LA FAMIGLIA NEL RnS:
 PROSPETTIVE PASTORALI
Filippa e Gino Passarello


L'attenzione che il RnS riserva alla famiglia, denota un'accresciuta sensibilità alle sollecitazioni del Magistero che vede nella pastorale familiare il suo centro unificante. Nell'agosto '99, si è svolta a Caserta la settimana di formazione nazionale. Animatore di rilievo, mons. Renzo Bonetti, direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia. Riportiamo le linee d'intervento in un settore strategico sia per la Chiesa che per la società tutta.

Fondamento teologico del sacramento del matrimonio

L''attenzione che il Rinnovamento ha riservato alla famiglia, in particolare in questi ultimi anni, denota un'accresciuta sensibilità e un'apertura sempre maggiore alle sollecitazioni dei Magistero che vede nella pastorale familiare non appena un settore, ma la dimensione stessa della pastorale, essendo la famiglia il suo centro unificante.

Nell'ambito della settimana di formazione, mons. Renzo Bonetti ha approfondito, dentro l'orizzonte vocazionale, lo spessore teologico-sacramentale dei matrimonio e della famiglia, definita dai Padri conciliari «Chiesa domestica» (Lumen gentium n. 11) e ha tracciato le linee fondamentali di sviluppo per una pastorale familiare organica e sistematica.

La prospettiva di fondo, dentro cui sono stati sviluppati i temi della settimana, è stata la definizione dei matrimonio, sacramento come vocazione, che apre la coppia a una visione nuova non solo in ordine alla propria identità, ma anche in ordine al suo ministero nella Chiesa e nella società- La dimensione, vocazionale chiama gli sposi a realizzare un percorso di sequela e li colloca nella Chiesa con carismi propri e compiti specifici: «Dio, infatti, che ha chiamato gli sposi "al" matrimonio continua a chiamarli "nel" matrimonio» (Familiaris consortio n. 51).

Il matrimonio, perciò, non è un fatto privato tra due persone ma un evento eminentemente ecclesiale, ordinato «all'edificazione della Chiesa e alla realizzazione della sua missione» (Catechismo Chiesa Cattolica n. 1534).

Unione coniugale simbolo dell'Alleanza sponsale

E' in Gesù sposo che si svela il vero significato dell'unione coniugale: «La comunione tra Dio e gli uomini trova il suo compimento definitivo in Gesù Cristo, lo sposo che ama e si dona come salvatore dell'umanità, unendola a sé come suo corpo [....] In questo sacrificio si svela interamente quel disegno che Dio ha impresso nell 'Umanità dell'uomo e della donna, fin dalla loro creazione» (Familiaris consortio n. 13).

L'unione coniugale cessa di essere solo l'immagine della sponsalità di Dio e "diviene così il simbolo reale della nuova ed eterna alleanza, sancita nel sangue di Cristo" (Familiaris consortin n. 13).

Artefice di questo evento è lo Spirito Santo che dona agli sposi «il cuore nuovo e rende l'uomo e la donna capaci di amarsi come Cristo ci ha amati» (Familiaris consortio n. 13). Gli sposi celebrano il dono di Gesù sposo alla Chiesa sua sposa e diventano partecipi di questo evento di salvezza: essi sono «il richiamo permanente per la chiesa di ciò che è accaduto stilla croce» (Familiaris consortio n. 13), così tutto il vissuto della coppia è inabitato dalla Nuova Alleanza e diventa segno eucaristico che rimanda al sacrificio di Gesù.

La famiglia, con il suo patrimonio di valori e il suo potenziale di grazia, costituisce una risorsa indispensabile da custodire e promuovere, per questo diventa una priorità per la Chiesa e quindi per i movimenti che operano in essa «annunciare, celebrare e servire» il Vangelo della famiglia (Direttorio di pastorale familiare n. 3).

