesa di essere una incarnazione divina, l'apologia delle sue opere, miracoli, detti e dottrine" (Card. Camillo Ruini).
"Un concetto proveniente dalla tradizione indù e che è abbastanza presente - in modo esplicito o implicito - nella nuova religiosità, ci può aiutare a mettere meglio a fuoco questo punto importantissimo: si tratta del concetto di avatara. E' un termine sanscrito che significa letteralmente discesa . Si applica alla Divinità e alla sua manifestazione condiscendente nella sfera sensibile. Molti indologi e occultisti lo traducono semplicemente con "incarnazione". Ecco allora che il dogma centrale del cristianesimo si trova ricondotto a una categoria storico-religiosa più ampia. Frequenti sarebbero state le "discese" del Dio Vishnu. L'ultima sua apparizione umana sarebbe stata Krishna. L'evento di Cristo diventa così solo il caso particolare di una categoria più generale . Un caso nuovamente ripetibile, come per esempio si pretende per il guru indiano Sathya Sai Baba" (mons. Giuseppe Casale).
IN SINTESI
Contrario alla fede
Perchè il credente afferma
Trinità di Dio coincidente con la divinità triadica nell'induismo: Brahma, Vishnu, Shiva Dio totalmente trascendente e l'unità sostanziale nella Trinità
Gesù Cristo è un avatar (discesa della Divinità nella sfera sensibile) In Gesù Cristo la natura umana è assunta e coesistente con la natura divina nell'unica Persona del Verbo
I sacramenti (primo l'Eucarestia) sono ridotti a simboli e acquistano significato se celebrati in nome di Baba I sacramenti sono segni efficaci della Grazia
Tratto da "La Salette" - N 3- Anno 67 - Maggio - Giugno 2001
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