IL GRANDE MANDATO
Padre Alberto Paccini
Mc
16, 15:
Andate
in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.
Mi
è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte
le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con
voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.
Un
buon evangelizzatore deve imparare a meditare ed approfondire la Parola di Dio,
deve lasciarla depositare nel profondo del cuore, coltivarla nella preghiera e
lasciare che possa portare frutto. Egli deve "mangiare
il libro" (Ap 10, 8-11) e assimilarlo per poter evangelizzare. Per
questo motivo viene riproposta questa Parola, con l'invito pressante di
impararla a memoria e di lasciare che condizioni tutta la vita di chi si
impegna a servire il Vangelo e i fratelli.
Quando
leggiamo gli "ordini di marcia" di Gesù, notiamo immediatamente che
egli non aggiunge nessuna istruzione sul "come fare" .Certamente egli
non vuole imporre a nessuno un metodo come se fosse l'unico o il migliore da
attuare. Ci ha lasciato la possibilità di usare i nostri doni di discernimento
per trovare il modo migliore di obbedire al suo comando in relazione al tempo e
al luogo.
Notiamo
le parole chiave: Andate!... Ammaestrate
(fate discepoli)!... Battezzate!... Insegnate! ... Io sono con voi! Ci viene
imposto di andare dove sono le tensioni, le lacerazioni, i peccati del mondo e
riportare le pecore che si stanno smarrendo e morendo di fame. Non possiamo
ritenere che questo comando di Gesù, proprio l'ultimo prima di lasciare i
discepoli, sia meno vincolante degli altri. Certamente ci sarà chiesto conto di
come abbiamo risposto a questo impegno.
Comprendiamo
che questo atteggiamento va ben al di là dell'attività di evangelizzazione per
procura o del semplice dar contributi alle missioni. Essere un evangelizzatore,
una persona della "Buona Notizia" vuol dire mettersi nel cuore del
messaggio del Vangelo. Senza questa
dimensione interiore si ha soltanto un cristiano in pensione. Una delle più
grandi tragedie della Chiesa sta nel fatto che si è persa gran parte dello
spirito di evangelizzazione. I cristiani in pensione sono i cristiani che non
fanno più il lavoro a cui sono stati chiamati dal Signore. Se ci impegniamo
invece nel compimento della volontà
di Gesù ci verranno date innumerevoli benedizioni: "Cercate
prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in
aggiunta" (Mt 6, 33).
Una
delle più importanti priorità della parrocchia locale deve essere quella di
allontanarsi drasticamente dalla strategia accettata dalle ultime generazioni.
Le parrocchie devono passare dal "vieni" al "va". (Arthur Mc
Phee - Friendship Evangelism - Evangelizzazione basata sull'amicizia).
Il
dono della salvezza, che è dato dalla fede in Cristo risorto e vivo nel cuore
dei credenti, è il più prezioso che una persona possa accogliere, ed è il
dono più grande che noi possiamo desiderare di poter a nostra volta offrire,
soprattutto a coloro che amiamo. Gesù infatti è venuto a salvare tutti gli
uomini e questo è certamente il più grande desiderio del suo cuore. Egli
desidera veramente poter salvare tutti e affida questo compito a tutti i suoi
discepoli.
Per
impegnarci in questo ministero non dobbiamo pensare di dover essere perfetti
credenti. Nello stesso brano del Vangelo di Matteo (Mt 28, 17) troviamo che
alcuni dei discepoli, nonostante tutto, dubitavano ancora. Pur tuttavia Gesù
ordina anche a loro di andare ad evangelizzare. Questo avrà certamente
rafforzato la loro fede.
Occorre
trovare continuamente tempo per la preghiera, per l'approfondimento della Parola
di Dio nel nostro cuore e per lo studio personale, soprattutto della Bibbia,
affinchè la forza di questa Parola possa trasformare il nostro modo di pensare.
L'evangelizzazione
deve unire l'obbedienza al comando di Gesù, e il potere carismatico che da esso
deriva, con l'obbedienza alla Chiesa e il desiderio che vi sia un unico
"gregge".