A conclusione dell'esortazione apostolica Familiaris consortio, il Santo Padre afferma: «L'avvenire dell'umanità passa attraverso la famiglia!» ribadendo con forza il ruolo che quest'ultima riveste per il futuro dell'umanità, non solo perché «luogo primario di umanizzazione della persona e della società» (Christifideles laici n. 40), ma anche perché « luogo privilegiato dell'annuncio evangelico» (Discorso di Giovanni Paolo Il alla XXXVII Assemblea generale dei Vescovi italiani, maggio 1993).

E' nella famiglia che l'uomo si sperimenta persona, soggetto di diritti, che acquista coscienza della sua dignità ma, soprattutto, si coglie come essere relazionale: l'uomo non può esistere se non in rapporto a un'altra persona. L'essere umano è dono ed è chiamato al dono e trova la verità del suo essere nella misura in cui trascende se stesso. in questo rapporto riscopre la sua vocazione originaria e il suo essere a immagine di Dio.

Nel documento il Papa esprime, insieme alla consapevolezza della Chiesa che «il bene della società e di se stessa è profondamente legato al bene della famiglia» (Familiaris consortio n. 3), anche l'urgenza di annunciare il disegno di Dio sul matrimonio perché quest'ultima riscopra la straordinaria ricchezza di valori che porta in sé e assuma responsabilmente il suo ruolo originale e insostituibile nella costruzione di una umanità nuova. L'esortazione pressante che il Papa ha rivolto ai vescovi riuniti in assemblea, nel maggio dei 1993, interpella, oggi, anche tutti noi: «Non dobbiamo mai stancarci di servire la famiglia, di dare una risposta alla sete e alla fame che essa ha di senso, di verità, di amore profondo
[...] urge rievangelizzare gli sposi cristiani, far loro riascoltare la buona novella del dono divino ricevuto» (Discorso di Giovanni Paolo II alla XXXVII Assemblea generale dei Vescovi italiani, maggio 1993).

E'' necessario, dunque, che ogni famiglia si riappropri della sua identità e della sua verità secondo il progetto di Dio accogliendo l'invito del Papa: «Famiglia "diventa" ciò che "sei» (Familiaris consortio n. 17) per tradurlo in compito nella Chiesa e dentro la storia.

«Nella misura in cui la famiglia accoglie il Vangelo e matura nella fede diventa comunità evangelízzante [ ..] la futura evangelizzazione dipende in gran parte dalla chiesa domestica» (Familiaris consortio n. 52).

L'impegno del Rns nella Chiesa e per la famiglia

«I coniugi, in forza del loro ministero non sono soltanto l'oggetto della sollecitudine pastorale della Chiesa ma anche soggetto attivo e responsabile in una missione di salvezza che si compie con la loro parola, la loro azione, la loro vita» (ESM 59).

E' questo l'annuncio che è risuonato più forte per le famiglie presenti a Caserta: essere "profezia" dell'amore di Dio e della sua alleanza sponsale significa trafficare i numerosi doni e carismi che lo Spirito Santo elargisce agli sposi nel Sacramento recuperando, insieme con la dimensione coniugale e familiare, il proprio ministero.

Il documento finale, redatto a conclusione dei lavori, manifesta la consapevolezza che la scelta della famiglia deve essere per il Rinnovamento una scelta prioritaria come lo è per la Chiesa e, quindi, sollecita la formazione di operatori di pastorale coniugale e familiare all'interno di ogni regione e traccia dei percorsi tenendo conto dei numerosi contributi dottrinali e delle iniziative di formazione promosse dalla CEI.

«Amare in modo particolare la famiglia. E' questa una consegna concreta ed esigente» (Familiaris consortio n. 86) che ci viene dal Santo Padre e che il Rinnovamento non può e non vuole disattendere.

                                               I SETTORI DA SVILUPPARE

Nella prospettiva di ulteriori sviluppi nei settori d'intervento sono stati individuati alcuni  ambiti privilegiati di formazione:

- formazione dei giovani nell'ottica vocazionale;
- pastorale per i separati e divorziati;
- pastorale per i vedovi;
- formazione alla maternità e paternità spirituale nelle coppie infeconde;
- informazione sIstematica, a livello nazionale e regionale, riguardante l'operato delle associazioni esistenti sul territorio che si occupano dei problemi sociali della famiglia.

   

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