CARISMI E DONI PROFETICI

Dobbiamo visualizzare i doni in:doni vocali, doni di rivelazione,doni di potenza.

Doni vocali:glossolalia, interpretazioni delle lingue, canto in lingue e forma di profezia.

Doni di rivelazione: le parole di conoscenza, il dono della parola di sapienza, di scienza, di discernimento degli spiriti.Cosa significa il discerni-mento degli spiriti? La risposta la troviamo nella 1 Gv. Se l'ispirazione viene da DIO o dal maligno, questo è il discernimento degli spiriti, non capire quanti spiriti ci sono o quali spiriti ci sono, ma se la fonte è divina o diabolica.

Doni di potenza: il dono della fede carismatica od il dono dell'autorità carismatica è quel dono che dice alla montagna spostati, che dice ad un cancro arre-stati. E' questo il dono della autorità che fa dire alla malattia arrestati, non

Signore guarisci, ma rivolgendosi direttamente al male dice, arrestati.

Questi sono doni profetici, anche se adesso vedremo i doni di potenza sono strettamente connessi al ministero regale, perchè da una profezia, da una parola, c'è poi un fatto, un atto che si realizza, la guarigione, un miracolo, una liberazione. Lo spirito è uno e non possiamo distinguere l'azione profetica dall'azione sacerdotale e dall'azione regale, perchè il ministero è un ministero di preghiera e quindi sacerdotale, poi il Signore parla, ministero profetico nel quale il Signore rende operante la parola.

Quando parliamo dei doni di conoscenza, di scienza, di sapienza, noi possia-mo anticipare un evento spesso anche legato alla fede della comunità.

Questo è un fatto contestuale, immediato. Gesù utilizzava spessissimo, lo tro-viamo anche avere parole di conoscenza, di sapienza, ma normalmente il suo ministero era accompagnato dall'autorità. Egli diceva: alzati, risuscita, placate-vi tempeste. Questo è un dono rarissimo. E' dato a delle anime sante, che rie-scono a giocare con Dio, come un bambino e chi lo esercita, lo esercita con una sempllicità di cui, non si rende consapevole.E' Dio che naturalmente sta operando.

Qualè la differenza tra i doni vocali ed i doni di rivelazione?

I doni vocali hanno a che fare con una comunicazione, una ispirazione sopran-naturale che rivela lo Spirito Santo usando la voce umana e dicevamo che fanno i conti con i nostri sensi, con la nostra mente , con la nostra bocca per cui è impura, imperfetta perchè passa da questo canale umano.

Quando parliamo invece, dei doni di rivelazione e quindi della parola di cono-scenza, di sapienza, di discernimento degli spiriti, noi parliamo sempre di una comunicazione soprannaturale, ma che lo Spirito rivela direttamente al cuore della persona; al cuore e non passa dunque dalla mente e non ha una esposi-zione vocale, attraverso la quale quella profezia si compone, è un lampo che ti fa conoscere una situazione, si dice che ti fa leggere nel libro della storia ,del-l'uomo o delle vicende umane. Pietro si avvicina ad Anania e Saffira dicendo: tu hai frodato.Questa non è una cosa che si pensa, razionale, ma è una comu-nicazione che viene dallo Spirito direttamente al cuore.

La scienza perchè è più difficile ed è più diffuso il dono di conoscenza che spesso è legato all'uomo od a delle circostanze. Quello di scienza legge sem-pre nel libro della storia di Dio, ma relativamente alle vicende umane.

Esempio profezia: fuggite subito da questa stanza perchè sta per succedere una calamità. Calamità intesa come fra poco, qualcosa avrebbe distrutto la stanza. E' questo un dono rarissimo, ma che qualcuno può avere,anticipare per un istante gli eventi.

I doni di potenza sono doni staordinariamente potenti nei quali si rivela la potenza di Dio, che diventa una risposta miracolosa, un intervento miracoloso sempre soprannaturale creativo. Non è solo la comunicazione di un evento straordinario, ma è un intervento di Dio creativo. I doni sono proprietà esclusi-va dello Spirito mai usati a piacimento dell'uomo, ma è sempre Lui che coman-da, Lui che suggerisce, Lui che dispone.

Definizione dei doni profetici.

1) I doni non possono mai sostituirsi alla parola di Dio, che rimane sempre l'autorità più elevata, ed è quindi la fonte d'istruzione e d'insegnamento.

2) Vanno sempre controllati in base alla Parola di Dio, quindi debbono essere in sintonia, conformi alla Parola di Dio, quindi criterio di discernimento.

