Vis Polemica

Veterinari

di
Frunze




Dobbiamo ammetterlo: i veterinari non ci sono simpatici. Anzi, tranne qualche lodevole eccezione, non li sopportiamo proprio.

Certi operano nei macelli e forniscono assistenza alla figura dello squartatore; dunque il motivo per cui non riusciamo a tollerarli sara' abbastanza evidente. I macelli, luoghi nei quali parcheggiano soltanto tonalità di grigi appena rettificati dal rosso degli schizzi di sangue delle vittime, non possono non lasciare traccia in chi li frequenta: una traccia di perdita di umanità e di sensibilità. Poi non crediamo proprio che i (chissà quanto) solerti funzionari assicurino il rispetto delle regole che questa “società compassionevole verso gli animali” ha emanato per attenuare crudeltà gratuite; è una pretesa che contrasta con la nostra intima convinzione. Ma anche se così fosse, riteniamo che svolgere questa “azione progressista” significhi condividere perfettamente la logica dello sterminio di  milioni di animali costretti a nascere, violentati nei loro bisogni fondamentali e infine annientati. Se perseguono la salute delle loro vittime è solo perché salgano sul patibolo in piena forma.

Altri operano nelle università o nei centri di ricerca e quando non architettano strani intrugli da alchimisti – pensa alle farine animali per aumentare il rendimento dell’animale-macchina – inventano la storia del benessere animale associandolo rigorosamente alla salute del “consumatore”. I loro modi di esprimersi sono insopportabili. Essi oscillano fra poli di opposti inconciliabili, tanto inconciliabili che nessun bambino non violentato da questa cultura del sangue accetterebbe e che invece loro maneggiano mostrando la splendida maestria di giocatori delle tre carte. Così scopriamo obbrobri come “equilibrio ottimale tra salute dell’animale e efficienza economica” o “procedimento ottimale nel calcolo della sostituzione delle vacche da latte”. Insomma un linguaggio perfettamente ripulito dal quale non fuoriesce neppure una piega di oscenità, grazie al nauseante gergo razionale e scientista che cancella sensibilità, dolore, prigionia, morte per adottare un lessico a base di “sistemi di produzione”, “costi”, “redditività” applicato a ambienti in cui le mucche, i maiali e le galline si divertono a vantaggio della salute del consumatore.

Altri ancora operano negli studi privati per fornire servizi ai proprietari di “animali di affezione”. Se possibile, ci sono ancora più antipatici. In apparenza sono “migliori”. Infatti cos'è più bello che assistere i “proprietari” di animali che riversano il loro amore su piccoli esseri mostrando l’inevitabile perfezionamento della sensibilità della nostra civiltà radiosa? E’ proprio questo che li rende peggiori: la pretesa di essere migliori. Loro non assistono il boia, né hanno nulla a che fare con i macelli.

In uno di quei fogli orribili fatti di articoli per persone ottuse che hanno bisogno di testi premasticati e corti per sopperire a una indicibile incapacità di concentrazione, testi annegati nel vero motivo della  diffusione di questa stampa d’accatto, cioè l’invadente e asfissiante pubblicità, un veterinario risponde al consueto lettore che chiede consigli per regalare il cricetino al suo bambino (purtroppo il piccolo – spiace dirlo, sinceramente – ha scarse possibilità di crescere bene con tale padre). Il vet, che potrebbe disporre di un certo grado di dissuasione e sconsigliare la carcerazione di animali che dovrebbero vivere liberi se ne guarda bene di porre veti e stimola anzi all’acquisto. Naturalmente poiché l’animale è molto attivo, bisogna riconoscergli uno spazio adeguato perché possa muoversi con dovuta soddisfazione. E allora consiglia “ben” 1000 cm2, ovvero un ring di 33x33 cm. Come chiudere (a vita) una persona in una stanza. Inoltre si abbandona alla descrizione della capacità dell’animale di moltiplicarsi con la peggiore serie geometrica di malthusiana memoria. Ma non per mettere in guardia e provvedere, no, semplicemente per informare di una possibilità che potrebbe persino essere carina da osservare svolgendo una funzione pedagogica per il bambino.

Il veterinario che vuol dare una buona immagine di sé non mancherà di pronunciare frasi edificanti che inevitabilmente richiamano la responsabilità di ogni atto che compiamo: anche dell’acquisto del criceto. Perciò non rinuncerà a spendere un invito ad avere tutte le attenzioni per la piccola creatura che entrerà nella nostra casa. Ben sapendo che la maggior parte di questi animali, meno capaci di cani e gatti di instaurare un vero rapporto di scambio con i loro tutori (rapporto comunque insufficiente per costituire una garanzia per l’animale), passato il momento del primo interesse, rischierà veramente grosso.

Non ci sono eccezioni nelle categorie professionali. In quest’epoca di nani dalle ombre lunghe, l’unico motore dei comportamenti umani sono gli interessi nudi e crudi. Se studio per diventare veterinario dei piccoli animali, avrò l’interesse strategico all’intasamento delle case con animali di tutte le specie. Più saranno meglio sarà. La modernità è questa: la proliferazione di ruoli e la loro cristallizzazione attraverso la magica funzione dell’interesse, generatrice di ricchezza sociale e di armonia della collettività.




Data: 14/02/06

torna a: vis polemica

index