I
CARISMI NEI DOCUMENTI DELLA CHIESA
Padre Alberto Paccini
Nei
documenti del Concilio Vaticano II troviamo alcune interessanti affermazioni,
interessanti nel senso del risveglio carismatico che nasce già negli anni '60
nella Chiesa cattolica. Il Concilio è un concilio ecumenico, quindi vi era
presente quasi la completezza delle Chiese cristiane. Fu un evento di
straordinaria importanza sia per l'universalità, sia per il lavoro avviato e
prospettato per il futuro. Il Concilio Ecumenico Vaticano II aveva tra i suoi
obiettivi anche il riavvicinamento tra fratelli cristiani (cominciamo ad abolire
le espressioni come “protestanti”, “fratelli separati” ecc. dal nostro
vocabolario, perché creano divisioni) e la scoperta non solo delle radici, ma
di ciò che ci accomuna piuttosto che ciò che ci divide: siamo fratelli
cristiani di denominazioni diverse.
Vi
sono delle proposizioni dogmatiche, precisamente di carattere ecumenico, che
sono fondamentali, come la Unitatis
redintegratio (Ricostituzione dell' unità fra i cristiani). Se c'è un
valore importantissimo di cui il Rinnovamento nello Spirito è portatore, è
proprio la capacità di creare comunione attraverso l'asservirsi allo Spirito
Santo e l'uso dei carismi, come elasticità mentale per accettare la diversità.
Un incontro di preghiera carismatico, inoltre, non è necessariamente
strutturato con parametri liturgici denominazionali, non è necessariamente
cattolico o necessariamente anglicano o luterano o battista ecc., ma è capace
di asservire la presenza di fratelli diversi. Potete leggere questo nel libro
"Come una nuova Pentecoste" di P. Gallagher Mansfield. Proprio
all'inizio del libro si racconta di quello che il Papa Giovanni XXIII sperimentò
prima della guerra, visitando un villaggio disperso nella Iugoslavia in cui gli
abitanti vivevano in maniera viva tutti i carismi. Quel villaggio poi fu raso al
suolo e sono spariti i carismi con le persone. Il Papa vide con i suoi occhi che
cosa è il fermento carismatico in una comunità cristiana. Ne ebbe
un'esperienza viva. Poi ci fu un'altra esperienza, che fu la testimonianza della
beata Elena Guerra, la quale suscitò nel Papa Leone XIII l’ispirazione di
dedicare il secolo allo Spirito Santo, di avviare ogni anno con il canto del Veni
creator e di fare una novena allo Spirito Santo per l'unità dei cristiani.
Dopo
questa iniziativa è successo che questo secolo ha visto il risveglio del
movimento neo-pentecostale e anche del movimento carismatico cattolico, che è
nient’altro che il movimento pentecostale cattolico: le due spinte tendono
alla riunificazione della Chiesa cristiana. Lo Spirito Santo è uno, Gesù è
uno, il Battesimo è uno e da queste basi comuni il Signore ci sta spingendo
fortemente all'unità. Quindi tutte quelle paure che abbiamo di mischiarci coi
"protestanti", sono assurde e contrarie alla rivelazione. Gesù (Gv
17, 21) prega perché "tutti siano una cosa sola", e perché
vedendo questa unità il mondo possa credere. Il Papa ci ricorda che dalla
divisione noi proclamiamo un antivangelo. Noi spezziamo il corpo di Cristo.
Dovremmo essere felici di avvicinare nei nostri incontri di preghiera fratelli
di altre denominazioni cristiane.
Questa
è l'opera essenziale che il Rinnovamento deve
fare nella Chiesa. Ma se siamo già divisi fra di noi come facciamo ad
avvicinare altri per fare unità, male interpretando quei carismi che il Signore
ci dà per l'unità, non per la divisione? Come possiamo avvicinare un fratello
di un'altra denominazione quando non siamo neanche capaci di celebrare una Messa
con i Neocatecumenali? Come facciamo, se non siamo capaci di pregare con
cattolici di altri movimenti? La Pentecoste celebrata a Roma nel 1998 è un
evento di portata universale perché la Chiesa cattolica ha iniziato a lavorare
per l'unità fra i movimenti. Uno dei sostenitori chiave è Salvatore Martinez,
che sta facendo un grande lavoro di ricucitura fra i movimenti.
