EFFUSIONE
DELLO SPIRITO
E CONVERSIONE PERMANENTE
di
Maria Tortorese
Membro del CNS - RnS
Convertire
i battezzati: la vita nuova
In occasione del
recente Sinodo per l'Europa un vescovo ha affermato: «la cosa più difficile
non è battezzare i convertiti, ma convertire i battezzati! ».
Come animatori dei RnS,
possiamo testimoniare che questa difficoltà che era, a suo tempo, anche la
nostra, è stata meravigliosamente superata dallo Spirito Santo donandoci
l'esperienza dell'attualizzazione dei Battesimo e dell'inizio in noi della vita
nuova.
Ricordiamo insieme le origini
di questa affascinante avventura: trenta o venticinque o forse venti anni or
sono tutto è cominciato...
In quell'occasione qualcuno ci
avvicinò dicendoci dì aver intrapreso un'esperienza particolare, bella, forte.
Quella stessa persona, probabilmente, ci ha pure incoraggiato a frequentare il
proprio gruppo di preghiera. Abbiamo sentito parlare di profezie, di guarigioni,
di fratelli meravigliosi... E fu cosí che una sera, più per curiosità che per
convinzione, accettammo l'invito.
Superato l'impatto iniziale,
nel trovarci ìn mezzo a gente un po' strana, che pregava in modo nuovo e
personale, che usava gesti inconsueti, che cantava con gioia canti le cui parole
ci facevano battere il cuore, decidemmo di provare.
Intanto
qualcosa lentamente cambiava in noi. Eravamo giunti carichi di pesi e problemi,
di stanchezze e angosce, forse depressi, in cerca di qualcosa o qualcuno. Pian
piano l'accoglienza e l'amore dei fratelli ci avvolsero, la preghiera ci consolò,
spezzando il cerchio della nostra solitudine e lasciandoci la sensazione di
essere giunti finalmente a casa. Ognuno era proteso verso un cammino che sentiva
irreversibìle e glorioso.
Sì
glorioso! Perché la fede tiepida cominciava a emergere, a prendere quota e con
essa cresceva il desiderio di vivere l'incontro tanto atteso. Finalmente anch'io
potevo incontrare Dio, il Dio che i fratelli testimoniavano di avere incontrato
e che stava rivelandosi a me: da Dio lontano a Dio vicino, presente, vivo,
operante nella vita, nella mia vita.
Preghiera
di effusione: lo spartiacque della mia
storia
L'esperienza di quel
momento, di quell'assemblea era meravigliosa, sembrava di vivere in un altro
mondo, su un altro pianeta.
Ma era tutto vero? Era sogno o realtà?
Eppure coloro che ci parlavano, che pregavano, che cantavano erano persone
reali, concrete che proclamavano H loro incontro con il Signore risorto.
Passato un certo periodo un responsabile
iniziò a parlare dei Seminario di Vita Nuova e forse, ancora senza capire,
dicemmo di sì: «desidero parteciparvi anch'io, desidero vivere in pienezza
quello che voi vivete e ricevere quello che voi avete ricevuto».
Il
punto chiave, lo spartiacque della nostra storia, quello che separa il prima dal
dopo, è stato proprio la Preghiera di effusione ricevuta durante il seminario.
Qualcosa allora è cambiato. E' avvenuta una svolta, una conversione totale,
radicale, il divenire una persona nuova a tutti i livelli: fisico, psichico,
spirituale. Con segni di ringiovanimento fisico, manifestazioni di gioia, amore,
serenità nuova, perdono a tutti e per tutti, totale.
Nel
frattempo sono passati gli anni e qualcuno ha continuato il cammino di vita
nuova e conversione. Altri, invece, hanno cominciato a rimpiangere le cipolle
d'Egitto, mentre qualcuno ha trovato la strada dura e non ha visto la potenza
dello Spirito Santo in sé.
L'avvenimento
che cerchiamo di chiarificare per poter continuare il cammino, per crescere,
riprendere forza e vigore, non solo per noi ma per i nostri fratelli e per tutti
coloro che ci sono affidati, è l'effusione dello Spirito e la conversione
permanente, riattualizzando così la nostra esperienza.
Lo
Spirito e l'effusione
Per
poter parlare di effusione dello Spirito Santo bisogna prima di tutto dire
qualcosa sullo Spirito, anche se certamente abbiamo già riflettuto su questo,
personalmente o in gruppo. Ora possiamo tornare a chiederci, a proposito dello
Spirito: chi è, cosa fa, che ruolo svolge?
Ha
detto il grande teologo Hans Urs von Balthasar: «Quello che lo Spirito Santo
chiede è solo che si parli di lui, ma soprattutto che lo si lasci agire».
