IL GRANDE MANDATO  

Padre Alberto Paccini

Mc 16, 15:

Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.

Mt 28, 18-20:

Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

 

Un buon evangelizzatore deve imparare a meditare ed approfondire la Parola di Dio, deve lasciarla depositare nel profondo del cuore, coltivarla nella preghiera e lasciare che possa portare frutto. Egli deve "mangiare il libro" (Ap 10, 8-11) e assimilarlo per poter evangelizzare. Per questo motivo viene riproposta questa Parola, con l'invito pressante di impararla a memoria e di lasciare che condizioni tutta la vita di chi si impegna a servire il Vangelo e i fratelli.

Quando leggiamo gli "ordini di marcia" di Gesù, notiamo immediatamente che egli non aggiunge nessuna istruzione sul "come fare" .Certamente egli non vuole imporre a nessuno un metodo come se fosse l'unico o il migliore da attuare. Ci ha lasciato la possibilità di usare i nostri doni di discernimento per trovare il modo migliore di obbedire al suo comando in relazione al tempo e al luogo.

Notiamo le parole chiave: Andate!... Ammaestrate (fate discepoli)!... Battezzate!... Insegnate! ... Io sono con voi! Ci viene imposto di andare dove sono le tensioni, le lacerazioni, i peccati del mondo e riportare le pecore che si stanno smarrendo e morendo di fame. Non possiamo ritenere che questo comando di Gesù, proprio l'ultimo prima di lasciare i discepoli, sia meno vincolante degli altri. Certamente ci sarà chiesto conto di come abbiamo risposto a questo impegno.

Comprendiamo che questo atteggiamento va ben al di là dell'attività di evangelizzazione per procura o del semplice dar contributi alle missioni. Essere un evangelizzatore, una persona della "Buona Notizia" vuol dire mettersi nel cuore del messaggio del Vangelo. Senza questa dimensione interiore si ha soltanto un cristiano in pensione. Una delle più grandi tragedie della Chiesa sta nel fatto che si è persa gran parte dello spirito di evangelizzazione. I cristiani in pensione sono i cristiani che non fanno più il lavoro a cui sono stati chiamati dal Signore. Se ci impegniamo invece nel compimento della  volontà di Gesù ci verranno date innumerevoli benedizioni: "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta" (Mt 6, 33).

Una delle più importanti priorità della parrocchia locale deve essere quella di allontanarsi drasticamente dalla strategia accettata dalle ultime generazioni. Le parrocchie devono passare dal "vieni" al "va". (Arthur Mc Phee - Friendship Evangelism - Evangelizzazione basata sull'amicizia).

Il dono della salvezza, che è dato dalla fede in Cristo risorto e vivo nel cuore dei credenti, è il più prezioso che una persona possa accogliere, ed è il dono più grande che noi possiamo desiderare di poter a nostra volta offrire, soprattutto a coloro che amiamo. Gesù infatti è venuto a salvare tutti gli uomini e questo è certamente il più grande desiderio del suo cuore. Egli desidera veramente poter salvare tutti e affida questo compito a tutti i suoi discepoli.

Per impegnarci in questo ministero non dobbiamo pensare di dover essere perfetti credenti. Nello stesso brano del Vangelo di Matteo (Mt 28, 17) troviamo che alcuni dei discepoli, nonostante tutto, dubitavano ancora. Pur tuttavia Gesù ordina anche a loro di andare ad evangelizzare. Questo avrà certamente rafforzato la loro fede.

Occorre trovare continuamente tempo per la preghiera, per l'approfondimento della Parola di Dio nel nostro cuore e per lo studio personale, soprattutto della Bibbia, affinchè la forza di questa Parola possa trasformare il nostro modo di pensare.

L'evangelizzazione deve unire l'obbedienza al comando di Gesù, e il potere carismatico che da esso deriva, con l'obbedienza alla Chiesa e il desiderio che vi sia un unico "gregge".

