L'EFFUSIONE
DELLO SPIRITO SANTO
Padre Alberto Paccini
Abbiamo
già parlato della promessa dello Spirito Santo. questa promessa, di cui abbiamo
già riconosciuto l'importanza per la vita della Chiesa e per la vita dei
cristiani, è una promessa che viene fatta personalmente a te.
Vuoi
ricevere lo Spirito Santo?
Lo vuoi ricevere?
Questa
conclusione del cammino che abbiamo fatto insieme, non servirà ad aggiungere
Spirito Santo in noi: noi abbiamo già ricevuto lo Spirito Santo il giorno del
battesimo, e poi il giorno della cresima si è ravvivato in noi. Ogni volta che
celebriamo i sacramenti lo Spirito Santo si ravviva in noi, ravviva in noi la
sua presenza, il suo fuoco, il suo calore, la sua azione. L'azione dello Spirito
Santo è quell'opera importantissima che fa funzionare i sacramenti, fa
funzionare tutto nella Chiesa, fa funzionare la nostra preghiera. Quando la
nostra preghiera è tiepida, è perché non ci siamo sintonizzati sulla
lunghezza d'onda dello Spirito Santo. E’ come il motore che la mattina è un
po’ freddo e bisogna tirare la levetta che si chiama "starter",
"arricchitore" che serve per aggiungere un po’ più di carburante,
un po’ più di combustibile nella miscela aria-benzina, perché il motore si
scaldi e vada meglio in combustione. Oppure quando la mattina bisogna togliere
un po’ di cenere, aggiungere legna e poi sventolare nel caminetto che è
rimasto acceso durante la notte. Questa è la preghiera di effusione, questo è
ciò che noi faremo. Noi pregheremo perché il fuoco dello Spirito Santo si
ravvivi.
Che
cosa bisogna fare?
At
2, 37-41:
All’udir
tutto
questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri
apostoli: “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?”. E Pietro disse: “Pentitevi
e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la
remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per
voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono
lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro”. Con molte altre parole li
scongiurava e li esortava:” Salvatevi da questa generazione perversa”.
Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si
unirono a loro circa tremila persone.
Per
voi,
riferito agli Apostoli, per
tutti quelli che sono lontani e per
quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro. Questi siamo precisamente noi che
siamo lontani da quel tempo, da quel luogo. Ma il Signore ha chiamato anche noi
a ricevere questa promessa, a vedere compiuta la promessa dello Spirito Santo. E
questa promessa è legata al pentimento dei peccati: i peccati possono
soffocare, appesantire lo Spirito Santo. Possono creare quella impossibilità al
fuoco di bruciare. Quando metti legna verde o bagnata sul fuoco, la fiamma non
riesce ad avvampare. C'è bisogno di eliminare quell'umidità della legna e il
fuoco può avvampare. Pentitevi, fatevi
battezzare per la remissione dei peccati. Noi abbiamo già ricevuto il
battesimo. e quindi non ci resta altro, ogni volta che vogliamo ravvivare il
fuoco dello Spirito Santo, che rinnovare il pentimento del nostri peccati.
Ecco
l'importanza del sacramento della riconciliazione celebrato di frequente. A
volte quel vigore, quella forza, quella vivezza che noi abbiamo nella fede si
soffoca, si spegne: è il peso dei nostri peccati, ma il Signore non ci vuole
lasciare in quella condizione, allora se ti senti appesantito dai peccati, se ti
senti appesantito nel tuo cuore, devi solo chiedere perdono al Signore che, col
sacramento della riconciliazione, si ravvivi quel fuoco che è in te. E'
importantissimo che questo fuoco sia sempre vivo, perché altrimenti perdiamo di
vista l'obiettivo fondamentale della nostra vita, che è quello di dare lode a
Dio, quello di servire il Signore, quello di essere in comunione con Lui, quello
di essre sintonizzato con Lui, perché il Signore parli al nostro cuore e ci
orienti giorno per giorno, istante per istante su quello che dobbiamo fare nella
nostra vita.
Come
dobbiamo fare dunque perché lo Spirito Santo si ravvivi in noi? Il Signore ce
lo dice: attraverso la preghiera.
Lc
11, 9-13:
Ebbene
io vi dico:
chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché
chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra
voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un
pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà
uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai
vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a
coloro che glielo chiedono.
