PASTORALITA' E MINISTERIALITA' NEI GRUPPI
Giovanni Bellanca

PREMESSA:

SCOPO DELL’INCONTRO: -    pregare assieme;

                                    -    conoscerci e diventare amici;

                                    -    crescere nella comunione;

                                    -    volerci bene;

                                    -    aiutarci l'un l'altro;

                                 -     informarci reciprocamente;                         
          

A)   Dice SALVATORE MARTINEZ:

Il RINNOVAMENTO è per sua natura in continuo RINNOVAMENTO e sviluppa in se un ininterrotto divenire, un “LEGGERE I SEGNI DEI TEMPI” che porta, attraverso una continua opera di discernimento ai vari livelli, partendo dal comitato nazionale fino ad arrivare ai gruppi, ad avere nel tempo una visione, una impostazione diversa da quella che si aveva tempo prima, qualche anno prima e magari il giorno prima;”

Questo è certamente indice di vitalità e di GRAZIA e non, come qualcuno ogni tanto dice: prurito di novità ad ogni costo, tanto per cambiare qualcosa,

Ecco perché è necessario, avere ben chiaro quello che oggi è il cammino, la vita del RnS ciò che costituisce priorità, perché tutto ciò venga condiviso nelle sue linee portanti e poi calato, nella fase operativa e di attuazione, ciascuno nel proprio ambito, nella propria realtà ed ai vari livelli;

C’è, dicevamo, una visione che nasce a livello nazionale, per poi passare attraverso il livello regionale e diocesano per arrivare ai gruppi che sono poi le realtà che concretamente devono assumere tale visione e realizzarla, calandola nella propria storia e nel proprio vissuto;

Non ci possono essere  diverse idee e concezioni del RnS.

Oggi il RnS è quello che viene manifestato da questa visione unitaria, che si badi bene, non è una visione che vede i gruppi quali soggetti passivi, ma al contrario li vede protagonisti anche nella fase propositiva, attraverso il consiglio diocesano che poi  si fa portavoce a livello regionale e questi a livello nazionale;

Ciò che viene proposto viene si dall’alto, dal comitato nazionale e poi attraverso i vari passaggi, regionale e diocesano, arriva ai gruppi, ma è il frutto delle istanze e delle preghiere anche della base quando essa sa essere propositiva e non solamente polemica;

 

B)   Il fatto che ci sia una visione unitaria non significa che si deve fare tutti le stesse cose, le stesse attività, i medesimi servizi etc; ma all’interno di quella che è la visione di indirizzo generale in merito alle impostazioni delle varie realtà del RnS e delle priorità da perseguire, ogni gruppo, previo discernimento ed IN PIENA AUTONOMIA, deve porre in essere tutto un insieme di proposte, idee, attività, progetti, cammini, che si ritengono necessari per il gruppo stesso in questo preciso momento storico;

C)  Quindi  non appiattimento, non ricette che scendono dall’alto, ma massima autonomia, pur nel rispetto di determinate linee che sono garanzia di un comune cammino e di una comune identità carismatica;

D)  Alla luce di quanto detto sopra e nell’ambito di una nuova e più attuale visione sul RnS, la cosa fondamentale che in questo momento va compresa e che noi intendiamo comunicare ( ai nuovi membri di pastorali e ribadire a chi,  avendo già partecipato a momenti di formazione, ne è già in qualche modo informato) consiste nel fatto  che è  in corso nel RnS una revisione e riqualificazione della funzione pastorale e ministeriale di servizio.

E)    C'è, infatti, una nuova impostazione di questi ambiti all’interno dei gruppi, delle diocesi, della regione ed anche a livello nazionale.  E’ necessario pertanto approfondire e cercare di comprendere per poi attuare nei nostri ambiti ciò che ci viene proposto a livello nazionale, e regionale.

F)    Quello di cui parliamo è proprio il risultato di incontri tenuti a livello regionale a Capaci nel mese di marzo e a livello di Consiglio regionale ad Enna il 5.5.2001, in questo secondo incontro, in particolare, proprio perché siamo di fronte a novità importanti, sono stati in qualche modo, portati degli aggiustamenti a quanto in precedenza proposto, anche alla luce di istanze provenienti dalle varie  diocesi e anche dalla nostra, per difficoltà di natura pratica sorte in fase di attuazione.

G)  Tutto ciò ci dice che, magari,  quello che fino ad oggi è valido, domani potrà essere suscettibile di ulteriori modifiche ed approfondimenti; anche se non verrà certamente stravolta la impostazione generale, ma solo eventuali criteri di applicazione e attuazione pratica;

H)    Oggi faremo un approfondimento su ciò che riguarda la nuova impostazione dei gruppi in riferimento alla Pastoralità e alla ministerialità o ai servizi, anche in vista della giornata ministeriale regionale del 10 giugno prossimo che comporta, in tempi brevi, degli adempimenti pratici da parte dei gruppi e del diocesano , ecco  perché questa corsa contro il tempo per poter trovarci qua oggi;