"L'evangelizzatore
ideale è uno che è mandato dalla Chiesa, che parla in forza dell'ufficio, in
continuità con gli apostoli, nella comunione ecclesiale, e, nello stesso tempo,
uno che parla in forza del carisma ricevuto e coltivato, uno che è capace di
mettere profeticamente gli uditori in presenza del potere di Dio, essendo lui
stesso aperto all'azione dello Spirito Santo. Com’è stato il primo
evangelizzatore, Gesù." (P. Raniero Cantalamessa - I misteri di Cristo
nella vita della Chiesa)
Senza
lo Spirito Santo il Vangelo è lettera morta,
l'autorità
una dominazione,
l'evangelizzazione
una propaganda.
Ma
con lo Spirito Santo il Vangelo è potenza di Dio,
l'autorità
un servizio liberatore,
l'evangelizzazione
una Pentecoste.
(Ignazio
di Latakia)
CAMBIARE
MENTALITA' E OBIETTIVI
Qual
è, in pratica l'obiettivo delle parrocchie che abbiamo solitamente incontrato?
Molto spesso è la costruzione di una adeguata, efficiente e ben amministrata
struttura nella quale le persone sono invitate a nutrirsi spiritualmente.
"Per la maggior parte" dice George Greene, "le nostre chiese sono
stazioni di servizio spirituale che servono a fare il pieno ai salvati". In
passato abbiamo operato supponendo che, se si nutrivano sufficientemente coloro
che frequentavano la chiesa, essi sarebbero stati motivati per uscire
dall'ambiente e per evangelizzare. Ciò non è successo. In tal modo molte
chiese sono egocentriche e soffrono di una degenerazione della "koinonia"
che si trasforma in un gran male: la "koinonite".
Il gregge ingrassa e sta comodo in una chiusa e apparentemente calorosa
fratellanza. Non è questo il modello di Chiesa che Gesù ci ha lasciato!
Riflettiamo
con attenzione sul grande mandato.
Nella
Chiesa degli apostoli la predicazione
del Vangelo aveva la priorità assoluta. Allora i cristiani si vedevano come
il popolo degli inviati, come la
luce e il lievito del mondo. Essi vedevano la Chiesa esistere nella predicazione
del Vangelo, esattamente come il fuoco esiste nel suo bruciare. In qualche modo
abbiamo perso il nostro fuoco lungo
la strada.
Dobbiamo
ridefinire i nostri scopi.
"Nel
ventesimo secolo, la situazione missionaria della Chiesa ha bisogno di membri
che, di fronte al mondo pagano, siano capaci di testimoniare la loro fede con
parole e azioni. Occorrono parrocchie capaci di avere nelle loro mani le sorti
della battaglia per la salvezza delle anime, che siano pronte ad agire in modo
comunitario ed a trovare i mezzi per innalzare il Vangelo cristiano contro la
paralizzante mancanza di fede di uomini e donne.
Con
umiltà dobbiamo ammettere che non siamo pronti per la situazione missionaria in
cui ci troviamo. La parola "missione"
designa un'attività promossa da noi in terre non cristiane, in parti lontane
della terra, presso ghetti delle nostre città e non l’impegno di ordinari
membri della Chiesa. Le nostre chiese "hanno"
missioni, ma non "sono"
missionarie... Il vero problema è portare coloro che frequentano la Chiesa a
concepirla come missione e a concepire loro stessi come missionari...
Con
che autorità viene ignorata la definizione che Gesù dà dell’essere
discepoli e la definizione che tutto il Nuovo Testamento dà alla Chiesa? Gesù
non invitava gli uomini ad essere
mansueti e sostenitori di istituzioni religiose, ma piuttosto ad imbarcarsi con
lui nella missione di redenzione del mondo. Egli allontanò coloro che
indietreggiavano e non accettavano di partecipare con tutto il cuore alla sua
missione, persino se erano entusiasti dei suoi unsegnamenti e lo ammiravano.
Ogni credente aveva un ministero, un "sacerdozio" da esercitare nei
confronti dei suoi simili. Proprio in questo stava il potere evangelizzatore
della Chiesa delle origini che rese possibile la conquista di un impero".
(James
Smart)
Da
qui comprendiamo come sia completamente errato il concetto che il coinvolgimento
nell'evangelizzazione possa derivare da una pastorale di solo nutrimento.
