PENITENZA E GUARIGIONE INTERIORE
P.
Francesco
Cultrera, SJ
Il
sacramento
della penitenza, cioè la"confessione", riconcilia i
peccatori con Dio e con la Chiesa, rimette i peccati, gravi e leggeri, commessi
dopo il battesimo. Ma il peccato provoca in noi un doppio danno. Da un canto ci
mette in opposizione a Dio, dall'altro lascia nella nostra personalità una
traccia negativa, che spesso permane anche quando la colpa è stata perdonata
nel sacramento della riconciliazione. Esempio: una ragazza risponde spesso in
modo sgarbato a sua madre. Si pente e "incarna" la sua conversione
nella penitenza; Dio la perdona, la purifica dal peccato, la riaccoglie nella
tenerezza della sua amicizia. Ma nella ragazza permane facilmente l'abitudine a
"rispondere", permane un atteggiamento subconscio di opposizione a sua
madre, che rischia continuamente di esplodere in scenate. Può darsi che
l'atteggiamento della ragazza affondi le radici in esperienze traumatiche e
frustrazioni della
I
condizionamenti psicologici limitano la nostra libertà, la nostra capacità di
amare gli altri, di donarci ad essi. Basti ricordare le difficoltà di un
atteggiamento cristiano e armonico innanzi alla sessualità, al denaro, ai
fallimenti, alle delusioni, ecc. L'influsso di motivazioni inconsce, o di
abitudini, si rivela particolarmente pesante nei casi di tendenza al suicidio,
omosessualità, tossicodipendenza da alcool, droga, farmaci, ecc.
Il
Signore ci libera sempre dall'attaccamento al peccato, purché accettiamo il suo
amore misericordioso. Invece, la liberazione dai traumi in cui affonda le radici
il peccato (per esempio: la tendenza all'omosessualità), la liberazione dalle
conseguenze dei nostri peccati (per esempio: l'abitudine di mentire, che mi
spinge alla falsità), è un dono che il Signore ci fa attraverso l'esperienza
della croce e della risurrezione; è un dono, per così dire, mai raggiunto in
totalità, perché la pienezza della salvezza la si avrà solo al ritorno del
Cristo quando risorgeremo dai morti.
Un
mezzo privilegiato per la completa
liberazione
In
effetti, l'accusa specifica dei peccati - cioè la confessione del
"tipo" e del numero dei peccati mortali - non tende
all'umiliazione del penitente. Si "dicono" i peccati al confessore
perché egli possa aiutare il penitente a uscirne fuori definitivamente, perché
egli aiuti il penitente a cercare e trovare i mezzi adatti per non cadervi più.
Per cui, nel sacramento della Penitenza la Chiesa assume il peccatore, staccato
da Dio e dalla comunità, gli annunzia il Vangelo di salvezza, lo ristabilisce
nella condizione e nella libertà di figlio di Dio. Questo itinerario comporta
anche una guarigione interiore senza la quale la libertà dei figli di Dio non
sarebbe realtà. Senza la guarigione interiore il fedele, immagine di Dio,
configurato alla gloria del Cristo morto e risorto, potrebbe rimanere schiavo
contro la sua volontà, dell'abitudine contratta: per esempio, schiavo
dell'alcool.
"Chi ha sete venga a me e beva" (Gv 7,37)
Il
parlare di guarigione interiore suscita sempre, nei gruppi di Rinnovamento nello
Spirito, un grande interesse. E' Gesù Crocifisso che guarisce; egli ha guarito
il ladrone in modo così radicale che di un delinquente ne ha fatto un figlio di
Dio, così puro, così profondamente rinnovato da entrare direttamente in
paradiso: "Oggi sarai con me nel paradiso"
(Le 23,43). Nel sacramento della penitenza ci uniamo a Gesù crocifisso che
soffre per i nostri peccati, che ce ne purifica, che fa di noi una nuova
creatura, simile a lui che vince la morte e risorge.
La
celebrazione comunitaria del sacramento della penitenza esprime meglio la
partecipazione attiva di tutta la Chiesa all'itinerario di conversione dei
peccatori. Per accentuare la dimensione di guarigione interiore si potrebbe, in
seno alla liturgia penitenziale, fare una preghiera esplicita di guarigione con
la partecipazione attiva di tutti i fedeli, fermo restando che l'accusa
particolare va fatta al confessore, per avere da lui la parola del perdono a
Nome di Dio e della Chiesa.
Se il penitente è un fratello del Rinnovamento, il confessore può esplicitare la sua fede con una preghiera per la guarigione interiore. Se ha un granellino di fede (cfr. Mt 17,20), si lascia guidare dallo Spirito e in lui solo ripone la sua fiducia, riceverà saggezza, prudenza, eventualmente anche il dono della profezia, cioè la parola di Dio per questo penitente, qui e ora, quella Parola potente che guarisce il nostro cuore.
Cammino di conversione continua è la vita nuova nello Spirito. Uno dei momenti privilegiati, in cui Dio si rende presente in modo più forte, è il sacramento della penitenza. Frequentarlo significa, per tutti indistintamente: preti, religiosi e laici, andare sempre avanti verso la guarigione interiore. Da non dimenticare mai che solo il Signore Gesù libera dal peccato e guarisce. La sua azione porta sempre i segni della sua vita: passione, morte, resurrezione. La guarigione interiore, per conseguenza, include l'esperienza della croce. Ambedue i poli, morte e risurrezione, saranno presenti nell'esperienza cristiana, fino a tanto che essa non si dischiuda all'eternità.
Da "Alleluja", gen/feb. 1981