"L'evangelizzatore ideale è uno che è mandato dalla Chiesa, che parla in forza dell'ufficio, in continuità con gli apostoli, nella comunione ecclesiale, e, nello stesso tempo, uno che parla in forza del carisma ricevuto e coltivato, uno che è capace di mettere profeticamente gli uditori in presenza del potere di Dio, essendo lui stesso aperto all'azione dello Spirito Santo. Com’è stato il primo evangelizzatore, Gesù." (P. Raniero Cantalamessa - I misteri di Cristo nella vita della Chiesa)

 

Senza lo Spirito Santo il Vangelo è lettera morta,

l'autorità una dominazione,

l'evangelizzazione una propaganda.

Ma con lo Spirito Santo il Vangelo è potenza di Dio,

l'autorità un servizio liberatore,

l'evangelizzazione una Pentecoste.

(Ignazio di Latakia)

 

CAMBIARE MENTALITA' E OBIETTIVI

Qual è, in pratica l'obiettivo delle parrocchie che abbiamo solitamente incontrato? Molto spesso è la costruzione di una adeguata, efficiente e ben amministrata struttura nella quale le persone sono invitate a nutrirsi spiritualmente. "Per la maggior parte" dice George Greene, "le nostre chiese sono stazioni di servizio spirituale che servono a fare il pieno ai salvati". In passato abbiamo operato supponendo che, se si nutrivano sufficientemente coloro che frequentavano la chiesa, essi sarebbero stati motivati per uscire dall'ambiente e per evangelizzare. Ciò non è successo. In tal modo molte chiese sono egocentriche e soffrono di una degenerazione della "koinonia" che si trasforma in un gran male: la "koinonite". Il gregge ingrassa e sta comodo in una chiusa e apparentemente calorosa fratellanza. Non è questo il modello di Chiesa che Gesù ci ha lasciato!

Riflettiamo con attenzione sul grande mandato.

Nella Chiesa degli apostoli la predicazione del Vangelo aveva la priorità assoluta. Allora i cristiani si vedevano come il popolo degli inviati, come la luce e il lievito del mondo. Essi vedevano la Chiesa esistere nella predicazione del Vangelo, esattamente come il fuoco esiste nel suo bruciare. In qualche modo abbiamo perso il nostro fuoco lungo la strada.

Dobbiamo ridefinire i nostri scopi.

"Nel ventesimo secolo, la situazione missionaria della Chiesa ha bisogno di membri che, di fronte al mondo pagano, siano capaci di testimoniare la loro fede con parole e azioni. Occorrono parrocchie capaci di avere nelle loro mani le sorti della battaglia per la salvezza delle anime, che siano pronte ad agire in modo comunitario ed a trovare i mezzi per innalzare il Vangelo cristiano contro la paralizzante mancanza di fede di uomini e donne.

Con umiltà dobbiamo ammettere che non siamo pronti per la situazione missionaria in cui ci troviamo. La parola "missione" designa un'attività promossa da noi in terre non cristiane, in parti lontane della terra, presso ghetti delle nostre città e non l’impegno di ordinari membri della Chiesa. Le nostre chiese "hanno" missioni, ma non "sono" missionarie... Il vero problema è portare coloro che frequentano la Chiesa a concepirla come missione e a concepire loro stessi come missionari...

Con che autorità viene ignorata la definizione che Gesù dà dell’essere discepoli e la definizione che tutto il Nuovo Testamento dà alla Chiesa? Gesù non invitava gli uomini  ad essere mansueti e sostenitori di istituzioni religiose, ma piuttosto ad imbarcarsi con lui nella missione di redenzione del mondo. Egli allontanò coloro che indietreggiavano e non accettavano di partecipare con tutto il cuore alla sua missione, persino se erano entusiasti dei suoi unsegnamenti e lo ammiravano. Ogni credente aveva un ministero, un "sacerdozio" da esercitare nei confronti dei suoi simili. Proprio in questo stava il potere evangelizzatore della Chiesa delle origini che rese possibile la conquista di un impero".

(James Smart)

Da qui comprendiamo come sia completamente errato il concetto che il coinvolgimento nell'evangelizzazione possa derivare da una pastorale di solo nutrimento.

