LE STRATEGIE PER VIVERE COERENTEMENTE IL VANGELO
NEI GRUPPI DEL RnS
Non ci sono delle regole precise per aiutare un gruppo a vivere
coerentemente il Vangelo, ma esistono degli strumenti utili che in sintesi esamineremo
assieme e che vogliono aiutare ciascuno di noi nel cammino che abbiamo intrapreso : quello di vivere la Signoria di Cristo al servizio degli altri
1. Discepolato reciproco:
Discepolato = rapporto di insegnamento, di addestramento e di correzione
Reciproco = rapporto personale con l'altra persona.
Discepolato :Non è una nuova invenzione. E' il metodo che usava Gesù con
i Dodici. Dice Prado Flores nel suo libro "La formazione dei Discepoli" che il
compito principale di Gesù, durante i suoi tre anni di ministero non fu quello di
attendere alle moltitudini che lo seguivano. La sua preoccupazione principale si
concentrò (attenzione alla parola concentrare: non significa che trascurava gli altri)
sui suoi discepoli sino a che i dodici di essi giunsero ad essere maestri. L'opzione
preferenziale di Gesù fu quindi di formare discepoli, capaci di generare nuovi discepoli.
Il grande compito lasciato da Gesù ai suoi fu: Andate e fate discepoli tutte le
genti . " Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel
nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò
che vi ho comandato." (Mt 28,18-20)
Evangelizzare non si riduce a comunicare un messaggio o ad annunciare la
buona novella, ma diventa un lavoro da scultore,.formare discepoli di Gesù. Anche Paolo
usò il metodo di Gesù con Timoteo " ..le cose che hai udito da me in presenza di
molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a
loro volta anche altri."
Discepolato va oltre il campo della direzione spirituale. Non riguarda solo la crescita
spirituale ma anche la formazione del carattere e gli insegnamenti fondamentali della vita
cristiana e del servizio
E' diverso dal rapporto tra confessore e penitente o tra medico e paziente. Tra di loro
c'è un problema: Il peccato nel primo caso, la malattia nel secondo caso.
Il discepolato vuole aiutare la persona a crescere in tutte le dimensioni della vita
cristiana.
Reciproco: in quanto bisogna mettersi in rapporto personale con un'altra persona. Anche il
responsabile ha bisogno di crescere.
2. Costruire il gruppo. Gruppo di persone
che si incontrano regolarmente per condividere la Parola di Dio e la loro vita di
cristiani, per aiutarsi reciprocamente, nel Signore, confessando debolezze e incoerenze,
per ricevere incoraggiamenti e correzioni ed anche insegnamenti.
Questo insegnamento non è solo per il nostro gruppo di crescita, ma deve essere esteso
anche alle famiglie, ai quartieri, alla rimanente parte del gruppo. Se il gruppetto si
consolida anche il gruppo cresce trasformando anche il paese, un po' come il lievito nella
pasta. In questo caso il gruppo è da fermento per gli altri.. "Ai membri del
Rinnovamento, dice Don Dino nel suo libro "Un canto di Giubilo" è richiesto di
avere quotidianamente un momento di preghiera personale, di riscoprire la Sacra Scrittura
e i sacramenti, di sforzarsi per realizzare una forma di cambiamento della mentalità nel
giudicare quali siano realmente le cose importanti nella vita sociale e in quella
familiare. Occorre essere perseveranti in tutto in quanto "la conversione", dice
Don Dino, può anche manifestarsi in pochi secondi, ma il suo consolidamento ha bisogno di
tempo." I punti fermi di un gruppo del rinnovamento, prosegue Don Dino, sono prima di
tutto l'incontro di preghiera settimanale e gli eventuali appuntamenti di catechesi,
partecipando in maniera seria alla vita del gruppo del quale si fa parte"
Il gruppo , dice Padre Mario Pancera, è il luogo del rifornimento spirituale settimanale,
Senza il gruppo si muore. Esso offre l'alimento necessario per vivere gli impegni assunti,
aiuta ad usare e sviluppare i carismi, impedisce l'usura dell'ambiente e del tempo.
Il gruppo non è il fine, ma è il mezzo per giungere a Dio.