Ma
per lasciarlo agire dobbiamo ricordare che bisogna conoscerlo, almeno un po'. lo
Spirito Santo è il dono fondamentale attraverso il quale Dio entra in comunione
con ciascuno di noi. Ma io Spirito non è una cosa: è
una
persona. Il Padre e il Figlio ci hanno donato la loro stessa comunione e lo
Spirito Santo, a sua volta, si dona a noi per essere la nostra comunione con il
Padre e il Figlio.
Il
Padre e il Figlio si amano d'un amore eterno, infinito. Sono uno di fronte
all'altro, senza confondersi, e io Spirio Santo è il cuore di questa relazione eterna e diviene per noi
principio di comunicazione di tutti i doni che Dio riversa fuori di sè.
Presente
fin dalla creazione dell'universo e dell'uomo, come Spirito di verità, di
sapienza, di fortezza ha ispirato i profeti, condotto i patriarchi, guidato e
sostenuto il popolo di Dio in tutta la
sua vicenda. Lo stesso Spirito ispira oggi i nuovi profeti, conduce i pastori,
sostiene il nuovo popolo di Dio, perché la sua missione è quella di essere
comunione e di compiere «dal di dentro la sua opera di salvezza» (Ad Gentes,
4).
Lo Spirito Santo si rende particolarmente presente in noi che diventiamo il suo tempio e la sua casa. Come
dice san Paolo: «lo Spirito di Dio abita in voi» (Rm 8,9). A questo punto possiamo dire che l'effusione è una grazia e un dono che produce molti effetti nel nostro rapporto con Dio. |
Cos'è
L'Effusione dello Spirito? -grazia
che viene a risvegliare in noi la coscienza che lo Spirito Santo è
presente, è vivo, è Dio; -grazia
che viene a liberare dal torpore e dalla tiepidezza; -dono
di Dio al mondo di oggi per riprendere coscienza della realtà dello
Spirito Santo e stabilire un rapporto personale di dipendenza e amicizia
con Lui, perché dallo Spirito veniamo,
dello Spirito siamo, nello Spirito ci troviamo e per lo Spirito viviamo
(ci. At 17, 28); -grazia
di conversione, di cambiamento di rotta; -introduzione alla pienezza della vita. |
Effetti
dell'effusione dello Spirito
Gli effetti
dell'effusione dello Spirito credo siano stati vissuti da tutti anche se in
forme, intensità e tempi diversi, a seconda della nostra esperienza e
personalità.
La
grazia di Pentecoste è stata la grazia dello Spirito Santo che ci ha segnato
indelebilmente donandoci la nostra vera identità.
Lo
Spirito Santo ha rivelato noi a noi stessi. Siamo diventati una lettera
«scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito dei Dio vivente» (2 Cor
3, 3b). Poniamoci, allora, qualche domanda. Questa lettera continua a essere inviata e letta? Dentro di noi c'è ancora quel fuoco che, come ai discepoli di Emmaus «ardeva nel petto» (Lc 24, 32),quando lo Spirito Santo è disceso su di noi? Se la risposta è sì, possiamo dire che l'effusione continua nella nostra vita oggi, che non è un avvenimento passato, che siamo tuttora sotto la guida dello Spirito, che procediamo in un cammino di rinnovamento. Possiamo dire di aver proseguito il cammino secondo l'esortazione contenuta nella prima lettera di Pietro: «non conformatevi ai desideri d'un tempo» (1 Pt 1, 14), e di essere stati capaci di «deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4, 22) perché il fuoco che Gesù è venuto a portare sulla terra continui a essere acceso (cf Lc 12, 49)? Ma
se il fuoco è un po' spento, se siamo ritornati nella tiepidezza
possiamo ricominciare a vivere oggi, entrare oggi nella disciplina dello
Spirito, ristabilire oggi un rapporto con Lui, una comunicazione per
conoscere il progetto di Dio su di noi, e realizzarlo nella nostra vita,
sapendo e' e il compito dello Spirito Santo è trasformarci
in discepoli di Cristo. Nel rapporto personale con lo Spirito, allora, imparerò nuovamente a discernere le priorità attraverso le sue mozioni, ispirazioni, correzioni, tenendo presente che Lui non guarderà ai "colpi" che dovrà darmi per trasformarmi in Cristo Signore. |