Quando
noi chiediamo lo Spirito Santo al Padre, Lui ce lo dona in abbondanza. Ma lo
chiediamo lo Spirito Santo al Signore? Lo chiamiamo, lo invochiamo nella nostra
vita? Forse lo facciamo poco, forse lo facciamo con poca convinzione, forse con
poco desiderio nel nostro cuore.
Vi
racconto una storia, che è una storia vera. Quando noi facemmo la prima scuola
di evangelizzazione in Kenya, nella parrocchia a Ithanga, ci incontrammo col
gruppo un giorno prima. Venne una ragazza che aveva fatto la scuola per
catechista per tre anni, era stata per tre anni lontana da casa sua, e quando
venne, quel giorno, non aveva ancora avuto l'effusione; però, siccome era una
catechista e sapevamo che era una persona abbastanza formata e preparata, la
chiamammo, perché ci aiutasse dal punto di vista degli insegnamenti. Avevamo
preparato una stanzetta per l'Eucarestia e noi stavamo a sistemare il resto del
complesso dove alloggiavamo. Era un convitto ed eravamo collocati nel luogo dove
c'erano le cucine e gli uffici. C'era questa cappellina e noi tutti eravamo
impegnati nel preparare i dormitori e gli ambienti per la gente che sarebbe
arrivata. Questa ragazza è stata in preghiera davanti all'Eucarestia. Quando
sono tornato nel pomeriggio mi ha raccontato che le era successa una cosa molto
strana. Mentre stava in preghiera ha cominciato a sentire una profonda
commozione dentro di sè, a cominciato a piangere e a piangere. Ha aperto la
Bibbia e i suoi occhi sono andati esattamente su questo passo Lc 11, 9-13. Aveva
desiderato profondamente anche lei di avere l'effusione, perché nel gruppo era
l'unica a non averla ricevuta. Non era a conoscenza della preghiera di lode e di
questa esperienza forte nello Spirito Santo: il Signore ha provveduto a mettere
le cose in pari. Lei che aveva desiderato nel suo cuore di avere l’effusione
dello Spirito Santo, quel giorno stesso della preparazione della scuola la aveva
avuta e quindi sapeva di cosa avrebbe parlato agli altri.
E’
dunque molto importante desiderare il
dono dello Spirito Santo; allora il Signore fa questo dono. Se noi vogliamo
veramente che il Signore ci dia questo dono grande dello Spirito, lo dobbiamo
chiedere. Se non lo chiediamo, il Signore lavorerà nella nostra vita, ma con
difficoltà, perché non troverà la porta aperta. E' importante chiedere con
forza e con insistenza. Questa storia che vi ho raccontato risale al '97,
quest'altra che vi racconterò risale a pochi mesi fa. Riguarda una comunità di
suore che si trova a Zagarolo, le figlie di Nostra Signora dell'Eucarestia, la
cui fondatrice, Madre Letizia Zagoni, appena è venuta a conoscenza dei gruppi
di preghiera carismatici, ha invitato immediatamente le suore a partecipare ai
gruppi di preghiera. Questa comunità mi ha invitato a fare il Seminario di Vita
Nuova nello Spirito Santo che si è svolto in una settimana, con due meditazioni
al giorno e mezz'ora di adorazione (l'Adorazione è il loro carisma, insieme
all'evangelizzazione). Al termine del ritiro abbiamo avuto la preghiera allo
Spirito Santo e abbiamo fatto la cosa che faremo questa notte anche noi: abbiamo
esposto l'Eucarestia e abbiamo stabilito dei turni di preghiera. La maggior
parte di loro ha vegliato per tutta la notte e il Signore, che quando noi
bussiamo con insistenza non si fa pregare, il giorno successivo con l'effusione,
è stato come un torrente in piena. Questo per dire quanto quella preghiera per
loro è stata efficace, perché l'hanno desiderata, hanno veramente pregato per
ricevere lo Spirito.
Lo
Spirito Santo non ci lascia mai a secco, ma noi dobbiamo chiamarlo, desiderarlo,
come ci dice Gesù: Pregate ed otterrete,
chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto, E ancora: se
dunque voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più
il Padre Celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono. Questa
giornata ci servirà per conoscere cosa fa lo Spirito Santo, ma soprattutto per
invocarlo, per chiamarlo, per chiederlo, perché lo Spirito Santo possa scendere
con forza nella nostra vita, per trasformarla.