LE
FASI DELLA CRESCITA SPIRITUALE
Quando
si sceglie di vivere in comunione con Gesù, ci si apre anche ad una crescita
spirituale, sia personale che comunitaria. Occorre dunque sapere che ci saranno
dei nuovi eventi e delle nuove esperienze. Cerchiamo di dare alcune indicazioni.
1.
l'esperienza di conversione
E'
la prima e più forte esperienza spirituale di ogni discepolo. L'incontro con
Gesù solitamente segna in modo decisivo la vita di un cristiano, sia che vi
giunga da una totale mancanza di fede, che da un’educazione ecclesiale
tradizionalista. Quest'esperienza porta ad una decisiva volontà di cambiare la
propria vita e di lasciarsi purificare dai propri peccati decidendo di
rinunciarvi completamente.Conduce anche ad una gioiosa accettazione della volontà
di Gesù nella propria vita e all'ingresso consapevole nella comunità.
I
due aspetti che caratterizzano questa esperienza sono:
·
L'accettazione
della signoria di Gesù continua e ripetuta.
·
Il
desiderio ardente di intimità con lo Spirito Santo ( anche attraverso la
preghiera carismatica di effusione).
Come
infatti in Atti ai capitoli 1 e 2 viene descritta la trasformazione dei
discepoli in coraggiosi testimoni per opera dello Spirito Santo, così il
cristiano convertito desidera ardentemente essere rivestito della stessa potenza
spirituale per testimoniare con efficacia e contribuire alla crescita del Regno
di Dio.
2.
accettazione del mandato e cammino in uno spirito di evangelizzazione
L'impegno
di evangelizzare deve diventare il primo più forte stimolo per la crescita
spirituale del fedele laico. Da questo impegno egli trarrà continuamente forza
spirituale, desiderio di comunione con Gesù, conversione continua e impegno
ascetico.
3.
la crescita continua e la preparazione per il ministero.
Attraverso
la preghiera, i sacramenti e l'istruzione religiosa, il discepolo viene reso
capace di una vita equilibrata e da evangelizzato diventa sempre più efficace
evangelizzatore.
Rientrano
in questi aspetti la guarigione interiore, la crescita nella santità,
l'istruzione nella dottrina cattolica, la formazione di un maturo e personale
stile di preghiera.
Una
delle funzioni più importanti della Chiesa è proprio quella di far crescere il
popolo di Dio nella santità e nutrirlo spiritualmente perché ognuno possa
compiere nel modo migliore il proprio ministero e la propria missione. Per
crescere qualitativamente e quantitativamente dobbiamo avere una idea chiara
della nostra meta e di quali mezzi spirituali dobbiamo servirci per
raggiungerla. Ci aiuta a capire questo il leggere Ef 4, 11-16, in particolare
dove si dice di "rendere idonei i
fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo".
La
conversione, l'impegno a condividere la buona notizia del vangelo con il proprio
oikos, la crescita nella santità
personale e la costruzione del Regno di Dio, non devono essere visti come
aspetti separati della vita del cristiano e nemmeno come successivi l'uno
all'altro, ma come un cammino unitario. Sono aspetti che devono essere
continuamente riproposti ed equilibrati per una vita armonica della singola
persona e della comunità.
Ogni
buon leader sarà poi aiutato da una guida o da un accompagnatore spitituale
perchè, vivendo con intensità questa esperienza, possa aiutare meglio gli
altri fratelli nel loro cammino.
ALCUNI
SUGGERIMENTI DI RISPOSTA
In
Chiesa non sanno parlare d'altro che di denaro... denaro...denaro!
Molto
spesso una dichiarazione come questa è l'alibi per nascondere la vera ragione
dell'allontanamento.
Risposte
suggerite:
·
"Sai
ho avuto talmente tanto dalla mia parrocchia che non potrò mai ripagarla di
tutto”.
·
"In
un certo senso sento che è casa mia, quindi presumo di avere delle
responsabilità da condividere”.
·
Spiegate
che considerate il vostro contributo come un atto di devozione, un modo per
esprimere a Dio gratitudine per quanto ha fatto per voi.