Effetti Spirituali dell'Effusione Giova ricordare quali sono e quali dovrebbero ancora oggi essere gli effetti dell'effusione dello Spirito. Possiamo fare una breve sintesi dei principali: -scoperta di Gesù, dono per eccellenza, riscoperta o approfondimento della relazione vitale con Lui in ogni attività, incontro, avvenimento; -sentire che lo Spinto grida, in noi Abbà, Padre (cf. Rm 8,15); -gusto per la lettura della Sacra Scrittura. Migliore comprensione (cf. Gv 14, 26; 16, 12-3), scoperta della Parola di Dio, come parola viva, attuale, vera (ci. Eb 4, 12); -sentir scaturire una nuova preghiera spontanea (ringraziamento); nello Spirito (glossolalia); dello Spirito (giubílo); -comunione fraterna come figli di un unico Padre (ci. Rm 8, 14); -desiderio di comunione, scoperta di essere fratelli e sorelle in Cristo a tal punto Che persone totalmente diverse sul piano umano per cultura, attività sociale, età, entrano In comunione realizzando l'unità con Gesù e tra dì loro; -vera. libertà spirituale da legami negativi e dal peccato (droga, abusi sessuali) e forza per abbandonare progressivamente abitudini non conformi al Vangelo; -crescita dei frutti dello Spirito di cui parla San Paolo nella lettera ai Galati: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (cf. Gal 5, 22), e soprattutto perdono; -scoperta e crescita dei doni santificanti e dei carismi, unita alla grazia dell'identità carismatica; -riscoperta della Chiesa e senso di appartenenza, con una nuova visione della Chiesa istituzionale e carismatica; -scoperta di Maria nella propria vita, nella storia dell'umanità e della Chiesa; - cammino verso l'ecumenismo. |
La
conversione
Prima di tutto cerchiamo di capire di cosa si tratta. Conversione è uscire dal proprio stato presente per diventare nuova creatura, è protendersi verso il futuro (cf. Fil 3, 13).
Possiamo
dire di avere avuto una prima conversione, eclatante forse, che ci ha portato a
cambiare rotta. Non per tutti è avvenuta nello stesso tempo, con le stesse
modalità, per alcuni è avvenuta
prima dell'effusione, per altri dopo. Certo c'è stato un momento in cui ci
siamo posti alla ricerca di Dio ed è iniziato un cammino, senza sapere che il
Signore, già da tempo, si era messo sulla nostra strada per incontrarci.
la
nostra conversione è dovuta a un incontro: il nostro Spirito aperto si è
incontrato con lo Spirito Santo che ha suscitato emozioni, intuizioni,
aspirazioni, slanci, desideri di vivere e di proiettarsi in avanti alla scoperta
dell'inedito, della sorpresa, dell'ignoto, del mistero.
Potremmo confrontare questo sconvolgimento, questa inversione di rotta con l'esperienza di due grandi convertiti, narrata nella Scrittura: pensiamo a Levi, cioè Matteo (cf. Lc 5, 27-32) oppure a Zaccheo (cf. Lc 19, 1-10).
Si trattava di pubblicani, peccatori, uomini perduti, ma per il Signore, che ama immensamente, nulla e nessuno è irrimediabilmente perduto. Perché chi ama. non scriverà mai la parola fine ai suoi tentativi di recupero della persona amata. Quanto ci ha amato Dio! Quanto noi amiamo Lui, noi stessi, il nostro prossimo? |
L'azione
dello Spirito dopo l'effusione Esaminiamo insieme alcuni ulteriori aspetti del nostro rapporto con lo Spirito, dopo l'effusione: - Quale rapporto ho oggi con lo Spirito Santo? - Come si è sviluppato questo rapporto dal momento dell' effusione a oggi? - Come vedo la sua azione in me e intorno a me? Quanto gli sono sottomesso ? |
Grazie allo Spirito Santo in noi, siamo entrati in un cammino di conversione continua, di verità con noi stessi, di autenticità, lasciando cadere la maschera che ci eravamo costruiti per nascondere il nostro vero volto. E non è cosa da poco!
Conversione
permanente
Può sempre accadere che prevalga in noi la cultura corrente dell'apparire, del prestigio, dell'immagine, della figura con il rischio di ridurre al silenzio ogni altra profonda esigenza prendendo l'abbaglio di costruire la nostra vita sull'equivoco, sull'illusione, sul gioco tragico di non dire a noi stessi la verità.
Nessuno
è esente da questa tentazione che rischia di portarci a non saper distinguere
il vero dal
falso, la verità dalla menzogna, tra ciò che
veramente ci aiuta a vivere e ciò che ci distrugge.
Se ci ostiniamo in questo gioco di equivoco e illusione, allora rimane preclusa ogni esperienza d'incontro, sia con Dio che con il prossimo. Ricordiamo le parole di San Paolo: «o stolti Galati...» (Gai 3,1).
Un
punto chiave di conversione è, dunque, quello di essere sempre veri con sé e
con Dio, poi verrà la verità con i fratelli come conseguenza.
Un
altro punto nodale è quello di lasciarsi mettere continuamente in discussione.
Non dobbiamo avere paura dei nostri fallimenti: «avevamo cominciato nello
Spirito e ora ... ».