 

LE FASI DELLA CRESCITA SPIRITUALE

Quando si sceglie di vivere in comunione con Gesù, ci si apre anche ad una crescita spirituale, sia personale che comunitaria. Occorre dunque sapere che ci saranno dei nuovi eventi e delle nuove esperienze. Cerchiamo di dare alcune indicazioni.

 

1. l'esperienza di conversione

E' la prima e più forte esperienza spirituale di ogni discepolo. L'incontro con Gesù solitamente segna in modo decisivo la vita di un cristiano, sia che vi giunga da una totale mancanza di fede, che da un’educazione ecclesiale tradizionalista. Quest'esperienza porta ad una decisiva volontà di cambiare la propria vita e di lasciarsi purificare dai propri peccati decidendo di rinunciarvi completamente.Conduce anche ad una gioiosa accettazione della volontà di Gesù nella propria vita e all'ingresso consapevole nella comunità.

I due aspetti che caratterizzano questa esperienza sono:

·      L'accettazione della signoria di Gesù continua e ripetuta.

·      Il desiderio ardente di intimità con lo Spirito Santo ( anche attraverso la preghiera carismatica di effusione).

Come infatti in Atti ai capitoli 1 e 2 viene descritta la trasformazione dei discepoli in coraggiosi testimoni per opera dello Spirito Santo, così il cristiano convertito desidera ardentemente essere rivestito della stessa potenza spirituale per testimoniare con efficacia e contribuire alla crescita del Regno di Dio.

 

2. accettazione del mandato e cammino in uno spirito di evangelizzazione

L'impegno di evangelizzare deve diventare il primo più forte stimolo per la crescita spirituale del fedele laico. Da questo impegno egli trarrà continuamente forza spirituale, desiderio di comunione con Gesù, conversione continua e impegno ascetico.

 

3. la crescita continua e la preparazione per il ministero.

Attraverso la preghiera, i sacramenti e l'istruzione religiosa, il discepolo viene reso capace di una vita equilibrata e da evangelizzato diventa sempre più efficace evangelizzatore.

Rientrano in questi aspetti la guarigione interiore, la crescita nella santità, l'istruzione nella dottrina cattolica, la formazione di un maturo e personale stile di preghiera.

Una delle funzioni più importanti della Chiesa è proprio quella di far crescere il popolo di Dio nella santità e nutrirlo spiritualmente perché ognuno possa compiere nel modo migliore il proprio ministero e la propria missione. Per crescere qualitativamente e quantitativamente dobbiamo avere una idea chiara della nostra meta e di quali mezzi spirituali dobbiamo servirci per raggiungerla. Ci aiuta a capire questo il leggere Ef 4, 11-16, in particolare dove si dice di "rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo".

La conversione, l'impegno a condividere la buona notizia del vangelo con il proprio oikos, la crescita nella santità personale e la costruzione del Regno di Dio, non devono essere visti come aspetti separati della vita del cristiano e nemmeno come successivi l'uno all'altro, ma come un cammino unitario. Sono aspetti che devono essere continuamente riproposti ed equilibrati per una vita armonica della singola persona e della comunità.

Ogni buon leader sarà poi aiutato da una guida o da un accompagnatore spitituale perchè, vivendo con intensità questa esperienza, possa aiutare meglio gli altri fratelli nel loro cammino.

ALCUNI SUGGERIMENTI DI RISPOSTA ALLE CRITICHE PIU' COMUNI SULLA CHIESA

In Chiesa non sanno parlare d'altro che di denaro... denaro...denaro!

Molto spesso una dichiarazione come questa è l'alibi per nascondere la vera ragione dell'allontanamento.

Risposte suggerite:

·      "Sai ho avuto talmente tanto dalla mia parrocchia che non potrò mai ripagarla di tutto”.

·      "In un certo senso sento che è casa mia, quindi presumo di avere delle responsabilità da condividere”.

·      Spiegate che considerate il vostro contributo come un atto di devozione, un modo per esprimere a Dio gratitudine per quanto ha fatto per voi.