Torniamo
al Concilio Ecumenico Vaticano II. La Lumen
Gentium è un documento importantissimo perché è una costituzione
dogmatica sulla Chiesa.
Lumen
Gentium n. 12:
Lo Spirito Santo non si limita a
santificare e a guidare il popolo di Dio per mezzo dei sacramenti e dei
ministeri, e ad adornarlo di virtù, ma «distribuendo a ciascuno i propri doni
come piace a lui» (1 Cor 12, 11),
dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende
adatti e pronti ad assumersi vari incarichi e uffici utili al rinnovamento e
alla maggiore espansione della Chiesa secondo quelle parole: «A ciascuno la
manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio» (1Cor
12, 7). E questi carismi, dai più
straordinari a quelli più semplici e più largamente diffusi, siccome sono
soprattutto adatti alle necessità della Chiesa e destinati a rispondervi, vanno
accolti con gratitudine e consolazione. Non bisogna però chiedere
imprudentemente i doni straordinari, né sperare da essi con presunzione i
frutti del lavoro apostolico. Il giudizio sulla loro genuinità e sul loro uso
ordinato appartiene a coloro che detengono l'autorità nella Chiesa; ad essi
spetta soprattutto di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e
ritenere ciò che è buono (cfr. 1Ts 5, 12
e 19-21).
Lumen
Gentium n. 30:
I sacri pastori, infatti, sanno benissimo
quanto i laici contribuiscano al bene di tutta la Chiesa. Sanno di non essere
stati istituiti da Cristo per assumersi da soli tutto il peso della missione
salvifica della Chiesa verso il mondo, ma che il loro eccelso ufficio consiste
nel comprendere la loro missione di pastori nei confronti dei fedeli e nel
riconoscere i ministeri e i carismi propri a questi, in maniera tale che tutti
concordemente cooperino, nella loro misura, al bene comune.
Apostolicam
Actuositatem
(un documento del 1962 sull'apostolato dei laici), n.
3: A tutti i cristiani quindi è
imposto il nobile impegno di lavorare affinché il divino messaggio della
salvezza sia conosciuto e accettato da tutti gli uomini, su tutta la terra. Per
l'esercizio di tale apostolato lo Spirito Santo che già santifica il popolo di
Dio per mezzo del ministero e dei sacramenti, elargisce ai fedeli anche dei doni
particolari (1Cor 12, 7) «distribuendoli
a ciascuno come vuole» (1Cor 12, 11),
affinché mettendo «ciascuno a servizio degli altri il suo dono al fine per cui
l'ha ricevuto, contribuiscano anch'essi come buoni dispensatori delle diverse
grazie ricevute da Dio» (1 Pt 4, 10)
alla edificazione di tutto il corpo nella carità (cfr. Ef 4, 16).
Dall'aver ricevuto questi carismi, anche i più semplici, sorge per ogni
credente il diritto e il dovere di esercitarli per il bene degli uomini e a
edificazione della Chiesa, sia nella Chiesa stessa che nel mondo con la libertà
dello Spirito, il quale « spira dove vuole » (Gv 3, 8).
Quindi
l'intera Chiesa, misteri, sacramenti e carismi, è ministeriale, sacramentale e
carismatica, tutta la Chiesa. Allora smettiamola di dire "noi
carismatici" perché tutti i battezzati sono carismatici (Apostolicam
Actuositatem n. 3). Questo è stato scritto dai nostri pastori.
I
sacramenti sono i canali della grazia di Dio, i ministeri sono le opere,
l'esercizio dei servizi e i carismi sono ciò che rende possibile questi
ministeri. Dio agisce anche attraverso i carismi. Allora tutta la Chiesa deve
riscoprire di essere carismatica. Il Rinnovamento carismatico non è un
movimento, il Cardinal Suenens ha detto: dobbiamo uscire da questa visione
legalistica della Chiesa, per cui releghiamo i carismi a un movimento. Non è un
movimento, non è un'associazione, non è un gruppo, ma è semplicemente
un'ondata che lo Spirito Santo sta suscitando in un gruppo di fedeli, per
fortuna sempre più grande, perché tutta la Chiesa riscopra di essere
carismatica. Il Rinnovamento carismatico ha come scopo di sparire all'interno
della Chiesa. In tutte le parrocchie del mondo si potrà celebrare una Messa e
si potranno avere preghiere carismatiche, quindi con l'uso dei carismi. Il
Rinnovamento carismatico sparirà perché avrà svolto la sua funzione. Ma
questo non è sempre immediatamente comprensibile.