Ripensiamo
a Zaccheo: notiamo che Gesù va in cerca di un uomo vero, di un volto concreto.
Non cerca un cuore pulito per intrecciare un rapporto di amicizia, ma un cuore
disponibile, da ripulire, da mettere a nuovo per farselo amico.
A
questo punto qualcuno potrà obiettare: «sì, è vero, qualcosa è avvenuto per
me molti anni fa, ma ora ... ».
Forse anche noi abbiamo cercato di realizzare qualcosa, ma ora sembra quasi non aver concretizzato nulla. Forse abbiamo commesso qualche errore nel cammino, per ignoranza, superficialità, visione inesatta, non sapendo che l'incontro con Gesù, amico, sposo, Signore, se è vero, si fa ben presto esigente e spesso anche difficile.
Forse ci siamo illusi che Gesù, entrando nella nostra casa, ci lasciasse dove e come eravamo, con le nostre pigrizie e abitudini, protetti dal nostro egoismo e dalle nostre piccole sicurezze, adeguandosi alla nostra mentalità e ai nostri schemi. Gesù è andato e va ben oltre: non ci ha avvicinati per blandirci e illuderci, ma per convertirci al progetto che il Padre ha su di noi.
Lo Spirito Santo ha assunto quella dimensione storico-temporale, che apparteneva soltanto al Cristo terreno. Il Cristo, divenuto Signore e asceso alla destra dei Padre nella gloria, è uscito dalla storia e dal tempo degli uomini, mentre lo Spirito Santo è disceso e ha assunto, con modalità diversa, la dimensione storica che prima era dei Cristo. E venendo ha scompigliato i nostri piani, sconvolto i nostri progetti, invertito le rotte, smantellato le strutture, smontato la nostra personalità per esporla al vero sole, ha tagliato, cambiato, purificato, rinnovato.
Vogliamo tirarci indietro o desideriamo continuare questo cammino di conversione e di rinnovamento? Se la nostra risposta è positiva, allora possiamo continuare a fare qualche passo ulteriore.
Lasciamo che Gesù faccia lavorare in noi il Padre che, da Vignaiolo sapiente, pota il tralcio perché porti più frutto (cf. Cv 15,1 2), sradica il male perché ci sia pienezza di salute, scava profondo,
nel solco della ricerca della verità, per radicarci con solidità in Lui.
Così potremo vivere momenti di luce e tenebre, di amare scoperte, di strappi, di travagli, di delusioni, di angosce, di povertà e miseria, di morte e vita. La conversione permanente è, infatti, un estenuante esercizio di liberazione e di distacco. Lasciamo alle nostre spalle umilianti vincoli, penosi condizionamenti, fatue illusioni, e protendiamoci in avanti per effettuare un necessario salto di qualità:
- dall'egoismo all'amore;
- dall'uomo vecchio all'uomo nuovo;
- dal negativo al positivo;
- dall'io al tu di Dio.
La conversione investe tutta la persona, da cima a fondo, con un lento e progressivo passaggio:
- dal male al bene;
- dal bene al meglio;
- dal meglio all'ottimo.
Tutto questo non ieri né domani, ma oggi, perché è nell'oggi che noi agiamo. A noi appartiene solo il momento presente perché il passato,-anche prossimo, è affidato alla misericordia di Dio, mentre il futuro è ancora da venire, non è ancora.
Lasciarsi lavorare dallo Spirito
Ecco perché in questo cammino di Rinnovamento non si può dire: «sono arrivato, adesso basta, sono
buono», perché il rischio è di tornare indietro, di smarrirsi.
Quanti tra di noi, quanti fratelli e sorelle hanno avuto o hanno paura di lasciarsi lavorare dallo Spirito Santo, di vivere in una purificazione continua, in un distacco totale, in una morte dell'uomo psichico, affinché l'uomo spirituale abbia il sopravvento per cogliere l'Amore di Dio e arrivare alla pienezza e alla gioia.
Ricordiamo la parola che Dio rivolge alla Chiesa di Laodicèa: «tu non sei né freddo né caldo. Magari fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca »
(Ap 3, 15 b- 16). E ancora ciò che Gesù dice ad Andrea e Filippo: «se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12, 24b). |
Le armi del servizio Ricordiamo i mezzi di salvezza fondamentali per ogni cristiano, ma tanto più necessari a ogni fratello o sorella chiamati al servizio nella comunità ecclesiale: - preghiera personale; - studio; - spirito di servizio; - vita vissuta con rettitudine, sotto la guida dello Spirito Santo, nella potenza di Gesù e per la gloria del Padre. |
Secondo
la parola di Dio chi di noi vuole vivere pienamente è chiamato a morire. Impossibile agli uomini non a Dio (cf. Lc 1, 37).
Da
Alleluja n° 1 - Anno 2000