·      Una Chiesa ha gli stessi problemi finanziari della vostra casa, salvo che le spese sono molte volte maggiori e la sola fonte di entrata sono, di solito, le donazioni dei fedeli. Chi pagherà questi servizi se non lo fanno i parrocchiani? (Chiedete al vostro parroco di darvi il modo di esemplificare una relazione sulle entrate e sulle uscite della vostra parrocchia).

   

La mia vita è talmente scombinata che Dio non mi vorrà!

Questa persona non osa più sperare nella Salvezza. Molto spesso troverete che questa gente ha messo sul trono un "dio" privato. Quest'ultimo può essere: il lavoro, la famiglia, la casa, il denaro, il piacere. Questo fanatismo sommerge il loro senso del peccato.

Per cercare di aiutare questo fratello:

·      Riportatelo al passato e cercate di individuare un periodo religioso. "Andavi in chiesa quando eri giovane?” Fategli ricordare questo periodo, scambiando le vostre esperienze. Avrete così fatto riaffiorare ricordi che saranno fonte di riflessione per molto tempo dopo che ve ne sarete andati.

·      Portate ad esempio la vostra famiglia, raccontate come avete avuto dei problemi e come avete ricevuto da Dio la forza di sopportarli: "Grazie a Dio ho la Chiesa dove trovo tanti fratelli e sorelle che mi aiutano a sopportare il mio fardello. La nostra cellula è una tale consolazione in questo quartiere. Lascia che te ne parli”.

   

Anni fa sono stato trattato male da un sacerdote, così mi sono allontanato

E' una regola d'oro non prendere mai partito in uno specifico incidente. Non fate l'errore di assumere la parte del potente difensore della Chiesa.

Ascoltate con simpatia la storia. Può essere vera come non esserla.

Ci sono molti modi di rispondere:

·      "Potrei raccontartene un'altra!” Ciò farà passare in secondo piano l'incidente ed egli saprà che tu avresti reagito in maniera completamente differente.

·      "Tutto ciò dimostra come la natura umana... come noi possiamo essere sgarbati talvolta”. Nelle Scritture la gente era molto rude persino con Gesù. Arrivò addirittura a scacciarlo da Nazareth, la sua città. Lo chiamarono "Samaritano”, "Illegittimo”, "Posseduto da satana”. Eppure egli non si arrese.

·      Invito: "E' il momento di lasciare tutto alle spalle. Vieni e prova la nostra cellula. Là ognuno è una persona ferita come te... Vieni con noi... Ti piacerà”.

   

Sono in disaccordo con la Chiesa su molti concetti... quindi ho smesso di andare in Chiesa

La Chiesa cattolica ha la saggezza di duemila anni. Prende seriamente il mandato di Gesù:

"Insegnate loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28, 20)

·      Spesso nella storia le sue prese di posizione su vari concetti si sono dimostrate giuste.

·      Gesù ha detto alla Chiesa, personificata in Pietro: “Tu sei Pietro e su questa Chiesa edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli”. ( Mt 16, 18-19)

·      Su questioni di fede e morale i successori di Pietro hanno l'autorità di insegnare. La Chiesa cattolica è spesso la sola chiesa a prendere una posizione definita riguardo a questioni come l'aborto, il divorzio, la contraccezione, l'omosessualità e l'eutanasia.

·      Invito: "Ci sono tante questioni interessanti ed importanti che discutiamo nei nostri incontri di cellula. La tua perspicacia sarebbe bene accolta, e tu potresti imparare molto. Io stesso ho imparato molto".

 

La Chiesa non mi vuole. Sono divorziato/a

Non è giusto dire che la Chiesa rifiuta qualcuno. Alcune persone divorziate hanno la falsa impressione di essere scomunicate. Non è così. Se una persona divorziata non si è risposata è libera di ricevere i sacramenti. Se una persona divorziata si è risposata non può ricevere i sacramenti, ma dovrebbe parlare con un sacerdote della parrocchia per capire cosa può essere fatto e per avere consigli più precisi per rivedere la situazione. A riguardo è uscito un " Direttorio" della C.E.I., e lo stesso Papa Giovanni Paolo II si è pronunciato chiaramente sull'accoglienza di chi è in queste situazioni.

