ROMPERE CON IL PECCATO
E SPERIMENTARE LA MISERICORDIA DI DIO

Padre Alberto Paccini

  La giornata di oggi ci aiuterà a prendere una decisione importante, quella di spezzare le catene del peccato. Certamente è un’opera che il Signore continuerà a fare nella nostra vita, ma è un’opera che chiede una decisione, una decisione forte: non voglio più allontanarmi dal Signore. E’ una decisione che chiede una scelta, da che parte vogliamo stare. Scegliere di voler stare dalla parte del Signore, scegliere di accettare che il Signore tagli le catene del nostro peccato.

Lc 9, 61-62:

Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Ti seguirò Signore, ma prima lascia che faccia questo, prima lascia che faccia quell’altro...E il Signore risponde in maniera molto chiara: nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto al regno dei cieli. Questo mettere prima qualche cosa, prima del Signore, non funziona: ci impedisce di seguire Gesù con tutto il cuore. Ricordiamoci il comandamento che il Signore ci dà: amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l’anima e con tutte le forze. Cioè ci dobbiamo mettere proprio tutto l’impegno, non una parte, e la totalità del nostro essere: il cuore, la mente e l’anima, le tre dimensioni del nostro esistere. Corpo, spirito e anima. La totalità del nostro essere in un atto di volontà, in un atto di scelta che soltanto Gesù può rendere libera, deve essere totalmente orientata verso Dio. Non si possono avere rimpianti: non faccio quel peccato, però...mi piacerebbe. Non faccio quel pensiero, però...mi piacerebbe voltarmi indietro. Questo è segno che qualche cosa ancora ci tiene aggrappati al passato, che tutto sommato non vogliamo lasciare, non vogliamo spezzare, con cui vogliamo ancora avere dei legami. Il Signore ci dice: se ti volti indietro, ancora non sei fatto per il regno di Dio. Il regno di Dio è quella dimensione in cui Gesù è totalmente il Signore. Se tu ancora hai dei ripensamenti, vuol dire che ancora non ti sei orientato totalmente a Dio. Allora è tempo di fare una scelta, di farla ora, non aspettare. Che cosa fa una persona che desideri davero seguire il Signore?

 

Mt 16, 21-27:

Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni.

Gesù parla apertamente della sua fine, cioè è consapevole, sa benissimo ciò a cui andrà incontro. La morte di Gesù non è un incidente, non è un qualche cosa che è capitato così per caso, per incidente. Gesù sapeva benissimo che la sua parola, il suo predicare, il suo parlare con chiarezza del regno di Dio lo avrebbe portato come conseguenza ultima a dare la vita. E ben consapevole di questo lo preannuncia ai suoi discepoli, perché non se ne facciano alcuna meraviglia, e lo sappiano già in precedenza. Ed ecco allora che Pietro non capisce il modo in cui Gesù sarà re, perché nel cuore degli apostoli, nel cuore degli israeliti c’era l’attesa del Messia, questo potente signore che sarebbe venuto con eserciti a sterminare l’esercito dei dominatori, cioè dei Romani. Ma Gesù rifiuta questo genere di messianismo; ecco perché molte volte dice ai suoi discepoli di non dire a nessuno chi è lui, perché immediatamente, come già era successo ad altri sette personaggi di quell’epoca, sarebbe stato non capito, male interpretato e immediatamente sarebbe stato tolto di mezzo. C’era un’attesa da parte del popolo di Israele e da parte degli apostoli, ma Gesù rifiuta: non sono venuto per quello, io sono venuto per morire, per dare la mia vita per la vostra liberazione. Pietro non capisce e dice: questo non ti accadrà mai. E allora ecco la risposta un po’ dura, un po’ secca di Gesù: allontanati da me perché tu non ragioni secondo Dio, ma secondo gli uomini.

Ragionare secondo Dio o ragionare secondo gli uomini, ecco la duplice strada. Ci sono due possibilità: ragionare secondo Dio, o ragionare secondo gli uomini, secondo il mondo. Gesù ci dà una scelta e ci dice: attenzione non crediate che seguire Dio porti con sé la pace, la gioia, il successo, la ricchezza, una vita lunga...No, porterà anzi esattamente l’opposto. Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la croce, mi segua. Gesù ci dice tre cose fondamentali.