Non
si tratta di inventare carismi, si tratta solamente di attivare quel dono di Dio
che è già in te. Il dono dello Spirito Santo è già dentro di te. Li hai già
dentro i carismi. Dio te li ha dati, chiedi a Dio di attivarli. Chiedi a Dio
"quali carismi mi hai dato? Risvegliali in me in modo che io li possa
utilizzare a beneficio della comunità".
Quando
stanotte pregherete, durante la veglia davanti all'Eucarestia, chiedete a Dio di
farvi capire quale carisma vi ha dato, ditegli: "Accendilo. Accendi sul
cruscotto della mia vita quella spia luminosa che mi faccia capire che quello è
il mio carisma" e poi utilizzalo all'interno della comunità per il
beneficio comune. Noi dobbiamo agire dall'interno della Chiesa come lievito.
Apostolicam
Actuositatem n. 30:
Con il progredire dell'età (qui si
parla della formazione all'apostolato: fanciulli, giovani, adolescenti ecc.) l'animo
si apre meglio in modo che ciascuno può scoprire più accuratamente i talenti
con cui Dio ha arricchito la sua anima, ed esercitare con maggiore efficacia
quei carismi che gli sono stati concessi dallo Spirito Santo, a bene dei suoi
fratelli.
Quindi
non solo talenti, ma anche carismi. Allora è compito dell'educatore aiutare i
bambini a scoprire e poi ad esercitare i loro doni (carismi) per il bene delle
chiese e del mondo.
Ad
Gentes n. 28:
I cristiani, avendo carismi differenti
(cfr. Rm 12, 6), devono collaborare
alla causa del Vangelo, ciascuno secondo le sue possibilità, i suoi mezzi, il
suo carisma e il suo ministero (cfr. 1Cor
3, 10). Tutti dunque, coloro che
seminano e coloro che mietono (cfr. Gv 4, 37),
coloro che piantano e coloro che irrigano, devono formare una cosa sola (cfr. 1Cor
3, 8), affinché « tendendo tutti in
maniera libera e ordinata allo stesso scopo» indirizzino in piena unanimità le
loro forze all'edificazione della Chiesa.
Presbiterorum
Ordinis
(sulla formazione del clero) n. 4: In
tal modo il ministero della Parola viene esercitato sotto forme diverse, in
rapporto alle diverse necessità degli ascoltatori e secondo i diversi carismi
dei predicatori. (qui si parla dei carismi dei preti: tutta la Chiesa è
carismatica).
Presbiterorum
Ordinis n. 9
(qui si parla del rapporto tra presbiteri e laici, parlando ai presbiteri;
ricordiamoci che siamo negli anni ' 60, in cui il prete era il tuttofare): Provando
gli spiriti per sapere se sono da Dio (carisma di discernimento),
essi devono scoprire con senso di fede i carismi, sia umili che eccelsi, che
sotto molteplici forme sono concessi ai laici, devono riconoscerli con gioia e
fomentarli con diligenza. Dei doni di Dio che si trovano abbondantemente tra i
fedeli, meritano speciale attenzione quelli che spingono non pochi a una vita
spirituale più profonda. Allo stesso modo, non esitino ad affidare ai laici
degli incarichi al servizio della Chiesa, lasciando loro libertà d'azione e un
conveniente margine di autonomia, anzi invitandoli opportunamente a
intraprendere con piena libertà anche delle iniziative per proprio conto.
Questi documenti
risalgono al 1965, hanno cioè preceduto il Rinnovamento e non siamo ancora
arrivati ad avere una Chiesa totalmente carismatica. Le comunità carismatiche
farebbero bene ad andare un pochino a scuola dai nostri parenti strettissimi
neocatecumenali, come anche i neocatecumenali farebbero bene ad essere un
pochino più carismatici. Allora c'è questa interrogazione che viene dal nostro
essere nel cuore disposti ad amare, a servire, a sottomettersi nell'umiltà, a
pregare insieme con gli altri, non nello stare sempre fra noi. Inseritevi nella
comunità parrocchiale, all'interno della comunità cristiana, frequentate anche
altra gente, e aprite la vostra bocca, parlate, manifestate apertamente,
scambiate idee. Ecco il lavoro di rievangelizzazione dei battezzati, che è una
delle cose in cui il Rinnovamento è carente, purtroppo: si prega, si e no
utilizzando solo un terzo dei carismi che ci sono e utilizzando neanche all' 8 -
10% il carisma dell'evangelizzazione, che è il più importante.