·      Divorziati e risposati sono i benvenuti a Messa e nel coinvolgimento delle attività parrocchiali.

·      "Non dovresti abbandonare il Signore dal momento che egli non ti abbandona mai. Fai il meglio che puoi nelle ciecostanze in cui ti trovi. Se tu perseveri nella fede autentica, sarai molto sorpreso di vedere come il Signore spalanca le porte per te".

 

Non ho potuto sopportare tutti i cambiamenti, così ho abbandonato

La maggior parte dei cambiamenti avvenuti recentemente nella Chiesa cattolica sono il risultato del Concilio Vaticano II.

Papa Giovanni XXIII indisse quel Concilio affinché la Chiesa potesse presentarsi sotto una luce più comprensibile ad un mondo in rapido cambiamento.

A proposito della Messa in latino: il latino diventò la lingua della Messa in un tempo in cui era il linguaggio della gente. Anche quando divenne una lingua "morta" (non parlata dal popolo) continuò ad essere usata nella Messa. Ciò fu cambiato dalla Costituzione sulla liturgia del Concilio Vaticano II. Non ci fu nessun cambiamento nella sostanza della Messa. Anche se la sposa si cambia d'abito è pur sempre la sposa.

·      Anch’io, in un primo momento, ho avuto difficoltà a condividere i cambiamenti, ma ora, grazie ad essi, posso partecipare meglio, pregare e cantare con la comunità e ricevere più aiuto spirituale dalla Messa".

·      "Vieni a fare esperienza di questo. E' una cosa troppo importante per trascurarla. E' la stessa Messa in veste diversa".

   

Non ho bisogno della Chiesa. Prego a modo mio

·      Siamo liberi di pregare a modo nostro, ma Gesù ce ne insegna uno più completo. Ce lo ha indicato nella Bibbia.

·      Ci sono due dimensioni per adempiere alla lode a cui siamo chiamati:

1.   Personale: esprime la relazione che ci deve essere tra la persona e Gesù. Viene svolta specialmente attraverso la preghiera.

2.   Comunitaria: Gesù fondò una Chiesa: cfr. Mt 16, 18 a cui egli dette autorità. Egli ha detto: " Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me" (Lc 10, 16).

 

  Perchè i Cattolici devono andare a Messa la Domenica?

·      Il terzo comandamento dice: "Ricordati di santificare le feste". La Chiesa ha specificato, avendo l'autorità di farlo, il modo con cui dobbiamo adempiere questo terzo comandamento.

·      Più che un obbligo puoi vivere la Messa domenicale come una necessità, come consideri il cibo per il tuo corpo.

·      La Chiesa cattolica, come una buona madre, sa ciò che è bene per i suoi figli ed insiste sulla loro obbedienza. Spesso i genitori dicono: " Mangia la verdura e così crescerai forte e sano".

·      Per raggiungere la pienezza della crescita come cristiano, la messa domenicale è essenziale. Acquistiamo reciprocamente forza spirituale celebrando insieme la sua presenza e ricevendolo nell'Eucarestia. Questo è il modo che Gesù intendeva.

 

  AFFRONTARE IL RIFIUTO

Dal momento che intendiamo portare la gente ad impegnarsi per Cristo, è necessario conoscere perchè le persone che vogliamo evangelizzare lo rifiutano e affrontarne le ragioni. Facciamo riferimento, parlando del problema, ai vari livelli del processo di evangelizzazione.

 

Primo livello- IL SERVIZIO

Se nei confronti delle persone con cui sei in contatto (il tuo oikos) ti trovi al primo livello di evangelizzazione, cioè il servizio, tieni presente che la maggior parte di essi rifiutano Cristo per una di queste ragioni:

 

1.   Ignoranza. Non hanno mai ascoltato la proposta di Cristo. Dobbiamo aiutarli a superare questa situazione condividendo Gesù come Salvatore.

2.   Dicerie. Hanno sentito voci sulla Chiesa, sui cristiani o la sua struttura ecclesiale, che hanno contribuito a creare false convinzioni.

3.   Distorsioni. Il loro modo di vedere il cristianesimo è stato distorto dal contatto con falsi cristiani, o da un modo sbagliato di presentare la fede in Cristo.