I)      Anzitutto viene ribadito il ruolo primario e centrale nella vita del gruppo, del Consiglio Pastorale o semplicemente pastorale, da cui deve promanare ogni proposta  e ogni attività o iniziativa del gruppo oltre che la sua impostazione concreta e a cui tutto deve sempre fare riferimento;

J)    Il Pastorale è il cuore, l’anima, la mente, e il motore del gruppo, ed è necessario che questo ruolo venga ricompreso e soprattutto esercitato e messo in pratica;

K)   Troppo spesso nel passato si è identificato il ruolo del Pastorale in riferimento  ad una attività ministeriale specifica, forse trascurando quello che è invece il ruolo reale e vero di un consiglio pastorale, ruolo delicato e fondamentale, dal  momento che il vero compito del pastorale è:

PREGARE, OBBEDIRE ALLA PAROLA DI DIO, DISCERNERE SU TUTTO CIO’ CHE CONCERNE LA VITA DEL GRUPPO, STABILIRE RAPPORTI DI VERA FRATERNITA’ AL SUO INTERNO E NEL GRUPPO, SERVIRE UMILMENTE LA COMUNITA’, GARANTIRE E PROMUOVERE L’IDENTITA’ DEL RNS, ESERCITARE L’ACCOMPAGNAMENTO SPIRITUALE, DARE TESTIMONIANZA DI VITA NUOVA, PORTARE I PESI DELLA COMUNITA’, PARTECIPARE AGLI INCONTRI FORMATIVI DIOCESANI, REGIONALI E NAZIONALI, ESSERE PRESENTE A TUTTE LE DINAMICHE DELLA VITA COMUNITARIA(vedi Visione Regionale: Pastoralità.)

L)    È necessario ribadire il ruolo profetico del Pastorale, frutto di preghiera e di comunione di cuori, ecco perchè UN PASTORALE SI RIUNISCE OGNI SETTIMANA, avendo sempre all’ordine del giorno l’esercizio della comunione e della preghiera, e poi, magari, altri punti se ce ne sono, altro che Pastorali che si riuniscono quando c’è bisogno;

M)  Come vediamo è un compito importante, fondamentale e quindi per essere svolto bene è necessario che il Pastorale dedichi le proprie risorse primariamente a far bene il proprio compito cercando di delegare ad altri membri del gruppo l’assunzione di quei compiti e servizi che lo stesso pastorale avrà individuato;

N)   Al fine di far si che tutta la comunità possa crescere sotto l’aspetto del discepolato e della vita carismatica;

O)  Infatti: discepolato e vita carismatica, oltre i seminari di vita nuova , sono gli ambiti che ci vengono indicati quale proposta formativa per una reale crescita spirituale e un risveglio carismatico di tutte le nostre comunità; Ponendo al centro di questi indirizzi le due grandi colonne della PREGHIERA e della EVANGELIZZAZIONE.

P)   A Rimini Salvatore ci ricordava come la nostra peculiarità, ciò che è specifico del RnS, è la preghiera di Effusione o Pentecoste personale e come la Pentecoste sia stata realizzata attraverso due luoghi: IL CENACOLO  e LA PIAZZA DI GERUSALEMME. Quindi la Preghiera e l’evangelizzazione;

Q)  All’interno di questi obiettivi o ambiti e cioè, ripeto, discepolato e vita carismatica, oltre che seminari in preparazione alla effusione, il Pastorale, in Ascolto dello Spirito e dopo un serio discernimento deve provvedere:

I)       AD INDIVIDUARE UN ITINERARIO FORMATIVO PER TUTTO IL GRUPPO;

II)  A COSTITUIRE L’EQUIPE DEI FORMATORI;

III) AD INDIVIDUARE ED ISTITUIRE I SERVIZI ADEGUATI IN RISPOSTA AI BISOGNI DEL GRUPPO E IN RELAZIONE AI CARISMI INDIVIDUATI;

Gli ambiti operativi e gli obiettivi che i diversi servizi si prefiggono di raggiungere per l’edificazione della comunità, oltre che la durata in essere di tali servizi, devono essere individuati dal Pastorale;

Come si vede non si parla di MINISTERI  ma di SERVIZI  e non è solo un cambiamento di termine, ma è un cambiamento sostanziale nella impostazione e organizzazione delle realtà dei nostri gruppi;

Non più settori e compartimenti stagni dove il responsabile incaricato e i membri del cosiddetto MINISTERO, realizzano un mondo a se che spesso si pone in antitesi col Pastorale;

Ma formazione e crescita aperta a tutti in modo da favorire la crescita di tutta la comunità perché sia tutto il gruppo a sentirsi impegnato a pregare, evangelizzare, intercedere etc,perché in tal modo,. Prima o poi tutti i fratelli del gruppo potranno essere impegnati in tali servizi in presenza di un carisma che altrimenti rimarrebbe sempre nascosto

Per cui non ci sarà più una formazione per settori e riservata, ma ogni ambito sarà aperto alla partecipazione di tutti;

Per essere pratici non esistono più le cosiddette riunioni di ministero, ma ci sarà una crescita e una formazione unitaria per tutto il gruppo, attraverso l’itinerario formativo stabilito dal Pastorale:

