BREVE CATECHESI SULLA CONFESSIONEezzati


LA SALVEZZA CRISTIANA  

 IL PIANO DELLA SALVEZZA 

La "Grazia divina" è il dono gratuito fatto all'uomo della Vita intima di Dio. La Grazia

* è donata per merito di Gesù Cristo;

* è comunicata soprattutto nei Sacramenti;

* è accolta per la fede;

* alimenta l'Amicizia con Dio (vita di Grazia);

* santifica e rende feconda di bene l'esistenza dell'uomo;

* lo sostiene nei suoi specifici compiti.

Chi è "in Grazia" è in "sintonia" con Dio, cioè è "giustificato".

 IL PECCATO

    "Il peccato è una mancanza contro la ragione, la verità, la retta coscienza; è una trasgressione in ordine all'amore vero, verso Dio e verso il prossimo, a causa di un perverso attaccamento a certi beni. Esso ferisce la natura dell'uomo e attenta alla solidarietà umana." (CCC 1849). Il peccato è sempre offesa fatta a Dio e, insieme, danno recato ai fratelli, poiché "gli uomini sono uniti fra di loro da uno stretto rapporto soprannaturale, in forza del quale il peccato di uno solo reca danno a tutti, e a tutti porta beneficio la santità del singolo". "Nel sacramento della Penitenza, perciò, i fedeli ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a Lui e, insieme, si riconciliano con la Chiesa che è stata ferita dal loro peccato" (Rito della Penitenza 5).

    L'inclinazione al peccato è presente nella natura umana come una sua debolezza costitutiva, conseguenza del peccato originale. Per questo spesso l'uomo fa ciò che non vorrebbe e non fa ciò che vorrebbe. Questa inclinazione si chiama chiamata "concupiscenza"; essa non è ancora peccato, ma con l'aiuto di Cristo deve essere combattuta e convertita in inclinazione al bene.

 Esistono due specie di peccato:

I) - il PECCATO MORTALE: "è una violazione grave della legge di Dio" (CCC 1855), che causa la rottura dell'Amicizia con Lui (grazia divina) e la conseguente morte spirituale. Il peccato mortale "Se non è riscattato dal pentimento e dal perdono di Dio, provoca l'esclusione dal Regno di Cristo e la morte eterna dell'inferno" (CCC 1861). Perché vi sia un peccato mortale si richiede: 1) materia grave, "precisata dai Dieci comandamenti" (CCC 1858); 2) piena avvertenza della mente; 3) deliberato consenso della volontà.

II) - il PECCATO VENIALE: è una violazione leggera (per materia o per difetto di consenso) della legge di Dio, che provoca la venatura dell'Amicizia con Lui, "ostacola i progressi dell'anima nell'esercizio delle virtù e merita pene temporali" (CCC 1863). Il peccato veniale non va trascurato perché costituisce una fragilità spirituale e "ci dispone a poco a poco a commettere il peccato mortale".

Il sacramento della Penitenza è rimedio salutare sia che il cristiano si trovi in peccato mortale, sia che, semplicemente, abbia commesso solo peccati veniali.

I°) - Nel caso di peccato mortale, per ottenere il perdono, il fedele deve confessare al sacerdote tutti e singoli i peccati gravi che, con l'esame di coscienza, ha presenti nella memoria. Senza questa confessione non si deve ricevere la Comunione. La Chiesa prescrive ad ogni fedele l'obbligo di confessare i peccati gravi almeno una volta all'anno (CCC 1457).

II°) - Nel caso dei peccati veniali, è molto utile il ricorso assiduo e frequente (ogni mese circa) a questo sacramento. Non si tratta, infatti, di una semplice ripetizione rituale né di un esercizio psicologico, ma di un costante e rinnovato impegno a tessere l'Amicizia con Dio. La confessione frequente, perciò, è valida e giustificata.