Rinnega te stesso, cioè rinnega la tua identità, la tua umanità. “Lei non sa chi sono io” è una delle frasi che si dicono spesso. Gesù ci dice: rinnega te stesso, rinnega la tua dignità umana, rinnega la tua personalità, rinnega la tua superbia, rinnega la considerazione che gli altri possono avere di te, perché tutto questo ti è soltanto di inciampo, ti impedisce di avere quella libertà per il regno di Dio. Ma io voglio avere una posizione, ma io voglio avere una sicurezza economica, ma io voglio continuare ad essere bello per tutta la vita, io voglio avere una vita lunga, io voglio avere questo, io voglio avere quello... Rinnega te stesso - ti dice Gesù - perché tutte queste cose che tu vuoi avere, che tu vuoi essere, ti sono soltanto di inciampo, ti sono un impedimento, ti impediscono di vedere il mio volto. Il mio volto non è un volto di successo, un volto di gloria, un volto di potere, di realizzazione umana; il mio volto è il volto sofferente, il volto umiliato.

Oggi, festa di Cristo Re, in cui si celebra Gesù come il Signore dell’universo, ci viene presentato Gesù crocifisso, Gesù che agonizza sulla croce e i diversi atteggiamenti delle persone: della folla che lo sta a guardare, dei capi del popolo dei farisei, i saggi e i sapienti, che lo deridono (guarda là, diceva di essere il Cristo, guarda là come è finito, peggio di tutti gli altri), l’atteggiamento dei soldati, l’atteggiamento dei due crocifissi con lui, addirittura crocifisso con dei malfattori. Allora ecco quello che Gesù ci dice: se tu mi vuoi seguire butta a mare tutto quello che ti impedisce di seguirmi, rinnega te stesso. Ma fino a che punto, Signore? Fino a questo punto? Rinnega te stesso, non ci sono limiti. Quanto, Signore? Fino a che giorno, fino a che momento? Rinnega te stesso. Eppure ci sono dei limiti: a un certo punto bisogna fermarsi. Rinnega te stesso. E poi, seconda cosa, prendi la croce.

Prendi la croce. Attenzione prendere la croce significa prenderla seriamente, non un pezzetto, non una parte, non quella parte di croce che mi sta bene. La croce è una sconfitta totale della nostra umanità, pur essendo la vittoria del Signore. Umanamente, agli occhi del mondo è un fallimento completo. Quindi bisogna accettare agli occhi del mondo di essere dei falliti, dei fessi, dei bonaccioni, degli illusi. Questa è la considerazione che il mondo ha di quel tipo di atteggiamento per il regno di Dio. Ultima cosa: mi puoi seguire.

Seguimi. Se accetti tutto questo mi puoi seguire. Seguire Gesù non è seguirlo a pezzetti, ma è seguirlo per tutta la vita.

Gv 13, 12-16:

Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato.

Ci ricordiamo bene come in quel gesto che Gesù aveva fatto di lavare i piedi Pietro era proprio scandalizzato: no, non mi laverai mai i piedi! Perché? Perché era un gesto degli schiavi, chi lavava i piedi erano soltanto gli schiavi, non era una cosa troppo piacevole lavare i piedi sporchi e polverosi di gente che aveva camminato tutto il giorno lungo le strade. Gesù dice: voi mi chiamate maestro e Signore. E dite bene perchè lo sono. Se dunque io il maestro e il Signore ho lavato i vostri piedi, voi dovete fare lo stesso gli uni con gli altri. Che cosa significa lavare i piedi gli uni degli altri? Significa imparare a servire. E imparare a servire significa mettere sotto i nostri piedi la nostra dignità, perché il servizio, quello vero e non quello fatto con l’atteggiamento di falsa modestia, è quello di prendere le parti della persona che io sto servendo. Il Vangelo da un’altra parte ci dice: fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te, e anche non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. L’atteggiamento del vero servizio è quello di considerarsi inferiore all’altro o anche quello di identificarsi con l’altro, identificarsi talmente fortemente che davvero l’altro sente la mia presenza come una presenza d’amore.

