I – Incertezze sul concetto di “progresso”
nella storia
Tanti anni fa mi chiedevo se quella terribile cosa politica
chiamata Democrazia Cristiana fosse veramente eterna e destinata
a collassare solo con la seconda venuta di Cristo in Terra. Mi
sembrava impossibile che la storia non progredisse nel nostro
Paese e fosse cementata in una struttura politica rigida e
inamovibile. Quello che mi dava più fastidio della DC era
la sua natura apparentemente popolare, quel suo concedere le
orecchie a tutte le esigenze emergenti per poi frustrarle o
corromperle. Se una associazione avesse raccolto migliaia di
firme, chessò, per rendere obbligatoria la toelettatura
una volta al mese ai cani di proprietà, il
referente di turno (ministro, deputato, sindaco) avrebbe aperto
l’uscio con un grande sorriso, avrebbe accennato un
inchino, accolto il pacco delle firme con fare cerimonioso,
promesso attenzione al problema e una volta congedato l’ospite
avrebbe usato la carta delle firme in modo improprio.
Questa brutta forma di ipocrisia, portato di italianità e
cultura pretesca è finalmente finita. Un esempio è
dato dalla recente esperienza patita dalla LIPU. La LIPU ha
raccolto 200 mila firme per chiedere l’abolizione
dell’autorizzazione ad abbattere in deroga alle leggi
uccellini protetti come fringuelli, passeri e peppole e altri
piccoli insettivori ma quando si è presentata alla porta
del ministro delle politiche agricole Luca Zaia ha bussato
invano. Il ministro non ha ricevuto. Probabilmente avrà
pensato che se nell’uso improprio quella carta doveva
finire, tanto valeva che la usasse direttamente il legittimo
proprietario. Non serve argomentare che gli uccellini insettivori
sono amici dell’agricoltura; al ministro che gliene frega?
Gli insetti si combatteranno con la chimica. Per i dirigenti
dell’associazione conservazionista la raccolta delle firme
ha “irritato” qualcuno. Si deve pensare che questo
qualcuno sia un amico del ministro e abbia fatto delle pressioni.
Altrimenti come leggere la frase? Ma se fosse così allora
che si pretende? Cara LIPU: ubi major...
Ora, il problema diventa: era meglio prima o adesso? Da un certo
punto di vista la condizione che prevede l’esistenza del
ministro Zaia sembrerebbe progressiva; non tanto nel
miglioramento delle istituzioni, ovviamente, quanto nella visione
che esse inducono nell’umano onesto. Infatti è bene
sapere con chi si ha a che fare mentre sgradevole è
riporre speranze in personaggi tanto lontani dalle nostre
motivazioni. D’altra parte il fatto parrebbe illustrare una
pessima degenerazione del potere che dimostra una arroganza che
rasenta la violenza. Taci o suddito... a te non è concessa
parola! Senza contare che anche la LIPU non ci fa una bella
figura quando dice: “...con tutto il rispetto per le
Istituzioni [notare la scritta in maiuscolo n.d.r.] non [è]
corretto nei confronti delle tante persone che si sono
sinceramente impegnate ed hanno firmato la petizione”. Non
comprendo bene: le istituzioni democratiche si meritano rispetto
se rispettano, altrimenti no. Sembrerebbe quindi che la
nuova arroganza dura del potere, a differenza di quella
morbida del passato, inibisca la sana reattività
nei soggetti che subiscono. Parto di qui per rivalutare la
politica degli scorsi decenni fintanto che la mente non ricade
nell’argomento della cultura italiota e pretesca. Così
rimango chiuso in un circolo vizioso che non permette giudizio
definitivo.
II – Altre incertezze sul concetto di progresso nella
Storia
C’è una nuova nuova responsabile delle politiche
venatorie e della fauna per il Pd: si chiama Susanna Cenni,
giunta all’incarico su proposta del fiero combattente
Walter Veltroni che ha chiesto alla parlamentare toscana di
operare in stretto raccordo con il Ministro ombra dell'ambiente,
Ermete Realacci e con il Ministro ombra delle politiche agricole
e Forestali, Alfonso Andria. Ermete Realacci, lo sanno tutti, è
il deus ex machina di Legambiente, quella sana
associazione specista. Alfonso Andria non lo conosco, ma sono
sicuro che aprirebbe la porta alla LIPU per ricevere la raccolta
delle sue firme. Per farne cosa, non so. Ma lasciamo perdere i
dettagli e concentriamoci sulla nuova responsabile per le
politiche venatorie.