·
Una
Chiesa ha gli stessi problemi finanziari della vostra casa, salvo che le spese
sono molte volte maggiori e la sola fonte di entrata sono, di solito, le
donazioni dei fedeli. Chi pagherà questi servizi se non lo fanno i
parrocchiani? (Chiedete al vostro parroco di darvi il modo di esemplificare una
relazione sulle entrate e sulle uscite della vostra parrocchia).
La
mia vita è talmente scombinata che Dio non mi vorrà!
Questa
persona non osa più sperare nella Salvezza. Molto spesso troverete che questa
gente ha messo sul trono un "dio" privato. Quest'ultimo può essere:
il lavoro, la famiglia, la casa, il denaro, il piacere. Questo fanatismo
sommerge il loro senso del peccato.
Per
cercare di aiutare questo fratello:
·
Riportatelo
al passato e cercate di individuare un periodo religioso. "Andavi in chiesa
quando eri giovane?” Fategli ricordare questo periodo, scambiando le vostre
esperienze. Avrete così fatto riaffiorare ricordi che saranno fonte di
riflessione per molto tempo dopo che ve ne sarete andati.
·
Portate
ad esempio la vostra famiglia, raccontate come avete avuto dei problemi e come
avete ricevuto da Dio la forza di sopportarli: "Grazie a Dio ho la Chiesa
dove trovo tanti fratelli e sorelle che mi aiutano a sopportare il mio fardello.
La nostra cellula è una tale consolazione in questo quartiere. Lascia che te ne
parli”.
Anni
fa sono stato trattato male da un sacerdote, così mi sono allontanato
E'
una regola d'oro non prendere mai partito in uno specifico incidente. Non fate
l'errore di assumere la parte del potente difensore della Chiesa.
Ascoltate
con simpatia la storia. Può essere vera come non esserla.
Ci
sono molti modi di rispondere:
·
"Potrei
raccontartene un'altra!” Ciò farà passare in secondo piano l'incidente ed
egli saprà che tu avresti reagito in maniera completamente differente.
·
"Tutto
ciò dimostra come la natura umana... come noi possiamo essere sgarbati
talvolta”. Nelle Scritture la gente era molto rude persino con Gesù. Arrivò
addirittura a scacciarlo da Nazareth, la sua città. Lo chiamarono
"Samaritano”, "Illegittimo”, "Posseduto da satana”. Eppure
egli non si arrese.
·
Invito:
"E' il momento di lasciare tutto alle spalle. Vieni e prova la nostra
cellula. Là ognuno è una persona ferita come te... Vieni con noi... Ti piacerà”.
Sono
in disaccordo con la Chiesa su molti concetti... quindi ho smesso di andare in
Chiesa
La
Chiesa cattolica ha la saggezza di duemila anni. Prende seriamente il mandato di
Gesù:
"Insegnate
loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt
28, 20)
·
Spesso
nella storia le sue prese di posizione su vari concetti si sono dimostrate
giuste.
·
Gesù
ha detto alla Chiesa, personificata in Pietro: “Tu sei Pietro e su questa
Chiesa edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro
di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai
sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà
sciolto nei cieli”.
( Mt 16, 18-19)
·
Su
questioni di fede e morale i successori di Pietro hanno l'autorità di
insegnare. La Chiesa cattolica è spesso la sola chiesa a prendere una posizione
definita riguardo a questioni come l'aborto, il divorzio, la contraccezione,
l'omosessualità e l'eutanasia.
·
Invito:
"Ci sono tante questioni interessanti ed importanti che discutiamo nei
nostri incontri di cellula. La tua perspicacia sarebbe bene accolta, e tu
potresti imparare molto. Io stesso ho imparato molto".
La
Chiesa non mi vuole. Sono divorziato/a
Non
è giusto dire che la Chiesa rifiuta qualcuno. Alcune persone divorziate hanno
la falsa impressione di essere scomunicate. Non è così. Se una persona
divorziata non si è risposata è libera di ricevere i sacramenti. Se una
persona divorziata si è risposata non può ricevere i sacramenti, ma dovrebbe
parlare con un sacerdote della parrocchia per capire cosa può essere fatto e
per avere consigli più precisi per rivedere la situazione. A riguardo è uscito
un " Direttorio" della C.E.I., e lo stesso Papa Giovanni Paolo II si
è pronunciato chiaramente sull'accoglienza di chi è in queste situazioni.