3 Insegnamenti pratici: Se vogliamo che la
gente preghi, che cammini nello Spirito, che costruisca una famiglia cristiana, dobbiamo
insegnare come fare praticamente.
Nonostante gli insegnamenti dottrinali e morali che riceve in Chiesa, la gente i modelli
di vita pratica che vengono divulgati attraverso la radio la televisione. Per esempio
circa il sesso, il matrimonio, i figli, le emozioni, la ricchezza, è necessario
trasmettere come vivere praticamente da cristiani (Sesso: Metodi approvati dalla Chiesa
ecc)
E' bello parlare di grandi ideali, ma se poi non si insegna alla gente come attuarli, c'è
il rischio che ognuno sene vada in crisi. Naturalmente questo non si può fare con i
grandi gruppi, ma nei piccoli gruppi riesce bene perché c'è un rapporto personale.
Naturalmente per poter introdurre gli altri nella pratica della vita cristiana o sociale
occorre personalmente che ognuno di noi l'abbia prima assimilata. Attenzione un cieco non
aiuta un altro cieco a camminare
Se non ho esperienze o vissuto matrimoniale non posso fingermi "consultore", ecc
In questo caso esiste un organo di smistamento delle problematiche che è il pastorale o
il coordinatore. Il coordinatore dice il Regolamento del Rns, oltre a creare un clima di
corresponsabilità e di comunione sia all'interno dell'ambito di sua competenza sia
all'esterno verso le altre realtà ecclesiali e sociali, deve sapere bene verso e dove e
in quale modo deve condurre il gruppo. Ci sono anche dei principi fondamentali che
ci possono aiutare:
Sette sono i principi che regolano la vita del gruppo:
1 Principio del governo: E' il principio
della porta: Se entri in una proprietà, lo fai attraverso uno che è responsabile. Se
riconosco il Signore, riconosco anche chi lo rappresenta (1Cor 16,15)
L'entrate nel discepolato esige una guida. Non si può far da se
2 Principio della trasparenza. Camminare nella luce
Camminare nella luce significa essere trasparenti gli uni e gli altri, essere onesti.
Niente sotterfugi, secondi fini. Il NT insiste nel confessarsi reciprocamente i propri
peccati Vedi Giacomo 5,16. Se provassimo a mettere in pratica almeno il solo Vangelo di
Matteo capitolo 18 tutti i problemi nei gruppi sparirebbero. (vedere cap 18 di Matteo
(Umiltà - Chiunque diventerà piccolo come questo bambino sarà il più grande nel regno
dei cieli, Contro lo scandalo, la pecorella smarrita, correzione fraterna, perdono
cristiano, servitore spietato)
3 Principio dell'umiltà. Il corpo funziona
quando ciascun membro serve tutto il corpo e non solo se stesso. L'umiltà del cuore è
necessaria per l'armonia e il successo. Vedi suggerimento nella 1Lettera di Pietro cap 5,
versetto 5-7 "Ugualmente, voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi
tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia
agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo
opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. Siate
temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro,
cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi
per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.
4 Principio della fedeltà: Maggiori responsabilità richiedono maggiore
fedeltà. C'è un passo di Luca cap 16 versetto 10 "Chi è fedele nel poco, è fedele
anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto Se dunque non
siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? 12 E se non
siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si
affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona".
5 Principio della generosità. Chi non è
capace di donare il suo tempo, la sua attività e anche se stesso ai fratelli non è
chiamato al servizio.
6 Principio della fecondità' la capacità
di trasmettere quello che si ha ricevuto. G Gesù parla del fico
sterile, del tralcio secco. Portare frutto non significa conquistarsi una posizione, ma
portare gente nel regno di Dio
7 Principio dell'amministrazione Accettare
la responsabilità o la corresponsabilità
Ci sono persone che si dicono mature perché hanno una certa età, ma non sono in grado di
assumersi responsabilità nell'aiutare altri a camminare nella fede. Mi pare che ci sia un
contrasto. O si è maturi per se e quindi per gli altri o non si è affatto maturi. Chi è
nel gruppo deve accettare e condividere le responsabilità. Come dal gruppo si riceve
tutto il supporto per il cammino nello Spirito così al gruppo si dona partecipando alla
vita e alle iniziative e condividendone gioie e preoccupazioni
Quando Gesù parlava di vino nuovo in otri nuovi per non perdere vino e otri (Lc 5,37-39)
voleva insegnare un principio di equilibrio pastorale. Per diventare buoni il vino ha
bisogno di tempo per superare le fasi della fermentazione, sedimentazione, invecchiamento.