Gv
19, 30.33-34:
Dopo
aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è
compiuto!”. E, chinato il capo spirò. Venuti da Gesù e vedendo che era già
morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con
la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
Perché
Giovanni annota questo particolare? Perché è colpito dal fatto che dal fianco
di Gesù escono sangue ed acqua. Di per sè la medicina ha spiegato clinicamente
il perché: Gesù era già morto in croce e intorno al cuore si era depositato
parecchio siero e quindi nel momento in cui la lancia ha attraversato il
pericardio, quest'acqua è uscita. Ma Giovanni è stato colpito da un'altra
ragione, dalla promessa che Gesù aveva fatto in precedenza.
Gv
7, 37-39:
Nell'ultimo
giorno,
il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce:
“Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi
di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Questo egli disse riferendosi allo
Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c’era ancora lo
Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.
Eccoci
alla spiegazione del perché Giovanni resta colpito: Chi
ha sete venga a me e beva chi crede in me, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal
mio seno. E Giovanni quest'acqua l'ha vista proprio, il giorno della morte
di Gesù e quindi si è ricordato di queste parole. E Giovanni queste parole le
ha ricordate a noi, non tanto per pensare a quel fatto fisico, fisiologico,
quanto per pensare che lo Spirito Santo è il dono prezioso che esce dal cuore
di Gesù. Nel momento in cui noi crediamo in Gesù, nel momento in cui noi ci
apriamo a Gesù, ci rivolgiamo a Lui con fede, beviamo alla sorgente che è Lui,
la roccia, la sorgente della vita, il nostro spirito si riempie del dono
dell'acqua viva, del dono dello Spirito Santo. Se andiamo a Lui, se gli
chiediamo questo dono.
Chi
ha sete venga a me
e beva:
è la stessa promessa che il Signore fa
alla Samaritana (Gv 4, 7). Le chiede da bere, ma in realtà è il Signore che dà
da bere alla donna e nel momento in cui le rivela il suo peccato, la Samaritana
desidera veramente di cambiare vita. Ecco che lo Spirito Santo si effonde nel
suo cuore, nel momento in cui lei crede a Gesù.
Gv
4, 21-24.28-30:
Gesù
le dice: “Credimi, donna, è giunto il
momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi
adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quel che conosciamo, perché la
salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri
adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali
adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e
verità”. La donna lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: “
Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse
il Messia?”. Uscirono allora dalla città e andavano da lui.
Immediatamente
la gente cominciò a seguirla, perché lo Spirito effuso in lei la fa diventare
testimone di Gesù. Ed ecco allora l'importanza dello Spirito Santo effuso nella
nostra vita, se vogliamo diventare testimoni di Gesù. Se c'è una ragione per
cui la Chiesa si è un pò addormentata, ha attraversato un momento di prova, di
abbassamento di tono, un momento in cui la gente se ne è andata e ha lasciato
la Chiesa, è perché noi, membri della Chiesa, non abbiamo fatto questa
esperienza viva dello Spirito Santo. Abbiamo lasciato che il fuoco dello Spirito
si spegnesse. E’ giunto il momento in
cui i veri adoratori adoreranno Dio in Spirito e verità. Ecco la chiamata
per tutta la Chiesa, adorare Dio in Spirito e verità. Ecco la tua chiamata:
fare l'esperienza viva di Dio nello Spirito, per potere diventare un testimone.
Non potrai parlare di Gesù se lo Spirito Santo non ti darà quel fuoco nel
cuore.
Nel
momento in cui sperimenti il fuoco, la presenza dello Spirito Santo, in quel
momento tu devi lasciare le tue cose e andare a dire agli altri: ho
incontrato qualcuno che mi ha detto tutto della mia vita, qualcuno che mi
ama, che è interessato a me, qualcuno che ha dato la sua vita per me, qualcuno
dal cui cuore squarciato effonde tutto l'Amore di Dio. Ma questo è possibile
solo se noi andiamo a Gesù e gli chiediamo "fammi il dono dello Spirito
Santo". Volete voi fare questa richiesta a Gesù? E allora sarete i
testimoni del Signore.
Mc.
16, 15-20:
Gesù
disse loro: “Andate in tutto il mondo e
predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà
salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che
accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scaccerannio i demòni,
parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche
veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi
guariranno”. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo
e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto,
mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi
che l’accompagnavano.