Questo è quello che Gesù ha fatto per noi: ha preso totalmente la nostra parte. Ecco l’atteggiamento del vero discepolo di Gesù: prendere a cuore l’altra persona. E nel momento in cui l’altra persona rifiuta il mio amore, io non reagisco con una parolaccia, come molto spesso avviene, ma reagisco nello stesso modo come Gesù ha reagito. Tu non mi laverai mai i piedi! E la risposta è una risposta d’amore: caro Pietro, se io non ti lavo i piedi tu non puoi avere parte con me. Allora Pietro capisce. E’ l’atteggiamento che Gesù chiede a noi: un atteggiamento d’amore. Questo atteggiamento non è istintivo: istintivamente quando qualcono reagisce noi reagiamo ancora peggio. Ecco perché Gesù ci ha detto di rinnegare noi stessi. Non è un atteggiamento che noi possiamo simulare, che noi possiamo imporci. Ci possiamo riuscire per un po’ di tempo, poi alla fine scoppiamo. Non è un atteggiamento che noi ci conquistiamo a furia di farlo. E’ un atteggiamento che richiede un cambiamento di vita, e solo Gesù può farlo. Nessuno si può salvare per conto suo, nessuno si può salvare con la sua buona volontà, con il suo sforzo.

Dobbiamo accettare che Gesù ci cambi dal di dentro, cioè che Gesù entri dentro di noi e sia lui ad agire. Le mie mani diventino le mani di Gesù, il mio cuore diventi il cuore di Gesù. Questo richiede un annientamento quotidiano, cioè accettare che Gesù sempre di più, sempre di più entri dentro di me, prenda il posto della mia personalità. Questo è rinnegare se stesso.

Mt 6, 24:

Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.

Da quale parte vuoi stare? Quale padrone vuoi servire? Chi vuoi servire? Vuoi servire il denaro, vuoi servire il mondo, vuoi servire la tua sensualità, vuoi servire il tuo desiderio di apparire agli occhi del mondo, vuoi servire il tuo successo, vuoi servire fama, gloria, affermazione di te, vuoi servire...? Ciascuno di noi lo sa, si conosce. Oppure vuoi servire Gesù, come unico Signore della tua vita? E’ necessario che tu faccia la tua scelta. Chi vuoi servire? Tieni presente che non puoi servire due padroni, è impossibile, non puoi fare a mezzi. Devi fare una scelta. Altrimenti costantemente si vedrà chi hai scelto. Si vedrà. Si vedrà la tua alienazione, si vedrà il tuo doppio gioco, e alla fine risulterai né buono per l’uno, né buono per l’altro. Sarai in mezzo.

Nel libro dell’ Apocalisse (3, 15-16) Gesù dice duramente: conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Allora il Signore ci dice: devi scegliere quale padrone servire. Devi scegliere. Non puoi stare a metà. Il mondo è pieno di gente che non sa che pesci prendere: grande confusione politica, grande confusione di idee, di filosofie, in cui la new age la fa da padrone. Tutto è buono, facciamo un calderone, mettiamo tutto dentro. Non è possibile mettere tutto insieme in un’unica minestra. Questo è ciò che il mondo ci offre: la grande confusione. Scegli da che parte vuoi stare. Non puoi tenere il piede in cento staffe. Devi scegliere una direzione e camminarci fino in fondo. Un solo padrone, un solo Signore della tua vita. Uno solo. Altrimenti sarai continuamente lacerato, dilaniato, alienato.

Co l 1, 10-14:

Possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; rafforzandovi con ogni energia secondo la potenza della sua gloria, per poter essere forti e pazienti in tutto; ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. E' lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.

Portare frutto in ogni opera buona. Portare frutto, non dice quanto. Portare frutto: il 30, il 60, il 100, secondo quanto il Signore dispone. Non è importante quanti talenti tu hai ricevuto: 5, 3, 1. Non è importante. Non è importante che tu abbia ricevuto 10 mine, o 5 o 2. Non importa, purchè tu porti frutto e purché tu entri in una conoscenza di Dio. Ma se tu sei lacerato costantemente dai diversi idoli che ti tirano di qua e di là, che conoscenza vuoi fare di Dio? Manco riesci a sentire la sua voce, perché sei tirato di qua e di là dai mille idoli della tua vita. Idoli peraltro muti, che hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno narici e non odorano, e dalla bocca non emettono suoni. Sia come loro chiunque li fabbrica, dice il salmo. Eppure questi idoli muti, che possono essere d’oro, d’argento, di pietra, mille immagini, mille modi, ci tengono attanagliati, ci tengono intrappolati, ci rendono la vita impossibile. Ci rendono impossibile seguire il Signore. Siamo costantemente tirati di qua e di là.