·
Divorziati
e risposati sono i benvenuti a Messa e nel coinvolgimento delle attività
parrocchiali.
·
"Non
dovresti abbandonare il Signore dal momento che egli non ti abbandona mai. Fai
il meglio che puoi nelle ciecostanze in cui ti trovi. Se tu perseveri nella fede
autentica, sarai molto sorpreso di vedere come il Signore spalanca le porte per
te".
La
maggior parte dei cambiamenti avvenuti recentemente nella Chiesa cattolica sono
il risultato del Concilio Vaticano II.
Papa
Giovanni XXIII indisse quel Concilio affinché la Chiesa potesse presentarsi
sotto una luce più comprensibile ad un mondo in rapido cambiamento.
A
proposito della Messa in latino: il latino diventò la lingua della Messa in un
tempo in cui era il linguaggio della gente. Anche quando divenne una lingua
"morta" (non parlata dal popolo) continuò ad essere usata nella
Messa. Ciò fu cambiato dalla Costituzione sulla liturgia del Concilio Vaticano
II. Non ci fu nessun cambiamento nella sostanza della Messa. Anche se la sposa
si cambia d'abito è pur sempre la sposa.
·
Anch’io,
in un primo momento, ho avuto difficoltà a condividere i cambiamenti, ma ora,
grazie ad essi, posso partecipare meglio, pregare e cantare con la comunità e
ricevere più aiuto spirituale dalla Messa".
·
"Vieni
a fare esperienza di questo. E' una cosa troppo importante per trascurarla. E'
la stessa Messa in veste diversa".
Non
ho bisogno della Chiesa. Prego a modo mio
·
Siamo
liberi di pregare a modo nostro, ma Gesù ce ne insegna uno più completo. Ce lo
ha indicato nella Bibbia.
·
Ci
sono due dimensioni per adempiere alla lode a cui siamo chiamati:
1.
Personale: esprime la relazione che ci deve essere tra la persona e Gesù.
Viene svolta specialmente attraverso la preghiera.
2.
Comunitaria: Gesù fondò una Chiesa: cfr. Mt 16, 18 a cui egli dette
autorità. Egli ha detto: " Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi
disprezza me"
(Lc 10, 16).
·
Il
terzo comandamento dice: "Ricordati di santificare le feste". La
Chiesa ha specificato, avendo l'autorità di farlo, il modo con cui dobbiamo
adempiere questo terzo comandamento.
·
Più
che un obbligo puoi vivere la Messa domenicale come una necessità, come
consideri il cibo per il tuo corpo.
·
La
Chiesa cattolica, come una buona madre, sa ciò che è bene per i suoi figli ed
insiste sulla loro obbedienza. Spesso i genitori dicono: " Mangia la
verdura e così crescerai forte e sano".
·
Per
raggiungere la pienezza della crescita come cristiano, la messa domenicale è
essenziale. Acquistiamo reciprocamente forza spirituale celebrando insieme la
sua presenza e ricevendolo nell'Eucarestia. Questo è il modo che Gesù
intendeva.
Dal
momento che intendiamo portare la gente ad impegnarsi per Cristo, è necessario
conoscere perchè le persone che vogliamo evangelizzare lo rifiutano e
affrontarne le ragioni. Facciamo riferimento, parlando del problema, ai vari
livelli del processo di evangelizzazione.
Primo
livello- IL SERVIZIO
Se
nei confronti delle persone con cui sei in contatto (il tuo oikos)
ti trovi al primo livello di evangelizzazione, cioè il servizio, tieni presente
che la maggior parte di essi rifiutano Cristo per una di queste ragioni:
1.
Ignoranza.
Non hanno mai ascoltato la proposta di Cristo. Dobbiamo aiutarli a superare
questa situazione condividendo Gesù come Salvatore.
2.
Dicerie.
Hanno sentito voci sulla Chiesa, sui cristiani o la sua struttura ecclesiale,
che hanno contribuito a creare false convinzioni.
3.
Distorsioni.
Il loro modo di vedere il cristianesimo è stato distorto dal contatto con falsi
cristiani, o da un modo sbagliato di presentare la fede in Cristo.
