Il Buddhismo, nato in India
sulla base degli insegnamenti di Siddhartha Gautama (vissuto all’incirca fra
il 560 e il 480 avanti Cristo), rappresenta una delle più antiche fra le
religioni tuttora diffuse. Siddhartha, all’età di ventinove anni, decise di
lasciare la reggia paterna per impegnarsi nella ricerca di una via che
conducesse alla liberazione dalla sofferenza e alla felicità suprema.
Dapprima si dedicò allo yoga e alle pratiche di un ascetismo che
giudicherà più tardi tanto severo quanto infruttuoso. Per questo adotterà
una via di compromesso fra la vita agiata e la mortificazione assoluta, per
approdare infine - nell’ultima fase del suo cammino - alla definitiva
"illuminazione", ottenuta, secondo la tradizione, durante una notte
trascorsa a meditare sotto un albero di fico. Da allora Siddhartha, divenuto
finalmente il Buddha (vale a dire l’"Illuminato"), si
impegnerà in un’infaticabile opera di predicazione itinerante per
raccogliere un numero sempre maggiore di discepoli ai quali affidare il nucleo
essenziale della sua dottrina, tramandata in forma esclusivamente orale e
riassunta nelle definizioni dette Quattro
nobili verità.
In esse si afferma che: (1)
ogni esistenza è dukka, ossia insoddisfacente e piena di sofferenze;
(2) il dukka nasce dal tanha, l’attaccamento o il costante
sforzo per trovare qualcosa di stabile in un mondo transitorio; (3) il dukka
può cessare totalmente e ciò coincide con il nirvana, uno stato di
quiete consistente nell’eliminazione di ogni realtà concreta in quanto
transitoria e dolorosa; (4) questo si può raggiungere seguendo l’Ottuplice
Sentiero costituito da retto intendere, retta risoluzione, retto parlare,
retto agire, retto sostentarsi, retto sforzo, retta meditazione, retta
concentrazione.
Dunque, per il Buddhismo la
vita è sofferenza, il dolore costituisce l’essenza più profonda della vita
umana dalla nascita alla morte e questa non rappresenta in alcun modo la
liberazione dal dolore, in quanto, conformemente alla concezione fondamentale
del pensiero indiano, l’uomo è soggetto - come tutti gli esseri - al flusso
inarrestabile delle rinascite (samsara), reincarnandosi continuamente
– in base alla legge del karma - in corpi sempre diversi. Lo scopo
ultimo della vita umana per il Buddhismo è la salvezza intesa come
liberazione dal dolore dell’esistenza, che ha come causa l’ignoranza, la
quale deve dunque essere eliminata.
Il Buddhismo si estinse in
India a causa delle invasioni musulmane dell’XI secolo, ma si diffuse in
altre terre, oggi è presente soprattutto in Asia orientale, dove conta circa
300 milioni di seguaci, suddivisi in due diverse correnti: il "Grande
veicolo" o "Mahayana" e il "Piccolo veicolo" o
"Hinayana" . Quest’ultimo rappresenta la forma di Buddhismo
più antica, che il "Grande veicolo" (risalente al primo secolo)
pretende di superare, dicendosi in possesso di insegnamenti esoterici
trasmessi oralmente dal Buddha. All’interno delle due correnti nascono
numerose scuole, il cui sorgere è favorito dal fatto che il Buddhismo non
riconosce un’autorità centrale. Dal punto di vista geografico le scuole
della corrente "Hinayana" sono diffuse prevalentemente a
Ceylon, in Birmania, Laos, Cambogia e Tailandia, mentre quelle della corrente "Mahayana"
sono dominanti in Tibet, Cina, Corea e Giappone.
In particolare, il Buddhismo
del "Grande veicolo" ha conosciuto un grosso sviluppo in scuole e
tradizioni di carattere soprattutto filosofico, fra queste si segnalano per
importanza e notorietà il Chan cinese, le scuole giapponesi Soto,
Rinzai, Zen, Nichiren e in Tibet il Gelupa, a cui
appartiene il Dalai Lama.
Nella nostra epoca si parla e
si è parlato molto di una riscoperta dell’Oriente dal punto di vista
religioso, elemento rilevante di tale riscoperta è senza dubbio un deciso
interesse per il Buddhismo. In particolare, negli Stati Uniti, a partire dagli
anni Cinquanta, il Buddhismo fu apprezzato e diffuso negli ambienti degli hippyes
e della contro-cultura, della nuova sinistra politica, negli ambiti in cui
si ricorreva alle droghe psichedeliche, che producevano nella mente di chi ne
faceva uso immagini analoghe a quelle descritte nei testi buddhisti. Perfino
il Dalai Lama giunse ad affermare che il ricorso a tali allucinogeni poteva
essere uno strumento utile per "cogliere barlumi di coscienza". In
anni ancora più recenti, il New Age, propagando dottrine e spiritualità
alternative rispetto al Cristianesimo, si è fatto più volte portavoce di
idee tratte da religioni orientali e, quindi, anche di dottrine di origine
buddhista.