Gv 8, 12:

Di nuovo Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».

Io sono la luce del mondo, dice Gesù. Gli idoli ci ingannano, ci dilaniano, ci lacerano e ci sbatacchiano di qua e di là, ma poi alla fine non ci danno quel che promettono. Gesù invece è la luce della vita. Chi lo segue non resterà deluso, non se ne pentirà, perché seguirlo significa andare sicuramente verso la nostra meta. Seguirlo significa avere la vita eterna, cosa che gli idoli, il denaro, la ricchezza, il potere, il benessere, la sensualità, il sesso, tutte queste cose non ci danno. Lasciano l’amaro in bocca e nella vita. Non ci danno niente. Ci danno soltanto il fallimento, l’amarezza e la delusione. Gesù ci dà la vera vita, la vera pienezza. E allora, che aspetti a scegliere? Fai la tua scelta!

At 2, 37- 38:

All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo».

All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore: “che dobbiamo fare?”. Insomma ci sono questi idoli, queste cose della vita, poi c’è Gesù che è la luce del mondo, che dobbiamo fare? Pentitevi! Pentitevi dei vostri peccati! Pentitevi. Cioè sentite il peso di questi peccati, abbiatene avvertenza, sentite quanto pesano sulla vostra vita. Sappiate che questi peccati hanno causato la morte di Gesù, la morte del datore della vita. Questi peccati hanno causato la sua sofferenza, perciò pentitevene. Fatevi battezzare e riceverete il dono dello Spirito Santo. Pentitevi. E’ esattamente quello che noi vogliamo fare oggi. Vogliamo entrare in questo atteggiamento di pentimento dei nostri peccati, riconoscere i nostri peccati, riconoscere il fallimento dei nostri peccati, riconoscere che seguire il mondo è un fallimento che non porta a niente.

Ef 4, 17-32:

Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente, accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell'ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore. Diventati così insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni sorta di impurità con avidità insaziabile. Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, per la quale dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri. Nell'ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità.

Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.

Vi basta? Facciamoci scartavetrare per bene da questa parola. Facciamoci piallare. Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore, non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente. La mente pagana è una mente vana; i pagani sono quelli che hanno molte divinità e queste divinità - l’abbiamo detto - sono idoli vuoti, sono idoli vani, non servono a niente. I pagani che seguono idoli vani hanno una mente vana, cioè vaga, imprecisa, inconcludente, che non porta a nulla. Non comportatevi più in questo modo inconcludente, che non è né caldo né freddo. Non comportatevi più così! Vi scongiuro, dice San Paolo.

Accecati dai loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa della ignoranza che è in loro e per la durezza del loro cuore. Due cose: l’ignoranza, non conoscono la luce, ma voi la conoscete e allora non comportatevi più come quelli ignoranti che non sanno; e la durezza del cuore, cioè un cuore indurito dal male, un cuore impenetrabile, un cuore asfaltato. Sapete perché la parola di Dio non può entrare in noi del mondo del benessere? Perché abbiamo il cuore asfaltato. La Parola di Dio non entra, come sull’asfalto l’acqua non entra. L’asfalto è impermeabile, ed è pure duro. Non solo è impermeabile come la plastica, che si può bucare con un chiodo, ma è pure duro, non si buca. Allora siamo asfaltati, siamo induriti. Non siate più così induriti come i pagani, che sono induriti dal male.

Non siate estranei alla vita di Dio. Estranei. Attenzione, i pagani avevano dei momenti di culto per i loro idoli, cioè andavano al tempio. Chiediamoci se il nostro andare in chiesa non sia per caso come quell’andare al tempio a mettere l’offerta all’idolo per accattivarselo, per farselo amico, in modo che non mi faccia i dispetti, in modo che non mi faccia venire un accidente, in modo che mi faccia andar bene gli affari. Questo è l’atteggiamento dei pagani. Ma come, io andavo a Messa... ma come io facevo questo...e mi sono ammalato e mi hai fatto venire un incidente... questo è l’atteggiamento pagano di tanti cosiddetti cristiani. Chiediamoci se noi non ci siamo in mezzo. Chiediamocelo. Attenzione, è un atteggiamento pagano.