3) Vanno usati entro i limiti stabiliti dalla Parola di Dio, quindi non possono e non arriveranno mai a sostituirsi alla Parola di Dio. Tutta la Parola di Dio è ispirita dallo Spirito è una profezia ed è un prodigio che si rinnova sotto gli occhi di ogni uomo che prende questo libro.

L'autorità ecclesiastica svolge quindi un ruolo importantissimo in tal senso, quindi la chiesa sta molto attenta a queste cose, perchè stiamo parlando di una realtà straordinaria. Il R.n.S. ha accesso a questi misteri staordinari di Dio e quindi è giusto e doveroso da parte nostra che questi doni dove esistono devono essere sempre sottomessi alla autorità ecclesiastica, con l'ascolto a ciò che ci dice il nostro vescovo, spesso anche i nostri parroci e quindi obbedienza e sottomissione.

 

Parliamo dei doni.

1) La profezia non deve essere mai utilizzata per fini personali, diffidare delle profezie che sono indirizzate alle persone, cucite addosso alla persona nell'in-contro comunitario, Intendiamo dire profezie che sembrano disegnare la situa-zione di un fratello, cioè mettono nel cuore di chi la sta proclamando quasi una attenzione personalizzata a qualcuno. La profezia è sempre impersonale. Nel dono di conoscenza nessuno può mai avere la certezza di sapere chi è, peg-gio ancora se nel pronunciare la profezia descriviamo la persona e succede.

Queste profezie personalizzate non sono opera dello Spirito.

2) Profezie che incutono terrore, spavento, paura. La profezia deve sempre portare pace. La profezia è un annuncio di salvezza. Se il Signore dice, vengo a demolirti, vengo a toglierti tutto ciò che hai, sei un peccatore, subito dopo deve darti la strada, se si ferma all'annuncio di una distruzione o di una colpa, quella non è profezia autentica. La profezia è sempre un annuncio di salvezza, tutta la Parola di Dio è la storia della salvezza, quindi conforme e nei limiti della Parola di Dio.

3) Non può dire cose diverse da quelle che la Parola di Dio ha già detto.

Esempio:qualcuno di voi è il buon pastore, qualcuno di voi sono le mie pecore.

Gv.10 " Io sono il buon Pastore e voi le mie pecore ". La Parola di Dio non si può nè alterare e nè contraffare. Qui è importante il discernimento che è una realtà sulla quale dovremo esercitarci molto.

 Come si può manifestare la profezia? In vari modi.

 La profezia numerica. Questa è un dono caratteristico del rinnovamento italiano, non esiste in altre parti del mondo ed è un dono che nel 1976 è co-minciato a germogliare in Sicilia, a Ragusa, ma è un dono che adesso si trova in tante altre parti d'Italia, perchè tutti i doni dello Spirito sono contagiosi.

L'osmosi è importante. E' il contagio carismatico.Tutti i gruppi visitati da que-sta cellula madre hanno ricevuto questa piccola gemma ed è adesso un dono che si trova sparso un pò dapperttutto in Italia. E' un dono straordinario.

Stare attenti alla memorizzazione è questa una caratteristica che inquina il dono. Memorizzazione significa il ripescaggio da un serbatoio che tu hai: di co-noscenza, di citazioni, di memorizzazione.

 

La profezia numerica è una indicazione, è quasi come una luce che si accende od un suggerimento auricolare, che arriva preciso e che mette nel cuore di chi lo riceve un' ansia sempre più crescente e che questa parola ven-ga messa per iscritto o data. L'indicazione numerica deve trovare conferma,

è un cammino che non si esaurisce semplicemente nella visualizzazione, ma che necessita di essere completato attraverso una conferma od attraverso una risposta che è profetica; è questo l'unico modo per avere il discernimento, il semplice numero non sarebbe sufficiente. Si potrebbero avere una sfilza di numeri,chi garantisce che siano tutti autentici, normalmente un profeta riceve più indicazioni numeriche ma non tutte sono da proclamare.Ogni numero non è un numero vero, assolutamente no, ci vuole discernimento e non è semplice se non c'è esercizio.

L'apertura della Bibbia: è il dono più diffuso che non è bibbiamanzia.

La bibbiamanzia è il credere che la potenza sia nel libro, nel mezzo, esatta-mente come chi si serve di strumenti per fare magia o peggio ancora che chi apre possa individuare il dono. Tutti abbiamo la Bibbia tra le mani, ma abbiamo anche fretta d'interrogarla, soprattutto quando non c'è una ispirazio-ne.Non si apre la Bibbia perchè c'è il momento in cui bisogna aprirla, ma se c'è una ispirazione. Molti hanno questo dono, ma occasionalmente tutti fanno questa esperienza, bisogna aiutare i fratelli ad assecondare le mozioni dello Spirito.

