Bloc Notes

Pellicce di cani e di gatti

A cura di
R.A.




Come è noto, la tanto contestata legge 189/04 ha introdotto il divieto di commercializzazione di prodotti che contengono pellicce di cani e di gatti. L'Italia non è l'unico paese che ha mostrato questa sublime sensibilità verso gli animali più amati dai nostri concittadini. Alcuni altri paesi avevano adottato un regolamento simile al nostro, ma pare che fossero sorti degli ostacoli nel mercato interno della Comunità a causa della presenza di legislazioni più "flessibili" .

Così il Parlamento europeo ha rimediato (a partire dal 1 gennaio 2009! splendido l'impiego del passato per indicare il futuro) al disordine normativo e alle complicazioni connesse. Infatti ha approvato definitivamente il regolamento che pone fine al commercio e alla importazione di pellicce dei pet sulla base di una proposta adottata nel novembre scorso dalla Commissione.

Tale proposta dichiarava che “l'iniziativa va incontro alle crescenti richieste in tal senso provenienti dai consumatori e conferma quindi e preoccupazioni riguardo al commercio illegale di tali pellicce sul territorio UE”.

Ora i consumatori saranno garantiti. La loro sensibilità sarà protetta dallo scudo della Comunità Europea la quale a suo tempo, e per bocca del commissario responsabile per la salute e la protezione dei consumatori Markos Kyprianou, ha affermato: "Dai consumatori europei abbiamo ricevuto un  messaggio forte e chiaro. I cittadini ritengono inaccettabile che cani e gatti siano allevati per ricavarne pellicce, e non vogliono che prodotti contenenti questo tipo di pellicce siano venduti sul mercato europeo. Grazie al divieto che proponiamo oggi in tutto il territorio comunitario, i consumatori avranno la certezza di non correre il rischio di comprare inavvertitamente prodotti contenenti pellicce di cane o di gatto." Sì, diceva proprio così! Naturalmente i barbari cinesi saranno autorizzati a esportare in Europa pellicce di altri animali.

Secondo le autorità europee, in molte occasioni i “consumatori” europei, a mezzo di petizioni traboccanti di indignazione, hanno chiesto di adottare provvedimenti per stroncare questo turpe fenomeno. Non è così: ai “consumatori” delle pellicce di cani e di gatti non gliene può fregare di più. Non sono loro che hanno stilato le petizioni e raccolto le firme. Sono piuttosto le associazioni di zoofili o similzoofili che non riuscendo a svolgere un ruolo nel nostro Paese o nella più allargata “famiglia europea” guardano lontano e scorgono la barbarie nei popoli distanti.

Le istituzioni europee li ripagano con un atto semplicissimo: accorrono per spegnere il loro doloroso sdegno accordando le misure necessarie affinché si alleggeriscano le importazioni nell’area comunitaria e intanto li trasformano in “consumatori”. E’ noto che in Europa ci sono entità fondamentali chiamate “consumatori”. La nuova Europa ammette anche l’esistenza di “cittadini”, purché si tratti di cittadini “manducatori” la cui unica porzione di cervello serve per registrare le tasse e dichirarle esose. Così anche la categoria stramba della zoofilia scompare nel mare magnum del “consumo” e anche se lo sdegno aveva un’origine diversa, repentinamente viene derubricato a fastidio per la bassa qualità del capo d’abbigliamento.

Da questa Europa liberista e affarista non c’è da aspettarsi molto se non le geremiadi contro il welfare degli stati membri. Dagli zoofili neppure. Sono persone strane che osservano (certi) animali dal lato sbagliato e non potranno migliorare senza una opportuna terapia personalizzata. Piuttosto diventano indisponenti quegli animalisti che concepiscono queste misure come il gradino iniziale di una scala che portera' a un livello accettabile la condizione animale. Si sbagliano. A quel gradino non ne seguiranno altri semplicemente perché quella misura riguarda altri e non noi. Riguarda i cinesi e non gli europei. I barbari e non i civili. Certo le immagini che circolano sui trattamenti cinesi sono raccapriccianti, ma sono diverse da quelle rubate in Europa e regolarmente censurate da media servili attenti a non disturbare la tranquillita' del “consumatore”?

Allora sarebbe bene che gli animalisti nostrani si occupassero di più di quello che avviene in casa nostra, perché è qui che occorre far nascere una cultura della liberazione smascherando tutti gli ipocriti dai quali non potrà mai derivare nulla di buono. Le istituzioni che giustificano il massacro perpetuo, ritualizzato e di massa non hanno titoli per dare lezioni a nessuno, neanche ai cinesi. E a ben vedere, questi titoli neanche li rivendicano, quasi suggerendo che le merci guarnite con il pelo dei pet non siano poi di grande qualità.

Naturalmente era possibile immaginare il divieto di eccezioni al divieto? Assolutamente no. Nel commercio vi sono sempre eccezioni, bellezza! “Restano infatti le eccezioni  per i casi in cui la vendita di prodotti contenenti pellicce di cane e di gatto avviene per scopi educativi (sic!) e per gli animali impagliati”[1]. Solo queste ragionevoli eccezioni? O ce ne sono dell’altre ancor meglio occultate?


[1] Così l’Europa ha sconfitto Crudelia Demon: L’Unità – 25 giugno 2007



Data: 30/06/07

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