Se il vino non è stagionato risulterà dolciastro o acetoso.
Lo stesso avviene nei gruppi. Occorre equilibrio per poter discernere quando un gruppo è
pronto. Quando cioè diventa vino buono
Ci sono anche qui Sette i principi per scoprirlo:
1. Comunità e individuo: Giusto equilibrio tra singolo e
collettività. Individualismo(ciò il singolo che vuol fare tutto da se senza rivolgersi
ad altri) e il comunitarismo(cioè quando si vuole a tutti i costi che tutto vada fatto in
comunità, anche le cose più banali) sono i due estremi da evitare. Il punto di
equilibrio secondo San Paolo si colloca nell'essere membri del copro. Ogni membro deve
avere la sua personalità, le sue motivazioni e le sue finalità, ma sempre all'interno
del corpo, in quanto il fine ultimo è l'edificazione del Regno, non l'esaltazione del
singolo
2. Verticale e orizzontale: Spiritualità verso Dio e verso i
fratelli
Una spiritualità autentica non si muove solo verso Dio, ma anche verso i fratelli. La
grazie non scende solo dall'alto, mediante Cristo, ma si muove anche lateralmente mediante
la collaborazione delle persone che servono il piano di Dio (Efesini 3,2 )"La
salvezza è sempre opera di Dio, ma include la collaborazione umana Sant'Agostino
"Quel Dio che ti ha creato senza il tuo permesso non può salvarti senza il tuo
consenso"
3. Ordine e spontaneità: Giusto equilibrio tra le due cose.
Anche qui i due eccessi fanno male. Se si improvvisa troppo si cade nel caos mentre se
programmiamo ogni cosa al minimo particolare cadiamo nella burocrazia che soffoca ogni
germe di spontaneità.
Bisogna aver fiducia nella guida dei fratelli anziani, anche a rischio di qualche errore
che va corretto con pazienza. I nuovi, invece, devono abituarsi al discernimento
specialmente a quello della profezia se tocca soprattutto le persone (attenzione a non
dare parole per gli altri ecc)
4. Silenzio e comunicazione: Non è il caso di confidare a
tutti quello che Gesù opera nella nostra vita.
Alcuni sono avari di informazione dando adito a illazioni, all'insicurezza e alla paralisi
altri invece comunicano troppo e senza alcun discernimento.
Anche Gesù dosava i suoi insegnamenti differenziando tra folle discepoli e i Dodici.
Gesù ha detto che non si deve gettare le perle ai porci (Mt 7,6)
5. Libertà e autorità: L'autorità è un carisma e
l'ubbidienza una virtù. Al di sopra di chi ha la responsabilità e di chi obbedisce c'è
il Signore di tutti.
E' completamente fuori strada chi pretende di comandare mettendosi al posto di Dio, in
quanto produce schiavitù. Costrizione, paura, ma è altrettanto fuori strada colui il
quale si sente completamente libero di fare nel gruppo ciò che vuole in quanto il suo
operato diventa disordine, testardaggine. ostinazione
6. Assoluti e variabili: equilibrio tra chi governa e chi
esegue. Esistono delle regole che vanno applicate in senso assoluto, quali quelle della
morale cristiana, sociale, comportamentale, ma esistono anche delle norme comportamentali
che vanno lasciate al libero arbitrio degli aderenti al gruppo.
7. Princìpi e persone: L'intransigenza a volte è più
rovinosa del lassismo
Al Signore interessa più la persona che il principio in quanto il sabato è stato fatto
per l'uomo e non l'uomo per il sabato. Il principio quando è tale non si discute ma
l'applicazione del principio deve tenere conto della persona, dei suoi tempi di
maturazione.
Quando ci sono in gioco delle persone è prudente non intervenire finche non si è sicuri
della volontà di Dio
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