Commettendo ogni sorta di impurità. Impurità, non soltanto impurità sessuale, ogni sorta di impurità sessuale, ma anche ogni sorta di impurità di ogni tipo; per esempio l’avidità della ricchezza, l’ingiustizia, la corruzione, atteggiamento mafioso di cui tutti gli italiani sono affetti, tutti dal nord al sud. Ogni sorta di corruzione. Dobbiamo spezzare questa catena, e questa catena si spezza se io decido di cambiare la mia vita. Non devo guardare a quello che mi sta vicino, a quello che mi sta davanti, a quello che mi sta dietro. Devo guardare a me. Ogni sorta di impurità, ogni sorta di avidità insaziabile, desiderio insaziabile di qualunque cosa, desiderio che quella cosa, quella persona dell’altro (IX e X comandamento) diventi mia, per il semplice gusto di possederla. Poi, una volta posseduta la butto, non mi serve più, vado alla ricerca di un’altra. Questa è l’avidità insaziabile. Non ci bastano i TIR. Tu hai bisogno di questo - ci dice la pubblicità. La pubblicità del consumismo ti crea il bisogno. I bisogni non sono solo quelli che hai tu, ma anche quelli che ti vengono creati per poter usare e gettare.

Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo: Cristo non è questo, il Signore Dio non è l’usa e getta, il Signore Dio non è l’idolo del quale mi servo per fare andare bene le cose. Questo non è Cristo. E se proprio gli avete dato ascolto e da lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta di prima. Esiste un uomo vecchio. Che cosa succede all’uomo vecchio, o alla donna vecchia? Diventa brutto, pieno di rughe, di acciacchi, le ossa fanno male, diventa un cadavere, un relitto, un brontolone intrattabile, antipatico. Questa è la vecchiaia, tanto che i Romani dicevano che la vecchiaia è già una malattia. Il peccato ci fa diventare vecchi in questo modo, però la vecchiaia in un altro modo, cioè l’invecchiare nel Signore è come l’aquila che rinnova la sua giovinezza, perché il Signore sta in te. C’è l’uomo vecchio, l’uomo di peccato che si imbruttisce sempre di più. Ceroni, creme e lifting non servono: la vecchiaia è vecchiaia, il peccato è peccato. Allora deponi questo uomo vecchio. Deponilo! L’uomo che si corrompe, si putrefa, diventa un cadavere: questo è il peccato.

Deponete questo uomo vecchio che si corrompe dietro le passioni ingannatrici, e dovete rinnovarvi nello Spirito della vostra mente. Rinnovare non soltanto le azioni, ma lo Spirito della vostra mente, i dinamismi del pensiero. La persona che sta appresso al peccato ragiona sempre in maniera contorta per potere arrivare a quello a cui mira. Fa vedere una cosa, ma pensa a tutta un’altra cosa, perché è sempre appresso al suo obiettivo. Lo vedi negli occhi, ma non vedi il fondo degli occhi, ha l’occhio torbido, opaco. Dovete rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Allora buttare via l’uomo vecchio con le sue passioni, con il suo male, con la sua putredine, con la sua corruzione, col suo degrado e rivestire l’uomo nuovo: Gesù, questo è l’uomo nuovo.

Questo è l’uomo che noi dobbiamo rivestire: l’uomo delle beatitudini. Beati i puri di cuore, beati i poveri in spirito, beati gli operatori di giustizia, beati i perseguitati per causa della giustizia, beati gli affamati e assetati di giustizia, beati gli operatori di pace. Ecco, quello è l’uomo nuovo. Gesù non dice: devi fare questo, devi fare quello, devi fare quell’altro. Dice: beato, quando la presenza di Dio che è in te ti fa diventare così. Beato! Felice tu, che sei così, ed è possibile essere così. Dio ci fa diventare così. Ma lo dobbiamo decidere, ricordiamolo. Io sto alla porta e busso (Ap 3, 20). Gesù sta bussando oggi alla tua porta, al tuo cuore. Che fai? Vai ancora appresso all’uomo vecchio? Oppure l’uomo nuovo, l’uomo luminoso, che non deve far finta di essere felice con un sorriso da paresi facciale, quello della buona creanza che non sa di niente, ma è il sorriso del tuo cuore, un cuore luminoso, pieno di Dio, che dà la gioia, la pace agli altri perché è pieno di Dio. E’ il cuore della persona che ha scelto Dio. Questa è la possibilità per te, oggi.

