Contributi esterni

Miti da screditare

di
Clifford Warwick





Chi tiene in casa rettili giustifica il proprio hobby in molti modi. Ma se guardate un po’ più da vicino, scoprite che c’è più disinformazione che verità nelle loro rivendicazioni.


“La vita in cattività non è stressante come la vita in natura”

In natura, il tempo in cui una preda animale percepisce una minaccia e alla fine viene uccisa, è relativamente breve. Inoltre, in una situazione naturale, il sistema biologico è in grado di bloccare lo stress psicologico della preda e il dolore fisico. Quindi anche le morti più apparentemente tremende non sono così terribili come possono sembrare. In cattività, questo meccanismo non funziona, dato che le interazioni fra predatore e preda sono annullate, le opportunità di comportamento “naturale” sono manomesse, e vengono alterati i processi mentali naturali. Gli animali in cattività probabilmente vivono le sofferenze fisiche e psichiche in modo più netto. Anche se, superficialmente, gli animali in cattività sembrano “contenti”, il loro stress è continuo e innaturale dal momento della cattura alla morte.


“Pochi rettili muoiono durante il trasporto”

I rettili sono eterotermi: essi hanno necessità di temperature molto specifiche, e sono quindi molto sensibili ai cambi di temperatura che i mammiferi e gli uccelli. Inoltre, essi hanno un metabolismo estremamente lento, ciò significa che sebbene essi spesso sopravvivano al trasporto, l’avvento della malattia è solamente ritardato.


“I rettili non hanno percezione del loro stato di cattività”

Ciò che noi sappiamo della percezione nei rettili dell’ambiente in cui vivono, mostra che essi sono molto consci di esso. Essi sono, per esempio, estremamente sensibili a ogni sottile cambiamento chimico, sismico, tattile e visuale. Le differenze fisiche tra la condizione in natura e in cattività, luce, temperatura, umidità, la mancanza di una possibilità di comportarsi naturalmente e la mancanza di stimoli, sono tutti fattori che l’animale nota, sia psicologicamente che fisicamente. Il problema è che gli umani non notano come i rettili soffrono in cattività.


“I rettili in cattività vivono più a lungo”

E’ difficile dirlo, perché poco si sa sulla longevità in natura. Ma è probabile che i rettili generalmente vivano molto più a lungo in natura che in cattività. In termini di qualità di vita, basterebbe semplicemente sfogliare un buon libro di patologia per vedere cosa la cattività fa ai rettili.


“Un animale che si alimenta, cresce e si riproduce, è a posto”

Anche gli animali che appaiono a posto, probabilmente soffrono di traumi e malattie nascoste.


“I rettili non hanno bisogno di molto spazio”

I rettili che vivono in cattività spesso si spostano lungo distanze di molte centinaia di metri, anche chilometri, ogni giorno. Piccole specie, o giovani, possono essere tanto attive come le specie più grandi, o adulte, a volte di più. Anche le gabbie più spaziose non possono riprodurre ciò.


“La detenzione di animali incoraggia il rispetto per essi”

Se ciò fosse vero, noi dovremmo vedere che, per le decine di milioni di rettili che soffrono e o muoiono a causa del commercio ogni anno, è emerso un consolidato gruppo di naturalisti. Questi individui dovrebbero allora provare che non sarebbero diventati naturalisti se non fosse stato per i loro animali. La detenzione di rettili è disastrosa per la conservazione delle specie e per il rispetto della natura. In più, la prematura perdita di un animale spesso reca grande dolore agli uomini. Molti rettili in cattività vengono lasciati a gruppi di recupero o abbandonati negli habitat locali e possono diventare una minaccia esterna per l’ambiente autoctono.



di Clifford Warwick*

(da BBC Wildlife, n. 3, marzo 2001 Trad. Giuliano Sadar)


* Clifford Warwick, biologo inglese, da più di 20 anni lavora sull’interferenza umana sulla vita dei rettili.




Data: 01/09/02

torna a: contributi esterni

index