LA FUNZIONE PASTORALE
Sebastiano Fascetta
Coordinatore Regione
Sicilia
Senza avere la pretesa di fornire
un elenco esaustivo circa la funzione pastorale in seno al RnS, riporto in
maniera schematica, alcuni punti che ritengo fondamentali per un esercizio
proficuo dell’autorità carismatica nei nostri gruppi.
Naturalmente la “pastoralità” è un ambito al quanto complesso, che
richiederebbe una trattazione particolare sia dal punto di vista biblico che
spirituale. Spesso gli animatori eletti negli organi pastorali, cammin facendo,
entrano in “crisi” perché non sempre riesco a comprendere il proprio
ruolo “pastorale”, il ruolo del sacerdote nel consiglio pastorale
ecc. e desidererebbero una sorta di “manuale del pastorale” con indicazioni e suggerimenti precisi, in modo da essere
sempre nelle condizioni di fare le scelte giuste al momento giusto.
Niente di più sbagliato. Sono infatti convinto, che la pastoralità è
un arte che si impara giorno dopo giorno, nella maniera in cui, con umiltà e
semplicità, siamo capaci di lasciarci “veramente “ guidare dallo Spirito,
favorendo all’interno del gruppo un clima di comunione e di reciproca
collaborazione. Non dobbiamo, inoltre, dimenticare che gli strumenti per vivere
con senso di responsabilità il servizio pastorale sono certamente: la
preghiera, l’ascolto della Parola di Dio, l’ascolto dei fratelli, il
discernimento spirituale , l’assiduità alla vita del gruppo e alla
spiritualità del RNS, la partecipazione attiva alla vita ecclesiale,
sacramentale , l’umiltà di cuore che ci preserva da ogni arroganza e
presunzione e ci fa essere semplici discepoli desiderosi di fare, in ogni
situazione, la volontà di Dio.
Nel contempo sono convinto
che la “pastoralità” è uno stile da trasmettere e coltivare, facendo
tesoro dell’esperienza di coloro che ci hanno preceduto nella responsabilità,
nella pastoralità. Abbiamo bisogno degli “anziani”, cioè di uomini e donne
plasmati dallo Spirito, che esercitano una vera e propria paternità e maternità
spirituale e sono capaci di “generare” animatori sempre più conformi al
Servo di Dio.
Dopo
questa brevissima premessa e tenuto
conto dell’esperienza maturata in 10 anni di servizio pastorale in seno al
RnS, desidero condividere
alcune priorità relative alla funzione del consiglio pastorale, del
coordinatore e del sacerdote.
Il
Consiglio Pastorale deve:
·
sviluppare una “visione
spirituale” per orientare il cammino della comunità secondo l’identità del
RnS
·
discernere tutto ciò che riguarda la
vita della comunità individuando ed attuando gli indirizzi pastorali necessari
per l’edificazione comune
·
promuovere e favorire la formazione
spirituale e carismatica della comunità come dei singoli
·
discernere e promuovere l’esercizio
carismatico
·
individuare ed indirizzare i
ministeri
·
presiedere e partecipare a tutte le
attività della comunità
·
testimoniare un evangelico senso di
appartenenza alla Chiesa e al RnS
·
riunirsi settimanalmente per pregare,
ascoltare, condividere, discernere, programmare ecc..
·
vivere in comunione con gli organi
diocesani, regionali e nazionali
·
partecipare assiduamente agli
incontri di formazione
·
esercitare la correzione fraterna
·
esercitare l’accompagnamento
spirituale
·
dare prova di unita sia all’interno
del pastorale che all’interno della vita comunitaria
·
esercitare collegialmente l’autorità
di servizio
Il
coordinatore di gruppo deve
·
Convocare ,
presiedere e coordinare le riunioni settimanali del consiglio pastorale
·
Garantire e favorire l’unità interna al Pastorale e tra
i membri di tutta la comunità
·
Garantire l’unanimità del consiglio pastorale
su qualunque decisione o programmazione utili alla crescita della comunità
·
Garantire l’attuazione della programmazione definita dal
consiglio pastorale
·
Garantire l’interazione tra il consiglio pastorale e i
ministeri
·
Dare testimonianza di appartenenza alla comunità e alla
spiritualità del RnS
·
Partecipare con assiduità a tutte le attività comunitarie
·
Rappresenta il consiglio pastorale sia dentro e fuori dalla
comunità
·
Garantire nel corso delle sedute di
consiglio pastorale la partecipazione di tutti i membri non solo nella forma di
“presenza” ma anche nella forma attiva di discernimento, condivisione,
espressione dei propri pareri, in modo che regni sempre un clima di autentico
rispetto reciproco.
·
Partecipare alle sedute di Consiglio
Diocesano.
Il
coordinatore di gruppo non deve:
·
ritenersi il primo o il migliore di
tutti ma servo di tutti
·
fare
discernimenti personali ne prendere decisioni importanti per la vita comunitaria
senza il discernimento del consiglio pastorale
·
autoriconoscersi
carismi
·
ritenersi di fatto animatore della
preghiera comunitaria
·
pretendere di avere l’ultima parola
su tutto e su tutti
·
inibire o condizionare i fratelli
della comunità per qualsiasi motivo
Per
quanto riguarda il
ruolo del sacerdote
basta rifarsi allo Statuto. In particolare cito il punto 3.9.1 del regolamento:
“ La funzione del consigliere spirituale è quella di vigilare
sull’ortodossia dell’interpretazione della Parola e delle linee dottrinali,
essere servitore dei sacramenti, artefice di unità, animatore spirituale in
comunione con l’organo di servizio di cui fa parte ed al quale non deve mai
sostituirsi o sovrapporsi.”
Nella nota esplicativa del suddetto regolamento si dice: “ deve ben
guardarsi dall’invadere il campo della guida del gruppo che spetta unicamente
al pastorale di servizio”.
Di
conseguenza il sacerdote non deve :
·
fare discernimenti personali relativamente ai carismi e
alla vita della comunità senza un confronto all’interno del consiglio
pastorale di servizio
·
autoriconoscersi carismi all’interno della vita del RnS
·
ritenersi animatore di fatto della preghiera comunitaria
carismatica
·
esercitare qualunque forma di potere all’intero del RnS,
in forza o in nome del suo ministero sacerdotale.