Perciò bando alla menzogna, ricordiamoci che due sono le cose che originano il male e che distinguono il male: la superbia e la menzogna, perché per ottenere l’obiettivo malvagio tu devi comunque ingannare. Satana è il re dell’inganno, è quello che ha l’inganno nelle ossa e ha la superbia che sprizza da tutti i pori. Allora bando alla menzogna. Dite ciascuno la verità al vostro prossimo. Mt 5, 37: Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno. Purtroppo noi abbiamo costruito una cosiddetta cultura sulla menzogna, sull’inganno. Il benessere e la pubblicità sono inganno; molto spesso la politica è un inganno, per ottenere il potere, il successo. Allora dite la verità. Cioè “sì” vuol dire sì, “no” vuol dire no. Il resto viene dal maligno. Siamo membra gli uni degli altri; nessuno può ingannare una sua mano dicendo una cosa che non è vera.

Nell’ira non peccate. Istintivamente potremmo anche arrabbiarci; l’ira è qualche cosa che viene anche dalla nostra biologia; i sentimenti spesso sono suscitati anche da azioni ormonali: la paura, la tensione, l’irritabilità, ecc. San Paolo ci dice: nell’ira non peccate. Ci possono venire i cinque minuti, però puoi acconsentire a questa tua ira, o puoi anche rinnegarla, rintuzzarla, metterla da parte. Cioè ci può essere il temperamento fatto in un certo modo che si dà le scuse: sono fatto così, che ci posso fare? E continua. Devo metter da parte il mio essere fatto così, perché non è detto che gli altri mi debbano sopportare. Nell’ira non peccate, non tramonti il sole sopra la vostra ira, cioè non fate che i vostri cinque minuti diventino sei minuti, un’ora, e tramonti il sole con la stessa ira sempre più forte. Questa ira che poi è mancanza di perdono, ingigantimento della colpa dell’altro, ci continua a far funzionare le rotelle del cervello fino a che la colpa dell’altra persona diventa una montagna enorme da cui siamo schiacciati. Non fate tramontare il sole sopra la vostra ira, andatevi subito a rappacificare. Se vai a presentare la tua offerta e ti ricordi che un tuo fratello o una tua sorella ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta e vatti prima a riconciliare, dice il Vangelo. Non a caso durante la Messa c’è proprio il momento della scambio della pace, perché mentre stai lì per presentare la tua offerta o per ricevere il Signore, fai prima la pace.

Non date occasione al diavolo, perché anche sulla nostra istintività il diavolo ci mette il suo trampolino, il suo appoggio e fa leva. Come parliamo dell’ira, così possiamo parlare anche di altri aspetti della nostra umana debolezza. Non date in questi aspetti occasione al diavolo. Cioè non permettete che satana, il separatore, colui che divide, possa frammettersi fra voi e Dio approfittando della vostra debolezza. Nella vostra debolezza metteteci il Signore. Qui apro una parentesi: uno dei grandi successi di satana per allontanarci dal Signore è di farci credere che quella cosa che abbiamo fatto ci rende talmente indegni che non possiamo più assolutamente neanche rivolgerci a Dio. “E’ troppo grossa la cosa che hai fatto, Dio non ti guarda più” e ti comincia a screditare e ad allontanare sempre di più da Dio perché tu non ti rivolgi più a Lui, e ti fa dimenticare che Dio è quel Padre che sta lì ad aspettarti per riabbracciarti, per farti di nuovo figlio degno del suo perdono, farti ospite d’onore nella sua casa. Satana approfitta del tuo momento di debolezza per spingerti sempre più lontano da Dio. Non cascare nella trappola. Chiedi subito perdono a Dio nel momento che ti accorgi del tuo peccato. Lo Spirito Santo ti aiuterà, perché lo Spirito Santo ti mostra quello che è il bene, la giustizia, e quello che è il male. Te lo fa capire subito. Ebbene, subito, appena ti rendi conto del tuo peccato, subito chiedi perdono a Dio; poi ti vai a confessare. Subito chiedi perdono al Signore e riconciliati appena possibile, immediatamente, con la persona con la quale hai avuto a che fare. Non dare occasione al diavolo.