La
ragione per cui la Chiesa esiste (Evangelii
nuntiandi, cap. 4) è per evangelizzare. Mc
16, 15-20 ci dice che noi dobbiamo andare ed evangelizzare e i segni
accompagneranno coloro che credono in Gesù. Ma i segni servono per accompagnare
l'opera di evangelizzazione. Non possiamo disgiungere i segni
dall'evangelizzazione. Il carisma dei miracoli, delle profezie, delle guarigioni
non possono essere disgiunti dal carisma di evangelismo. C'è stato un tempo
nella mia brevissima esperienza carismatica, che è dal ' 95, in cui mi ero
interstardito a chiedere al Signore il carisma di guarigione ed il Signore mi ha
dato anche qualche zuccherino per incoraggiarmi, ma mi ha fatto capire che il
carisma di guarigione, disgiunto dall'evangelizzazione serve a poco, serve a
niente. Parliamo dell'effetto Tardif: il miracolismo non serve a niente, ma i
miracoli, associati all'evangelizzazione, servono a tutto. Il turismo
carismatico è questo sciamare da un Tardif a un Martinez e non pensare che
siamo noi che dobbiamo attivare questi carismi là dove ci troviamo, quei
carismi che Dio dà a tutta la comunità cristiana.
Quindi
non andiamo appresso a chi fa i segni o a chi parla bene, ma noi stessi
attiviamo quelle potenzialità e quei carismi che il Signore ci dà. Chiediamo i
carismi, mettiamoci in preghiera perché lo Spirito Santo agisca in noi e attivi
noi come testimoni, come presenza del mondo che allargano il Regno di Dio. Se c'è
uno sbaglio di cui dovremo chiedere perdono davanti a Dio, è quello di avere
chiuso la Bibbia con un lucchetto. Dobbiamo imparare ad aprirla e leggere passi
interi, i Vangeli, le lettere cristiane, e non usare la Bibbia solo per la
lettura profetica che può diventare una mania (la “bibliomanzia”). La
catechesi senza kerigma (l’annuncio
che Gesù ti ama, ha dato la sua vita per te, è morto ed è risorto per te,
quindi accettalo, è per te) ha fatto generazioni di battezzati non credenti. Ci
sono milioni di persone che non credono, eppure sono battezzate. Certamente lo
Spirito Santo agisce in maniera misteriosa anche in loro, ma noi abbiamo il
dovere di portare anche a loro questo annuncio tagliente, incisivo, che tocchi
il cuore dei nostri fratelli e faccia loro incontrare Gesù in un incontro
personale.
Il
Sinodo africano parla di "un
incontro trasformante con la persona viva di Cristo". Questo è mancato
alla nostra esperienza di cristiani. E' mancato il battesimo dello Spirito e
l'esperienza di Gesù Cristo che è vivo e che mi ama, che mi inonda del suo
amore. Nel momento stesso in cui quest'onda arriva nella mia vita, non sono più
lo stesso. E' diverso avere un rapporto con un Dio imparato a memoria e studiato
sui libri, o con un Dio che invece tocca il cuore, mi fa vivere un'esperienza
viva. Questo è il Dio che dobbiamo far conoscere ai nostri fratelli.
b)
Giornata pratica di
Evangelizzazione.
B
– Evangelizzare i nuovi del RnS.
Seminari
di vita nuova nello Spirito con sede centralizzata e che accorpano piccoli
gruppi di fratelli creando nuclei più consistenti di persone che camminino
insieme per vivere l’esperienza dell’Effusione. Tali seminari possono essere
col modello delle settimane o col modello residenziale in una sola settimana. Se
ne offrono qui due versioni sperimentate, una in inglese ed una in italiano:
effondi
il tuo Spirito sul tuo popolo,
e
concedici:
una
nuova esperienza della tua potenza,
una
nuova fede nella tua parola,
una
nuova consacrazione al tuo servizio,
cresca
il tuo Amore tra di noi,
e
venga il tuo Regno:
per
Cristo nostro Signore.
Amen