 

Dicerie e distorsioni possono essere superate servendo e amando queste persone estranee in modo che esse possano avere un'immagine veritiera di che cosa è il Cristianesimo.

Secondo e terzo livello - CONDIVISIONE E SPIEGAZIONE

Se le persone che stai evangelizzando sono in uno di questi due livelli, saranno più disposte ad ascoltare una spiegazione logica del Vangelo. Se rifiutano Cristo è per:

1.   Mancanza di autentica comprensione. Dobbiamo ricordarci che "udire" il Vangelo non è la stessa cosa che "comprenderlo". Per risolvere questo problema potrebbe essere una buona idea quella di lasciare che qualcun'altro condivida Cristo con loro. Sappiamo che spesso, il sentire le stesse verità da un'altra persona può rimuovere i pregiudizi e le incomprensioni.

2.   Questioni intellettuali rimaste in sospeso. Spesso si possono avere dei dubbi su questioni di dottrina della Chiesa. La maggior parte dei problemi di questa area possono trovare la loro origine da una falsa idea di ciò che la Chiesa è realmente. Occorre comunque affrontare i problemi molto pacatamente e senza scendere in accanite discussioni. Senza il dono dello Spirito Santo molte realtà di fede sono ben difficilmente comprensibili. 

 

Quarto livello - MANDATO

Se le persone con cui tratti sono a questo livello (devi quindi convincerle ad entrare in cellula) ormai credono che il Vangelo dica la verità. Il rifiuto comunque può ancora venire. Ecco alcuni di questi modi.

1.   Rifiuto dell'autorità del Signore. Non sono ancora disposti a lasciare che nessuno, neppure Gesù, sia il Signore della loro vita. Accade sovente quando le persone sono soddisfatte del loro stile di vita. E' una delle più allarmanti ragioni del rifiuto, perchè uno crede nel messaggio, ma vuole mantenere se stesso sul trono della propria personalità. Bisogna cercare di porre questa persona di fronte al pericolo della sua posizione e alla verità che, se egli crede, dovrà permettere a Gesù di essere veramente il Signore.

2.   Pressioni della famiglia e dell'ambiente. In molti casi l'accettazione di Cristo potrà anche rappresentare la perdita di relazioni già esistenti. Dobbiamo ammettere che queste difficoltà possono essere vere. Gesù stesso ne parla (Mt 10, 34-39). D'altra parte, proprio l'accettazione di Cristo, con il conseguente cambiamento di stile di vita, potrebbe essere ciò che porterà la famiglia e gli amici a Lui.

3.   "Non lo merito!" L'individuo sente di non essere sufficientemente buono per meritare il perdono e l'amore di Cristo. Questo rifiuto potrebbe anche esprimersi nelle parole: "Sono troppo peccatore" o "Come posso sapere che Dio mi accetterà?". Questa situazione va affrontata mostrando che Gesù è venuto proprio per salvare i peccatori. Il suo potere di perdono è molto più grande della nostra abilità di peccare. (1 Tm 1, 15)

4.   Incapacità di abbandonare le abitudini di peccato. Chi è in questa situazione non riesce a capire facilmente e a credere che Cristo gli darà potere, la grazia e la motivazione di superare le abitudini peccaminose, e che è una strategia di satana quella di fare prevedere il proprio futuro spirituale come una continuazione del passato.

5.   "I Tiratardi". Queste persone pensano che se sarà dato loro abbastanza tempo riusciranno da sole ad essere "padrone dei propri atti" a diventare da sole migliori e presentabili a Cristo. I modi più opportuni da usare con queste persone che non si decidono sono:

- Puoi non avere domani (Gv 4, 14; 2Cor 6, 2; Sal 144, 4)

- Se aspetti di essere "padrone dei tuoi atti" non lo sarai mai.

   

Il tuo modo di accostare i fratelli:

" Il lavoro di evangelizzazione

presuppone nell'evangelizzatore

un amore sempre crescente per

coloro che egli sta evangelizzando."

(Papa Paolo VI)

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