Chi è avvezzo a rubare (il furto diventa una malattia) non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani per farne parte a chi si trova in necessità, in difficoltà. Il ladro è avaro, è molto attaccato a quello che si è conquistato. Allora per opporti a questa tendenza al furto, datti da fare onestamente, lavorando e fai parte di quello che tu hai guadagnato onestamente agli altri.

Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca. La persona che è stata convertita non parla più come una fogna. Se apri un tombino, lo scarico delle acque nere, non sentirai odore di violetta. Ci sono persone che parlano come lo scarico delle acque nere, perché si vede che ancora dentro sono piene di queste acque nere. Di solito a questo punto quando facevamo il seminario di vita nuova nello Spirito in Africa facevamo una scenetta: si mette un bicchiere pieno di fango e poi si incomincia a versare acqua, si riempie il bicchiere che comincia a travasare; si riempie ancora e l’acqua è sempre meno scura, si versa ancora, si versa ancora, si versa ancora finché l’acqua diventa completamente limpida, completamente purificata. Ecco cosa succede alla persona quando ha permesso alla grazia di Dio di entrare dentro. Nessuna parola cattiva uscirà più dalla sua bocca perché il Signore è entrato dentro e ha lavato tutto il sudiciume.

Nel vangelo di Marco (7, 20-22) si dice, quando Gesù entra in polemica con i farisei: ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. E’ dal cuore che vengono queste cose cattive. Allora purificate l’interno del cuore e anche il parlare sarà puro.Versa nel tuo cuore la grazia di Dio e la roba pesante e sporca uscirà. Ugualmente anche per i pensieri, per le intenzioni, tutto viene dal cuore. Fai entrare nel tuo cuore la grazia di Dio e il tuo parlare, il tuo guardare, il tuo pensare sarà puro. Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone, che possano servire per la necessaria edificazione. La testimonianza è anche con le parole. Puoi anche andare a pregare, ma se ti sentono parlare in maniera pesante, certamente avranno scandalo da quello che dici: ma come tu non eri quello che andava a pregare, andava in parrocchia, era catechista...ma come parli?

Non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. Rattristare lo Spirito Santo di Dio: come si fa a rattristare lo Spirito Santo? Semplicemente continuando a vivere una vita di peccato. Lo Spirito Santo che è in te è pace e gioia. Se tu continui a schiacciare lo Spirito Santo che è in te tu lo opprimi, tu lo rattristi. Se continui a dare ascolto alle tue passioni, tu rattristi lo Spirito Santo che è in te. E’ germe di vita lo Spirito Santo! Non puoi buttare dentro germe di morte: la gramigna soffoca il seme buono.

Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità, cioè tutto ciò che si fa nelle sagrestie e in parrocchia, tutto quello che fanno le persone che frequentano molto la parrocchia, ma la frequentano in maniera sbagliata. Questo modo così geloso, invidioso e maldicente: per far apparire maggiormente me faccio screditare gli altri. Questo è l’atteggiamento clericale. Non c’è nessun bisogno di screditare l’altro per apparire io, perché se io veramente ho qualche cosa di buono, questo qualche cosa di buono verrà fuori da sé, non c’è bisogno di screditare gli altri. Questo vale in parrocchia, vale nel gruppo di preghiera, vale nel mondo, nel posto di lavoro. Non c’è nessun bisogno di calpestare l’altro, di far vedere che ha fatto gli sbagli tipografici, dattilografici, ha fatto tardi (lo vedi come ha fatto tardi quello lì? Lo vedi che cosa dice quello lì? Lo vedi che si incontra con quell’altra persona?) Questi atteggiamenti denotano un cervello piccolo piccolo. Ma perché il cervello tuo è così? Perché si è gonfiato! Ogni sorta di malignità: malignità è voler vedere sempre il male in quello che l’altro fa, in quello che l’altro dice: ha fatto così perché pensava di fare così.

Siate invece benevoli gli uni verso gli altri. Benevolenza significa voler bene. Quando vuoi bene a una persona non stai a fare sofismi e trovare cavilli, perché ha fatto così, perché ha detto così, perché ha pensato così...Siate misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi. In Mt 6, 14 c’è scritto: Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi. E’ la conseguenza del Padre nostro: Dio perdonerà a voi se voi perdonerete agli altri.