Che
cosa erano gli Apostoli? Gesù non si era scelto persone perfette nè
coraggiose. Pietro spergiurava di non conoscere Gesù, perché ancora non era
tra quelli che avevano ricevuto lo Spirito Santo. Tommaso disse "se non
vedo non credo" e poi Giuda è colui che ha rinnegato Gesù. Ma perché il
Signore ha scelto proprio queste persone? Per farci vedere che se è stato
possibile a loro essere testimoni fino agli estremi confini della Terra, è
possibile anche a noi. Ognuno di noi, quando lo Spirito Santo entra con potenza,
diventa un testimone di Gesù: non è importante avere studiato le lingue, avere
diplomi o lauree, aver fatto studi biblici, quello può essere uno strumento, ma
ciò che veramente conta è la presenza del fuoco di Dio nel tuo cuore. Cosa è
successo a quel Pietro pauroso e pusillanime?
At
4, 19-20:
Ma
Pietro e Giovanni replicarono:
“Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi
stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”.
Stavano
parlando davanti al Sinedrio, la maggiore autorità dei Giudei, davanti a cui
anche gli uomini più colti e potenti della città tremavano, perché era il
tribunale che aveva il diritto di vita e di morte sulle persone. E’
irriconoscibile quel Pietro che aveva rinnegato Gesù davanti ad una giovane,
che si era messo paura. Ora è impavido davanti al Sinedrio.
Che
cosa è successo a questa gente? Non erano quei pescatori che stavano con Gesù,
ignoranti e semplici? Perché
parlano con questo ardore? Sono diventati testimoni perché hanno assaporato la
potenza dello Spirito Santo. Noi riceviamo lo Spirito Santo non per stare zitti
e cupi come di solito sono i cristiani. Nelle nostre celebrazioni facciamo
scappare la gente, perché non abbiamo il fuoco dentro, perché non abbiamo
quella gioia che trascina. Ma noi lo Spirito Santo lo riceviamo per far vedere
agli altri che vale la pena di ricevere quell'amore di Dio dentro di te, che
vale la pena di essere cristiani. Ecco la necessità di sperimentare questo
fuoco, che bisogna chiedere, perché il Signore te lo vuole dare, ti vuole
rinnovare, ti vuole fare diventare come gli apostoli.
Lc
24, 48-49:
Di
questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio
ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza
dall’alto.
Dice
Gesù: aspettate lì a Gerusalemme per ricevere quella potenza dall'alto, per
poter essere miei testimoni. Dobbiamo essere rivestiti per essere testimoni.
Guardate prima e dopo la cura.
Lc
24, 13-14:
Ed
ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio
distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di
tutto quello che era accaduto.
Allora
ecco che questi due personaggi erano in cammino e parlavano tristi in cuore dei
fatti accaduti a Gesù. Vediamo cosa succede in seguito.
Lc
24, 30-34:
Quando
fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede
loro. Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro
vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel
petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le
Scritture?”. E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove
trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano:
“Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”.
Il
Signore stava donando loro lo Spirito Santo: "non
ci ardeva forse il cuore nel petto? Allora partirono
senza indugio. Prima avevano detto a Gesù che era pericoloso di notte, e
poi vanno di corsa dagli undici e dicono: Davvero
Gesù è risorto ed è apparso a Simone. Diventano testimoni. La Samaritana
riceve il dono dello Spirito e chiama tutta la città. I due cittadini di Emmaus
che avevano paura e giudicavano pericolosa la strada di notte, incontrano il
Signore e il cuore arde loro nel petto, vanno poi di corsa a Gerusalemme. Pietro
davanti al Sinedrio diventa coraggioso. Allora qualcosa cambia nella vita quando
tu ricevi questo dono: ti trasformi, diventi testimone.
La Chiesa ha bisogno di questo: non tanto di catechismo e teologia, quanto dell’esperienza viva dello Spirito Santo. Dopo ritornerai a studiare catechismo e teologia, perché saprai ciò di cui parli, capirai dal di dentro. Senza il dono dello Spirito Santo non sappiamo cosa farne delle statistiche sulle persone che non vanno in Chiesa. Noi dobbiamo agire in attacco. Non siamo costruiti da Dio per giocare in difesa. Abbiamo ricevuto uno Spirito di Figli adottivi per mezzo del quale gridiamo Abbà.