Come si fa ad individuare se c'è un dono o se non c'è il dono?

Certamente non scoraggiando il fratello o dicendogli tu non sei pronto,tu non sei capace; ci si mette accanto questi fratelli e li si segue in questo cammino in cui la profezia cerca di attecchire, sottoponendo al discernimento questi brani che il Signore può aver suggerito; mai sottovalutare la possibilità che ci sia un dono, al tempo stesso mai dare una poltrona immediatamente ad un profeta; si brucia. L'alterigia del dono, la presunzione del dono brucia immediatamente anche questo piccolo seme che si sta innestando.

Prima bisogna tenere sott'occhio questi fratelli nel cammino,il che significa che ci accorgiamo che il Signore si sta servendo di loro. Vediamo che quel brano conferma, è in sintonia con quanto stiamo facendo,ringraziamo il fratello per aver dato questa parola e lo rimandiamo a posto, abbiamo capito che quella sera il Signore si è servito di Lui. Se il fratello ritorna la prossima volta ed ancora ci dice ma non ha avuto la certezza la scorsa volta di aver indovinato, ha solo la certezza che io l'ho amato, che io ho preso in considerazione la sua presenza e poi lo rimando a posto. La seconda volta, lui probabilmente con lo stesso timore della prima, perchè è nell'insicurezza, viene da me e mi dà quel brano ed io lo tengo, come diciamo noi in incubazione, mai strappare una parola quando viene aperta; si lascia lì, in gestazione è lo Spirito che susciterà attraverso una preghiera, una esortazione, una visione, la possibilità che quella parola diventi immediatamente attuale, profetica, allora mai sottovaluta-re o spegnere le ispirazioni che alcuni fratelli possono avere.

Lì è il discernimento, sapere capire questi tempi che lo Spirito ci sta donando e poter fare un ordine all'interno della profezia.

Cosa si fa quando ne arrivano tante nello stesso momento? Si aspetta.

Si legge la prima che è arrivata ed a questa si dà autorità? Non è possibile bisogna aspettare la seconda, e quando la seconda dice una cosa diversa dalla prima, cosa si fa, si tira ad indovinare? No, si aspetta ancora lì.

Lo Spirito susciterà in un altro modo, nel cuore di chi anima od attraverso l'as-semblea, con una preghiera che possiamo sentire, che ad alcuni potrà sem-brare fuori luogo, ma che invece improvvisamente diventa la conferma di una delle parole che abbiamo. Al canto, che improvvisamente l'animatore della preghiera che per noi, magari spropositatamente intona e che diventa voce profetica, allora l'ordine viene. Lo Spirito suggerisce sempre una strategia con la quale il Signore ci ha parlato. E' un cammino che la profezia fà all'interno dell'incontro di preghiera. Bisogna educare l'assemblea ad avere questa forma di disciplina, non leggere immediatamente. Bisogna avere tanto discernimen-to, questo è importantissimo in ogni dono. Il profeta deve avere autodiscerni-mento. Il primo discernimento, quando il Signore dà un dono di profezia, è in chi lo esercita. Il profeta ha sempre la visione della profezia, sempre ci deve essere, E' un lampo che ti attraversa e che ti scuote immediatamente, tu in quell'istante in cui stai leggendo la parola, e solo in quel momento è vera. Il discernimento è soggettivo, questo è importante. Il discernimento deve essere oggettivo o dottrinale. Immediatamente debbo chiedermi, questa ispirazione, questa visione, questa parola, dottrinalmente è fondata?

Soprattutto quando si tratta di profezie mentali, od immagini, mettete al vaglio le vostre ispirazioni, 1Gv. Saggiamo le nostre ispirazioni prima di parlare e poi verificare se quella parola porta frutto. Il primo discernimento deve essere nella comunità, se la profezia non scuote, non è una parola profetica perchè quando si proclama quella parola, immediatamente i cuori debbono scoppiare, il cuore si riempie di gioia, la lode fluisce, l'adesione al progetto di Dio diventa più facile, è questo il discernimento comunitario, si vede immediatamente se quella parola sta portando frutto. Questi criteri sono elementari per compren-dere se la nostra comunità è profetica, anche senza le manifestazioni dei numeri o delle visioni elaborate. Il compito è sempre quello, di edificare l'as-semblea, non la persona. Il canto in lingue, dice Paolo , ha la caratteristica di edificare chi lo intona, ma tutti gli altri doni profetici, hanno come regola l'edifi-cazione della comunità, debbono portare pace e si debbono svolgere in un contesto di ordine e di decoro. Se la comunità non è ordinata e decorosa, la profezia non attecchisce, perchè c'è rumore. Le parole profetiche iniziano con: ascolta.