Gal 5, 16-25:

Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come gia ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge. Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

Fornicazione, impurità, libertinaggio: tre cose che portano la stessa idea di fondo, lo stesso concetto. Poi idolatria, stregonerie, e attenzione: nelle stregonerie ci mettiamo anche la superstizione e l’oroscopo. Anche l’oroscopo e anche il credere ai segni zodiacali. Sono forme di idolatria. C’è chi ne fa un’idolatria. Stregonerie: il malocchio. Guardate che il malocchio esiste veramente, non è una buffonata. C’è potere nella parola parlata: se tu mandi un accidente a una persona, questo accidente gli arriva prima o poi. Quella è stregoneria, superstizione. Se tu parli una parola di benedizione, questa arriva. Attenzione che abbiamo grande potenza nelle cose che diciamo, perché le cose che diciamo entrano nel mondo spirituale e c’è chi le utilizza: Dio nel bene, satana nel male. Quando noi apriamo uno spiraglio, la porta del nostro cuore, può entrare Dio, o può entrare anche il nemico di Dio. E quando una persona è vulnerabile, perché per esempio vive in una situazione di peccato, e noi le abbiamo mandato un accidente, l’accidente arriva perché questa persona non ha difese. E tu sarai responsabile. Certo che Dio non permetterà la perdizione di questa persona, ma comunque la sua sofferenza, causata dal tuo mandargli un accidente, avrà un peso anche su di te. Attenzione a come parliamo. Quindi pregare e benedire i nemici ha un grande valore.

Mt 5, 43-48:

Pregate per quelli che vi perseguitano, benedite quelli che vi maledicono, perché siate figli del padre vostro celeste che fa sorgere il sole sopra i giusti e sopra gli ingiusti.

Stefano prega per coloro che lo stanno uccidendo e l’effetto della sua preghiera è la conversione di San Paolo. Allora pensiamo alla grande capacità che ha la nostra lingua. Pensiamo alla lettera di Giacomo (cap. 3 e 4): dalla stessa fonte non può venire acqua amara e acqua dolce, la lingua è un piccolo fuoco che può causare un grande incendio. Invece quali sono i frutti dello Spirito? Sono amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Questi sono i frutti. Attenzione a non confondere i carismi con i frutti dello Spirito perché una persona può essere piena di carismi e andarsene all’inferno con tutti i suoi carismi. Ma come io non avevo il carisma di profezia? E come mai sto bruciando all’inferno?

Mt 7, 21-28:

Non chiunque dice: Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato in tuo nome (carisma di profezia), e cacciato demoni nel tuo nome (carisma di liberazione e anche di guarigione), e compiuto molti miracoli (carisma dei miracoli)  nel tuo nome? E potremmo aggiungere carisma delle lingue e tutti i carismi.  Io però dichiarerò loro: non vi ho mai conosciuti, andatevene all’inferno, voi operatori di iniquità.

Perché i carismi sono degli strumenti che Dio ci dà per costruire il corpo di Cristo. E se tu con tutti i carismi che hai sei un malvagio, te ne vai all’inferno con la tua malvagità e tutti i tuoi carismi, compreso quello dei miracoli che non ha fatto miracoli nella tua vita, non ti ha convertito. Il Signore vuole che il nostro cuore si abitato da Lui. I carismi non vengono dal cuore: i carismi sono doni di grazia che Dio ci dà per aiutare la conversione del nostro cuore. Quello che credevano i Corinzi, di venire salvati soltanto perché parlavano le lingue è un inganno, non è vero. Tu parli le lingue, oppure hai un altro carisma, ma se sei un uomo di divisione te ne andrai all’inferno, perché crei divisione, semini zizzania, cioè fai l’opera del diavolo. Non è l’appartenere ad un gruppo carismatico che ci salverà, non è essere membro del sono i frutti della presenza di Dio. direttivo nazionale, dell’ICCRS (International Catholic Charismatic Renewal Services). Non serve a niente: puoi essere pure papa, ma se nel tuo essere papa, o prete, sei lontano da Dio, sei persona di discordia, tu vai all’inferno con tutta la tua mitra e il tuo pastorale. Quello che ci salva è se il cuore è abitato dalla presenza di Dio. Se il cuore è abitato dalla presenza di Dio ci

 

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