Dicerie
e distorsioni possono essere superate servendo e amando queste persone estranee
in modo che esse possano avere un'immagine veritiera di che cosa è il
Cristianesimo.
Secondo
e terzo livello - CONDIVISIONE E SPIEGAZIONE
Se
le persone che stai evangelizzando sono in uno di questi due livelli, saranno più
disposte ad ascoltare una spiegazione logica del Vangelo. Se rifiutano Cristo è
per:
1.
Mancanza
di autentica comprensione.
Dobbiamo ricordarci che "udire"
il Vangelo non è la stessa cosa che "comprenderlo".
Per risolvere questo problema potrebbe essere una buona idea quella di lasciare
che qualcun'altro condivida Cristo con loro. Sappiamo che spesso, il sentire le
stesse verità da un'altra persona può rimuovere i pregiudizi e le
incomprensioni.
2.
Questioni
intellettuali rimaste in sospeso.
Spesso si possono avere dei dubbi su questioni di dottrina della Chiesa. La
maggior parte dei problemi di questa area possono trovare la loro origine da una
falsa idea di ciò che la Chiesa è realmente. Occorre comunque affrontare i
problemi molto pacatamente e senza scendere in accanite discussioni. Senza il
dono dello Spirito Santo molte realtà di fede sono ben difficilmente
comprensibili.
Quarto
livello - MANDATO
Se
le persone con cui tratti sono a questo livello (devi quindi convincerle ad
entrare in cellula) ormai credono che il Vangelo dica la verità. Il rifiuto
comunque può ancora venire. Ecco alcuni di questi modi.
1.
Rifiuto
dell'autorità del Signore.
Non sono ancora disposti a lasciare che nessuno, neppure Gesù, sia il Signore
della loro vita. Accade sovente quando le persone sono soddisfatte del loro
stile di vita. E' una delle più allarmanti ragioni del rifiuto, perchè uno
crede nel messaggio, ma vuole mantenere se stesso sul trono della propria
personalità. Bisogna cercare di porre questa persona di fronte al pericolo
della sua posizione e alla verità che, se egli crede, dovrà permettere a Gesù
di essere veramente il Signore.
2.
Pressioni
della famiglia e dell'ambiente.
In molti casi l'accettazione di Cristo potrà anche rappresentare la perdita di
relazioni già esistenti. Dobbiamo ammettere che queste difficoltà possono
essere vere. Gesù stesso ne parla (Mt 10, 34-39). D'altra parte, proprio
l'accettazione di Cristo, con il conseguente cambiamento di stile di vita,
potrebbe essere ciò che porterà la famiglia e gli amici a Lui.
3.
"Non
lo merito!" L'individuo sente di non essere sufficientemente buono
per meritare il perdono e l'amore di Cristo. Questo rifiuto potrebbe anche
esprimersi nelle parole: "Sono troppo peccatore" o "Come posso
sapere che Dio mi accetterà?". Questa situazione va affrontata mostrando
che Gesù è venuto proprio per salvare i peccatori. Il suo potere di perdono è
molto più grande della nostra abilità di peccare. (1 Tm 1, 15)
4.
Incapacità
di abbandonare le abitudini di peccato.
Chi è in questa situazione non riesce a capire facilmente e a credere che
Cristo gli darà potere, la grazia e la motivazione di superare le abitudini
peccaminose, e che è una strategia di satana quella di fare prevedere il
proprio futuro spirituale come una continuazione del passato.
5.
"I
Tiratardi".
Queste persone pensano che se sarà dato loro abbastanza tempo riusciranno da
sole ad essere "padrone dei propri atti" a diventare da sole migliori
e presentabili a Cristo. I modi più opportuni da usare con queste persone che
non si decidono sono:
-
Puoi non avere domani (Gv 4, 14; 2Cor 6, 2; Sal 144, 4)
-
Se aspetti di essere "padrone dei tuoi atti" non lo sarai mai.
Il
tuo modo di accostare i fratelli:
"
Il lavoro di evangelizzazione
presuppone
nell'evangelizzatore
un
amore sempre crescente per
coloro
che egli sta evangelizzando."
(Papa
Paolo VI)