FRA MAGIE E SUPERSTIZIONI
Per una interpretazione dei fenomeni della magia popolare
Andrea Menegotto
L’inchiesta sulle pratiche magiche e astrologiche nel Varesotto apparsa su "Luce" (settimanale cattolico d’informazione del Varesotto e dell’Altomilanese) n. 8 del 22 febbraio 1998, pone al centro dell’attenzione una realtà in piena attività e in grande sviluppo, che giustamente richiede di essere affrontata in maniera seria. Questo intervento, senza alcuna pretesa di esaustività, si propone di sottoporre all’attenzione dei lettori alcune considerazioni e riflessioni svolte da chi - come il sottoscritto - dedica da qualche anno buona parte del suo tempo e della sua attività ecclesiale allo studio della realtà varia e complessa delle nuove religioni. L’Associazione "Una voce grida...!", di cui faccio parte, è un’iniziativa sorta nell’ambito del movimento ecclesiale del Rinnovamento nello Spirito Santo. Essa, collaborando con altre realtà e soprattutto con il principale organismo internazionale di studio del settore, il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), attraverso pubblicazioni, conferenze, seminari, convegni, offre - in una prospettiva cattolica - ai vari movimenti, associazioni e parrocchie e a chiunque sia interessato un servizio di studio ed informazione sulla nuova religiosità.
Con questo termine gli specialisti indicano la vasta galassia comprendente i diversi fenomeni dei nuovi movimenti religiosi (detti comunemente "sette"), magici e delle diverse credenze come la reincarnazione, il relativismo, lo spiritismo, l’efficacia delle pratiche dei maghi a pagamento, delle previsioni astrologiche, e una grande serie di altri atteggiamenti - spesso tratti dalle tradizioni filosofiche e religiose orientali - che si riscontrano in persone che non hanno la minima intenzione di aderire ai nuovi movimenti religiosi, ma fanno proprio un credo che si discosta dalle dottrine delle Chiese Cristiane maggioritarie e, in maniera specifica, dalla ortodossia cattolica.
Secondo le categorie della sociologia, la realtà di tutti coloro che si qualificano come "professionisti dell’occulto" o "esperti di vita interiore", rientra nel contesto che due sociologi statunitensi, Rodney Stark e William Sims Bainbridge, definiscono "client cults". Altri studiosi parlano in maniera altrettanto adeguata di "magia popolare" (folk magic), costituita da maghi, guaritori, cartomanti, indovini..., che dietro compensi che vanno dal modesto all’astronomico, promettono guarigioni, risoluzione di problemi economici e affettivi, lanciano fatture.... Questo ambito è a sua volta suddivisibile in due sfere distinte: quella della magia popolare delle campagne e quella della magia popolare delle città. La prima ha origini antichissime e non sembra per nulla intaccata dallo sforzo di Evangelizzazione che cerca di portare al superamento delle superstizioni; la seconda è invece di origini più recenti, si concentra in particolare nei capoluoghi, si rivolge ad un pubblico piuttosto benestante, applica prezzi più alti, inoltre sia l’operatore che il fruitore sono persone generalmente più colte, se si fa eccezione per l’ambito della religione dove domina un’assoluta ignoranza anche sulle questioni più elementari. Di fronte alla diffusione della magia popolare, che esercita una forte attrattiva sui ceti urbani emergenti e professionali, Mons. Giuseppe Casale (Arcivescovo di Foggia-Bovino e Presidente del CESNUR), nella Lettera Pastorale Nuova religiosità e Nuova Evangelizzazione (6\3\1993).afferma che se nell’opinione di Marx la religione era intesa come "oppio del popolo", oggi la magia può essere considerata "l"oppio’ di una certa borghesia".
Davanti al panorama complesso della nuova religiosità - e dunque anche davanti alla diffusione della magia popolare - il cattolico deve essere cosciente di trovarsi di fronte ad una "sfida"; in tal senso si esprimono i vari Documenti Magisteriali e anche il Santo Padre Giovanni Paolo II, in alcuni discorsi, ha utilizzato proprio questo termine. La "sfida" comporta innanzitutto una visione equilibrata della questione e dunque una corretta interpretazione. Una attenta osservazione porta all’ammissione che il ricorso alla magia alcune volte produce dei risultati che non sembrano solo apparenti; può capitare infatti che il cliente che si rivolge all’operatore dell’occulto per una guarigione, effettivamente la ottenga o che i tarocchi prevedano qualcosa che si realizza nel futuro della persona che si rivolge al cartomante. Questi fatti, che fanno nascere il sorriso sulle labbra dei più scettici e razionalisti, richiedono in ogni caso una spiegazione, perché per chi ricorre e crede alla magia non sono semplici sciocchezze, ma dati di fatto. Se molte volte - come sostiene a proposito dell’astrologia il Presidente del Gruppo astronomico tradatese, Cesare Guaita - le parole adatte per rendere conto dei fenomeni magici sono "caso", "finzione", "frode", "assurdità", "credulità", "ingenuità", altre volte le spiegazioni adottate sono di ordine psicologico (la "volontà di credere" da parte di chi si rivolge al mago, l’effetto placebo) o fanno perno sul concetto peraltro controverso di paranormale (si sostiene che, essendo poco conosciuti, i fenomeni magici sono in realtà fenomeni naturali fatti impropriamente oggetto di interpretazione soprannaturale).