Cosa dice il Signore quando chiama un profeta? Leggetelo in tutti i profeti è una costante: chiama, e poi ti dice alzati, avvicinati, voglio parlare, ascolta. Questo silenzio deve rompere assolutamente il ritmo della comunità, se no non è possibile il Signore che parla. Quindi ordine e decoro in una comunità, altrimenti non ascoltiamo il Signore che parla.

 

Forma di profezia per immagine profetica.

L'immagine può essere completa, può delinearsi in maniera completa innanzi a noi, ed essere esposta al tempo stesso di chi ha ricevuto l'immagine. La profezia, invece, può essere incompleta nel senso che ci sono alcuni che han-no l'immagine, ma non sono capaci di esprimerla. Hanno un'immagine netta, nitida, ma non sono capaci di spiegarla. La profezia può essere anche frammentaria, quando praticamente l'immagine c'è, ma nell'esporla non siamo capaci di farci comprendere. La visione è nitida dentro di sè, ma è nell'esporla che non riesce, se non attraverso il dire, il completarsi dell'immagine ed il defi-nirsi, così ancora meglio. Lì c'è stata una ispirazione, c'è stato un dono.

L'animatore è capace di cogliere immediatamente il senso di questa profezia, che poi tutte queste profezie debbono essere interpretate. In una comunità l'animatore deve poter dirne il significato, non basta dire ciò che si è visto, ma l'esortazione è una regola. La proclamazione della parola di Dio deve sempre essere accompagnata dall'esortazione. Non tutti i fratelli che hanno il dono di profezia, hanno il dono dell'esortazione, anzi hanno e debbono avere un discernimento che il Signore dona, ma non sempre poi hanno l'autorità per esortare. Il Signore ci parla e c'insegna qualcosa, in quel modo.

Ci sono gruppi che non crescono perchè non sono capaci di compromettersi, davanti alla parola di Dio, e con la preghiera che è il modo d'interiorizzare la parola di Dio, di vivere la parola di Dio, non trova nel gruppo uno, che ne diventi tramite, ministro. Molti gruppi non hanno il dono di avere dei maestri, allora il Signore, parla lì, nel gruppo di preghiera, se la parola di Dio è accompagnata sempre dall'esortazione. Cosa vuole il Signore da noi? Dall'esortazione, l'atteggiamento che bisogna prendere, l'impegno che bisogna prendere, il modo d'interiorizzare la parola, può essere un gesto, una danza, una preghiera corale, questo è l'animatore, qualcuno che convoglia, pianifica, organizza un pò tutto il materiale che lo Spirito gli mette a disposizione, perchè i fratelli possano essere edificati. Tutti i carismi debbono avere questo fine: L'edificazione. Una persona che cerca di coordinare, queste istanze che lo Spirito sta suscitando in un atteggiamento di ordine e di decoro, quindi i fratelli debbono essere messi in una posizione che possano lavorare con serenità, perchè se c'è una comunità disordinata, dove chiunque si alza, chiunque anima, chiunque legge la parola di Dio, ecc. l'equipe non serve a nulla. Es. se qualcuno dicesse, io sono un anziano, io sento che il Signore.... no non va bene, questo è un altro errore grandissimo che si fa.

Il fatto di avere la presunzione della profezia se un fratello ha proclamato una parola, anch'io sento che la mia parola va proclamata e la proclamo, solo con l'effetto di aver confuso i cuori e le menti, ed allora può anche essere che la mia parola avesse la priorità, ma bisogna sottomettersi. I profeti siano sottomessi ai profeti, è meglio tacere e fare comunione con il fratello che mi ha preceduto. Chi può pregare sui fratelli? Tutti? No I nuovi del gruppo no.

I responsabili perchè sono anziani? No. Quelli che hanno più autorità? No.

Chi ha grande compassione nel cuore: la compassione è un dono dello Spirito

Un cuore misericordioso, la compassione nel cuore, cioè persone che nel modo in cui parlano, nel modo in cui vivono, nella vita che conducono cercano i poveri, cercano gli umili, fanno servizio agli ammalati, nelle loro preghiere emerge sempre questo aspetto e che è possibile vedere tutto ciò, senza bisogno di discernere, basta guardare una persona e normalmente sono quelli che non esercitano un ministero, queste sono già persone adatte.