 ESEMPIO: se il Pastorale ritiene necessario che per la crescita della preghiera comunitaria sia necessario un approfondimento sulla preghiera carismatica a questo approfondimento parteciperà tutto il gruppo, perché tutto il gruppo possa crescere in questo senso;

Questo itinerario formativo sarà individuato dal Pastorale e sarà guidato dalla equipe di formatori che il Pastorale individuerà di volta in volta in riferimento allo specifico progetto di formazione, attingendo da:

1)   PASTORALE STESSO;

2)   ANZIANI OVE CI SONO E SIANO RICONOSCIUTI IN GRADO;

3) DELEGATI PER I SERVIZI;

DELEGATI PER I SERVIZI: CHI SONO, QUALI SONO I LORO COMPITI:

1)  Sono fratelli individuati previo discernimento serio del Pastorale in riferimento ad un carisma ed in vista di un preciso servizio da svolgere secondo indicazioni e modalità stabilite dal Pastorale, non sono più i cosiddetti responsabili di Ministero, ma delegati per un determinato servizio che ha precise modalità  e termini di tempo, per cui non è un incarico per il triennio come era prima ma è un incarico che viene dato per non più di un anno anche se è rinnovabile, non è un incarico che ricopra tutto ciò che faceva il responsabile di ministero, ma un incarico per un progetto specifico stabilito dal Pastorale; che può essere a livello formativo o anche a livello esecutivo, perché determinati servizi saranno sempre comunque presenti nei gruppi è ovvio(preghiera, canto, etc.)

2)   Certamente rientra nell’incarico specifico di ogni delegato quello di partecipare ai momenti formativi che in gran parte se non in toto si svolgeranno a livello regionale, per, poi, su richiesta del pastorale riportare nel gruppo quanto appreso in sede di formazione;

3)    Possono ricevere eventuali incarichi in merito a compiti di guida e di organizzazione pratica di un determinato servizio(anim,preghiera, canto, accoglienza, evang. Organiz. Etc.) le cui modalità saranno stabilite e comunicate con chiarezza dal pastorale ad evitare equivoci futuri e su cui sempre il Pastorale avrà compiti di responsabilità e di direzione e guida; ovviamente quando il Pastorale riterrà che il fratello o la sorella abbia raggiunto un livello di preparazione carismatica, spirituale e umana, che lo renda adatto all’assunzione di tali responsabilità;

4)   AMBITI DI SCELTA: primariamente come detto all’inizio, all’esterno del Pastorale,;

Occorre comunque esercitare un serio discernimento e nel caso non venga individuato un fratello che dia garanzie sotto l’aspetto carismatico umano e spirituale, si può intanto provvedere con membri di pastorale che abbiamo le caratteristiche necessarie e ciò al fine di non privare il gruppo del bagaglio di formazione che viene fornito a livello regionale; anche se la via prioritaria rimane quella esterna al pastorale;

Come comitato si suggeriscono alcuni criteri al fine di esercitare un serio discernimento:

1)    Carisma specifico;

2)    Esperienza e continuità;

3)    Cammino spirituale serio e verificato;

4)    Maturità umana e spirituale;

5)    Chiara identità e appartenenza al RnS e al proprio Gruppo;

6)    Disponibilità di volontà, di cuore e di  tempo per formarsi e per formare nel gruppo;

 

A CONCLUSIONE ECCO GLI ADEMPIMENTI PRATICI DEL PASTORALE:

 

1)   FARE DISCERNIMENTO PER INDIVIDUARE I SERVIZI DA PORRE IN ESSERE NEL GRUPPO SECONDO CARISMI E BISOGNI;

2)    Individuare i delegati e stabilirne i compiti (tra cui certamente quello della formazione) E I TEMPI DI INCARICO CHIEDENDO LA DISPONIBILITA' DELL’INTERESSATO AL QUALE VANNO ILLUSTRATE CON OGNI CHIAREZZA I COMPITI, GLI AMBITI E LE RESPONSABILITA’;

3)    COMUNICARE I NOMINATIVI AL DIOCESANO ENTRO IL 25.05.2001, IN VISTA DELLA GIORNATA MINISTERIALE REGIONALE DEL 10.06.2001, LUOGO DA STABILIRE, TENENDO PRESENTE CHE NEL CASO NON VI SIA LA NECESSARIA SERENITA’ DI DISCERNIMENTO E’ MEGLIO NON EFFETTUARE SCELTE SUPERFICIALI E AFFRETTATE E SOPPERIRE IN VIA PROVVISORIA CON MEMBRI DEL PASTORALE STESSO.

E’ opportuno tener presente che quanto fin qui detto, potrà in un prossimo futuro, magari a partire dalla stessa giornata ministeriale del 10.06.,2001 essere oggetto di ulteriore approfondimento, non escluse eventuali ulteriori indicazioni, perché, ripeto siamo in una fase iniziale di questo progetto e come tale suscettibile nella fase di realizzazione di aggiustamenti in corsa,

Amen Alleluia. 

                

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