Ma, condividendo il pensiero di uno fra i maggiori esperti cattolici in tema di nuove religioni, l’amico prof. Massimo Introvigne (Direttore scientifico del CESNUR) e seguendo le indicazioni di importanti Documenti del Magistero fra cui la Lettera Pastorale di Mons. Casale, la relazione generale al Concistoro straordinario del 1991 del Cardinal Francis Arinze (Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso) e la nota Pastorale della Conferenza Episcopale Toscana del 1994, è necessario affermare che il cattolico, leggendo la realtà della magia, deve essere disposto a fare un passo in più rispetto allo scienziato. Deve essere disposto a camminare insieme al teologo e anche all’esorcista, il quale - beninteso - non è il mago che si spaccia per tale, ma il sacerdote delegato dal Vescovo a norma del canone 1172 del Codice di Diritto Canonico, il cui nome - nel caso specifico del nostro ambito ecclesiale - deve comparire sulla Guida della Diocesi. Nella spiegazione dei fenomeni magici e della nuova religiosità, infatti, non si può negare la possibilità di un’azione del demonio, anche se su questo aspetto - consiglia Mons. Casale - occorre essere molto prudenti. Se infatti l’esistenza e l’azione del demonio sono chiaramente affermate dalla Dottrina della Chiesa, non si può infatti innescare la tendenza a "demonizzare" tutto.
Parlare di demòni non è semplicemente far riecheggiare qualche eco di antiche credenze medioevali, ma è semplicemente ribadire la Dottrina della Chiesa, affermata in anni recenti nel Catechismo della Chiesa Cattolica (1992), nelle catechesi di Giovanni Paolo II (14 e 21\8\1986) e di Paolo VI, il quale il 16 novembre 1972 affermava: "Oggi, uno dei bisogni maggiori è la difesa da quel male che chiamiamo demonio. Un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà, misteriosa e paurosa. Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi rifiuta di riconoscerla esistente".
In base a questa spiegazione appare chiaro il motivo della condanna della Chiesa ad ogni forma di magia e superstizione, che si esprime ai numeri 2115-2217 del Catechismo della Chiesa Cattolica. Non esistono - come vorrebbe il cartomante varesino Sam - maghi, cartomanti e astrologi "buoni" e altri "cattivi". La magia e le pratiche superstiziose in genere sono una deviazione del senso religioso ed una tentativo di sostituirsi a Dio esercitando la propria volontà di dominio e potenza sugli eventi, sulla natura e il prossimo, anziché assumere un atteggiamento umile di richiesta e supplica nella preghiera. Nella contemporanea magia popolare sembra risuonare allora l’antica e nota voce del serpente che disse ai nostri progenitori: "...diventereste come Dio" (Genesi 3,5).
La portata della sfida di cui parlano il Papa ed i Vescovi è davvero notevole, essa si riassume nel grande richiamo alla Nuova Evangelizzazione, che è poi la rievangelizzazione di tutti i battezzati che sono lontani dalla Chiesa con il cuore e con la mente. Essa si esplica con piccole azioni, con esempi concreti di coerenza e con l’annuncio della propria fede.
* Il presente intervento riprende - con qualche lieve adattamento - la lettera al Direttore pubblicata con il titolo redazionale "Carte, magia e nuove sette" in "Opinioni e commenti" su "Luce". Settimanale cattolico d’informazione del Varesotto e dell’Altomilanese, anno LXXXV, n. 10, 8\3\1998, p. 10. L’intervento intendeva svolgere alcune riflessioni relative all’inchiesta sulle pratiche magiche e superstiziose nel Varesotto a cui si fa cenno (secondo una prospettiva cattolica). Purtroppo, la redazione ha apportato notevoli tagli allo scritto, peraltro non autorizzati o concordati con l’autore. Appaiono rilevanti e di una certa gravità soprattutto i tagli relativi al breve ma importante excursus sui Documenti Magisteriali.