Questi fratelli debbono essere aiutati, perchè hanno un ruolo molto importante.

Chi può farlo ancora? Chi è libero, e qui diventa difficile, perchè è difficile trovare persone libere, attenti se non si è canali liberi, non circola niente. La preghiera deve circolare, perchè se una persona non è libera, non può diveni-re canale o strumento di libertà. Libera vuol dire avere una preghiera con Dio confidente, una preghiera filiale che fà emergere una capacità di abbando-narsi, abituati a parlare con Dio, altrimenti cosa volete che gli chiedano?

La profezia. Intanto non essere gelosi di chi è profeta nella comunità e che il Signore susciti altri profeti. Guai ad essere gelosi, purtroppo questo è un grande peccato che dobbiamo confessare. Sapete quando siamo gelosi? Quando anzichè stupirci, ci preoccupiamo se un fratello viene da noi con la Bibbia aperta. La gelosia, ci fa pensare, ci fa dire: ma guarda un poco. Abbiamo quasi paura che ci può essere qualcun altro. Voglia il Signore che le vostre siano tutte comunità di profeti. Paolo dice: tutti potete profetare.

Naturalmente uno per volta, non si faccia confusione, ricordiamo l'ordine, la sottomissione, il discernimento. Nella comunità, poi distingueremo i profeti occasionali dai profeti che hanno carismi residenti, cioè ricorrente. Nelle vostre comunità ci sarà un fratello, o una sorella che ha un dono riconosciuto.

Ci sarà qualcuno che avrà l'apertura spontanea ed ispirata della Bibbia, ci sarà qualcuno al quale il Signore più costantemente parla. Mi auguro che si sia individuato un profeta, perchè il Signore lo vuole nella comunità. Questi doni vanno chiesti. Signore noi vogliamo i profeti, senza profeti non si cresce, prendi chi vuoi, scegli chi vuoi, ma abbiamo bisogno della profezia. Nel progetto di Dio non esistono rassegnazioni o dimissioni, tempi di attesa e di isolamento, sono preludi ad invasione di spiriti maligni, che vengono a creare fastidi nei nostri gruppi. La paura dello spirito, la paura dei fratelli, l'indegnità, lo scoraggiamento, c'è n'è di tutti i tipi, tutti spiriti negativi che inquinano il gruppo. Voglia il Signore inviare i profeti. Alcuni potranno esserlo occasional-mente, altri saranno residenziali. Questi carismi di profezia residenziali, dob-biamo chiederli al Signore e questo ci permetterà di vivere, come dice Paolo, di sottomissione reciproca. Quando si parla di sottomissione reciproca, si fa ri-ferimento ai profeti che hanno questo carisma riconosciuto, ricorrente, e coloro che di volta in volta lo Spirito può suscitare con una parola di profezia, proprio perchè nessuno può avere la presunzione di essere profeta e perchè la profezia, come dice Paolo è sempre impura. La profezia è impura, imperfet-ta.

Perchè è impura? Perchè la profezia è un lampo divino, immediatamente ritrasmesso da uno specchio. Lo specchio siamo noi, il lampo divino è l'ispirazione di Dio che l'uomo non può ritenere e che deve immediatamente trasmettere. Lo specchio non trasmetterà mai la vostra im-magine perfetta, sarà sempre in qualche modo alterata, appiattita, allungata, deformata. Lo specchio non ha il potere di definire perfettamente la vostra immagine. Anche gli specchi più belli, non potranno mai rendere la persona presente. Se poi lo,specchio è un pò sporco, un pò opaco, è ancora peggio, imperfetta è la nostra profezia. La profezia è questo lampo divino che il profeta deve trasmettere, nel rigore che è proprio del profeta. Il Signore aggiunge la morte per un profeta che dice qualcosa di suo. Dt.18 / Ez.13 / Ez.33.

Il Signore è severissimo con i profeti, essi sono voce e Gesù è il Verbo.

C'è una voce, e c'è una parola. Noi siamo soltanto voce di uno che grida. Le parole, il contenuto è una tromba, il fiato lo mette lo Spirito, il suono è il prodotto di una operazione divina. La virtù che sorregge tutti i carismi è la fede. Vengono concessi per fede ed esercitati mediante la fede e debbono provocare la fede. Questo debbono fare le nostre profezie.

 

        

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