Alcune frasi sue:
1) – "Quando prevalgono gli opposti estremismi -
continua Cenni - si rischia di fare passi indietro, come dimostra
l'attacco dei parlamentari del Pdl alla 157, l'unica legge quadro
sulla tutela della fauna e sulla regolamentazione del prelievo
venatorio". 2) – "...intendo ripartire per
affrontare temi che vanno dall'inserimento dello storno tra le
specie cacciabili, ai danni prodotti dalla presenza eccessiva di
fauna nei territori". 3) – "Dobbiamo lavorare
per un'attività venatoria responsabile e sostenibile [...]
a partire dalla conservazione della fauna cone bene comune". 4)
– "La posizione del Partito Democratico è
sempre stata, al contrario, di grande attenzione verso la vigente
legge che ha consentito, là dove correttamente applicata,
di raggiungere traguardi importanti dal punto di vista
conservazionistico e di definizione di una caccia gratificante e
di qualità per chi la pratica".
La prima frase impiega la pesante espressione “opposti
estremismi” ed è chiaro chi comprenda in questa
bella “categoria”. Con la seconda si dice disposta ad
accettare l’inserimento di specie nuove tra quelle
cacciabili. Con la terza definisce la fauna “bene comune”.
Comune di chi, ben si comprende. Con la quarta asserisce
che la caccia deve essere di qualità (magari bio, perché
no...) e gratificante. Insomma andare per campagne ad ammazzare
deve produrre divertimento. Affinché il divertimento sia
assicurato occorre naturalmente che la fauna sia conservata così
la fucilazione può prolungarsi in eterno.
Ma perché mi rinasce il dubbio relativo ai progressi della
civiltà e della Storia? Ho letto il libro di Jim Mason:
“Un mondo sbagliato” il cui sottotitolo suona
così: “Storia della distruzione della natura,
degli animali e dell’umanità”. Il libro
offre una sequenza di descrizioni veramente impressionanti su
riscontri antropologici che fanno risalire alla civiltà
patriarcale la nascita di quel machismo distruttore e iniziatore
dell’eone disperante nel quale sono immerse le nostre
esistenze. Orbene, tale evento avrebbe comportato la fine di una
precedente civiltà a supremazia femminile nella quale il
rapporto con la natura sarebbe stato improntato dal rispetto per
gli altri abitanti del pianeta e per la vita in generale. Ora,
dopo 10 mila anni di patriarcato, la faticosa ascesa delle donne
in una condizione che vede meno subordinazione all’uomo,
meno destino biologico, più autonomia e istruzione e,
ultimo ma forse più importante, più partecipazione
alla vita pubblica, ci indurrebbe a pensare alla fecondazione di
una società dura con elementi di addolcimento dei costumi
e delle abitudini. Insomma un miglioramento della realtà
complessiva dopo millenni di cultura machista indisturbata.
E invece cosa ti trovi? Donne che considerano la caccia in un
contesto di economia di necessità? No, perché per
fortuna la caccia non è una necessità! Donne che
rivolgono un pensiero di gratitudine alla vittima la quale, col
suo corpo, permette ai suoi bambini di sopravvivere? No, di
nuovo. Mica siamo nel paleolitico! Ti trovi donne moderne che
ammazzare la considerano un’attività
gratificante. Rifletto e penso che queste moderne diane sono mica
poche. Senza bisogno di andare a pescare Sarah Palin che si
diverte a mitragliare alci e a squoiarli direttamente per fare
vedere quanto è macha, penso a una signora nominata a suo
tempo in casa DS responsabile per le ATC subito dopo aver firmato
un manifesto zoofilo. Penso anche a una comunista DOC (per modo
di dire) tutta mutande e camicia con i suoi elettori cacciatori.
Infine penso a quelle novelle cacciatrici viste in un filmato che
si proponeva di registrare la diffusione della caccia tra il
gentil sesso. “Beccato!” gridava raggiante una di
loro vedendo la sua vittima cadere.
Non voglio espandere il discorso alle donne-soldato, alle donne
magistrato, alle donne capitane d’industria, ecc. che
spesso mi suggeriscono una tesi analoga, solo più
difficile da dimostrare. Rimango nell’unico ambito che mi
viene in mente in cui la connessione con la violenza perpetrata
su vittime sacrificali indifese è diretta, inequivocabile,
indifendibile: la caccia.