Se poi si volge lo sguardo a
quella categoria che gli studiosi qualificano come "nuovi movimenti
religiosi" (termine più preciso e scientifico del ricorrente vocabolo
"sette"), si nota al suo interno la presenza notevolmente
significativa di gruppi di origine buddhista, fra cui la Soka Gakkai, famosa
in Italia anche perché vanta fra i suoi membri il calciatore Roberto Baggio.
Quale posizione assume la
Chiesa Cattolica di fronte al Buddhismo?
La Chiesa si è espressa
relativamente alle religioni non-cristiane soprattutto in un Documento del
Concilio Vaticano II: la Nostra Aetate (28 ottobre 1965), in cui, pur
tenendo fermo il fatto che "Essa… annuncia, ed è tenuta ad
annunciare, il Cristo che è ‘via, verità e vita’ (Gv 14, 6), in cui gli
uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha
riconciliato a se stesso tutte le cose" (n. 2), ha aperto decisamente
la via al dialogo interreligioso: "La Chiesa Cattolica nulla rigetta
di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero
rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che,
quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone,
tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella Verità che illumina
tutti gli uomini. Essa però annuncia ed è tenuta ad annunziare
incessantemente Cristo che è "la via, la verità e la vita" (Gv.
14, 6), in cui gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa e in cui
Dio ha riconciliato a sé tutte le cose" (ibid.). Del Buddhismo, in
particolare, la Chiesa afferma: "Nel buddhismo, secondo le sue varie
scuole, viene riconosciuta la radicale insufficienza di questo mondo mutevole
e si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente,
siano capaci di acquistare lo stato di liberazione perfetta o di pervenire
allo stato di illuminazione suprema sia per mezzo dei propri sforzi sia con
l’aiuto venuto dall’alto" (ibid.).
Guardando però al contesto
della nuova religiosità ci si accorge di due problemi fondamentali: chi oggi
abbraccia il Buddhismo in Occidente, aderendo a gruppi come la Sokka Gakkai,
nella stragrande maggioranza dei casi è un cristiano battezzato, che rinuncia
al suo credo per aderire ad un’altra religione. Ovviamente, la Chiesa è
preoccupata per la salvezza di ogni suo figlio nella fede, soprattutto perché
è cosciente di portare al mondo la Verità totale di un Dio fatto carne per
amore dell’uomo.
Inoltre, grazie soprattutto
al New Age, oggi è diffusa l’idea per cui un cristiano può continuare ad
essere tale pur condividendo e praticando dottrine e tecniche di derivazione
orientale (yoga, zen, Meditazione Trascendentale….), che in realtà
veicolano idee del tutto estranee al Cristianesimo, le quali finiscono per
corrompere e inquinare l’autenticità della fede della Chiesa e favorire la
confusione e la "doppia appartenenza", cioè il condividere
l’adesione di fede a due (o più) diverse religioni. Le statistiche mostrano
che spesso i nostri contemporanei sono disposti a credere sia in Buddha che in
Gesù Cristo, mettendo entrambi sullo stesso piano e ritenendoli semplicemente
"grandi Maestri" dell’umanità.
Ma la pretesa del
Cristianesimo è molto diversa rispetto a quella del Buddhismo, in cui, non
essendoci un Dio (si parla solo di bodhisattva, cioè di esseri celesti
che hanno già raggiunto l’illuminazione e aiutano gli uomini a
raggiungerla), l’uomo deve divenire salvatore a se stesso. "Il
cristianesimo – afferma invece Il Santo Padre Giovanni Paolo II – è
una religione di salvezza…. Per sperare di essere salvato da Dio, l’uomo
deve fermarsi sotto la croce di Cristo. Poi, la Domenica dopo il Sabato Santo
deve trovarsi davanti al sepolcro vuoto e udire, come le donne di Gerusalemme:
‘Non è qui. E’ risorto’. (Mt 28,6). Tra la Croce e la Risurrezione è
contenuta la certezza che Dio salva l’uomo, che Egli lo salva per mezzo di
Cristo, per mezzo della sua Croce e della Sua Risurrezione" (Giovanni
Paolo II [con Vittorio Messori], Varcare la soglia della speranza,
Mondadori, Milano 1994, p. 76).