 IL PENTIMENTO

    Il pentimento è il moto interiore che Dio suscita nel peccatore affinché 1) senta disprezzo dei suoi peccati e ne provi dolore: CONTRIZIONE; 2) li riconosca sinceramente davanti a Dio e ai fratelli, disponendosi a ricevere il perdono: CONFESSIONE; 3) si riaccenda in lui l'amore per Dio col proposito di riparare ai peccati commessi e di evitarli in futuro: SODDISFAZIONE;

    Il peccatore che segue il moto del pentimento e ne compie gli atti ottiene il perdono di Dio ed è salvato: ASSOLUZIONE.

 IL PERDONO

* Il perdono (= "iper-dono", cioè dono per eccellenza) è la "riconciliazione" piena e gratuita dell'uomo con Dio, coi fratelli e con se stesso.

* Solo Dio può concedere il perdono. * Questo perdono è già stata concesso a tutti gli uomini per i meriti di Gesù crocifisso. * Questo perdono è più grande di qualsiasi peccato (Rm 5,20). * La Chiesa, prolungamento del Cristo, è depositaria di questo perdono, e ha ricevuto dal suo Signore il potere, il comando e i mezzi per estenderla a tutti, ovunque. Quindi "la riconciliazione con la Chiesa è inseparabile dalla riconciliazione con Dio" (CCC 1445).

* Questa perdono è offerto all'uomo peccatore soprattutto attraverso:

- il BATTESIMO: immersione nel perdono di Dio e inizio dell'Amicizia con Lui: "Credo in un solo battesimo per il perdono dei peccati" (Credo).

- la PENITENZA: reimmersione nel perdono e ripresa dell'Amicizia: "A chi rimetterete i peccati saranno rimessi" (Gv 20,23).

- l'EUCARISTIA: memoriale della morte riconciliatrice di Gesù: "Questo è il calice del mio sangue versato per voi e per tutti in remissione dei peccati" (Mt 26,27).

* Questo perdono è accolto dall'uomo quando, sinceramente pentito dei suoi peccati si accosta ai sacramenti, soprattutto alla Penitenza.

I QUATTRO ATTI DEL RITO

I°- CONTRIZIONE (nel cuore): "E' il dolore dell'animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire" (CCC 1451). E' dalla contrizione che inizia il cambiamento intimo e radicale dell'uomo: egli non pensa, non giudica e non agisce più secondo "Satana", la "carne" e il "mondo", ma comincia a riordinare la sua vita secondo Dio, Gesù Cristo e la sua Chiesa.

II°- CONFESSIONE (sulla bocca): è il riconoscimento (esame) e la dichiarazione (accusa) sincera dei peccati, fatta davanti a Dio e ai fratelli, rappresentati dal sacerdote. La confessione: * esige un esame diligente della propria coscienza (le motivazioni, gli atti e gli effetti della propria condotta); * va fatta alla luce della misericordia di Dio; * suppone nel penitente la volontà di aprire il cuore al sacerdote; * è rigorosamente segreta; * permette al sacerdote la formulazione di un discernimento spirituale in base al quale egli pronunzia - "in persona Cristi" - il giudizio.

III°- SODDISFAZIONE (nelle opere): è l'emendamento della vita e la riparazione dei danni arrecati (ad es. restituzione dei beni rubati o della reputazione calunniata). Ogni peccato, infatti, oltre che offesa a Dio è danno recato ai fratelli. Solo se c'è la soddisfazione per le colpe commesse, la conversione diventa piena e completa. La soddisfazione: * dev'essere commisurata alle capacità e alla situazione del penitente; * deve corrispondere, per quanto possibile, alla gravità e alla natura dei peccati; * deve essere una medicina efficace contro quel genere di peccati.

* le tre "vie" classiche di riparazione sono il digiuno, la preghiera e l'elemosina.

* Particolare valore soddisfatorio ha la accettazione della propria croce (sofferenze, malattia), perché ci assimila maggiormente alla Passione del Signore (CCC 1460).

IV°- ASSOLUZIONE: è il segno sensibile compiuto dal ministro (formula di assoluzione) attraverso cui Dio concede al peccatore pentito "il perdono e la pace". Dio, infatti, vuole servirsi di segni sensibili per conferirci la Salvezza.

 

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