E allora mi chiedo di nuovo: ma la storia va avanti con
l’emergere dei nuovi soggetti oppure la civiltà
basata sul machismo, sul capitalismo, sul patriarcato riesce a
corrompere il nuovo trasformandolo a sua immagine e somiglianza?
Chissà.
III – Per concludere: incertezze finali sul concetto di
progresso nella storia
Vorrei riprendere un paio di frasi già trattate in altro
luogo per inserirle nel contesto che problematizza il progresso
nella storia. La sottosegretaria al Ministero della Salute,
Francesca Martini, ha prodotto nel giro di pochi giorni due
dichiarazioni distinte.
1) “... il nostro è un Paese che pone il
benessere animale e la promozione della presenza di Animali da
affezione nelle nostre famiglie come pilastro di civiltà”. 2)
“Ritengo molto importante per il mondo venatorio la firma
di un’ordinanza che va proprio nella direzione della tutela
di tradizioni che hanno fatto parte dell’identità
della nostra terra. Chiaramente la firma di questo provvedimento
viene in un momento in cui sono venute praticamente a decadere le
motivazioni per le quali era stato precedentemente vietato l’uso
dei richiami vivi (l’aviaria, n.d.r.)”.
L’altra volta, ragionando sulla prima proposizione,
l’attenzione mi era caduta sulla “presenza degli
animali da affezione nelle nostre famiglie”. Penso di
essermi sbagliato. In realtà, leggendo meglio, sembra che
l’accento sia posto sul “benessere animale” e
che la “promozione ecc.” sia un allegato ad un
impianto generalista. Dunque la sottosegretaria, parlando di
pilastri di civiltà, si espone con una dichiarazione forte
a favore del benessere animale.
Passiamo ora alla seconda argomentazione. Ragioniamo un attimo.
Per quale ragione erano stati vietati i richiami vivi, cioè
uccellini che con il loro canto diventano ignare cause della
morte di loro conspecifici per mano di umani molto coraggiosi che
tirano a fare imboscate? Perchè è una azione
vigliacca sparare a 10 grammi di vita approfittando che un loro
conspecifico li richiama inconsapevolmente? Figuriamoci. Il
problema vero era l’aviaria, ovvero il presunto trasporto
di virus da piumati liberi. Finito il pericolo allora si può
riprendere la strage.
Bene: ora proviamo a rileggere le due dichiarazioni. Se il
lettore è sano di mente rileverà una certa
contraddizione tra un’enunciazione che chiama in causa il
benessere animale e fatti di civiltà, e un’altra che
parla di fucilazioni come “tutela di tradizioni”.
Come sia possibile che due frasi simili possano uscire dalla
stessa bocca sembrerebbe un mistero. Ma è un mistero che
dura fintanto che l’attenzione non si posa sulla natura
delle due proposizioni.
Se si osserva bene, la seconda è una proposizione che
potremmo chiamare “semioperazionale” perché
pur contenendo “valori” (tradizioni, identità...)
descrive delle operazioni che devono essere effettuate
(provvedimenti legislativi, ordinanze da firmare essendo venute a
cadere cause ben determinate e identificabili). La prima invece è
solo una dichiarazione priva di contenuto. Cosa sono infatti i
“pilastri di civiltà”? Cos’è il
“benessere animale” al di fuori del suo diritto di
disporre della sua vita (libertà) e di non essere
torturato e ucciso?
Possiamo ancora rilevare che mentre la seconda proposizione
indica qualcosa “da fare”, la prima dice solo delle
cose da pensare. E il pensiero, per quanto possa essere
(raramente) potente, in genere è labile e può
nascondere intenzioni diverse da quelle dichiarate. Giungiamo
quindi ad una specie di teorema: le parole servono a manipolare
la realtà dove “manipolare” va considerata
sulla base di due accezioni. La prima accezione significa
“amministrare”, “gestire” e si applica ai
casi simili alla firma dei provvedimenti governativi. La seconda
è sinonimo di “contraffare”, “falsare”,
in altri termini “dire tanto per dire”, spesso con
secondi fini. Affermare che il nostro Paese in cui vengono
massacrati 2 milioni di animali al giorno (e come ciò
avvenga lo sappiamo) pone il benessere animale come pilastro di
civiltà ammazzerebbe dal ridere se la realtà
sottesa non fosse tragica.
Allora: il passaggio dal gesto alla parola lungo il percorso
naturale dell’HOMO SAPIENS ha agito per fare progredire la
Storia o no? Devo ancora capirlo.
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